Le ossa guariscono sempre?
Un osso rotto possiede la capacità intrinseca di guarire, il nostro corpo è una macchina che si auto ripara (quasi sempre). Il processo di guarigione si chiama osteogenesi riparativa.
Ruolo dei trattamenti ortopedici è quello di favorire e guidare la riparazione della lesione ossea e portarla a guarigione nel modo più preciso possibile, evitando la comparsa di due complicazioni temibili, il ritardo di consolidazione e la pseudoartrosi. In questi casi il ruolo del trattamento ortopedico diviene quello di portare a guarigione una frattura che non è in grado di guarire senza un trattamento chirurgico.
In quanto tempo guarisce una frattura?
La riparazione delle lesioni ossee da frattura avviene generalmente in un periodo di tempo simile per tutte a parità di tipo e sede di lesione. Il processo di osteogenesi riparativa inizia subito dopo la rottura dell’osso con la formazione iniziale rapida di un ponte di tessuto fibroso (callo osseo) tra i monconi di frattura, per tale ragione il primo trattamento consiste sempre nella immobilizzazione. Successivamente il callo osseo va incontro ad un processo che lo ossifica fino a ricostituire la struttura ossea di sostegno presente prima del trauma che ha provocato la frattura.
Generalmente, tutte le fratture, guariscono e consolidano in un arco di tempo di tre mesi. In alcuni casi il processo di guarigione si mostra più lento o non avviene affatto.
Ritardo di consolidazione:
rappresenta il ritardo rispetto ai tempi soliti di guarigione di una frattura. Il processo di guarigione è più lento ed impreciso del solito ma alcune volte, con provvedimenti opportuni, si può comunque giungere a guarigione.
Pseudoartrosi:
se il ritardo, nella guarigione della rottura ossea, supera i 6 – 9 mesi, risulta chiaro a tutti che quella frattura non è stata e non sarà in grado di guarire spontaneamente. La mancata consolidazione e guarigione di una frattura viene detta “pseudoartrosi” perché in questi casi i frammenti della lesione ossea risultano uniti da tessuto fibroso (cicatrice) o a volte cartilagine, piuttosto che da osso. I frammenti sono ancora mobili l’uno rispetto all’altro venendo a creare una “falsa articolazione”, da cui deriva il termine che definisce la patologia (pseudoartrosi = falsa articolazione). Il trattamento della pseudoartrosi potrà essere più o meno impegnativo. In alcuni casi potrà essere usata la terapia ad onde d’urto.
Cause di mancata guarigione di una frattura:
1) Relative al paziente:
- Età: maggiore frequenza nell’anziano.
- Stati di denutrizione o cattiva alimentazione. L’importanza di una dieta adeguata
- Dipendenze: fumo, alcol e superalcolici
- Malattie metaboliche: iperparatiroidismo, carenza vitaminica.
- Farmaci: chemioterapici, antiriassorbitivi.
2) Relative alla frattura:
- Frammenti non a contatto: cattiva riduzione, interposizione di tessuti molli.
- Perdita di frammenti: fratture esposte con perdita di sostanza.
- Infezione
- Cattiva circolazione sanguigna: danno ai tessuti muscolari e cutanei circostanti
3) Relative al trattamento:
- Riduzione inadeguata.
- Immobilizzazione insufficiente: sia nei tempi che nei modi.
- Improprio trattamento chirurgico: mezzi di sintesi inadeguati o male applicati.
Come far guarire prima un osso rotto
Esiste un modo per fare guarire prima la frattura, in altre parole si può prendere qualche farmaco perché l’osso si ripari più in fretta o meglio? Spesso viene richiesto proprio questo. Un qualche tipo di trattamento o rimedio perché una frattura guarisca più in fretta. Per tornare a lavoro prima o per tornare a fare sport nel più breve tempo possibile dopo una frattura. Si sa che un gesso o un intervento chirurgico per lesione ossea porta via tanto tempo per la guarigione e la ripresa delle proprie attività. Ecco allora tanti prodotti commerciali venduti a tale scopo. Purtroppo non ci sono ricette che abbrevino i tempi di guarigione perché l’osso viene ricreato dal nostro organismo in tempi e modi suoi propri che non possono essere velocizzati. Il corretto trattamento e l’attenzione da parte del paziente servono a non allungare i tempi di guarigione ma non possono abbreviarli.
In questa ottica comunque un corretto apporto alimentare, eventualmente corretto da integratori può essere utile ma non va inteso come un velocizzante dei tempi di guarigione.
I cibi che possono aiutare nella guarigione delle ossa
- Cibi ad alto contenuto di calcio: verdura, salmone, pesce azzurro, yogurt
- Vitamina K: verdure a foglia larga, broccoli, formaggio
- Proteine: carne, pesce
- Vitamina C necessaria per la produzione del collageno: agrumi freschi, pomodori
- Zinco utilizzato per i processi di guarigione: carne, spinaci
Se si volesse utilizzare una dieta speciale nei momenti del bisogno, durante il trattamento ortopedico di una frattura si potrà chiedere una consulenza nutrizionale o una integrazione con fitofarmaci e fitogalenici al proprio farmacista
Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso.
Pubblicato il 24 giugno 2012 Ultimo aggiornamento: 18 gennaio 2017
io ho un ilizarov da 15 mesi,e fratura ancora non guarisce!ho perso 8cm di femore!spero bene!non fumo,non bevo….
Non mi è chiaro se ha l’ilizarov per la perdita ossea o se la perdita è avvenuta dopo l’impiano. Comunque 8 cm sono veramente tanti, percui è naturale aspettarsi un ritardo. Tuttavia 15 mesi sono veramente tanti, forse troppi… mi dia altre notizie. Magari una foto delle rx. In questo modo potrò, forse, esserle di maggiore aiuto.
Salve , io ho avuto una frattura scomposta del radio, non è stato eseguito alcun tipo di riduzione , ho portato doccia gessata per 5 giorni poi chiusa con vetroresina per altri 40 gg, il problema che i monconi dopo 40 gg ancora non sono allineati e il callo osseo è incompleto o pressoché scarso. Detto questo mi hanno posizionato un gesso piu corto per altri 30 gg. Tutto cio porterà a guarigione o andró incontro ad dventuale intervento chirurgico? Ho 30 anni mi sembra assurdo pensare ad un fenomeno di pseudoartrosi
Troppo presto per la pseudoartosi e francamente anche per pensare ad un ritardo di consolidazione.Tranquillo!
Dopo un incidente in moto,mi sono fratturato 7 coste scomposte a sin e una frattura scomposta della scapola sin;
a 3 mesi dall’incidente ho fatto un rx da cui è emerso :
Esiti fratture scomposte costale II alla VIII con fenomeni di consolidamento e esiti frattura scomposta scapola con fenomeni di consolidamento!
Ma la cosa un po’ strana è che a dopo 4 mesi e mezzo dal trauma ho ancora dei doloretti o fastidi nella parte anteriore del costato.
È normale (poiché devo a cora aspettare)o potrebbe essere pseudoartrosi?
Le fratture costali creano disturbi anche per molti mesi. Sono fastidi connessi all’attività di respirare. Dovendo respirare sono guarite in movimento, senza possibilità di essere messe a riposo.
Buongiorno, mia figlia ha avuto una frattura spiroide della tibia il 28 febbraio scorso. È stata ridotta con gesso femoro-podalico e dopo 7 giorni ha fatto la lastra di controllo e i frammenti erano allineati. In ospedale mi hanno fissato la data del 6 aprile per togliere il gesso fare una lastra ed applicare per un altro mese il gesso da carico. Io su consiglio di un amico ortopedico ieri le ho fatto una lastra con il gesso ed a 32 giorni dal trauma il callo osseo si è formato solo sotto e non sopra la frattura. Il radiologo mi ha però detto che potrebbe essere il gesso che non lo permette di vedere bene. Anche perché nella proiezione davanti è evidente sia sotto che sopra. Volevo sapere se è possibile questo.. se in un bambino di 8 anni il quadro è normale o doveva essere più celere.. e se questo ritardo sopra le plecludera’ la possibilità di mettere un gesso da carico il 6 aprile. Grazie mille Roberta
Il callo osseo visibile in tre posizioni diverse è un’ottima cosa. Mi parrebbe poter dire che i tempi sono in regola con la normalità. Riguardo al prossimo gesso confesso che non so mai se lo farò o meno, decido dopo la radiografia senza gesso. La radiografia in gesso a 32 giorni… forse è stata inutile.
Grazie infinite per la risposta.. il 6 aprile mia figlia ha eseguito la radiografia senza gesso e mi hanno confermato che il callo osseo è in formazione.. tuttavia le hanno applicato un gesso femoro-podalico in estensione su cui poteva caricare.. dico poteva perché la bambina ha avuto difficoltà enormi essendo esile, a muoversi con tale apparecchio.. così ho consultato un ortopedico privato che le ha consentito il carico tagliando il gesso e mettendo sullo stesso due alette laterali che le impediscono i movimenti di rotazione..in questo modo la bimba è più autonoma soprattutto per andare al
Bagno.. crede sia corretto ? Grazie
Infatti. Con un femoro podalico non si può camminare.
Buonasera mi chiamo Marco e 8 mesi fa ho avuto una frattura pluriframmentaria del primo cuneiforme ora facendo la TAC voluta dall’inail hanno riscontrato pseudoartrosi volevo sapere a quanto equivale il mio punteggio grazie buonasera
Non è tanto la lesione iniziale o i suoi esiti radiografici a fare un punteggio di invalidità o inabilità ma quanto la sua influenza sulla capacità lavorativa. Per tale ragione età, precedenti e mansioni devono essere valutati. Per questa ragione esistono apposite commissioni. Diverso è il discorso se si dovesse fare ricorso.
Buongiorno Dott Fanzone, ho subito un incidente stradale e mi sono distrutta l’omero distale una frattura pluriframmentaria. Mi hanno fatto un intervento chirurgico. Ma non é andato bene. Sono passati 17 mesi e ho il Braccio che non posso muovere con forti dolori. Ho ancora i mezzi di sintesi all’interno. Secondo lei si può fare qualcosa con un altro intervento?
Grazie
Mi dica qualcosa sono disperata
Il dolore più che la rigidità impongono un trattamento. Quale? solo visitandola potrei esprimere un parere.
ho subito osteotomia per lussazione d’anca.sono trascorsi 15 mesi e dopo circa un anno che non mi controllavo hanno scoperto un mancato consolidamento della frattura con pseudoartrosi.
vi e’ stata negligenza a non controllarmi durante tutto questo tempo??
Mi spiega meglio il tipo di intervento?
il 6 dicembre 2011 subiva osteotomia per centramento anca ds sib lussata. trattasi di soggetto non deambulante con tetraplegia.
il 15 febbraio 2012 al controllo rx si evidenziava non formazione del callo osseo. ci hanno consigliato di iniziare la riabilitazione per favorire lo sviluppo dello stesso. alla data del 26 febbraio 2013 dietro mia richiesta e’ stata effettuata nuova rx per vedere se era il caso di rimuovere la placca. purtroppo l’esito del rx ha evidenziato una pseudoartrosi , non consolidamento osseo e la rottura di due viti della placca.ora hanno programmato (per il 6 marzo prox) un nuovo intervento per praticare un osteoplastica con frammenti sintetici,e sostituzione delle viti spezzate. e’ questa la via giusta da percorrere? mia figlia corre dei rischi? e’ necessario l’intervento??? aspetto una sua sollecita risposta. grazie
Il caso è piuttosto complesso, chiederei solo a chi ha in cura sua figlia se hanno valutato una artrodesi. Riguardo alla mancata guarigione essa può avere diversa origine. Imperizia? Si dovrebbe valutare per bene. Mi permetta da astenerimi da giudizi.
ma in effetti credo sia proprio quello l’intervento che hanno intenzione di fare perche’ ci hanno parlato di innesti di frammenti ossei. ma questo tipo di intervento e’ risolutivo??? e non intervenendo cosa si rischia??
L’artrodesi è definitiva (se ben fatta e ben riuscita). Rischi del non intervento? E’ un intervento che va eseguito per curare un disturbo più o meno grave che dovrebbe però essere già presente e conosciuto. In assenza di disturbi…
mia figlia al momento non accusa alcun disturbo (cioe’ dolore) l ripeto che questa situazione si e’ evidenziata ad un controllo della placca ma la pseudoartrosi di per se’ non ha dato sintomi.quindi in assenza di disturbi lei lascerebbe stare l’intervento?
Un mio maestro mi disse “ricorda che non ci sono situazioni che la chirurgia non possa anche peggiorare”.
Salve dottore oggi ho tolto il gesso, ho avuto il distaccamento osseo scafoide piede destro.
I giorni totali sono stati 27,ho fatto i raggi e purtroppo la frattura non si è consolidata.
Mi è stata prescritta fisioterapia e mi è stato detto che se fra un po’ farà ancora male che si può operare. Vorrei una sua opinione, grazie anticipatamente
speriamo che smetta di fare male.
mi piacerebbe farle vedere le <rx di federica, purtroppo troppi km ci separano. noi siamo tra roma e latina mi potrebbe consigliare un suo collega al quale rivolgermi?
Nella vostra zona non mancano i centri di eccellenza. Ho fatto la specialità al Campus Biomedico di Roma, perchè non consigliarlo?. Se volete le rx potete comunque mandarle in visione per tramite della posta elettronica. Non vi darò pareri finali ma confesso di essere un pò interessato al caso.
salve.
rottura dell ulna dx 12/2010 operato al cardarelli,con placca e viti.
il processo di consolidazione è stato sin dall inizio molto lento.
aprile 2011 (dopo solo 4 mesi dal intervento)rifaccio un incidente stradale,dove cadendo mi rompo la placca.
rioperato di nuovo con placca al titanio leggermente + massiccia dalla precedente,sono trascorsi quasi 24 mesi e il dottore continua a dire che la consolidazione è molto lenta e che non si tratta di pseudoartrosi,ma a me continua a farmi male,e nelle radiografie che faccio mediamente ogni 3 mesi vedo sempre spazio in mezzo alla frattura!!
ho fatto x 6 mesi consecutivi campi elettromagnetici,ma nemmeno quello mi è stato di aiuto.
un altro dottore mi ha consigliato onde d’ urto,ma cosultandomi con un altro medico ancora,mi ha detto che siccome ho la placca con le viti nel braccio meglio evitare di farle le onde d urto perche potrebbe danneggiarsi una vite, o addirittura la placca stessa. lei di coscienza cosa mi consiglia?grazie in anticipo.
La definizione di pseudoartrosi prevede la mancata consolidazione di una frattura oltre un periodo di tempo di sei mesi. Vero è che a volte si può anche aspettare di più. Nel caso specifico mi pare evidente la necessità di provvedere ad ulteriori approfondimenti.
frattura scomposta bilaterale ulna radio,11 interventi di cui uno cn prelievi cresta ill.,un altro di 2 mesi fà cn una placca radio una sull’ulna,rotta una di queste,tra 15gg dovrei subire il 12°intervento perchè rotta protesi all’altro arto,insomma 12 interventi ancora nnt fanno a gara a chi si rompe prima se la dx o la sx.stato attuale?come da 4anni tutte e due gli arti rotti,sn una donna di 37anni momento dell’incidente33anni.
Una storia molto triste. Spesso però accade che un fatto negativo ne porti con sè, a cascata, tanti altri. Ma alla fine una soluzione sarà trovata, non ne dubiti.
dott.mi scusi,
ma andando avanti così nel mettere e togliere placche cn viti,mi ritroverò cn un osso così bucherellato che nn capisco come potrà guarire.grazie dell’attenzione e del tempo preso per rispondermi.
Non mi pare, dai dati in mio possesso, che ci siano alternative.
Salve io ho avuto una frattura composta del terzo metatarso. Dopo circa 😯 giorni,di cui 15 che sto camminando,avverto dolore nella zona delle dita e il piede è più scuro.Devo preoccuparmi?
Un colorito più scuro può essere normale, bisogna controllare che questo non sia sintomo di “difettosa” circolazione. Normalmente si verifica schiacciando l’unghia di un dito e verificando che mentre si comprime, il fondo dell’unghia diventi pallido e torni rosa appena si rilascia la pressione.
Salve io ho avuto una frattura composta del terzo metatarso. Dopo circa ottanta giorni,di cui 15 che sto camminando,avverto dolore nella zona delle dita e il piede è più scuro.Devo preoccuparmi? –
Non ho la possibilità di esserle di aiuto, dovrei visitarla.
Salve, ho 19 anni, ho avuto una frattura scomposta diafisaria del radio dx a causa incidente stradale in moto. Il 19/02/13 vengo operato al cardarelli con filo di kirschner. Dopo il primo mese faccio rx è vado a controllo il quale il medico dice che per lui dovrei togliere il gesso+ punti. Il secondo mese rifaccio rx ma il callo osseo non è sufficiente per rimuovere il filo. Oggi 30/07/13 dopo circa 161 giorni dall’operazione, stamani sono andato in ambulatorio fatto rx e il callo osseo ancora non è sufficiente per rimuovere il filo. L’ortopedico mi ha detto che: non è pseudoartrosi, ma è il fatto che mi sono spezzato l’osso in un punto che richiede del tempo per guarire.
Premetto che sto facendo magnetoterapia da 1 mese. . .
Devo preoccuparmi, o è normale?
Grazie in anticipo
Purtoppo non è normale. Ma non saprei cosa altro dire. La frattura di uno solo delle due ossa in genere è un problema. L’osso sano “impedisce” di guarire. La sintesi proprio per questa ragione andrebbe fatta in maniera “molto” stabile (placca). La magneto terapia non può cambiare le sorti di una frattura se non nel senso di affrettare la guarigione, ma non risolve le cause che hanno portato ad un ritardo di guarigione.
Salve,
A giugno 2011 subisco per incidente stradale la rottura di ulna e radio dx. Operato presso il San filippo neri a Roma subisco osteosintesi con placche e viti su entrambe le fratture. Ulna tutto ok. Radio a circa un mese dall intervento sopraggiunge una infezione fortunatamente dei soli tessuti molli ma che mi dicono ritarda comunque la guarigione del radio , 4 mesi di cure antibiotiche ( da esame culturale esce fuori propillius bacterium acnes) per sconfiggere l infezione.
Dicembre 2012 noto piccolo bozzetto su cicatrice radiale visita ortopedica con rx ed ecografia.
Placca non fissata bene e 3 viti lente …si pianifica operazione per rimuovere le placche e le viti ( ulna ormai più che guarita).
Prima Dell intervento eseguo scintigrafia ossea con leucociti marcati. Tutto ok tutto negativo.
Febbraio 2013 operazione per rimozione placche e applicazione fissatore esterno su radio.
Ora devo dire che se prima c era parecchio spazio tra un capo di frattura e l altro ora agosto 2013 lo spazio e’ sparito ma l ortopedico non vuole togliere il fissatore e dovrò eseguire una tac su frattura x vedere come stanno le cose.
La mia domanda e’ questa dopo la inequivocabile formazione di caldo osseo che riduca lo spazio e’ possibile che i due monconi ora tacciando si nn formino callo osseo???
Grazie dottore
Maurizio
Un caso di pseudoartrosi classico. Normale certo non è ma è sicuramente una grave complicazione conosciuta. L’importante non è interrrogarsi se è o meno possibile e di chi è la colpa , ma come risolvere il problema. Sicuramente non lo risolviamo su internet. Si fidi ancora un poco di chi la stà seguendo.
Scusi dottore ho 33 anni(31 al momento della prima operazione)
Ricapitolando per lei e ‘ normale una complicazione del genere?
Dopo essersi formato l osso ( finalmente) che ha riempito lo spazio vuoto tra i due capi di frattura e’ possibile che ora che si tocchino smettano di congiungersi impedendo la guarigione?
BUONASERA DOTTOR FANZONE, SI RICORDA DEL CASO DI PSEUDOARTROSI (LE HO ANCHE INVIATO LE LASTRE) DI MIA FIGLIA? DOPO VARI CONSULTI SIAMO APPRODATI DAL DOTTOR MOTTA DI MILANO, IL QUALE SOSTIENE CHE BISOGNA INTERVENIRE CHIRURGICAMENTE IN QUANTO LA GAMBA SI STA ACCORCIANDO SENSIBILMENTE A CAUSA DELLA PSEUDOARTROSI. IL 12 GIUGNO SI INTERVIENE NUOVAMENTE SULLA PELLE DELLA MIA POVERA CREATURA. A DISTANZA DI TRE MESI ABBIAMO FATTO UNA LASTRA DI CONTROLLO CHE PURTROPPO HA EVIDENZIATO CHE NON VI E’ TRACCIA DI CALLO OSSEO. SONO PERPLESSA…NON SO COSA PENSARE….SPERO SOLO CHE SI GIUNGA ALLA FINE DI QUESTO STRAZIO!
Certo che ricordo! E comunque ho ancora le foto. Aspettiamo ancora un poco?
Con stima e rispetto
Giuseppe
GRAZIE DELA DISPONIBILITA’, GRAZIE MILLE.
dottore fanzone mi chiamo gennaro scrivo da napoli il 26 2 2013 ho avuto un incidente col motorino mi sono fratturato della base del 1e 2 metarso di destra fratture pluriframmentarie del 3 medio e distale di tibla con lieve disallinemento frattura del 3 prossmale pluriframmentaria di perone trattata chi rurgicamente con fissatori metallici 2mesi dal operazione mi usciva sangue da un chiodo il cardarelli dove sta il mlo ortepedico mi ha detto che dovevo avere una correzzione dopo 5mesi me li hanno corretti di nuovo dopo un mese ho preso infezione mi sono fatto
8 siringhe di antibiotico ho ripreso a fare la seleparina il mio ortopedico dopo 1 rx mi ha detto che doveva intervenire chirurgicamente secondo lei e normale che sono arrivato a 9 mesi la tibia non si e calcificata ancora
Questo e il continuo di quello che ho scritto prima.Mi scusi se non l’ho scritto insieme spero in una sua risposta a breve.Saluti dottor fanzone da gennaro
Signor Gennaro, voi lo sapete che non è normale. A volte le fratture non guariscono, a volte le persone si fanno male, a volte le ferite si infettamo. L’importante è lavorare bene e fare tutto il necessario e guarire anche se con ritardo. Personalmente ci perdo il sonno sui miei pazienti che non guariscono.
dottore fanzone mi scusi mi dia un ancora un consiglio proprlo ieri sono andato dal ortopedico e mi ha consigliato che devo operarmi facendo degli innesti di ossi alla tibia con due perni avvitati nel osso per il ritardo di consolidamento secondo lei e la cosa migliore da fare facendo questa operazione dopo quando tempo posso camminare un saluto arrivederci
Il ritardo di consolidazione era evidente da ciò che raccontava. Mi era parso però di capire che fosse alto il rischio di infezione in corso. L’intervento proposto però non è il più indicato in caso di infezione, anzi è altamente discutibile. Per questa ragione mi permetta di non dire altro. Bisognerà “accontentarsi” di visite di persona.
Carissimo dott. Fanzone
Mi chiamo salvatore ho 50 anni. A causa di un incidente sul lavoro il 29-10-2012 subisco una rottura alla tibia dx scomposta ( con taglio netto orizzontale nella parte centrale senza sanguinamento) e malleolo interno destro.
Ricoverato in ospedale, il 02-11-2012 subisco l’intervento: mi viene messo un chiodo endomidollare con tre viti (due sopra e una sotto) intervento prefetto linea prefetta nessun disturbo post intervento.
Il 5 febbraio dopo tre controlli inizio una terapia a base di: farmaci (neritix punture,deril) più magneto terapia per l’aiuto della calcificazione.
Il 04-04- 2013 mi viene tolta la vite inferiore. Il mese successivo risulta una scarsa calcificazione; dopo aver terminato la cura farmacologica mi riviene prescritta la cura di neritx per due mesi. Giunti a settembre la calcificazione della tibia risulta scarsa allora i medici propongono un altro ciclo di: difosfonal più biostim per due mesi. Al controllo del 2 dicembre dopo RX più Tac risulta una scarsa formazione di callo osseo. A questo punto, oggi i medici mi consigliano di togliere le due viti rimanenti superiori( un tentativo o una prova? ) intanto dopo un’anno e un mese io non riesco a caricare l’arto accusando fastidiosi dolori alla parte inferiore della gamba.
Altri ortopedici consigliano di sostituire il chiodo endomidollare tibiale per stimolare la frattura e contemporaneamente rottura forzata del perone?
Distinti Saluti e la ringrazio per un eventuale consiglio vorrei ritornare a lavoro..!!!!!..
Nerixt credo sia Nerixia.
L’uso dei difosfonati nel trattamento dei ritardi di consolidazione non va bene.
Il chiodo endomidollare di tibia deve essere “mobilizzato”, cioè devono essere rimosse quelle viti che lo tengono fisso, in modo che il focolaio di frattura possa essere sottoposto al carico. Questa non è teoria ma normale prassi di lavoro. Una soluzione diversa è quella di applicare un nuovo chiodo ma nel suo caso mi sembra ancora possibile, per il tempo trascorso ancora abbastanza breve, provare la dinamizzazione.
Carissimo dtt. la ringrazio per avermi risposto.. Speriamo che funzioni.. A presto.. Salvatore
carissimo dottore fanzone dopo 9 mesi mi hanno tolto i fissatori messo un gambaletto di gesso ha dimenticavo sono gennaro mi scusi ma le sofferenze di questa frattura sono molte dolorose ritornando a prima non mi hanno potuto operare perchè dagli analisi e uscita infezione molto alta mi hanno fatto il tampone antibiogramma mi hanno dato una cura di antibiotco 20 siringhe di cefazolide e poi 10 giorni di bactrim secondo lei quando si toglie infezione il tipo di operazione che mi fanno e quella giusta cioe innesti di ossa con chiodo endomidollare il cardarelli di napoli non lo auguro a nessuno mi scusi ancora arrivederci.
Un nuovo intervento per curare la pseudoartrosi è sicuramente necessario. Bisogna prima essere certi della scomparsa della infezione. Sembrerebbe di no da quello che mi dite e sembrerebbe di si da quello che vi hanno consigliato di fare. Non saprei decidere. Un secondo parere con visita di persona?
Salve dottore,
in data 19/10 ho riportato la frattura del malleolo peroneale sinistro, frattura composta obliqua, con lievissimo scivolamento. L’ortopedico decide dopo 5 giorni per aspettare che la caviglia sgonfiasse, di confezionare un apparecchio gessato, con RX di controllo e rimozione a 30 giorni. Alla RX di controllo sembra che la situazione non sia cambiata minimamente nella frattura, la rima ben visibile, pochissima apposizione di callo osseo. Prescritto tutore walker, carico, terapia integrativa calcio+vit. D3 e magnetoterapia. A 60 e più giorni, la RX viene ripetuta, e si nota solo un leggero miglioramento, con una rima ancora ben visibile, ma più “annebbiata” dal callo osseo. Le mie perplessità sono sulla decisione di non aver operato, i pro a suo parere superano i contro? La terapia è adeguata? Sbaglio qualcosa io? Se mi concede la sua email sarò lieto di inviarle le RX.
Cordiali saluti e Auguri di Buone Feste
Il callo osseo sembra in formazione, è stato necessario tanto tempo e tanta sofferenza ma sembra finalmente che abbiamo ottenuto un risultato.
L’intervento chirurgico non rende più veloce la guarigione ma in generale porta a risultati migliori ed ad una ripresa della autonomia di movimento più precoce.La mia mail la trova sul sito sezione “contattami”
Salve dottore,
ho 55 anni e circa un anno fa ho riportato la frattura scomposta ed esposta del radio e dell’ulna, operato e applicazione di meszzi di sintesi in entrambe gli ossi. sta di fatto che mentre l’ulna s’è calcificata il radio sembra essere in pseudoartrosi. ho letto che delle sedute di onde d’urto potrebbero aiutare? lei cosa suggerisce?
Cordiali saluti
Non ho esperienza diretta e su fratture con mezzi di sintesi “in situ” credo che ci siano delle sincere controindicazioni all’uso delle onde d’urto. Se possibile tenterei di aspettare la guarigione spontanea.
dopo un incidente con la moto ho avuto la frattura del 2° 3° e 4° metatarso, lussazione delle ossa del piede, sono stato operato per le fratture con innesto di 4 fili K, dopo circa tre mesi dall’operazione e controlli eseguiti periodicamente con RX al momento non si sono potuti sfilare i fili K in quanto la formazione del callo osseo e molto lento, ho chiesto se ci fossero delle cure per poter accellerare tale formazione ma i medici hanno detto che non esiste cura, in quanto il callo osseo deve formarsi con la guarigione delle fratture. Mi chiedo se quanto dettomi risponde a realtà, senza nulla togliere la professionalità dei medici che mi tengono in osservazione, e se ci sono cure alternative quali sono ?????
Non esistono cure specifiche per migliorare o velocizzare la formazione del callo osseo. Esistono già in commercio dei farmaci che promettono di farlo ma non ci sono studi consolidati. Dopo tre mesi un ritardo di consolidazione si trasforma in pseudoartrosi cioè mancata guarigione e quindi si procede in modo alternativo (nuovo trattamento chirurgico, nuova immobilizzazione ….).
Buonasera dottore,mi rendo conto che il mio problema non è così complesso però persiste da tre anni e avrei bisogno di un parere…ho 34 anni,maratoneta, i primi sintomi di dolore alla tibia sono cominciati esattamente tre anni fa. All’inizio ho fatto i raggi (esito negativo);sono sempre stata trattata come se fosse periostite.Un anno e mezzo fa per il persistere dei sintomi ho fatto una RMN (non correvo da 3 mesi)ed è risultata negativa. A luglio di quest’anno l’ho ripetuta (ero a riposo da 2 mesi) ed è risultata ancora negativa. A novembre di quest’anno ho fatto la scintigrafia ed è risultata positiva per una frattura da stress. Sono stata a riposo ed ho utilizzato le stampelle per 40 giorni, ho fatto magnetoterapia per un mese, ho ricominciato a camminare da due settimane ed è tutto come sempre:sento il solito dolore che avevo toccando l’osso e le solite fitte quando cammino molto o sto in piedi per tanto tempo. Ha senso continuare a fare la magnetoterapia?considerando che il problema si protrae da tanto tempo cosa posso aspettarmi? Ho paura che correre resterà solo un ricordo….
La ringrazio in anticipo se potrà rispondermi,buonasera.
Sono confuso dai messaggi contrastanti di RNM e scintigrafia, credo di non essere il solo! Una frattura da durata i cui sintomi persistono da 3 anni mi lascia in dubbio. Una patologia diversa a carico dell’osso? Si sarebbe vista!
Qualcuno ha mai parlato di sindrome del tibiale? Mi pare la cosa più probabile e da mettere in diagnosi differenziale.
Confermata eventualmente la frattura essa è curabile.
Buongiorno, il 20 Luglio scorso in seguito a importante incidente stradale ho riportato,tra le altre cose, frattura tronca scomposta del terzo prossimale di tibia e perone. Ero all’estero, dunque è stata inizialmente ingessata per permettermi il ritorno a casa. Il 30 Luglio la frattura è stata trattata con fissatore esterno poichè una ferita sul ginocchio impediva il posizionamento di un chiodo endomildollare. Il decorso è stato regolare, dopo tre mesi il callo osseo era “buono” (cito il referto della radiografia di controllo), l’ortopedico ottimista tanto da ipotizzare la rimozione del FEA con anticipo rispetto alle previsioni, con buon peso di ipotizzò di toglierlo per Natale (quindi dopo 5 mesi). Al controllo di dicembre la situazione di aumentato callo osseo sul margine mediale della tibia, ma quasi nulla dall’altra parte, portò a decidere di tenere il fissatore ancora un mese per sicurezza. Al controllo di gennaio (due giorni fa) la situazione è pressochè invariata, il referto del controllo rx parla di ritardo di consolidazione, la decisione ortopedica è di rimuoverlo comunque perchè la compressione dovuta al carico dovrebbe stimolare la riparazione ossea. Ora sto camminando senza il blocco centrale in attesa che mi tolgano le fiche in sala operatoria (a giorni) con poco dolore, zoppico un pò poichè questa riparazione parziale mi condiziona….immagino di poter stare tranquilla rispetto alla tenuta al carico della tibia, ma non ne sono certa. Gradirei un suo commento alla vicenda.
Grazie
Succede a volte che guarisca il perone prima della tibia e questo porta ad un tipo di situazione come quella descritta. Due opzioni disponibili: quella che sta per provare (che preferisco anche io) oppure un nuovo intervento. La “tenuta” non credo rappresenti un problema. Ci farà sapere?
Infatti, il perone ha avuto una calcificazione abbondante e veloce! Un nuovo intervento!?! Speriamo che funzioni così, allora….ci sono alte probabilità che ciò accada?
Le farò sapere volentieri. Grazie per la disponibiltà
Dottore, la data per la rimozione delle fiches è stata fissata per lunedi. Nel frattempo questa settimana ho preferito stare “brava” astenendomi dall’andare in palestra cosa che ormai facevo con costanza. Seguivo un corso di ginnastica di potenziamento a corpo libero (o con elastici e step) per gabe e addominali, e poi cercavo di fare un pò di potenziamento dell’arto malato (squat parziali mono e bipodalici, ginnastica propriocettiva su palloni instabili, pressa e leg extension, cyclette). Per noi sportivi essere condannati all’inattività è la violenza peggiore! Le chiedo, con i limiti che si pongono dal fatto che lei non ha visto le radiografie che tipo di movimenti e di carichi sono secondo lei da evitare una volta rimosso il fissatore. In questo momento sono piuttosto cauta, forse troppo….non vorrei perdere tempo dietro a paure infondate!!
Dopo la rimozione tornerò a nuotare e a fare spinning, ma riguardo il potenziamento del quadricipite non so come regolarmi….per correre, lo so, ci vogliono altri mesi ancora….
La ringrazio.
La paura non è infondata ma sicuramente non deve essere troppa altrimenti ci paralizziamo. Qualche giorno ancora da “brava ragazza” e poi si torna in palestra. Vedrà che tutto sarà più semplice di come teme.
Ci farà sapere?
Dottore, mio marito (età 28 anni) dopo un incidente stradale (lui era passeggero, la macchina si è capovolta dal lato destro cadendo rovinosamente sul suo braccio destro) ha subito il 20 luglio un intervento con inserimento di placca e viti per frattura scomposta di ulna e radio.
Ad oggi ha ripreso piena funzionalità e mobilità dell’arto, ulna risulta calcificata, il radio no (manca un piccolo pezzo ancora).
Secondo lei è il normale percorso di calcificazione ossea come asseriscono i medici? o dovrà subire un secondo intervento? gli hanno intanto consigliato di dormire effettuando la magnetoterapia…
La ringrazio anticipatamente.
A volte in questi casi si aspetta. Sicuramente dopo sei mesi si parla di psudoartrosi ma nelle biosse di avambraccio, tutti noi ortopedici tendiamo ad aspettare il più possibile per un secondo intervento. Ok la magneto per ancora un pochetto.
EGREGIO DOTTORE,
SCUSI SE MI PERMETTO DI DISTURBARLA MA SONO DISPERATO.
CIRCA 3 MESI FA CADENDO ALL’INDIETRO E FACENDO LEVA CON IL CORPO SUL BRACCIO DESTRO HO PROVOCATO UNA TRIPLICE FRATTURA DELL’OMERO DISTALE.
SONO STATO OPERATO CON INSERIMENTO DI PLACCHE E VITI, MA OGGI TRASCORSI 3 MESI DALL’INTERVENTO E DALL’IMMOBILIZZAZIONE CON TUTORE PRESENTO UNA MOBILITà CON LIMITAZIONE FUNZIONALE AI MINIMI GRADI DI FLESSO ESTENSIONE.
L’ESAME RX EVIDENZIA UN’ALTERAZIONE DELL’ASSE INIZIALE DI OSTEOSINTESI DELLA PALETTA OMERALE E GAP OSSEO CHE NON GARANTISCE UNA GUARIGIONE.
MI è STATO CONSIGLIATO UN NUOVO INTERVENTO CON RIMOZIONE PLACCHE, RIDUZIONE OSSEA CON INNESTO DELL’ALA ILIACA E NUOVA SINTESI CON PLACCHE PIU’ LUNGHE.
DETTO QUANTO NON SI GARANTISCE IL COMPLETO RECUPERO DELL’ARTICOLAZIONE E LA FORMAZIONE DI CALLO OSSEO.
LE CHIEDO UMILMENTE UN CONSULTO DATA LA MIA DISPERAZIONE E LA RINGRAZIO ANTICIPATAMENTE.
Queste fratture sono gravi e prevedono sempre un “prezzo” da pagare. Il tipo di trattamento proposto è complesso. Chi lo ha fatto sicuramente deve essere epserto.
Frattura Composta Malleolo Peronale Sinistro. Dopo 20 giorni di gesso scarico mi è stato confezionato un gesso da carico. Il totale del periodo di immobilizzazione è stato quindi di 40 giorni.
Nei secondi 20 giorni ho dato il carico gradualmente per come fisiologicamente mi sentivo, fino addirittura a lasciare le stampelle ed a caricare con il 100 % del peso corporeo.
Al termine dei 40 giorni ho effettuato una lastra di controllo e l’ortopedico mi ha detto che il callo osseo che riscontra è inferiore alle normali aspettativa dopo 40 giorni di immobilizzazione (anche se per mia cultura so che il callo osseo è difficile da vedere con la radiografia). Quindi mi ha prescritto di iniziare nuovamente con le stampelle e procedere con cautela, ossia caricare di 15 kg per ogni settimana fino ad arrivare al carico completo dopo 3 settimane. Che ne pensate del ritardo (credo) del callo osseo?
Cosa penso del ritardo di formazione del callo osseo in generale? Sul caso specifico non saprei. Certo che la assenza di dolore è sicuramente un buon segno.
Il mio ortopedico dopo 40 giorni di immobilizzazione per frattura malleolo peroneale sinistro, avvistò le lastre dopo il quarantesimo giornoe quindi mi ha detto che non c’è un gran callo osseo e pertanto di procedere cauti di iniziare la prima settimana con il carico di soli 15 chilogrammi e poi di 15 chili alla volta fino a raggiungere il carico completo. volevo chiedere quindi cosa ne pensate voi di questo.
Penso che è difficile calcolare i 15 chili alla precisione. Preferisco dire di camminare con carico a tolleranza del dolore.
Salve vorrei un informazione ho due frattura al 4 e 5 diti mano destra di cui 4 diti composta e 5 dito scomposta con lieve angolatura dei frammenti ossei ha 15 giorni che sono rotto nn mi fanno male se non li toccò solo tra una medicazione che ho fatto ieri ancora non li porto per niente e normale?grazie
Normale no. Però senza visita non saprei proprio come aiutarla.
Dottore, mi rivolgo a lei perchè non riesco ad ottenere risposte soddisfacenti da chi mi sta seguendo…ricorda l’ossificazione incompleta della tibia? Hanno rimosso il fissatore da tre settimane, mi è stato detto di evitare traumi, fare attenzione in palestra evitando torsioni, saltelli,alcune macchine, lo squat…francamente ho rinunciato per timore….erano più numerose le cose vietate… Sto andando a nuotare, ma le chiedo: secondo lei lo spinning o l’hydrobike (spinning in piscina) possono essere pericolose? Dal momento che posso camminare e sono tornata a lavorare…pedalare (anche con un pò di sforzo muscolare) potrebbe essere un problema? A logica penserei di no….come mi parrebbe possibile fare un corso di ginnastica in acqua: se possono farlo le gestanti non dovrebbe essere pericoloso per la mia tibia (che peraltro tiene bene e non fa male)…abbia pazienza ma dopo queste tre settimane di totale inattività mi sembra che la mia gamba in realtà stia peggiorando in quanto a sicurezza dei movimenti, equilibrio e la difficoltà a fare le scale, per esempio, è nettamente aumentata….
La ringrazio per la pazienza.
Credo che il nemico principale di questo periodo sia la preoccupazione. Recupererà la forma fisica perduta, ne sono certo.
Bene la ginnastica in acqua. Tra un mese però niente più paura e torniamo in palestra. Mi farà sapere?
Buongiorno Dottore, io col mio malleolo peroneale sto recuperando passo posso. Ora il mio incubo è rimasto l’edema, in lentissima regressione. In media, dopo quanto va via l’edema? Che accorgimenti/aiuti posso avere per ridurlo? Ho tolto il gesso il 3 febbraio scorso. Grazie per la sua pazienza. Cordiali saluti.
Dal 3 ad oggi è ancora presto. Va tutto bene. Un altro pizzico di pazienza. L’unica cosa utile è la calza elastica a gambaletto.
buongiorno illustrissimo dottore,sono di nuovo a chiederle un parere riguardo un mio problema,a giuno del 2013 le chiesi in merito ad un tutore post operatorio riguardante l’avanbraccio ,lei con la sua immensa disponibilita’ come fa x tutti mi rispose in modo chiaro e soddisfacente,la ringraziai allora e la ringrazio ancora anticipatamente x quello che potra’ dirmi..cerchero’ di essere il piu’ breve e chiaro possibile anche se x me non e’ così facile, a giugno del 2013 ho avuto un incidente sul lavoro procurandomi la frattura scomposta dell’avanbraccio sinistro ulna e radio , operato dopo due giorni ricomposta la frattura con mezzi di sintesi placche e viti,tutto perfetto,… circa 25 giorni di tutore dove settimanalmente facevo medicazioni x i punti di sutura,tolti i punti faccio lastra tutto bene ,quindi gesso x circa 30 giorni,alla rimozione del gesso altra lastra siamo arrivati a fine luglio primi di agosto,ecco la sorpresa,placca ulnare rotta in tronco perfettamente al centro della frattura,niente di che mi dicono aspettiamo almeno 6 mesi x la fine del processo di calcificazione,radio perfetto,adesso di mesi ne sono passati otto ,ho piena mobilita’ e’ forza acquistata ma mi e’ stata diagnosticata una pseudoatrosi, come detto non ho grossi problema anzi apparte la parte superiore del braccio deformata e dei fastidi sopportabi,il resto non e’ male,di certo non so x quanto tempo potro’ rimanere in questo stato,alche’ chi mi ha operato mi ha proposto un intervento di revisione,ma a quanto pare la cosa e’ un tantino difficile,infatti si e’ subito ricreduto e lui stesso mi ha detto che nelle mie condizioni lui non intervenirebbe,credo che non si sia mai trovato in una situazione del genere,adesso le chiedo illustrissimo dottore,qunto tempo potro’ rimanere con la placca rotta,e in queste condizioni? ho 47 anni e ne vorrei venir fuori nel modo migliore possibile chi secondo lei e’ esperto in pseudoattrosi e a chi potrei rivolgermi? come sia possibile rompere un placca in titanio nel gesso? basta una semplice rotazione x romperla? di certo dottore la contattero’ dinuovo x adesso la ringrazio x l’attenzione e la saluto…ciao grazie carlo
Sicuramente bisognerà intervenire di nuovo. Le placche si rompono per lo stesso motivo per cui riesci a spezzare un filo metallico con le mani se lo pieghi in avanti ed indietro per un certo numero di volte. Mi faccia sapere come esserle utile.
buongiorno illustrissimo dottore,grazie x la sua risposta,vivo e lavoro in provincia di bari ,vorrei mettermi nelle mani di un professionista abituato a lavorare con queste patologie,visto che probabilmente bisognera ripulire l’ulna dalla pseudosi,togliere la placca rotta e probabilmente fare un’innesto,le chiedo a chi potrei rivolgermi anche fuori regione ma essere certo di essere trattato come detto da un professionista abituato a queste patologie..grazie dottore lei e’ unico e magico… ciao carlo
La ortopedia di Bari non è male. A diversi incontri specialistici presentano lavori interessanti e ben eseguiti.
Grazie per gli elogi.
ancora mille grazie dottore ,i miei elogi sono il minimo che possa fare x lei, mi dice la ortopedia di bari,ma presso quale ospedale? e a quale dottore o primario dovrei rivolgermi,? potrebbe darmi dei nomi x essere certo di non sbagliare? conosce il miuli di AQUAVIVA DELLE FONTI ? mi parlano di un’ottimo reparto, ma non so vorrei delle certezze da medici che si conoscono,grazie dottore buona domenica. ciao carlo
Anche io ho ottime referenze per il Miulli, ma anche per il Di Venere. Non cito altre strutture solo perchè non conosco personalmente ma sono convinto di un ottimo stato di salute della sanità Pugliese 😉
Salve;
lo scorso 5 novembre in seguito ad un’incidente motociclistico ho subito una piccola frattura composta della base del I metatarso; a fine dicembre ho levato definitivamente il tutore. Ad oggi dopo l’ultimo controllo ancora non c’e’ traccia significativa di calcificazione. Di fatto pero’ ho recuperato quasi al 100% la funzionalita’ del piede, per intenderci svolgo vita normale, posso correre e saltare senza problemi, senza spingere al massimo ovviamente. Diciamo che ho evitato gli sport piu’ pesanti ma sostanzialmente mi sento bene con fastidi minimi. Come devo interpretare il fatto della mancata calcificazione ? Grazie..
Come una guarigione! Le ossa metatarsali a volte fanno questo scherzo, però il piede funziona perfettamente. Miracoli della natura la dove gli uomini ed i medici si ostinano a fare il contrario di ciò che la natura prevederebbe.
Grazie dottore, una risposta migliore non poteva darmela, continuero’ progressivamente ad aumentare il carico di lavoro seguendo quello che mi suggerirà il piede, come del resto ho fatto fin’ora….
Salve!
Sono un ragazzo di 20 anni, che lo scorso giugno si è fratturato ulna e radio sx (scomposte pluriframmentarie) in seguito a una partita di pallone. Sono stato operato e mi hanno inserito 2 placche di titanio e 12 viti.
Sfortunatamente ho ottenuto anche una lussazione al gomito sx, che con il tempo mi ha pregiudicato leggermente l estensione e la flessione.
Comunque, dopo alcuni mesi, sono entrato in pseudoartrosi ad entrambe le ossa, in seguito ho svolto magnetoterapia, assunto integratori, e fatto punture inframuscolari (Nerixia).
Per mia fortuna, a Dicembre, quando ormai l intervento di “riparazione” era prossimo, ho svolto le onde d’urto come ultima spiaggia.
Stranamente l’ulna ha riformato un callo osseo e adesso è quasi del tutto guarito, mentre il radio è ancora messo “male”.
Ora mi hanno prescritto una seconda tranche di onde d’urto…
Ormai sono passato quasi 10 mesi dall’intervento, e ho paura che non calcificherò in tempi brevi… Secondo lei c e qualcosa che si può fare di più?
La ringrazio in anticipo dell’attenzione,
Luca
Mi pare abbia fatto tutto. Credo che anche il radio seguirà l’ulna. Attento al Nerixia! E’ un ottimo farmaco ma non ha indicazioni sul ritardo di guarigione delle fratture.
Buongiorno Dottore, le espongo il mio problema. Nel dicembre 2011, a seguito di incidente, ho riportato la frattura scomposta di tibia e perone gamba sx. Dopo qualche giorno di trazione, è stato applicato un chiodo endomidollare, fissato con 2 viti, alla tibia. Per quanto riguarda la guarigione della tibia, il processo di consolidamento è stato regolare; in merito al perone, non si è calcificato (da rx è evidente uno stato di pseudoartrosi con i monconi obliterati e sovrapposti ). A breve sarò sottoposto ad intervento chirurgico per la rimozione del chiodo. Dunque le chiedo: si può intervenire, nella circostanza, per rivolvere il mancato consolidamento del perone? Con quale tipo di trattamento? La ringrazio per la cortese attenzione.
Il mancato consolidamento del perone non ha nessuna importanza, anzi ben venga dato che così la tibia guarisce certamente. Male ha fatto chi la segue a non informarla di questo.
Buonasera. Da chi mi ha seguito sono stato informato del fatto che la mancata guarigione del perone, probabilmente, ha evitato complicazioni al consolidamento della tibia. Il problema è il dolore che questa situazione mi provoca. Non riesco più a fare una corsa, ovviamente leggera, o svolgere altro tipo di attività sportiva, senza avvertire dolore nella sede di frattura del perone. Le ho chiesto un parere, giusto per capire se devo rassegnarmi al dolore o è possibile porre rimedio a questa situazione.
Salve dottore.il tre marzo ho subito la frattura del terZo e quarto metacarpo mano sx. Il gesso lo dovrei levare il primo di aprile, secondo lei una frattura composta guarisce piu facilmente e in minor tempo?la mano si è sgonfiata e nn avverto piu nessun dolore, è possibile rimuovere qualche giorno prima il gesso? Grazie
Le fratture composte guariscono abbastanza rapidamente. Togliere prima il gesso?
Grazie dottore.intendevo, visto che il dolore è sparito, se magari si potrebbe anticipare la rimozione del gesso di qualche giorno.
In genere sono contrario. Però…
Buonasera. Da chi mi ha seguito sono stato informato del fatto che la mancata guarigione del perone, probabilmente, ha evitato complicazioni al consolidamento della tibia. Il problema è il dolore che questa situazione mi provoca. Non riesco più a fare una corsa, ovviamente leggera, o svolgere altro tipo di attività sportiva, senza avvertire dolore nella sede di frattura del perone. Le ho chiesto un parere, giusto per capire se devo rassegnarmi al dolore o è possibile porre rimedio a questa situazione.
Con questa precisazione ritengo che un trattamento della frattura del perone sia indicato.
Buonasera e grazie per la risposta. Mi scusi se insisto: le posso chiedere qual’é il trattamento migliore per risolvere (spero) questo tipo di problema?
Per consolidare una frattura che ritarda a farlo, in genere si interviene chirurgicamente. BIsogna fare sanguinare i margini, in qualche modo è come se la frattura fosse nuovamente recente. Fatto questo si può anche sintetizzare con una placca o nel caso di ossa lunghe come il perone con un chiodo endomidollare (analogo a quallo usato per la tibia).
La ringrazio per la cortese attenzione.
Grazie a lei per la fiducia.
Buongiorno dottore, qualche giorno fa l’ho contattata per un consiglio sul mancato consolidamento del perone . Ieri sono stato visitato da un dottore del reparto di ortopedia dove effettueranno la rimozione del mezzo di sintesi, a suo tempo applicato alla tibia, e dalla visione degli rx ha riscontrato la pseudoartrosi del perone. Il medico, per ora, si è riservato la di valutare il tipo di intervento da effettuare. Si è lasciato solo sfuggire “l’eventualità” di effettuare – oltre il fissaggio con mezzo di sintesi – un trapianto osseo. Nell’attesa di sapere con quale genere di intervento – augurandomi che decidano di intervenire – intendono affrontare il mio problema, posso chiederle una sua valutazione su quanto da me esposto (sperando d’esser riuscito a farmi capire). Cordiali saluti, Saverio.
La mia valutazione potrà essere solo monca. Non conosco il caso, non ho mai visto una rx grafia… Perchè non fidarsi dei medici che la visitano?
Buongiorno. Non si tratta di mancanza di fiducia verso i medici. Siccome, da quello che mi è stato riferito, la pseudoartrosi del perone capita raramente, cercavo solo un suo parere (ovviamente condizionato dalla mancanza di elementi obiettivi come rx o altro). La ringrazio per le risposte. Cordiali Saluti.
Salve,
ho una storia piuttosto particolare. A 17 anni ebbi un incidente in moto. Dopo l’incidente non mi trovarono nulla di rotto, ma mi diagnosticarono una dismetria arti inferiori e una scoliosi maggiore in ortostatismo (per dismetria). Mi dissero che non si doveva fare niente. Ora ne ho 45. Ho sempre sofferto di dolori ossei, dai 40 anni in poi molto di più. Sono stato operato alla spalla sx nel 2008 (una limatina all’articolazione acrono-claveare). Poi al ginocchio sx per una ciste interposta. Poi al polso SX dove mi è stata diagnosticata una distrazione di grado 1. Ho uno “scalino” all’ulna sx. Documentandomi in rete sembrerebbe che ci sia stata una frattura a legno verde o qualcosa di simile. Lo scalino scricchiola e in certi giorni è più accentuato che in altri giorni. A volte dopo uno scricchiolio giusto il braccio sembra tornare dritto. Si alternano dolore e rigidità. Per un certo periodo il medico di famiglia mi prescriveva oppioidi fino a che non sono finito al Ser.T perché diventato dipendente e per necessità di dosaggi troppo alti. Per un certo periodo assumevo metadone a scalore e dapalgos / oxyconin nelle acuzie algiche (maltempo) e lì mi sono rovinato perché ho sviluppato una tolleranza molto alta agli oppioidi. Poi al Ser.T ci ripensarono e e il dirigente disse che dovevo assumere solo metadone. Mi hanno proposto metadone a mantenimento per dolore cronico a 100 mg al dì, ma io voglio scalare e attualmente sono a 40 mg circa. Mi trovo male col metadone e mi trovavo bene prima col depalgos e l’oxycontin. Il medico di famiglia che ho ora non mi prescrive nessun oppioide, e io credo che ne avrei bisogno. Mi hanno accusato di essere tossicomane e addirittura di simulare il dolore. Non so da che parte cominciare, avrei bisogno di aiuto per il braccio e anche di oppioidi per il dolore ma non trovo nè l’uno né l’altro. Mi dicono che è passato troppo tempo dall’incidente e si può fare poco. Per quanto riguarda il dolore me lo tolgono solo gli opioidi e non trovo chi me li prescrive (a parte il Ser.T e il metadone che odio e non mi toglie il dolore).
Se mi sa dire dove potrei rivolgermi per ortopedia – prescrizione antidolorifici gliene sarei grato. Vivo in provincia di Grosseto.
Cordiali saluti.
Gianluca
Il dolore cronico è una seria patologia con risvolti complessi. Anche lo stesso paziente ad un certo punto può finire per credere di essere… esagerato. Perché non dovrebbero crederlo gli altri? La prescrizione in se stessa non credo sia un problema, basta rivolgersi ad un centro di terapia del dolore presente in quasi tutti gli ospedali ed in genere curato dagli anestesisti. Riguardo agli oppioidi ne esistono alcuni più potenti del metadone sul dolore e senza gli stessi effetti…indesiderati.
sal ve dott mi chiao Luciano ed in breve le descriverò il mio problema.Il 18 dicembre del 2013 incorro in un incidente sul lavoro riportando un truma da schiacciamento mano dx con frattura esposta falange prossimale del 4 dito,lesione del flessore superficiale e lesione dell’esensore parziale.Il giorno dopo mi sottopongono all’intervento con riduzione e sintesi tenorrafia del flessore e dell’estensore sutura della bandelletta radiale.Mi steccano il dito per 35 giorni con le relative cure faccio fisiokinesiterapia niente il dito rimane gonfio e dolorante.Faccio altre lastre ed il medico mi parla di pseudoartosi mi sottopongo al secondo intervento courettage focolaio psa sostituto osseo finceramica in granuli sintesi con placca e viti e stecca per 35 giorni.Mi sottopongo ad un controllo radiografico e risulta una scarsa formazione di callo osseo a tale livello concomitano micro spot rx opachi nel contesto dei tessuti molli. irregolarità del profilo corticale interno della falange prossimali(esiti consolidati di frattura?)Dott cosa posso fare?
La mano è un organo importantissimo che deve muoversi per guarire. Non saprei consigliare nulla riguardo alla descrizione della rx ed in genere, sulla mano, mi importa poco se una frattura è guarita bene o male,perchè è il movimento che mi interessa. Quindi…lasci stare le ossa e pensi al movimento ed alla capacità della mano di funzionare. Quindi fisioterapia, ma veramente tanta.
Buonasera Dottore, ho 49 anni
a fine ottobre 2013 sono stata operata di econdroma 1 falange V dito piede sinistro con innesto osseo preso dal bacino. (Econdroma scoperto nel nvembre 2012 dopo frattura allo stesso dito….fino a quel momento non ne sapevo nulla e non avevo nessun problema). Volevo sapere se ad oggi “è normale” che non riesca ancora a deambulare correttamente e se, purtroppo, è normale che persistano ancora i dolori. Nel ringraziarLa anticipatamente , le auguro una buona serata.
Consiglierei una efficace terapia per il dolore.
Dott Franzoni buongiorno.
Sono un sig di 62 anni,giocando ha
calcetto,cadendo ho subito la frattura
scomposta di radio e ulna senza aver
subito un Intervento chirurgico.Oggi dopo.
Quaranta giorni di gesso e una visita pediatrica ho iniziato la riabilitazione facendo magneti t.
+10 FKT.A questo punto le vorrei chiedere
che dopo 4 magneti e 5 GLI la mano risulta gonfia questo è normale?so che devo avere
pazienza e soffrire un Po ma questo non mi
preoccupa.Ho bisogno di guarire mi dia qualche consiglio e una speranza di quello che sto facendo.la ringrazio e la saluto cordialmente.Carmine.
La mano gonfia può essere il segno di una sofferenza della circolazione del sangue. Dovrebbe risolversi persistendo nella rieducazione funzionale. In generale la mano reagisce molto bene se viene messa al lavoro piuttosto che a riposo.
Gentile dottore, ho avuto una frattura bimalleolare il 7 aprile. Ho prtato il geso 40 giorni. Mi è stato detto di caricare 15 kg ogni 10 gg. Ad oggi dovrei caricare 30 kg ma non ci riesco perché la caviglia fa male. È normale? Cosa posso fare per accelerare il processo di guarigione? Quali sono i tempi? Grazie.
Qualcuno ha detto “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Caspita che compito ingrato che le hanno affidato! Le scrivo ciò che scrivo e dico ai miei pazienti: “carico progressivo a tolleranza del dolore”. Affido al malato la percentuale di carico da eseguire, fiducioso nel fatto che non caricherà mai più del necessario. Il dolore infatti è un campanello di allarme valido, sensibile ed efficace. Pertanto, sempre che la sua frattura sia in asse, ascolti più il suo stesso corpo piuttosto che…
Quindi con il carico che ho messo potrebbe non essere più in asse????? Ho sempre indossato la cavigliera bivalva tipo aircast . Il fatto che provo dolore vuol direcche si è spostata la frattura? Sono disperata.
Non volevo spaventarla. Spostarsi è veramente improbabile, magari solo un pochetto eccessivamente stimolata.
Grazie dottore. E’ stato gentile a rispondermi. Spesso una parola buona riesce a fare di più di qualsiasi altra cosa. Oggi ho iniziato la fisioterapia. Da sola non credo di farcela.
Quindi con il carico che ho messo potrebbe non essere più in asse?????
Gentile Dottore, volevo chiederle inoltre dopo quanto tempo è possibile considerarsi guariti da una frattura bimalleolare composta trattata con gesso in condizioni normali? Mi sono fratturata il 7 aprile scorso e ad oggi riesco a camminare con una stampella. Sono nei tempi di recupero? Inoltre sto facendo fisioterapia con manipolazione della caviglia ed esercizi di rinforzo dei muscoli della gamba. Sto facendo bene o rischio qualcosa con la fisioterapia? La ringrazio anticipatamente. Paola.
A tre mesi si è fatto oltre il 90%.
Buona sera Professore, sono una mamma disperata in cerca di una risposta al grande problema che circonda mia figlia. Ho una bimba di due anni che all’eta di soli 5 mesi ha riscontrato una frattura spontanea di tibia e perone dovuta da una pseudoatrosi congenita di tibia e perone causata dalla Neurofibromatosi di tipo1. Mi può aiutare a capire come risolvere questo problema considerando che nessuno mi da certezze di soluzione finale? La bambina a tutt’oggi non è stata ancora operata da nessuno e ha a sostegno della gamba un tutore. Grazie
Cara signora qui il problema non è sapere cosa fare ma trovare il coraggio di farlo. Consideri anche che comunque sono patologie non frequenti. Molti ortopedici andranno in pensione senza avere mai visto un caso come quello della sua bimba. Molti ortopedici non hanno neanche le particolari capacità tecniche necessarie…
In ogni caso, se è questo che vuole sapere, la soluzione è chirurgica. Non si può lasciare in tutore oltre i 5 anni di età.
Salve Dott.Fanzone,
il 24 Marzo scorso a causa di un incidente in bici da corsa, venivo investito da una auto e subivo la frattura scomposta del radio braccio SX
Ricovero e intervento con inserimento placca e viti il 26 Marzo, immobilizzato per circa 43 giorni con emigomitiera fino alla mano
Il 7 maggio RX non mostrano ancora nessun segno di calcificazione ma mi viene comunque prescritto di iniziare la fisioterapia, che concludo il 20 Giugno con sedute 3 volte a settimana, ho riacquistato una buona mobilità del gomito, del polso e della mano, ho ancora difficoltà nella pronosupinazione in quanto su suggerimento dell’ortopedico non effettuata in fisioterapia.
Ieri nuovi RX ma purtroppo ancora niente calcificazione e/o callo osseo, mi viene suggerito di noleggiare un apparecchio che genera ultrasuoni a luce pulsata a bassa frequenza (per almeno 2 mesi) per stimolare il processo di calcificazione, però il medico non mi sembrava molto convinto, mi ha anche ventilato l’ipotesi di un nuovo intervento chirurgico con inserimento del mio midollo osseo sulla frattura se dopo 6 mesi questa situazione non cambia.
A questo punto sono un pò confuso e preoccupato, ho 50 anni, sportivo praticante (ciclismo amatoriale) vorrei tanto tornare sulla mia amata bici al più presto, ma con questo quadro non so cosa sia meglio fare ?
Può gentilmente darmi qualche consiglio ?
La ringrazio in anticipo per una sua gradita risposta
Cordialmente
Fiorenzo
Ci troviamo di fronte ad un ritardo di guarigione di una frattura del radio. Bisogna verificare che non prosegua verso la pseudoartrosi che sarebbe la mancata guarigione. Il termine dei 6 mesi è quello che distingue il ritardo dalla mancata guarigione (pseudoartrosi). Nel caso specifico non posso consigliare niente dato che non ho mai visto le sue lastre. Confidenzialmente, l’atteggiamento di chi la segue mi pare estremamente attendista.
Buongiorno Dr. Fanzone, ho 40 anni e mi è capitata una brutta frattura scomposta pluriframmentaria della testa dell’omero dx, con annessa lussazione anteriore, con frattura sia del collo chiururgico sia di quello anatomico. I frammenti però, sono rimasti abbastanza vicini e la frattura ingranata ed una volta riposizionata sulla glena anche i rapporti articolari risultano abbastanza soddisfacenti. L’ortopedico, valutata anche la tac, ha optato per trattamento conservativo, mettendomi un desault per 30 gg. L’eventuale intervento, ha detto, risultava sconsigliabile perche vista la pluriframmentazione non avrebbe sabuto ‘cosa fissare a cosa’ inoltre svuotare del primo ematoma l’area avrebbe comportato un inutile aggravio della probabilità di necrosi futura .
Ho iniziato in trentesima giornata la mobilizzazione passiva ma oggi (a 45 gg dall’infortunio) al controllo radiografico non è presente ancora nessun segno di callo osseo. I medici mi dicono di aspettare…
Vorrei chiederle se questa mancata evidenza di formazione di callo potrebbe essere dovuta alla tipologia della frattura, alla zona ed al tipo di osso interessato oppure già un segnale di danno al sistema vascolare nutritizio con il relativo ‘spauracchio’ della necrosi…Grazie davvero
E’ una domanda che mi mette in grosso imbarazzo. Recentemente infatti, sulla base di evidenze scientifiche sempre più numerose, ho cominciato a mantenere al minimo i giorni di immobilizzazione di una spalla (anche se “brutta”). In un ipotetico mio caso avrei già iniziato la fisioterapia, ma questo non posso consigliarlo ad un paziente “virtuale”. Tutti siamo spaventati dalla necrosi, esiste però, specie nel caso della spalla, una discrepanza netta tra quadro radiografico e clinico. Come paziente si preoccupi della ripresa funzionale e lasci la necrosi alle preoccupazioni del medico.
Buongiorno,
il 1° aprile ho subito un’osteosintesi per una frattura prossimale dell’omero in 3 pezzi con distacco della tuberosità. Mi hanno messo una placca con 7 viti. Dopo 3 mesi, il reperto radiografico parla di riparazione incompleta. Agli ultimi due controlli mi è stato detto che nelle fratture di questo tipo non c’è formazione di callo osseo, ma non ho capito come si ripara l’osso senza callo. I medici sembrano soddisfatti sia per l’andamento delle lastre che per la mobilità della Spalla. Ma se dopo 3 mesi non si è ancora consolidata una frattura di questo tipo è normale? io ho 49 anni ho sempre fatto attività sportiva anche intensa (nuoto e corsa), ed ho anche recentemente ripreso a nuotare (seppur con qualche difficoltà). Secondo lei si può configurare un caso di pseudoartrosi?
Grazie
Luca Milano
Si definisce ancora come ritardo di consolidazione. Dopo 6 mesi si parla di pseudoartrosi o mancata guarigione, la qual cosa determinerebbe la necessità di ulteriore diverso trattamento. Allo stato attuale la decisione presa sembra quella di attendere quindi facciamolo rimanendo cauti nella ripresa della funzionalità. Riguardo allo sport… meglio di no. Magari la corsa non mette sotto sforzo l’omero mentre il nuoto mi parrebbe di si.
buona sera dott fanzone mia mamma dopo un incidente stradale non cammina piu ha messo un hilizaro ha preso infezione e andato tutto male adesso vogliono operarla .secondo e giusto fare un intervento per il callo osseo grazie attendo una sua risposta grazie
Una frattura che non guarisce è un problema. Sicuramente se vogliamo dare una possibilità a questa signora bisognerà fidarsi di chi consiglia l’intervento.
Buonasera,
ho subito una frattura diafisaria dell’ omero sinistro il 5 maggio 2014… mi hanno applicato un fissatore esterno ed oggi ho sostenuto la terza radiografia a distanza di quasi 3 mesi dall’infortunio.
Mi hanno rimandato ancora una volta a 30 giorni per una nuova radiografia in quanto non ci sono le condizioni per estrarre il fissatore. Il callo osseo non è sufficiente e comunque e quasi impercettibile dalla radiografia.
E’ normale una tempistica di questo tipo? Ho sentito parlare della terapia ad onde d’urto, la consiglia? se si, la potrei fare già’ adesso?
Grazie
Tanto tempo… però ancora si potrebbe aspettare. In alternativa si potrebbe decidere per un secondo, diverso trattamento.
Le onde d’urto servono ad altre cose, su di una frattura personalmente non le utilizzo e non le consiglio per la mancanza di certezza sulla efficacia e sicurezza.
Buongiorno dottore,
posso chiederle che cosa intende per un secondo trattamento?
Inoltre, e’ vero che in ogni caso il fissatore non si può tenere per più di un certo periodo in quanto le viti si allentano sull’osso ?
Grazie in anticipo
Se una frattura non guarisce con un tipo di trattamento si è costretti a ricorrere ad un altro. Se un fissatore non porta a guarigione si mette un chiodo e viceversa. Le “viti” si allentano in un tempo variabile da caso a caso. Il loro allentarsi è comunque visibile sia clinicamente che alle radiografie.
Grazie dottore, un’ultima cosa, c’è qualcosa che potrei prendere per accelerare la calcificazione? integratori di calcio ecc…
Niente che abbia dimostrato di funzionare.
Frattura trimalleolare scomposta tibia – perone.Mia madre di 82 anni ha subito l’intervento nel 2005,dopo aver effettuato terapie varie oggi al controllo la diagnosi di “grave artrosi astrogalo-calcaneare.Accusa dolore ,come potrebbe attenuare questa sofferenza
Da valutare un intervento di artrodesi.
Gentile dott.Fanzone,
il 27/3/2014, per frattura spiroide a più frammenti al terzo medio – terzo distale tibia sinistra e frattura perone prossim. omolaterale, sono stato operato con intervento di riduzione e osteosintesi con chiodo in titanio bloccato con due viti in alto e tre viti in prossimità del pilone tibiale.
Il 5/5 è stata evidenziata una complicazione per coinvolgimento articolare della frattura a livello del pilone tibiale (non riscontrata prima e immediatamente dopo l’operazione). Mi viene applicato emistivaletto gessato per 20 giorni. Ho iniziato il carico parziale dal 26/5 ed il trattamento con magnetoterapia notturna dall’11/6.
Alla visita di controllo del 22/7 si nota solo una iniziale formazione del callo riparativo a livello del frammento a farfalla. L’ortopedico mi prescrive il carico totale. Ho lasciato completamente le stampelle intorno alla metà di agosto ma tuttora ne devo utilizzare una per scendere le scale con il piede destro a causa della non completa mobilità della caviglia e del dolore sulla cresta tibiale.
La visita di controllo del 12/9 evidenzia ancora una scarsa evoluzione dei fenomeni riparativi per la tibia mentre il callo osseo al perone è formato. Mi viene prescritta la magnetoterapia per altri due mesi. Sto assumendo integratori di calcio e vitamina D da tre mesi.
E’ possibile che il mancato avvicinamento dei monconi della frattura durante l’operazione causino questo ritardo di consolidamento? E’ normale che i frammenti non si riescano ad avvicinare? Sono passati quasi sei mesi dall’operazione e all’ultima visita mi è stato detto che se la situazione dovesse perdurare (quanto non lo so), potrei dover andare incontro ad una nuova operazione con sostituzione del chiodo e nuova fresatura del canale midollare. Francamente la cosa mi preoccupa anche perché non so che tempi di recupero ci possano essere per quest’altra operazione (fisioterapia e altro). Potrei inviarle le radiografie per valutare meglio la situazione.
Cosa ne pensa?
La ringrazio in anticipo!
Credo che il problema non sia la mancata formazione di callo osseo ma il coinvolgimento articolare. Mi mandi pure le rx.
Gentile dott Fanzone Vorrei il suo parere sul mio caso: ho avuto un infortunio al polso dx frattura scafoide lesione semilunare nel 1990 curato inizialmente oc Massa(ms) con gesso per 90 giorni trascorso questo periodo avevo ancora dolore e limitazione funzionale.visitato nel oc Pisa dovevo fare un intervento di trapianto osseo, con un polso esitato in pseudoartrosi dopo circa 6 mesi ho ripreso il lavoro di cavatore settore del marmo, con le dovute precauzioni: ma purtroppo nel 2013 subii un altro infortunio inizialmente per oc Massa la cosa non é grave: fatta una visita specialistica a Savona dovevo sottoponermi a carpectomia prossimale o artrodesi totale del polso, che quest’ultima é stata eseguita il 15/5/2014 l’intervento é andato bene a distanza di 5 mesi o dolore al pollice e indice non riesco a sollevare pesi nel mio lavoro è all’ordine del giorno come tante altre manzioni,che consiglio può darmi. La placca che è stata inserita può rompersi? La ringrazio se vorrà rispondermi (email) angi48@live.it
E’ chiara una invalidità anche riconoscibile dall’INPS. La placca è metallica, potrà pure rompersi ma come fare a prevederlo?
Dario La ringrazio della risposta tempestiva,visto che parlava di un riconoscimento INPS…….l’infortunio é successo sul lavoro ma dopo4 mesi l’inail mi ha passato in inps( malattia comune secondo loro e senza alcuna menomazione). Come vedrá le ho inviato le lastre, lei cosa ne pensa? La ringrazio della sua pazienza se vorrá rispondermi . Cordiali saluti
Le risponderò sicuramente ma mi prenderò qualche ora 😉
Non ho ricevuto alcuna risposta come mai?
Ho ricevuto delle lastre di una carpectomia, non essendoci altre note ho aspettato, purtoppo dal solo indirizzo di posta del mittente non risalgo a tutti i casi che mi sottoponete. Le rx mostrano un intervento tecnicamente a posto. Purtroppo continua a mancarmi la sua domanda. Come la posso aiutare? La sua domanda è se si può rompere la placca? O altro?
Egregio dott Fanzone la ringrazio della risposta, la mia domanda che volevo fare é che con il lavoro che tuttora svolgo(escavazione del marmo) come mi devo comportare? Nonostante siano passati 8 mesi ho molte difficoltà e paure per il lavoro pesante e pericoloso,ancora di più essendo la mano dx, ho dolore nella parte anulare che é normale? L’ INAIL il mio infortunio la definisce malattia comune e senza menomazione, visto le RX che le o inviato le sembra giusto? Mi scuso per tutte le domande che le porgo mi può aiutare? Grazie
L’Inail ha le proprie tabelle sviluppate nel corso degli anni, difficile opporsi, ma non impossibile, le servirebbe una adeguata perizia di parte per fare appello. Del resto però le dico che, per esperienza di tanti prima di lei, si impiega anche uno o due anni a togliersi la paura di dosso.
mi scusi dott , ho visto che lei e dirigente dell’ospedale chiello di piazza armerina, cmq io sono dalla provincia di palermo volendo non siamo lontani aspetto una sua risposta del mio caso , grazie mille e una buona giornata.
Volendo potremmo incontrarci. Visito in ospedale.
Salve,io ho il mio fratello che ha fatto un brutto incidente.Una frattura esposta e scomposta a tibia e perone.Sono passati quasi 5 mesi e l’osso non si è rigenerato.Premetto che ha 2 plache e 20 cchiodi.
Mi dispiace molto epr suo fratello. Ma aveva una domanda da porre?
CARO DOTTORE….NOI SIAMO ANCORA QUA, CON LA FRATTURA FEMORALE CHE NON SI CONSOLIDA. SIAMO A 16 MESI DAL 2 INTERVENTO….MA PURTROPPO FEDERICA ANCORA HA QUEST’ANCA PENZOLONI E UNA GAMBA CHE SI ACCORCIA SEMPRE DI PIU’.
SI RICORDA DEL NOSTRO CASO? LE MANDAI ANCHE LE LASTRE.
AIUTATEMI VI PREGO….QUESTA FIGLIA NON HA PIU’ PACE
E NOOI CON LEI.
MA UNA PROTESI TOTALE DELL’ANCA RISOLVEREBBE?
appena rientrati da un ennesimo consulto….la soluzione???recisione della testa del femore che, a detta di uno specialista non consolidera’ piu’..
vorrei una soluzione meno drastica….povero amore mio
Piango con voi.
Buongiorno Dottore , a causa di un infortunio sul lavoro ho subito la frattura dell’omero sn 1/3 distale con lesione al nervo radiale , a tre mesi dall’intervento , mi è stato messo un fissatore esterno , c’è un ritardo nella formazione del callo osseo, da una decina di giorni sto facendo almeno 5 ore di magnetoterapia al giorno , credete che si possa raggiungere la guarigione dell’omero in questo modo oppure è necessario un nuovo intervento . Si tratta di una brutta frattura pluri frammentaria e non perfettamente in asse.Ho anche iniziato le terapie per il radiale ma a tre mesi dall’infortunio ancora non muovo la mano in estensione polso e dita .Sono angosciato dalla situazione .
Grazie per un eventuale risposta ,
NOn ho ben compreso. Il fissatore è stato messo dopo tre mesi o è da tre mesi che lo porta?
Al momento sono 4 mesi che porto il fissatore esterno, la frattura non migliora ed il callo osseo non tende a formarsi , l’Ortopedico dell’ospedale di Sorrento ha espresso seri dubbi sulla possibilità di formazione del callo osseo a causa della troppa distanza tra i frammenti , ora mi ha smontato una parte del fissatore con la speranza che i piccoli movimenti facilitino la formazione del callo osseo .
La frattura è 1/3 distale e il moncone d’osso inferiore verso il gomito comunque è discreto , il fissatore ha due fisch inserite ,il problema è che i frammenti non sono perfettamente allineati . Cosa fare Dottore , attendere ancora , oppure pianificare un nuovo intervento .
Oltretutto mi trovo ancora con la mano cadente a causa dello schiacciamento del radiale .
Ora comunque provo a fare una tak per essere sicuro che non si stia formando il callo , poi c’è da prendere una decisione
Direi infatti di aspettare la TAC.
Buonasera Dottore ,
purtroppo anche dalla tac si è avuta conferma di mancanza del callo osseo , quindi mi sono rivolto all’Ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli dove il primario mi ha informato della necessità di rioperare con apposizione di piastra e innesto osseo , spero in questo modo di risolvere .
Riguardo il nervo radiale invece si cominciano a notare miglioramenti .
Saluti .
Buonasera Dottore , avrei comunque una domanda per Voi se possibile , sono passati quasi 5 mesi dall’infortunio ed è quindi ormai chiaro che c’è necessità di un nuovo intervento all’osso che non tende a formare callo osseo , mi è stato detto che nel giro dei prossimi 20/25 giorni si procederà all’intervento , devo preoccuparmi di accelerare al massimo i tempi oppure posso stare tranquillo ? è pericoloso aspettare troppo ? mio malgrado devono inserirmi in una lista molto lunga di persone in attesa . Saluti .
Solo giorni in più di sofferena per il paziente.
SALVE. HO FATTO UN BRUTTO INCIDENTE A DICEMBRE 2013, MI SONO FRATTURATO LA DIAFISI FEMORALE SX, COLLO FEMORE SX E PIATTO TIBIALE SX, OPERAZIONE PER METTERE UN CHIODO ENDOMIDOLLARE, AD APRILE 2014 PER RITARDO DI CONSOLIDAZIONE ALTRO INTERVENTO CON APERTURA DI UN FOCOLAIO DI FRATTURA, PULIZIA DI PSEUDOARTROSI INNESTO DI OSSO SPONGIOSO PRELEVATO DALLOA CRESTA ILIACA E PRP AUTOLOGO, AD OGGI DALLA PARTE DOVE E STATO FATTO INNESTO MANCA CALLO OSSEO E TUTTO COME PRIMA E CONTINUANO A DIRMI CHE CI VUOLE TEMPO, PERO CI SONO DOLORI TUTTI I GIORNI,, CAMMINO CON UNA STAMPELLA IN CASA SENZA SUL DOLORE, E PER LA FRATTURA DEL PIATTO TIBIALE AD OGGI PIEGO IL GINOCCHIO 50/60 GRADI, ADESSO MI HANNO PROPOSTO UN ARTROLISI AL GINOCCHIO, PER TOGLIERE IL DOLORE E PER ARRIVARE A PIEGARE A 90 GRADI, HO FATTO MESI DI FISIOTERAPIA KINETEC, COSA NE PENSA GRAZIE
Lesione complessa e sfortunata. Mi occuperei prima della consolidazione della frattura del femore. Potrebbe essere anche accettabile una limitazione di funzione del ginocchio ma è sicuramente inaccettabile la mancata guarigione di una frattura del femore.
Salve il giorno 23 ottobre ho fatto un artrolisi al ginocchio, in sala operatoria mi hanno piegato il ginocchio a 85 gradi, il giorno seguente ho fatto terapia con il Kinetec arrivando a piegare il ginocchio a 60 gradi, e dopo 2 giorni ho camminato con 2 stampelle con carico di 50% sulla gamba sinistra, indicazioni, kinetec, esercizi di mobilizzazione energica e rinforzo muscolare fuori carico, per quanto riguarda il femore nulla, il mio medico di famiglia dice che questo femore cosi come e’ non guarisce perche storto, mentre ortopedico mi dice che ci vuole tempo, dalle lastre dicono che i monconi di frattura sono abbastanza in asse o discretamente in asse, lei cosa ne dice grazie.
Sta proseguendo un cammino… il rapporto tra medico e paziente è di tipo fiduciario. Se viene a mancare la fiducia tutto diventa complesso. Parli assolutamente con il suo ortopedico, pretenda spiegazioni e prospettive e poi decida se persistere con lui o cambiare.
SALVE, VORREI UNA SUA OPINIONE, 15 GIORNI DOPO ARTROLISI ARTROSCOPICA, HO AVVDERTITO UN FORTE DOLORE MEDIALE AL GINOCCHIO NEL FARE LE SCALE, LE SCIVO ESITO DELLA TAC, ESITI DI FRATTURA DEL PIATTO TIBIALE IN ASSENZA DI EVIDENTE CALLO OSSEO (E’ GIA PASSATO UN ANNO DALLA FRATTURA), PICCOLA CALCIFICAZIONE IN ADIACENZA DEL PIATTO TIBIALE MEDIALE,ACCENO A BASCULAMENTO LATERALE DELLA ROTULA, IRREGOLARITA DEL LEGAMENTO ALARE MEDIALE IN VEROSIMILI ESITI DI RECENTE ARTROSCOPIA, LESIONE INTRAMENISCALE DEL MENISCO MEDIALE, DISCRETO VERSAMENTO INTRACAPSULARE, ISPESSIMENTO PLICALE DEL CORPO DI HOFFA,MODESTO EDEMA DEI TESSUTI MOLLI PERIARTICOLARI PREROTULEI , MINUTA CALCIFICAZIONE SOTTOCUTANEA NEL COMPARTIMENTO LATERALE, GRAZIE DI UN EVENTUALE CHIARIMENTO E ARRIVEDERCI.
Artrolisi per rigidità post traumatica? La TAC non dice nulla che non fosse presumibile già. Direi di continuare a fare fisioterapia e cercare di mantenere il vantaggio sul movimento che certamente ha avuto con l’artrolisi.
I nati del 67 appartengono alla migliore generazione di sempre 😉
SALVE DOTTORE, HO FATTO UNA NUOVA RADIOGRAFIA FEMORE GINOCCHIO QUESTO IL REFERTO INVARIATI I SEGNI DI RICOSTRUZIONE OSSEA AL LIVELLO DELLA PREGRESA FRATTURA DEL PIATTO TIBIALE ESTERNO, RIDOTTO IL TONO CALCICO
POSTUMI DI FRATTURA COMPLETA MEDIO DIAFISARIA TRATTATA CON OSTEOSINTESI ENDOMIDOLLARE SCARSI SEGNI DI CALLIFICAZIONE ENDOSTALE, RECURVAZIONE DELL’ASSE DIAFISARIO,
PER QUANTO RIGUARDA IL GINOCHIO IN ATTIVO ARRIVO A CIRCA 75 GRADI PASSIVO 😯 GRADI, PERO’ HO DOLORI NELLA PARTE INTERNA DEL GINOCCHIO E VICINO ALLA FRATTURA DEL PIATTO TIBIALE ESTERNO, SE VUOLE POSSO INVIARE LE IMMAGINI DELLA RADIOGRAFIA PER AVERE UNA SUA OPINIONE GRAZIE E ARRIVEDERCI
Gentile dott. FANZONE ho 64 anni vorrei il suo parere sul mio caso:il 22/09/2014 sono stato ricoverato con diagnosi di GRAVE ARTROPATIA TIBIO TARSICA DESTRA il 23/09/2014 sono stato sottoposto ad intervento chirurgico ARTRODESI T -T E SOTTOASTRAGALICA(DUPLICE} con chiodo transcheletrico e viti astragalo calcaneari .Decorso intraoperatorio e post-operatorio regolare. Consigli:Divieto di carico a dx-Augmentin 1 cp x 2/die per 5 gg .Tutore tipo WALKER -Medicazione ogni 7 gg.- il 21/10/2014 mi tolgono tutti i punti . Il 24/10/2014 ho fatto RX dall’esito degli esami risulta:EVIDENTE PERDITA DI SOSTANZA OSSEA AL MALLEOLO PERONEALE DX- DIFFUSE CALCIFICAZIONI PERIARTICOLARE DX.La mia preoccupazione e un nuovo intervento oppure con delle terapie si puo’ risolvere.Quanto posso iniziare il carico e il tempo per poter camminare normale.Grazie.
Mi pare che la preoccupazione sia stata destata da una mancata conoscenza del tipo di intervento da parte del Radiologo. Il malleolo peroneale viene effettivamente in parte “distrutto” dall’intervento, ma questo è parte stessa del trattamento, ed i frammenti ossei sono anche loro “naturali” per quello che è stato fatto. Il carico potrà essere concesso più o meno velocemente in base al tipo di chiodo usato ed alle scelte del chirurgo e a lui dovrà fare capo.
Buongiorno dottore, se mi autorizza vorrei mandarle copia delle immagini di una TAC in 3D della mia clavicola SX, fratturata in data 22/9/14 a seguito caduta in moto. Gradirei un suo parere circa i tempi di guarigione, in tutta sincerità vorrei evitare l’intervento chirurgico. La tac è stata eseguita dopo un mese dall’incidente e non c’è ancora presenza di callo osseo! Porto un tutore ad “8” che però non era stato stretto a dovere per le prime 4 settimane (nessuno al pronto soccorso mi aveva istruito in merito al corretto utilizzo). La ringrazio per la disponibilità. Massimo C
Nulla osta all’invio ma… se ha già deciso di non proseguire con un trattamento chirurgico il tempo di attesa supera le sei settimane.
Ad aogsoto del 2011 ho fatto un incedente con la moto e mi sono, tra l’altro, rotto la tibia, con una frattura esposta e scomposta. Mi hanno inserito un chiodo endomidollare fissato sopra e sotto. A novembre dell’anno scorso abbiamo scoperto che la frattura non si eà consolidata bene per cui abbiamo tolto le vite di fissaggio in basso per aumentare la dinamicità dell’osso. Ad aprile la frattura ancora non si era consolidata. Che dovrei fare?
Grazie
Da aprile ad adesso è passato un poco di tempo com’è adesso?
Caro Dott Fanzone, aspettavo con ansia una sua risposta, sulla mia domanda. Ha ricevuto le rx? Cordiali saluti
Non ho ricevuto la sua mail. Riproviamoci. Utilizzi giuseppe.fanzone@alice.it
Gentile dottore il 26/01/13 mi sono rotta tibia e perone, ho subito un intervento con inserimento placca con 10 viti, pseudoartrosi dopo 8 mesi tre viti si rompono, 8/07/14 vengo rioperata, rimozione vecchia placca + impianto osseo da cresta iliaca + composto piastrinico + proteina di crescita + nuova placca; venerdì 31/10/14 controllo a 4 mesi sembrerebbe che il callo osseo si stia formando, quindi il medico mi da carico 100% con le canadesi, lunedì 3/11/14 rottura della placca e dell’osso, sono stata ricoverata 2 giorni quindi sono uscita con una doccia di gesso e giovedì 13/11/14 verrò rioperata, questa volta metteranno un sistema di fissaggio esterno circolare, mi hanno già parlato di camera iperbarica appena possibile.
Che le sembra tornerò mai a camminare? Disperata.
GRAZIE. Ivana
Sicuramente tornerà a camminare. L’incognita è solo quanto tempo ci vorrà. Ricordi che non è sola.
Salve dottore, il 25 agosto mi reco al P.S. per un infortunio al mignolo della mano sx della sera precedente. Fatte le lastre vengo mandato a casa con ghiaccio e crema. Dopo 4 giorni controllo le lastre su CD e vedo delle fratture. L’ortopedico dice che non è evidente comunque stecca per 15 giorni. Dopo 13 giorni rx di controllo, frattura articolare alla base della falange intermedia già visibile nelle prime rx, presenza di due infrazioni ad X sul lato dorsale, in proiezione laterale frattura sulla testa e presenza di una V (probabile sublussazione non refertata) e retroazione parziale della placca volare.
Da RMN si evidenzia rottura bendelletta a2 e disallineamento tendine flessore, tendine estensore integro ma assottigliato al passaggio articolare, edema sulla testa della falange prossimale.
Ho fatto 3 cicli di fisioterapia con ultrasuoni sul lato palmare dell’IFP, ultrasuoni in vasca, laser ed ipertermia.
Porto uno spint per l’estensione del dito da una settimana che sta riducendo la flessione permanente del dito di circa 30 gradi, dall’IFP il dito devia ulnarmente di 10-20 gradi, sempre gonfio sull’articolazione con presenza di cerchio rosso al centro dell’articolazione. Sono passati 3 mesi e mezzo dall’infortunio e più di 2 mesi dalle ultime RX. Dopo quanto tempo sarebbe utile effettuare RX di controllo per la pseudo artrosi considerando che la frattura non è stata ridotta poiché veniva riscontrata a distanza di 2 settimane dall’infortunio?
Grazie
Ripetere le rx mi sembra doveroso al punto attuale
salve dottore , mio figlio( 16 anni) ha subito tre fratture ai metatarsi 2° 3° e 4° delle quali 2° e 3° ridotte con Kirshner ,a 30 g.g. non compare un sufficiente callo osseo che permetterebbe l’estrazione dei fili ,la terza(composta) è praticamente guarita,
secondo lei in base all’età c’è un ritardo anomalo o rientra in una normale casistica?
Grazie
Normale ritardo da trattamento con fili. Imbarazzante e sconfortante ma si risolve… magari togliendo lo stesso i fili.
grazie per la celere e chiarificante risposta, che ne pensa ( se lo conosce) del tutore Vacoped , per evitare quanto possibile la perdita di tono muscolare dovuta al gesso ?
scusi se chiedo troppo
Saluti
Funziona ed anche tanto… sicuramente e soprattutto per chi lo vende!
Salve dott. Io ho avuto un intervento chirurgico alla caviglia per rottura di bimaleole e tibia ha dal mese di agosto 2014 che sono con le stampelle ho fatto raggi e tanti raggi per vedere perche mi fa male al centro della caviglia mi hanno detto che e de calcificato ho eseguito ca cura delle punture ma ancora fa male e non riesco ha piegare la caviglia ho la placca con sette vite che mi consiglia fare per iniziare ha camminare.
Il dolore è un serio nemico. Se le rx mostrano una buona posizione dei capi ossei bisogna insistere con coraggio e determinazione. Bene l’uso dei farmaci ma in generale per tornare a camminare bisogna fare fisioterpia, non avere paura e non farsi fermare dal dolore. Una battuta che mi ha fatto un paziente: “ci cammino sopra, o si rompe del tutto o si aggiusta. E’ tornato a giocare a calcio!
Salve dott. Io ho avuto un incidente in moto il 4/7/13 operato subito per fratture pluriframmentaria tibia e perone con fissatore esterno, dopo 7 gg rioperato mi hanno tolto il fissatore esterno,
e inserito 2 placche e 16 viti.
7/4/ 2014 intervento per mancata consolidazione tibia, credo
pseudoartrosi , sostituzione delle 2 placche con 15 viti ,e innesto osseo dalla zona iliaca alla tibia.
Il 22/12/14 i raggi x , il professore: esame rx evidenzia segni di progressione della consolidazione per prima intenzione (senza sviluppo di callo osseo). Ora devo fare delle punture per due mesi ,e poi rx. Cortesemente vorrei un suo parere se guarirò, e cosa vuol dire quel che ha scritto?
La ringrazio, e le auguro Buon Natale
La mancata visualizzazione del callo osseo non significa che non siano in atto i processi di guarigione. La stecca di osso si comporta come materiale inerte, dovrà essere sostituita da osso buono e vitale con un processo purtroppo molto lungo, nell’attesa si verifica soltanto la tenuta dell’innesto (sembra ok) e si tengono in esercizio le articolazioi a valle ed a monte (caviglia e ginocchio nel suo caso).
Auguri anche a Lei ma adesso di Buon Anno.
Buonasera Dottore , in seguito ad una mancata guarigione da frattura scomposta dell’omero sinistro con fissatore esterno dopo sei mesi sono stato rioperato con doppio innesto osseo , mio da cresta iliaca e da cadavere , il tutto fissato con placca in titanio , volevo chiedere : ora il braccio ad un mese dall’operazione risulta ancora gonfio , si sgonfierà? e poi , prima del secondo intervento muovevo spalla e gomito perfettamente , ora dopo l’intervento ed un mese di immobilizzazione non stendo più completamente il gomito e anche i movimenti della spalla sono ridotti, è una condizione transitoria riprenderò i normali movimenti ?
Il nevo radiale fortunatamente è in ripresa , spero che anche il bicipite brachiale che risulta lesionato si possa riprendere bene .
Grazie Per l’eventuale risposta , Saluti .
Non riesco a rispondere dato che non ho idea del perchè abbia le articolazioni a valle ed a monte “bloccate”, qualche cosa deve essere stato alla base di questo problema, ma io non saprei dire cosa, così, da lontano.
Buonasera Dottore , in seguito ad un grave incidente sul lavoro ho subito la frattura dell’omero sinistro e per 5 mesi ho portato inutilmente un fissatore esterno , durante i 5 mesi avevo si l’omero rotto ma muovevo il braccio normalmente solo il nervo radiale ed il bicipite che avevano lesioni mi davano problemi .
Ora dopo il secondo intervento chirurgico,a causa di pseudoartrosi , dove come Vi dicevo mi hanno messo una piastra in titanio e sistemato l’omero con innesti ossei , passato un mese dalla fasciatura sono passato ad un reggi braccio ed ho potuto notare che il gomito lo stendo solo a metà ed ho difficoltà anche ad alzare il braccio , è dovuto al periodo di immobilità ?
Con la fisioterapia riprenderò i normali movimenti ?
Il braccio poi mi sembra ancora gonfio , tornerà più o meno normale ?
Grazie Dottore , mi scusi se non sono chiarissimo nell’esposizione.
Dopo 30 giorni di gomito blocato è naturale sentirlo ed averlo bloccato. Si, con la fisioterapia si migliora sicuramente. In genere avviso i miei pazienti che magari perderanno gli ultimi 6 – 7 gradi di estensione, ma questo pur essendo una cosa brutta, non porta a limitazioni nella capacità di muoversi e lavorare. Forza! Insistiamo! E… vincerà!
Grazie Dottore , spero di tornare presto ad una semi normalità per rientrare nella mia vita , grazie per l’incoraggiamento , sto passando davvero un brutto momento , il 19 vado a fare la radiografia e mi auguro finalmente di trovare la formazione di callo osseo .
Cordiali Saluti
buongiorno! Mio marito è un paziente del Reparto Immunoreumatologia di L’Aquila e soffre di spondilite anchilosante refrattaria ai medicinali convenzionali, è in trattamento con il remikade (biologico) una volta al mese, piu arava, arcoxia 90 e deltacortene da 25 al giorno. il 26 ottobre con un passo falso si è rotto 3°- 4° e 5 metatarso. ha portato apparecchio gessato per piu di un mese, 3° e 4° guarito mentre il 5° più corticale è rimasto fratturato. Ora ci hanno consigliato di mettere una sintesi di Kirschner + p.r.p. in day surgery. Secondo Lei con il gel piastrinico o con infiltrazioni di cellule staminali guarirà la frattura? Grazie.
PRP è molto usato ma ancora non c’è lacuna certezza sulla sua reale efficacia in casi analoghi. In ogni caso non sono note controindicazioni.
SONO STATA OPERATA 4 MESI FA PER UNA FRATTURA SCOMPOSTA DI TIBIA E PERONE, HO ANCORA LE FISCHE E FATICO A GURIRE. ho prossimo controllo fra un mese al gaetano pini di milano e dunque i mesi diventano 5 … inizio aa temere una pseudoartrosi. Lei cosa ne pensa ?
La diagnosi di pseudoartrosi viene posta con certezza a sei mesi, certo un’idea in proposito gli ortopedici che la seguono dovrebbero avercela. Da parte mia senza avere visto una rx…
Buonasera Dottore ,
in seguito all’operazione di riduzione frattura omero mi è stata applicata una piastra in titanio dal gomito fin su quasi alla spalla , con 11 viti credo , al momento la sento molto , uno dei Dottori che erano presenti all’operazione mi ha detto che sarà preferibile non toglierla più , Voi cosa pensate a riguardo? e inoltre la presenza della piastra la sentirò sempre cosi o con il tempo diminuirà questa fastidiosa sensazione ?
Grazie , Saluti .
Rimuovere una placca così lunga potrebbe rappresentare un problema. Decida più avanti.
Passato questo tempo se è in psudoartrosi bisognerebbe risolvere.
Gentilissimo Dottore,
sono un ragazzo di 18 anni, ho una frattura al terzo medio dello scafoide mano sinistra.
Mi sono accorto 5 mesi dopo il trauma di avere una frattura.
Mi sono fatto 45 giorni di gesso(gesso fino a gomito escluso), ora ho fatto una lastra nella quale si vedeva il callo, in seguito una risonanza nella quale il referto dice “frattura non consolidata”.
Dal primo giorno di gesso sino ad oggi ho sempre fatto 7 ore la notte di magnetoterapia.
Secondo lei ho qualche chance di guarire?
Avrò bisogno di intervento chirurgico?
Grazie, Cordiali Saluti.
La risonanza non è l’esame giusto (contrariamento al sentire comune la RNM non “vede” le ossa) piuttosto una TAC. Ma in ogni caso ciò che dirige i passi del medico è la clinica. Dolore o no? Impossibilità a compiere i movimenti oppure no? Sulla clinica si decide il comportamento da seguire.
Gentile Dottore,
La ringrazio intanto della risposta.
Tolto il gesso ho fatto una lastra e l’ortopedico mi ha detto che si era fatto il callo ma mi ha anche mandato a fare una rmn nella quale il referto dice “frattura al terzo medio scafoide non consolidata”.
Ora ho un tutore in plastica che include il pollice, ma dai pochi movimenti che faccio di dolore non ne sento, al contrario di prima di mettere il gesso che lo sentivo.
Attualmente sto facendo magnetoterapia e punture di acido clodronico prescritte dal mio ortopedico.
Io sono preoccupato, secondo lei avrò bisogno di intervento?
Ho qualche chance di evitare l’intervento?
Mille grazie e Cordiali Saluti.
Buona giornata.
Direi che l’intervento a questo punto mi pare improbabile.
Salve ho fatto un controllo in pregressa frattura traverso di L1 a dx mi è stato detto : conservato l’allineamento posteriore metameri. Fatto confronto con precedente esame di 2 mesi e mezzo fa c’è un aspetto discretamente ipersensibilità in corrispondenza del processo traverso di destra di L1 in presumibile esiti pseudo artrosici. Non riconoscibili segni di fratture sul restante ambito. Non significative alterazioni ossee strutturali. Spazi fiscali regolari. Grazie
La frattura del trasverso in genere guarisce bene e senza lasciare postumi rilevanti. Questo nonostante l’eventuale pseudoartrosi.
Egregio Dott. Fanzone,
sono una donan di 45 anni. a settembre 2001, a seguito di un frontale in auto ho subito diversee fratture (fratture scomposta di radio e ulna dell’avambraccio sinistro, una doppia frattura di C3, 3o, 4o metatarso e scafoide del piede ds e 5 metatarso piede sin)
Sono stata curata in Humanitas. Il Dr Rxxx ha stabilizzato con placche e diverse viti le fratture dell’avambraccio sinistro e a distanza di un mese circa dall’intervento ho iniziato la riabilitazione per il recupero della manualità perchè a seguito del trauma i nervi mediano e radiale non funzionavano. Nel frattempo a dicembre 2001 mi è stata fatta una stabilizzazione cervicale con palcca di titanio per le fratture di c3 che comportavano uno scivolamento della stessa su C4. Al controllo di gennaio 2002 Radio e ulna risultavano ancora nettamente rotte, con un notevole ritardo di consolidazione e si parlò di pseudoartrosi. Per cercare di stimolare la calcificazione a partire da maggio 2002 mi sono sottoposta a diversi cicli di onde d’urto sempre presso Humanitas ed ero seguita dal dott Ryyy. Dopo 6 cicli di onde d’urto il radio risultava saldato completamente, mentre sull’ulna la frattura risultava ancora non consolidata e con un becco osseo laterale piuttosto importante. a aprile 2003 mi sono stati asportati i mezzi di sintesi in quanto le viti messe (troppo lunghe per lo spessore delle mie ossa) hanno causato un’infiammazione di diversi nervi, nello steso intervento mi venne fatto, contestualmente il tunnel carpale. al Controllo di aprile 2004 la frattura sull’ulna era ancora fben visibile, nessun miglioramento, ma visto lo stato del mio sistema nervoso (avevo appena subito un gravissimo lutto e non ero in grado di sopportare un ulteriore intervento, e visto che la situazione sembrava comunque stabile , non intervenirono sul mio braccio, dicendomi che la situazione o restavac così o sarebbe andata a muigliorare…. I dolori non sono mai passati del tutto, ma sopportavo e continuavo a fare la mai vita. a settembre 2013 ricomincio ad avere dolori e fastidi più consistenti, rifaccio le rx e la situazione risulta immutata, il dr Rxxx, viste le mie rx mi richiede una risonanza magnetica e vengo visitata e presa in cura dal dr Mzzzzzz che mi suggerisce un intervento di innesto ossseo, visto il dolore che continua a peggiorare e che, attualmente mi impeduisce molte attività.
Tenendo presente la mia età e sperando che l’intervento avvenga a brevissimo visto che sembra che l’ulna si stia assottigliando. Pensa che questa procedura possa stimolare la calcificazione dell’ulna e darmi la possibilità di una ruipresa completa?
La ringrazio molto per la sua attenzione
Credo che il suo caso sia affrontato in un ottimo centro di ortopedia, perchè non fidarsi?
Egregio Dr Giuseppe Fanzone, si ricorderà sicuramente di me il 15/5/2014 ho fatto un intervento di artrodesi totale del polso ho ancora dolore nella parte ulnare dagli ultimi accertamenti il dottore mi ha prescritto delle fiale difosfonal 100mg lidoc 1% le rx:marcate alterazione artropatiche radio carpaiche ed intercarpiche con fenomeni degenerativi e presenza di alcuni focolai di sofferenza osteocondrosica: cosa ne pensa?
Ricordo il caso e le sue lastre. Mi pare di capire che l’artrodesi non ha funzionato come avrebbe dovuto. Persista in pazienza ancora per un po, dopodichè bisognerà decidere se accettare la situazione attuale o provvedere ad un nuovo intervento.
Buonasera dottore,……un altro intervento? Che cosa non avrebbe funzionato? Eventualmente di che intervento avrei bisogno? Cordiali saluti e grazie
Mi perdoni intendevo solo dire che a volte, ma non sarà certo il suo caso, le fusioni articolari (artrodesi) non funzionano. In questo caso e solo in questo caso bisogna reiterarle. Mi creda non era un giudizio sul suo caso personale, mi pento di avere ingenerato questa preoccupazione.
Ma si figuri, anzi la ringrazio della sua pazienza e cortesia nel rispondere, purtroppo il mestiere che svolgo tuttora sono molto limitato il polso essendo bloccato mi impedisce molto non posso sollevare pesi ed usare strumenti vibranti che nel mio lavoro nel settore di escavazione del marmo capirà che la paura è tanta. La ringrazio di cuore della sua pazienza cordiali saluti
Ho subito una grande resezione ossea di 10 cm ed ora sto recuperando il tutto tramite fissatore di Ilizarov per 5 cm,mentre i restanti 5 cm mi hanno innestato dell’osso prelevandolo dal femore secondi lei quanto tempo si impiega per il recupero totale dei cm persi?
Grazie per la pazienza
Distinti saluti
Con il fissatore si allunga di 1 mm al giorno… quindi 1 cm ogni dieci giorni. Sicuro che non la hanno avvertita di questo? Sarei interessato a vedere una sua radiografia, me la invia?
Salve dottor Fanzone
sono una donna di 35 anni il 13 febbraio sono stata vittima di un incidente stradale nel quale oltre all’asportazione della milsa pneumotorace bilaterale e 13 costole mi è stata riscontrata la frattura del bacino dx sulla zona ischiopubica acetetabolo e sacrale…sono 3 mesi e la calcificazione è molto lenta provo ancora dolori e ogni tanto la gamba destra all’atezza dell’anca si gonfia se sto un pochino di più in piedi o cammino con le stampelle.
Volevo sapere se il gonfiore è una cosa normale e cosa debbo fare x accelerare la calcificazione.
premetto che faccio fisioterapia solo 3 volte a settimana x circa 40 mn al di non pensa sia poco??
La ringrazio e conto in una sua risposta
Sono anche io dell’avviso che i suoi cicli di fisioterapia siano insufficienti. Potrebbe aggiungere almeno un paio di ore di piscina.
Gentilissimo Dott. Fanzone,
in seguito a frattura scomposta ed esposta di tibia e perone, mi è rimasto una gap a scalino (pseudoartrosi o evoluzione artrosica) di circa 1 mm sul perone. Ciò nella parte posteriore della gamba sx in corrispondenza di circa metà polpaccio .
Quando cammino, ad ogni appoggio, avverto il massimo dolore. Il dolore è della massima intensità quando il muscolo del polpaccio è sotto sforzo in trazione. Dolore che si attenua quando la gamba sx è sollevata da terra. E così accade passo dopo passo.
Ho la percezione che non sia un dolore osseo, ma muscolare !! Sbaglio ? Penso che il gap a causa della sua particolare collocazione, abbia ripercussioni fastidiosissime sui muscoli e mi limiti la deambulazione.
Chiedo cortesemente..
Può essere che il gap osseo produca una sorta di ferita al muscolo del polpaccio ? Il mio dolore è SOLO di natura ossea ? Oppure si tratta di un dolore muscolare prodotto da una sorta di “attrito” interno ? Sono molto preoccupato perché a 16 mesi dall’incidente questo dolore è sempre più frequente ed intenso. Mese dopo mese, e sforzo dopo sforzo.
grazie
Mi dice parte posteriore della gamba a metà polpaccio… il perone non è li, la sua posizione è laterale. In ogni caso, mi è capitato e anzi a volte si cerca la mancata guarigione del perone ma il tipo di dolore che lamenta non è usuale per casi analoghi. Mi pare necessario fare una diagnosi e non ci riesco per via telematica (perdonatemi).
Dott.buongiorno. Gennaio 2015 mio figlio di 10 anni lanciando una palla ha avuto frattura omero.dalla TAC si evidenzia una cisti ossea. Operato gli vengono inseriti delle sintesi che tra 15 gg. Saranno rimosse. Il medico che lo ha in cura ha voluto fargli fare nuovamente TaC. Esame evidenzia consolidamento completo della frattura. Rimane però l’assottigliamento della corticale ossea. C’è una comparsa discreta di una quantità di matrice ossea più calcificata. Questo quindi mi fa sperare che il bambino possa migliorare. La probabilità di recidive però sussistono.potrà mai guarire del tutto? Mi perdoni ,ma sono una mamma in ansi
Suo figlio non è malato di cisti ossea. E’ perfettamente sano ma con un punto debole. Molto probabilmente dopo la frattura anche questo tallone d’Achille scomparirà.
Grazie dottore!! Quindi mio figlio dopo rimozione sintesi può comunque fare tutto, cioè calcio,sport per il quale lui vive….una vita normale insomma??
Si.
Salve Dottore,
in seguito ad un brutto incidente ho riporato una frattura scomposta al radio e ulna. Inizilamente sono stata portata al pronto soccorso e mi hanno cercato di raddrizzare le ossa con una manovra a mano .Poi successivamente il 26 marzo 2015 dopo 6 g.g dell’accaduto sono stata operata ma senza viti e placce con una telecamera hanno cercato di ricomporre i frammenti ossei .Il risultato che dopo 3 mesi la frattura si è consolidata i frammenti del radio sono in ottima posizione ed avanzata consolidazione di rima di frattura; modica deminirilizzazione dello stiloide radiale.
Esiti di frattura ben consolidata dello stiloide ulnare. Lievemente demineralizzati gli elementi scheletrici del carpo.Ho eseguito la fiseoterapia acquistando l’articolarità delle dite , del metacarpo , ruoto bene il polso ma ho un deficit nel alzare il polso. Mi dicono che ormai mi si è formato il callo osseo ed il polso mi rimarrà rigido. Devo smettere di fare fiseoterapia , devo tenerlo libero, vai al mare nuota ecc. Mi hanno anche detto che non hanno voluto mettere la placca per non intaccare il nervo mediano altrimenti potevo perdere anche l’articolazione della mano.C’è qualcosa che posso fare almeno per recuperare qualche estensione????Ho devo farmi controllare da uno specialista della mano.Sono giovane ho solo 40 anni è l’idea che in vecchiaia c’è in rischio dell’altrosi mi spaventa….La prego gentilmente di aiutarmi. Se c’è qualcosa che posso fare per evitare complicazioni.
La riduzione senza intervento è la prassi normale. Le motivazioni che hanno portato a questa scelta saranno altre, valide comunque, quella proposta mi pare… puerile. La limitazione descritta ppotrebbe anche essere il normale “prezzo” da pagare dopo una frattura articolare, non da questo dipenderà la sua “vecchiaia”.
La ringrazio Dottore della sua risposta. Non le ho detto che ho avuto in seguito all’incidente anche una frattura al femore operata con chiodo endomidollare con due viti. Forse per questo avranno deciso di intervenire manualmente…..in due occassioni .1) quando sono arrivata in ospedale il 20 marzo.
2) il 26 marzo 2015 quando sono stata operata al femore.
Non c’è nulla che possa fare per recuperare l’articolarità. L’ operazione è consigliabile???? o sarebbe difficile dal momento che ho formato il calleo osseo….MI scuso se mi permetto di farle tante domande ma ho bisogno di un confronto con un medico specilista della mano.Grazie della sua disponilità. La saluto cordialmente.
Possibile provare a migliorare la funzionalità della mano, mi riferivo però alla necessità di verificare il risultato ottenuto spontaneamente (fisioterapia) e poi valutare se sia o meno il caso di chiedere di più, tenendo conto che comunque un intervento chirurgico può anche fare peggiorare una situazione già stabilizzata.
Dottore buongiorno. Mio figlio ieri ha eseguito rimozione sintesi omero per frattura patologica causa cisti ossea. Tutto bene. Tra 30 e succesivamente60 gg. Controllo radiografico. Se la cisti tende a non riempire il vuoto mi han parlato di borraggio. Nel frattempo molta attenzione. Volevo sapere lei cosa ne pensa. Grazie
In genere guarisce anche il difetto osseo. Lo verificherete con una rx tra qualche settimana. Sono lesioni discretamente ben trattabili.
Dott. Fanzone buongiorno,
ho subito un intervento per la riduzione di fratture scomposte spiroidali al 2°, 3° e 4 metacarpo mano sx con placche (3) e viti (14) nell’ottobre 2014. Dopo 5 mesi solo la frattura al 2° metacarpo si era consolidata. Così ho optato per un ciclo di magnetoterapia (consigliata dal fisoterapista e non dal chirurgo e praticata due volte al giorno per un’ora ciascuna) e dopo tre mesi tutte le fratture erano consolidate (semplice coincidenza?). La ripresa dei movimenti è stata buona (dopo mesi di fisioterapia) ma a tutt’oggi l’estensione del dito medio ed anulare risultano difficoltose (poca forza) ed incomplete (nemmeno con l’elettrostimolazione), la flessione invece direi quasi normale. Permane tuttavia sul dorso della mano un visibile gonfiore in corrispondenza del 3° e 4° metacarpo (quelli con le fratture peggiori) e poca sensibilità della cute sulla stessa zona. Non ho dolori di nessun tipo, né in movimento né a riposo.
La presenza dei mezzi di sintesi possono creare impedimenti e/o intolleranze tali da ridurre il movimento dei tendini e dei muscoli della mano? A cosa potrebbe essere dovuto il gonfiore persistente? Il deficit in estensione del dito medio ed anulare avranno miglioramenti o devo considerare che un recupero del 100% è praticamente da escludere?
Grazie.
Dopo tutto questo tempo ci auguriamo un ulteriore miglioramento ma non è da prevedere.
Buongiorno dottore,
A gennaio 2015 ho avuto un bruttissimo incidente stradale dove mi sono rotta clavicola sinistra e polso ulna e radio a livello distale,frattura composta, applicata doccia gessata x 10 gg ,di seguito gesso quasi fino alla spalla x 35 gg. Controllo rx tutto ok , la frattura sta guarendo bene .inizio a fare fisioterapia ma oltre al dolore insopportabile il polso in dorsale non è mai andato, dopo circa sei mesi mi sottopongo ad intervento di artroscopia in quanto rimasto uno scalino, il professore non è soddisfatto dell’operazione in quanto le aderenze da togliere erano minime, sottoposto anche manovra x vedere se il polso andava in dorsale , ma nulla neanche un grado, solo in giù va ,ma grazie anche alla fisioterapia, a questo punto dice che c”è una parte dell’osso che manca che non mi permette il movimento in dorsale,dice di sottopormi ad intervento , quindi rompere l’osso nuovamente ed inserire placca x cercare di acquistare almeno qualche grado dato che ho 30 anni!! Artroscopia fatta ora il 10/07/2015 tra quanto posso effettuare quell’intervento?? Pensa possa essermi d’aiuto è che rischi si corrono , in realtà io ho molta paura che non serva neanche questo perché il mio polso è bloccato da ben sei mesi, fatto laser, magnetoterapia x tre mesi, tecar , fisioterapia attiva e passiva ma niente solo molto dolore, la prego mia dia un consiglio..grazie mille
Malvina
Condivido le giuste preoccupazioni. Ora da valutare se l’intervento serva veramente a risolvere un problema del polso o di chi non è riuscito a fare di più.
Lei cosa mi consiglia, dovrei togliere anche un pezzetto di osso in un’altra parte del corpo , di conseguenza rompere nuovamente il polso , e dopo comunque dovrei riniziare fisioterapia da capo dopo che comunque starebbe fermo di conseguenza dall’intervento e chi mi di che tornerà come prima???
Grazie mille
Si è data da sola la risposta 😉
Dott. Franzone buongiorno,
le avevo già scritto. Dopo una lesione biossea di tibia e perone scomposta, mi è stato applicato un mezzo di sintesi in acciaio con 9 chiodi.
Questo avveniva il 25 febbraio del 2015. Dopo 60 gg di immobilizzazione tra gesso e tutore, mi accorgo che il nervo estensore dell’alluce non risponde. Ho fatto una elettromiografia che conferma la totale inattività del nervo tibiale anteriore. Di seguito mi sono sottoposta a ecografia e risonanza magnetica. Gli esiti sono i seguenti:
eco:
….in corrispondenza della cicatrice chirurgica risulta marcata disomogeneità dei tessuti molli superficiali con piccole raccolte fluide nel contesto. Inoltre si evidenzia raccolta anecogena profonda più evidente a livello del compartimento mediale posteriore.
RM:
alterazione di segnale delle fibre del mm tibiale anteriore e del muscolo flessore delle dita all’altezza del 3°medio distrale della tibia come per edema flogistico senza interruzione di fibre. Presente verosimile raccolta sieromatica periaponeurotica. Regolari ii fasci vasculonervosi.
Cosa significa? Recupererò l’uso dell’alluce? Il nervo non è lesionato? Potrebbe essere rigetto alla placca la causa del versamento e del continuo gonfiore e dolore alla gamba?
Grazie.
Daniela
Placca e viti per frattura di gamba? Regolare. La EMG sembra indicare una lesione del nervo di tipo totale. La RNM non riuscirebbe a “vedere” quel piccolo nervo in mezzo al tutto il caos della cicatrice, della placca e del callo. La RNM se è stata fatta per questo ben che vada è stata inutile. Cò che viene segnalato è appunto la cicatrice ed i processi di guarigione.
Salve sono la mamma di un ragazzo di 16 anni che a seguito di un incidente ha subito un intervento alla’ulna Dx con una vite in titanio dopo un mese tolto il gesso e caduto e si è spostata la vite procurando un’altra frattura. Nel novembre ha subito un’altro intervento con innesto osseo prelevato dal perone e da allora non ha ancora calcificato,un dott gli ha diagnosticato una pseudoartrosi con ritardo di consolidazione e stiamo provando cpn la magnetoterapia.. La mia domanda…..serve a qualcosa???
Si serve a qualcosa! Effettivamente sembra promuovere la guarigione anche se gli studi a sostegno non sono definitivi ed anzi spesso controversi. Personalmene se è questo che mi chiede preferisco trattamenti meglio codificati.
Grazie dottore. Che cosa vuole dire con trattamenti meglio codificati?
Nel trattamento dei ritardi di guarigione ossea viene utilizzata la magnetoterapia come “adiuvante” nel tentativo di promuovere la guarigione. La pseudoartrosi è invece la definitiva mancata guarigione di una frattura. Questo può avvenire per cause diverse che rimangono da identificare nel singolo caso. Il trattamento della pseudoartrosi è codificato, di stretta pertinenza ortopedica ed in generale di tipo chirurgico. Non conosco studi a sostegno di una guarigione dalla pseudoartrosi per mezzo delle applicazioni di magnetoterapia.
Salve dott. Fanzone, circa 8 mesi e mezzo fa ho avuto un incidente stradale con conseguente frattura scomposta dell’omero in 2 pezzi, sono stato operato con osteosintesi endomidollare fissata con un chiodo solamente sopra. Dopo un mese ho fatto rx e i due monconi erano perfettamente uniti e in via di guarigione (ancora tenevo il braccio con tutore) . Ho fatto una seconda radiografia dopo un altro mese dalla prima, e si evinceva un evidente spazio creatosi tra i 2 monconi! Io notai già da allora questa cosa, ma nessuno mi ha dato ascolto, e nessuno ha confermato la mia teoria (da ignorante in materia). Oggi a distanza di 8 mesi e mezzo la guarigione non è ancora avvenuta e la calcificazione è scarsa e non ha riempito nemmeno la metà dello spazio creatosi. vi è per lo più cartilagine, e poca calcificazione, il che mi comporta problemi in alcuni movimenti in extrarotazione! La situazione sembra essere chiara, e sempre da ignorante in materia ne deduco che il problema sia stato scaturito dal fatto che l’osteosintesi sia stata fissata solo sopra (Il motivo non l’ho ancora capito) e sotto lasciata libera, con conseguente spostamento del moncone inferiore. Lei cosa ne pensa??? Conferma la mia teoria? Ha mai visto o sentito una cosa del genere??? Per logica credo che l’osteosintesi sarebbe dovuta essere bloccata sia sopra che sotto, per tenere fermi i due monconi, e per far si che la calcificazione avvenisse in maniera corretta, senza spazi da riempire, che hanno solamente scombussolato tutto il naturale processo di guarigione!
Credo abbia ragione (è successo e continuerà a succedere, esistono seri problemi tecnici in alcuni casi che esulano dalla buona volontà del chirurgo) per i quali il chiodo omerale non viene bloccato distalmente (creda, a volte non si riesce proprio e chi dice che non è mai successo non li ha neanche mai utilizzati). In ogni caso si risolve, purtroppo con un nuovo intervento.
che tipo di problemi tecnici??? non si riesce proprio a far cosa??? so che normalmente il chiodo omerale viene bloccato da ambedue le parti, non è che sia cosi difficile per un chirurgo professionista a fissare distalmente con una vite o quello che è insomma.. lei quale pensa che sia il motivo per cui non lo hanno fissato distalmente?
che si risolvesse con un nuovo intervento lo avevo già intuìto comunque, e qual’è in questo caso la soluzione migliore da fare nel nuovo intervento? come si può riempire lo spazio creatosi? fissare solamente il chiodo sotto avrebbe senso visto che ormai il moncone inferiore è sceso e si è creato lo spazio??
Non serve in casi come questo una informazione generica via internet, le serve un professionista che possa avere la possibilità di visitarla.
I chirurghi sono tutti professionisti! Spesso però altri, che chirurghi non sono, dicono che tutto è facile, ma se così fosse…
SALVE HO 37 ANNI IL 17. 06. 2015 IN SEGUITO A UNA FRATTURA PLURIFRAMMENTARIA SCOMPOSTA DIAFISI V MT PIEDE DX. VENGO SOTTOPOSTA IL 02.07 A INTERVENTO CHIRURGICO CON RIDUZIONE E SINTESI CON FILO DI K. E DOCCIA GESSATA , FINO AL 31.07 POI DOPO LA RX DI CONTROLLO VIENE TOLTO TUTTO POI AVREI DOVUTO INCOMINCIARE A CAMMINARE DOPO 15 GIORNI.HO ANCORA DA ALLORA DOLORI TROPPO FORTI APPENA RIESCO AD APPOGGIARE IL PIEDE. COSI DOPO UN ALTRA RX IL 17.08 REFERTO FRAMMENTI OSSEI SOSTANZIALMENTE IN ASSE CON EVIDENZA DI FENOMENI RIPARATIVI. MARCATA OSTEOPOROSI A LIVELLO DEL FRAMMENTO DISTALE. DEVO ASPETTARE ANCORA PIÙ O MENO QUANTO COSA DEVO FARE CON QUESTA OSTEOPOROSI. GRAZIE MOLTE LE MANDO LE RX SE LI POSSONO ESSERE UTILI.
Non deve più aspettare, si decida a camminare e sopporti il dolore. Questo lo deve fare per guarie e perchè passi quella osteoporosi.
Salve dottore, sono Franco da Teramo. mia madre ha subito una frattura rotulea scomposta..causa brutta ferita orizzontale, l’ortopedico mi ha detto che è stato fatto il massimo e che non ha potuto fare gabbia metallica, ma ha unito insieme i monconi ossei con filo assorbente non metallico..le risulta? perché rivedendo raggi a distanza di un mese, i monconi sono ancora separati(oltre 2mm) ed io da profano non noto nessun mezzo di sintesi, come se non fosse stata operata..ora sono passati due mesi, c’è rischio di una pseudoartrosi? mia madre sta facendo magneto terapia e comunque deambula lentamente senza dolore..grazie per la risposta.
I fili non metallici non si vedono alle radiografie. Se la signora è in grado di camminare, se non ha dolore…direi che sta guarendo.
Buonasera dottore, ho 25 anni il 26 luglio 2015 in seguito ad un incidente motociclistico subisco frattura multi frammentata scomposta semi-esposta della clavicola dx. Intervento il30/07, mi mettono filo di K, al primo controllo il 24 agosto non ci sono ancora segni di calcificazione, il medico mi consiglia un ciclo di magneto terapia per 10 ore al giorno per poi rivedermi tra 30 gg.
È’ corretto quanto consigliato? Se utilizzo l’OSTEOBIT iper più ore accelero la consolidazione? Posso fare qualcosa di più per una guarigione più rapida?
Gradirei un suo consiglio, la ringrazio anticipatamente.
Cordialità’.
Federico
Mi apre perfetto.
Grazie….
Ma secondo lei per una guarigione più rapida potrei fare qualcosa di più o di meglio?
Grazie ancora!
Federico
Per la rapidità assolutamente no.
Buongiorno Dottore , sono una ragazza di 29 anni e il 31 agosto 2015 mi sono sottoposta ad un intervento all’ alluce valgo con tecnica percutanea in anestesia locale sotto controllo scopico ( bursectomia, esostectomia, osteotomia distale di traslazione 1°mt e tenalisi add alluce) .
Al termine del trattamento con SELEPARINA la terapia domiciliare consiglia DIFOSFONAL 100mg 3 conf. (1°conf. 1fl al giorno; 2°conf. 1fl ogni 3 giorni ; 3°conf. 1fl ogni 5 giorni) mi chiedevo se la cura fosse necessaria data la mia età.
La ringrazio anticipatamente per il suo consulto
Distinti saluti.
assumo anche DEDIOL gocce 5gocce al giorno per 30giorni.
E’ un trattamento cossidetto “off label”. Significa che la sua prescrizione è avvenuta in un caso diverso dalla indicazione sul foglietto illustrativo e che la indicazione è responsabilità completa del medico prescrittore. Posso dirle che personalmente uso spesso questo farmaco ma in casi diversi. Non è mia abitudine prescriverlo in giovane età ed in seguito ad intervento chirurgico, anche se associato a vit. D.
Buonasera dottore sono un ragazzo di 17 anni,il mese scorso cioè 30 luglio sono stato sopposto in un intervento a causa di tibia e perone (scomposta )sono stato in attrazione per 4 giorni dopo In tal caso mi hanno messo un fissatore esterno con 6 chiodi ,qualche settimana ho fatto i raggi e c era scritto che in fase in calficazione.mi aveva detto che dovrò tenerlo 3 4 mesi .in caso potrebbe dirmi se e in fase di calcificazione quanto tempo potrebbe passare.buona serata
I tempi di guarigione già indicati sono corretti. Tre mesi è un tempo giusto.
Ok dottore un altra mi è capitato che mettessi il piede a terra per sbadato ho perso l equilibrio sentito dolori solo la parte del piede dalla frattura non sentito niente dicono che sono i nervi addormentat.giusto?
credo di si.
carissimo dott.Fanzone.Ho 47 anni ho subito una frattura femore distale scomposta ed esposta trattata con chiodo.A distanza di 11 mesi il callo osseo si e fatto solo dalla parte esterna alla coscia,mentre dalla parte interna dove e stata esposta il callo osseo non si e fatto.Il dott. che mi segue guardando la TAC trdimensionale.ha deciso di togliera il chido e mettere una piastra.io vorrei sapere da lei se e la cosa giusta o potrei aspettare qualche mese altro per la formazione del callo.io faccio magnieto da 10 mesi cammino diciamo bene ho solo un fastidio al ginocchi do ve sono situate le viti per il resto tutto bene.Distinti saluti
I chiodo dopo alcuni giorni vanno “dinamizzati” (togliere le viti di blocco), non saprei dire per quale ragione alcuni si scordano di farlo. Ma nel suo caso è stato fatto? Potrebbe essere una soluzione semplice ad un problema complesso.
Carissimo Dott. Fanzone la ringrazio per la risposta, comunque si è stata dinamizata ad aprile mi hanno tolto le due viti prossimali, ripeto parte esterna callo esuberante mentre interna niente. Siccome alla meta di Ottobre mi devono togliere il chiodo e due viti non so cosa pensare.
Troppo pochi gli elementi a mia disposizione per poterle essere utile.
Carissimo Dott.la ringrazio sempre per la risposta,le posso scrivere l esito della TAC in 3D.Pregressa frattura al terzo medio-distale della diafisi femorale sn in trattamento oeteosintesi metallica endomidollare.I monconi di frattura presentano modesta scomposizione ad latus per modesto disassamento laterale del moncone distale.Del tutto incompleti i processi osteoriparativi la rima di frattura e ben evidente in tutta la sua estensione con margini arrotondatie lievemente diastasati per evoluzione in pseudo artrosi.E presente nel settore laterale callo osseo con aspetto esuberante che determina formazione di ponte osseo tra i monconi.distinti saluti
Ok. Mi permane il dubbio che questa frattura sia guarita. Però… lei mi dice di no. Chiodo dinamizzato, paziente che cammina… se qul callo fosse insufficiente lei non dovrebbe poter caricare, però lo fa. Sono curioso. Mi manda una foto?
Buongiorno,dot. Franzone ho 45 anni e le spiego il mio problema.Il 15 giugno ho avuto un infortunio a lavorare avvertendo un grosso dolore al fianco sx , che il pronto ha refertato- blocco lombosacrale.Ho continuato ad aver male è ho fatto ulteriori esami,dove un rx bacino dice, frattura da durata al collo del femore.Ho fatto tac dove dice -frattura al collo del femore parzialmente consolidata ed evoluta in pseudo artosi con varismo femorale.Ho fatto anche R.M. dove dice frattura composta del collo femorale di sx,esitata in pseudo artrosi,in assenza di eventuali segni di spongiosa dei frammenti ossei, il moncone appare risalito cranialmente con varismoa 90g..Si apprezza aspetto ispessito, con iperintensivita del tendine del piccolo gluteo di sx,con aspetto edamentoso del tessuto adiposo. Mi hanno dato divieto di carico ,magnetoterapia,x 30 giorni.Dopo 30 giorni fatto rx di controllo ed il risultato, tutto uguale a 2mesi fa.Hanno detto che la frattura non guarira piu , quindi mi hanno messo in lista per un osteosintesi con innesti ossei, valutanto il mio caso complicato, non mi hanno ancora detto che tecnica useranno perchè hanno detto che devono studiare bene la situazione. Le chiedo gentilmente,io no ho mai avuto alcun trauma,no fumo,non pratico sport, non ho patologie ossee ,ho fatto analisi e sono negative, come posso essermi fatta questa frattura da durata, e quanto tempo è che cè,potra guarire.Sono seguita dal Rizzoli dove hanno valutato il caso molto complesso.Chiedo gentilmente con l, intervento riescono a ristabilire l, esatta posizione del collo ed eliminare il varismo e correggere la frattura, ed i tempi di recupero quali sono,e la tecnica che usano è corretta.Puo essere dovuta al mio lavoro che sposto pesi tutto il giorno.La ringrazio del suo parere professionale x la risposta GRAZIE
La frattura da durata è una cosa conosciuta, nel suo caso il problema sembra la mancata guarigione. Certamente dovranno correggere l’angolo alterato e provvedere ad una sintesi. La situazione non è complicata ma ssolameente inusuale, giusto quindi studiare il caso. Poi se fosse stato visitato da medici “giovani” sono da elogiare per il fatto che hanno deciso di parlarne con più “esperti”. vedrà che la aiuteranno con professionalità e sicurezza.
buongiorno,dot. se ricorda della frattura da durata al collo del femore,ebbene sono stata operata con un osteotomia e osteosintesi del femore prossimale sx,con placche e viti in titanio il 28 settembre.Ho fatto rx di controllo e tutto sembra procedere bene.Sono in divieto di carico fino alla fine di dicembre,sto facendo cicli di fisioterapia sia in piscina che a secco x migliorare il rinforzo muscolare.La mia domanda è come mi hanno dato il divieto di carico per tanto tempo,di cosa hanno paura.Chiedo gentilmente è giusta la procedura, ed i tempi di recupero quali saranno,comunque io continuo ad avere male all,inguine,e faccio molta fatica a muovere la gamba.Io con questo mio problema sono in divieto di carico dal mese di luglio, e giusta secondo lei la prassi.Eventualmente dovro rimuovere i mezzi, o potro evitare,poichè ho avuto un decorso operatorio difficile,poichè sono talassemica,ed ho avuto molte trasfusioni dopo l,intervento.Mi puo specificare in che consiste la tecnica adottata dal Rizzoli e se è corretta tutta la procedura.Ho anche fatto la visita fisiatrica,dove dice arto inferiore intraruotato,cosa significa,anche perchè quando cammino il ginocchio tende ad andare all,interno,sara perchè non appoggio ancora o perchè hanno sbagliato l,angolazione cosa ne pensa.Grazie x la sua risposta molto professionale,e scusi i diverbi
La procedura senza dubbio è corretta. Errori? Potrebbe essere ma lo vedrai a ripresa avvenuta. Il carico viene concesso dopo 90 giorni perché questi sono i tempi di guarigione dell’osso. Certamente ci vuole una dose di coraggio e pazienza fuori dall’ordinario. Non tutti riescono ma tu si!
buongiorno dottor Fanzone ho 54 anni il 5 settembre sono caduto procurandomi una frattura al polso eoifisin distale radio pluriframmentata riduzione con gesso ulteriore rx esiti frattura frattura dell’epifisi distale del radio in via di consolidamento con frammenti sufficientemente in asse le volevo chiede quale percentuale di funzionalità posso riacquistare se ce la possibilità di un artrosi futura la ringrazio per la sua risposta
Si guarisce bene, le statistiche internazionali riferiscono che l’esito più comune è una lieve riduzione della flessione ed estensione e una riduzione della forza di presa della mano. Questo non vuol dire che succederà a lei. Quindi appena possibile riprenda subito e senza paure i movimenti.
salve!!! cortesemente, le volevo chiedere un’informazione rispetto alla possibilità di eseguire la magnetoterapia nel caso di una pseudoartrosi a livello del collo dell’omero dopo una frattura composta trattata con placca e viti: quali sono i materiali che permettono di eseguirla senza rischio? grazie mille!!!!
Alle dosi ed alla potenza dei comuni apparecchi per fisioterapia non esistono problemi con qualsiasi materiale.
Buongiorno Dott.re
Mia moglie (38 anni) in seguito ad incidente domestico si è procurata frattura scomposta dell’ulna avambraccio destro il 16 Aprile 2015 , trattata con intervento chirurgico con inserimento di placche e viti intramidollari. Partita subito con cicli di magnetoterapia ha recuperato il perfetto funzionamento dell’avambraccio in breve tempo. Putroppo dopo 2 controlli radiografici (luglio e ottobre), la frattura sembra subire un ritardo di consolidamento con assenza di callo produzione di callo osseo.
Le è stata prescritta una TAC per verificare che il ritardo sia provocato da pseudo-artrosi. Ortopedico sostiene che si debb a intervenire nuovamente sull’osso per riprendere la fruttura applicando “pappa plasmatica” per stimolare la produzione di callo osseo, sostiene però che la placca debba essere rimossa e ri-applicata! cosa ne pensa ? è consigliabile magari aspettare ancora qualche mese? magari sottoponendosi a trattamenti con onde d’urto?
grazie
cordiali saluti
Aspettare, non aspettare? Preferisco aspettare se il paziente è in pieno accordo, il problema è che deve capire che risulta possibile una nuova frattura e che se questo dovesse avvenire non sarà un dramma dato che vi si può porre rimedio.
Buongiorno dottore,
Vorrei chiedere un suo parere vedendo la sua enorme disponibilità anche con gli altri.
ho 29 anni il primo agosto ho rotto la clavicola all’estremità laterale mi hanno bendata con tutore a 8 e tolto dopo 40 giorni sebbene nelle lastre di settembre fosse evidenziata ancora una modica frattura che non aveva voglia di guarire. ora io non so se hanno sbagliato a fissarmi il tutore o se me lo hanno tolto troppo presto sta di fatto che a distanza di due mesi e mezzo l’esito dell’ultima radiografia è mancata guarigione con inizio di pseudoartrosi ho cambiato ortopedico che mi ha consigliato 3 mesi di magnetoterapia e se non guarisce si opera, secondo lei questa è la giusta via da seguire? alla mia età ho qualche speranza di guarire sta frattura visto che tutti mi dicono che è molto strano non si sia consolidata? e se non guarisce in futuro avrò problemi seri? grazie per la sua attenzione cordiali saluti Lucia
Mi scrive cosa dicono i miei colleghi e la radiografia, non mi dice nulla della sua spalla. Fa male? è rigida? non lavora? non si muove? O viceversa funziona abbastanza bene? Io mi occupo di persone non di radiografie.
Salve circa 2 mesi fa mi sono rotto la tibia e ho fatto un intervento con chiodo edomidolare xke la tibia si è rotta in forma aspirare….ieri sera mi si è bagna la stampella è sono caduto!il piede non lo poggiavo a tarra xke sono passati da poco i 40 gg di prognosi!!!!qnto sono caduto istintivamente ho messo il piede a terra dopo 50/60gg e il dolore e stato atroce.ora mi chiedo ho combinato qlke guaio???
Combinare guai con un chiodo è veramente difficile. Se comunque la sintomatologia dolorosa non si è risolta le servirà una visita di persona.
Salve dottore ho 45 anni, dopo sei mesi dall’intervento di osteosintesi a seguito dello scoppio da trauma del piatto tibiale e non vedendo segni di consolodamento mi è stata diagnosticata una psa e proposto una rimozione dei frammenti ossei e la loro sostituzione con osso di banca e staminali, più una mini protesi. Vorrei sapere come si può essere sicuri della presenza di pseudoartrosi? Oltre a quelli “visivi” ci sono degli esami specifici, delle analisi da eseguire per sapere la causa? Grazie
La TAC e la RNM, ma sono indagini di 2° e 3° livello. Devono essere prescritti dallo specialista in previsione di un trattamento chirurgico.
Frattura scomposta pluriframmentaria dell omero E dopo circa tre mesi le RX si sovrappongono. Sto effettuando da circa 2 mesi fisioterapia e diapason (risonanza magnetica domestica).
Posso assumere calcio per aiutare la guarigione? In che modo?
Grazie
Distinti saluti
L’aggiunta di calcio alla dieta ma anche della vitamina D è considerata importante, la guarigione delle fratture però non è influenzata dal calcio ma da altri fattori che sono da individuare e risolvere in altro modo.
Buon giorno dottor Fantoni,il 13 ottobre ho subito un infortunio e la diagnosi è stata frattura composta della diafisi 2 metatarso e distacco particellare a carico della base del 1metatarso,è stato uno schiacciamento importante.In ospedale mi hanno applicato una doccia gessata e mi è stato raccomando di evitare qualsiasi carico.Il 16 novembre mi hanno rimosso il gesso e mi è stato applicato un tutore e in base al dolore mi hanno detto di iniziare a caricare ma proprio per il male è stato abbastanza difficile,fatto sta che oggi dopo svariate rx si nota che la frattura è appena “ripartita” e mi è stato detto che si c è un po di ritardo ma niente di grave.Dal 18 ottobre sto praticando delle sedute di magnetoterapia di 4 ore e non capisco come possa essere così initro la frattura.Ho 39 anni e non ho disturbi particolari ed inizio ad essere preoccupato visto che sono quasi 3 mesi.Grazie per l attenzione che vorrà dedicarmi.
Ma riesce a camminare? O almeno a poggiare il piede? Se si insista.
Salve.in seguito ad una caduta ho riportato una frattura alla base del secondoetatarso con monconi lievente disallineati.l’ortopedico mi ha trattato il piede con taping elastico dicendomi che potevo camminare.dopoo unmese ho tolto io i taping perche l’ortopedico non ha ritenuto opportuno rivedermi e non farmi fare neanche unalastra di controllo.prescrivendomi solo un gambaletto elastico.io continuo azoppicare nonostante di mia iniziativa sia andata da un fisiatra che mi ha ordinato 10 sedute di fisioterapia e magnetoterapia.il piede misi gonfia e mi fa male quando lo sforzo nel camminare .ho paura di aver ricevuto un trattamento molto inadeguato anche se l’ortopedico che mi ha visto e’unaspecialista molto competente.p.s.sono caduta il12ottobre e sono passati due mesi senza vedere grossi miglioramenti.cosa devo pensare?sdimenticavo ho 68annima sinora non soffro di problemi alle ossa.grazie per una sua risposta
Il trattamento indicato è quello più aggiornato e quello con i migliori risultati. La persistenza di dolore non è inusuale ed in genere è dovuta ad una “difficoltà” di circolazione del sangue che personalmente cerco di prevenire consigliando di indossare una calza elastica a gambaletto.
La ringrazio per la gentile risposta.presumo che devo avere solo pazienza e aspettare che il dolore passi nel frattempo mi consiglia di fare una lastra di controllo per mia tranquillita’o e’superflua?in effetti sono molto ansiosa e non riuscire a stare ancora bene mi sconforta e mi fa pensare che non riusciro’ a riprendermi.grazie ancora per la sua cortesia nel rispondermi.
Si affidi a chi la segue. Vedrà che la guarigione è ineluttabile.
Gentile Dottore,
lo scorso 11 dicembre mia moglie, 48 anni (già in menopausa) in seguito ad una caduta si è procurata una frattura composta della tuberosità calcaneare piede ds. Al PS, dopo RX e TAC non erano state rilevate lesioni e le fu consigliato il tutore tipo Walker con prove di carico; al controllo del 29/12 dopo altra RH si è evidenziata l’infrazione ed è stato deciso di mantenere il tutore senza fare carico. Questa mattina, nuova RH che conferma “focolaio di frattura stabile”. L’ortopedico ha confermato il tutore Walker e stabilito nuovo controllo il prossimo 1° febbraio. In sostanza, dopo 35 gg dall’evento, la situazione ci pare ancora critica, non si vedono segni di miglioramento ed il piede non può essere appoggiato a terra (fa ancora molto male). Le chiedo un parere riguardo ai tempi di guarigione ed al trattamento posto in atto.
La ringrazio fin d’ora per la risposta.
Giordano Marchetti
In genere consiglio di non camminare affato per i primi 40 giorni. Il calcagno guarisce lentamente già di suo, se poi lo metti in carico troppo presto il dolore persiste e a volte peggiora.
Salve dottore,
ho 26 anni e ho riscontrato a distanza di circa 10 anni una frattura del malleolo pereonale con diastasi del frammento osseo ed in iperartrosi. Ho sempre praticato calcio e ho convissuto sempre con dolori e fastidi della caviglia pensando fosse un problema cronica dei legamenti. Ora che ho scoperto la vera motivazione sono deciso di operarmi per risolvere il problema.
Il mio ortopedico di fiducia, però, mi ha detto, che considerando il tempo trascorso, trattare un osso distaccato, debole, farlo sanguinare e inserire una vita potrebbe risolvere il problema ma provocare un dolore forse anche maggiore nel ritornare a praticare l’attività sportiva.
Le chiedo qual’è la soluzione migliore, se lasciare le cose come stanno oppure operarmi consigliandomi anche quali sono i metodi migliori utilizzati in questi casi.
Grazie Mille.
Cambiare sport.
Buonasera Dottore,
le scrivo per avere un suo parere in merito alla situazione di mio padre, 83 enne, che il 28 novembre 2015 a seguito di una banale caduta in strada ha riportato frattura composta del 5 metatarso piede dx. Indossa una scarpa/tutore ortopedico consigliataci del medico, ma non ha mai voluto usare le stampelle e quasi da subito ha poggiato il piede a terra caricandoci inevitabilmente. Ovviamente le 2 lastre di controllo fatte hanno dato lo stesso identico esito di iniziale lieve consolidamento…. Vorrei sapere se c’e’ la possibilita’ che la frattura, superato un certo tempo, non si consolidi e le eventuali conseguenze.
La ringrazio per la sua disponibilita’
Questo particolare tipo di frattura può guarire in due modi. Con formazione di callo osseo e scomparsa della rima di frattura oppure con formazione di una cicatrice fibrosa. In entrambi i casi si torna a camminare senza dolore, nel secondo caso la linea di frattura si vedrà per sempre.
La ringrazio veramente tanto per avermi risposto, veramente tanto.
Salve Dottore,
Ho 41 anni, ho subito una frattura del femore distale con frammenti, mi hanno messo un chiodo con due viti sopra e una sotto verso il ginocchio, la vite sotto si è rotta, sono passati quasi 7 mesi e l’osso non si è calcificato, e avverto un dolore al ginocchio. I tempi di calcificazione sono lenti? Qual’è il suo parere in merito? L’osso si calcificherà o dovrò operarmi nuovamente?
Grazie per la cortese attenzione.
Dopo sette mesi la mancata formazione di callo denota la presenza di un problema.Quale però non saprei proprio.
Buonasera dottore,il 14 gennaio 2016, ho avuto un infortunio da schiacciamento al piede dx, ed ho riportato la frattura, lievemente scomposta, alla base della testa di primo e secondo metatarso, più una ferita lacerocontusa al collo del piede.Mi è stata applicata una valva sino sotto al ginocchio e suturata la ferita, inizialmente il piede si è gonfiato, ed ho avuto dolore forte per circa 18/20 gg.Ogni settimana mi è stata medicata la ferita ed il piede piano piano è andato a sgonfiarsi anche se a distanza di quasi un mese è ancora dolente e un po’ gonfio.Adesso dovrebbero togliermi la valva(se tutto ok da rx di controllo).Il punto è che mi si è formata una placca “necrotica” di 2×4 cm sul collo del piede subito dietro il terzo quarto e quinto mt e spurga.Mi dicono che è nella norma e andrà via da se, mi è stato messo dell’ iruxol tutto attorno e anche sulla ferita a cui sono stati tolti i punti dopo tre sett. cosa ne pensa? Grazie anticipatamente per la sua gentilezza.
Penso che bisognerà trattare questa lesione della cute. In genere rimosso il bendaggio (che comunque mantiene una condizione di umidità della ferita) il miglioramento avviene con rapidità.
Gentile dott. Fanzone
il 7 novembre 2015 ho avuto la frattura scomposta di una clavicola, trattata con tutore a 8 per 40gg e successiva riabilitazione. Tutto è andato bene fino ad una settimana fa (3 mesi dopo) quando malauguratamente sono caduto sulla stessa spalla. Sensazioni (forte nausea) e dolore sono stati simili a quelli iniziali, dalle lastre non risultano fratture – solo il callo osseo in formazione -, il dolore persiste anche se attenuato. L’ortopedico teme che si possa generare una pseudoartrosi e mi ha consigliato 40gg di Osteobit. Cosa ne pensa? Nel frattempo è meglio muovere la spalla o tenerla di nuovo ferma? La ringrazio in anticipo per la sua cortesia e disponibilità
Teme la pseudoartrosi significa che la frattura non era guarita? Perchè due sono i casi o lo è o non lo è. Nel primo o la nuova caduta ha generato una rifrattura ed allora si deve procedere come per la prima volta oppure non si fa niente se non aspettare.
Buongiorno Dott Fanzone,
la contatto in quanto il 29 Novembre mia nonna è caduta banalmente procurandosi la frattura dell’omero distale sinistro e del femore sinistro. La nonna nonostante l’età ( 91) è sempre stata in ottima salute generale e tuttora lo è eccetto per una forte ostioporosi che sta rendendo il suo recupero lento e psicologicamente pesante per una donna che è sempre stata perfettamente autonoma in tutto, sina o a due mesi fa, ovviamente.
Due giorni fa, a distanza di 2 msi, è stata dimessa da un centro fisioterapico dove sono riusciti a metterla in piedi a stento ma dagli esami radiografici è emersa l’assenza di callo osseo.
Mi chiedevo dunque se il “chiodo” inserito durante l’intervento al femore e se la parte in generale interessata, in questa fase, possa comuqnue sostenere durante questi primi movimenti ( la fisioterapia continuerà a farla a casa privatamente)…anche perché so che se non si carica un minimo, il callo osseo non può formarsi.
In secondo luogo per favorire il callo osseo ha dei consigli da rivolgerci…vorremmo proprio mettere a disposizione della nonna tutte le armi possibili per restituirle la sua autonomia di cui non può fare a meno. La ringrazio.
Credo sia stato utlizzato un chiodo trocanterico, la stabilità è raggiunta dal chiodo e successivamente dalla formazione di osso nuovo. Il carico è lo stimolo più potente, in aggiunta potrebbe trovare giustificazione l’uso di vitamina D a dosaggio terapeutico. Controindicati, anche se non tutti lo sanno, i farmaci per la terapia della ostoporosi tranne che il teriparatide.
Buonasera dottore, tre giorni fa, dopo 37 gg dall’infortunio mi è stata tolta la valva, e comunque come già anticipato da lei, la placca necrotica sta via via migliorando.Tuttavia, la ferita procuratami al collo del piede,nel punto centrale, continua a spurgare un siero giallino ma con nessun odore particolare. Il piede è ancora gonfio, in particolare nella zona delle fratture (testa primo e secondo metatarso, che dai raggi risultano ben calcificate) e della caviglia.Devo cominciare a simulare la camminata con le stampelle senza caricare troppo sino alla prossima medicazione (tra 7 gg). Secondo lei questo siero ed il gonfiore, particolarmente accentuato dopo un po’ di esercizio, sono normali? quando poggio il piede sento un po’ di dolore, devo proseguire? La ringrazio per la consueta gentilezza.
Normale per una ferita con crosta necrotica ma non in senso generale. Dovrà essere ben trattato.
La ringrazio dottore per la cortese risposta,
in effetti la vitamina D la sta prendendo, se non ricordo male una somministrazione mensile di vitamina D3 25.000 Unità di base e la fisioterapia sta continuando anche con qualche piccolo successo. Putroppo il danno al braccio è notevole e i due monconi, da quello che ci hanno comunicato, non calcificheranno mai, per cui pur muovendo attualmente il braccio, il carico è prossoché nullo…al momento, rendendo il recupuro anche della gamba non facilissimo perché nonostante il deambulatore non può utilizzare il braccio offeso.
Cercheremo di far sostituire il farmaco che normalmente prende contro l’osteoporosi con il teriparatide, seguendo il suo consiglio.
La ringrazio ancora, le auguro una buona giornata.
Buongiorno Egregio dottore,
Mi chiamo Alessandro e le scrivo dalla provincia di Lecce. Le spiego in breve il mio caso:
In data 15/03/15 in seguito a sinistro stradale mi procuravo le seguenti fratture:
Trauma cranico commotivo,
Frattura della testa del IV e V metatarso del piede destro;
Frattura scomposta pluriframmentata dell’omero sinistro.
Venivo trasportato in ospedale per le cure del caso e dopo due giorni di trazione del braccio provvedevano ad impiantare un chiodo endomidollare fissato con due viti sopra ed una distale in basso.
Dopo i 50 giorni di tutore ho fatto due cicli di pompa diamagnetica e FKT per recuperare almeno buona parte del movimento della spalla in quanto per poter inserire il chiodo hanno dovuto tagliare i tendini della cuffia dei rotatori e scavare nel l’osso. In estate vedendo che comunque i fastidi persistevano provvedevo a rifare le radiografie per vedere la situazione, ma i risultati non erano affatto confortanti in quanto non si formava callo osseo. A quel punto mi veniva indicato dal medico di provare con la magneto terapia, infatti da luglio ho iniziato con la magneto, ma non vedendo risultati il 20 ottobre l’ortopedico decideva di rimuovere una vite dinamizzando il chiodo e magari favorire la calcificazione, tutto accompagnato dalla magneto terapia, gli ultrasuoni ed una cura di calcio fluoratum più vitamina D.
In data 26/01/16 ripetevo la radiografia, ma purtroppo non vi erano grandi miglioramenti, infatti al successivo controllo del 09/02/16 l’ortopedico mi ha informato che si trattava di una pseudoartrosi omero sinistro, non consolidamento del versante esterno della frattura. Clinicamente indolente alla diafisi omerale a parte sul versante esterno.Dolenti i movimenti di rotazione contro resistenza. Laddove decidessi di recuperare la guarigione ossea al 100% necessito di intervento chirurgico di rimozione impianto endomidollare,innesto osseo da cresta iliaca e osteosintesi con placca. Lo stesso mi informava di un rischio non da poco e cioè mi faceva presente che per l’intervento C’era anche la possibilità di toccare il nervo radiale rischiando di fare altro danno.
Dottore alla luce di questo ultimo quadro clinico a quasi un anno dalla frattura, che possibilità ci sono di guarire e recuperare almeno qualcosa? Le pseudoartrosi con gli anni anche piano piano si sistemano o comunque il braccio resta delicato e quindi sensibile a sforzi in genere modificando completamente la mia vita! La ringrazio per la gentile collaborazione e disponibilità. Cordialità…..Alessandro
Potrebbe anche rimanere così.
Buongiorno Dottore,
ringraziandola anticipatamente volevo sottoporle il caso di un paziente al fine di sapere un suo punto di vista: maschio; settantenne, iperteso, in sovrappeso; protesizzato ad entrambe le anche ormai da più di 10 anni; affetto da coxartrosi bilaterale.
Visto i dolori che attualmente accusa ad ogni movimento anche il più semplice, ( al momento la tolleranza è meno di 10′ di camminata lenta), abbiamo fatto fare una visita che si è conclusa con il suggerimento di effettuare esercizi”dolci” e progressivi tra cui cyclette e camminate per impedire l’immobilità progressiva.
Le domande cortesemente sono due:
1) Ci chiedevamo se anche lei ritenesse utile il movimento in generale in questi casi( pare una domanda stupida, mi rendo conto)…ma il paziente non è semplice nel complesso e quando siamo riusciti a fargli fare, per qualche giorno, cyclette ha lamentato dolori in aumento. Dunque si è frermato.
Ritiene che proseguendo oltre i pochissimi giorni già testati con esercizi che, ripeto, saranno non traumatici e regolari, il dolore gradualmente diminuirà grazie alla progressiva mobilità, oppure no. Faccio presente che la persona non è mai stata abituata a nessun movimento che non fosse strettamente necessario. Fosse per il paziente non si muoverebbe mai in nessun caso per evitare di sentire dolore.
2) Muovendosi sempre meno, non ritiene sarà peggio e progressivamente si rischierebbe la paralisi completa?
Le faccio presente che un eventuale intervento è una soluzione impossibile. Il paziente è traumatizzato dall’esperienza delle protesi alle anche. Uno dei due interventi è andato infatti male; si è provveduto alla sostituzione di una delle protesi risultate fallate, trasformandolo in un invalido i quanto non è più riuscito a recuperare la situazione preoperatoria. ( percentuale di invalidità riconosciuta ma al momento non ricordo il livello).
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Non sempre si pensa al fatto che noi stiamo in piedi grazie alla potenza ed alla funzionalità muscolare. Un muscolo ben forte e ben funzionante riesce a “tirarsi dietro” anche l’articolazione più malconcia. Viceversa l’immobilità prolungata non può che rendere incapaci di movimento. Se l’impedimento alla attività fisica è il dolore intraprendere, in tal senso, un trattamento per il dolore cronico (oggi possibile) può essere un valido ausilio. Se poi si associa anche uno stato depressivo e vengono magari usati farmaci in tal senso bisognerà tenere in conto che alcuni di questi provocano astenia e debolezza muscolare, in questi casi andrebbe valutato un cambio terapeutico.
Buongiorno Dottore,
la ringrazio per la risposta.
Non è mi è però del tutto chiaro, a parte il trattamento per il dolore cronico che era stato anche valutato, se gradualmente con il movimento lento ma progressivo, magari associato ad un nuovo regime alimentare, non dieta, molto meno acido dell’attuale e più alcàlino che porterebbe certamente ad un calo dello stato infiammatorio generale del fisico, ( per la verità oggi alle stesse visto il sovrappeso, il fegato grasso, le terapie farmacologiche contro l’ipertensione…) si favorirebbe la diminuzione del dolore.
Dunque: movimento lento e progressivo + nuovo regime alimentare (meno acido e più alcàlino)= meno dolore percepito dal paziente.
La ringrazio per la precisazione che vorrà darmi e saluto cordialmente.
su movimento progressivo sono in perfetto accordo, sul regime alimentare migliorato pure. Su acido ed alcalino… mi sembra solo una boiata pubblicitaria.
Buongiorno Dott.Fanzone, ho riportato,a seguito di una storta, frattura completa composta apice malleolo peroneale sx lieve diastasi monconi (52 anni donna non in menopausa). Ho tenuto gesso 35 gg gamba in scarico .Alla rimozione l’ortopedico di turno mi ha concesso carico con tutore aircast stampelle e inizio Fkt. Io non ho dolore se appoggio il piede.
Nel referto rx alla rimozione però ancora presenti esiti frattura discretamente diastasata in gesso.
Sono in attesa di cominciare rieducazione e ultrasuoni in acqua prescritti dal fisiatra.
Oggi però dopo 43 gg dall’evento ad un nuovo controllo il medico ,alla lettura rx effettuato alla rimozione,riterrebbe necessario l’intervento visti gli esiti di frattura ancora diastasata( mi è sempre stato ribadito che la distanza tra i monconi è ampia)
Nel corso della prognosi mi hanno visitato altri 4 ortopedici che hanno ritenenuto tutti comunque sufficiente il gesso.
Sono preoccupata , non vorrei effettuare nessun intervento dopo così tanto tempo, c’è ancora speranza di formazione callo osseo o vado incontro a problemi? Può essere utile magnetoterapia?
La ringrazio anticipatamente per la Sua cortesia.
Buona giornata
Non ha dolore se appoggia? Direi che va bene. Verifichiamo se riesce a camminare e poi ne riparliamo.
Salve Dott. Fanzone la contatto in merito ad un caso di pseudoartrosi tibiale .
Mio padre il 16 Febbraio 2014 scivolando dalla scala si è procurato una doppia frattura tibia (una poco più in basso del ginocchio , l’altra alla caviglia ) e perone. Le sintetizzo il calvario :
– Intervento con fissatore esterno (6 viti);
– A Giugno notevole calcificazione della frattura in basso al ginocchio ma lieve calcificazione alla caviglia. Dinamizzato il fissatore.
– Ad Agosto prova di rimozione fissatore lasciando i chiodi .
– A Settembre innestato nuovamente il fissatore e diagnosticato un principio di pseudo artrosi. (Dolore acuto nel camminare )
– A Ottobre notevole formazione di callo osseo sporgente dalla caviglia
– A Novembre rimozione fissatore e viti . Valva.
– A Gennaio 2016 intervento con chiodo endomidollare con provocata rottura della frattura non calcificata, sanguinamento del focolaio e rimozione del callo sporgente .(5 ore di intervento).
– Ad oggi vogliono togliere le due viti superiori al chiodo per dinamizzare la gamba ….
La mia domanda è’ : sulla base di come hanno trattato la frattura quando aveva il fissatore esterno posso ancora fidarmi nel far dinamizzare la gamba ?. (convinto che non avrebbe finalmente più subito ulteriore interventi)
La pseudoartrosi si è manifestata per cause batteriche o per una cattiva dinamizzazione del fissatore ?
C’è la probabilità che nonostante il chiodo , possa ripresentarsi la Pseudoartrosi ?
La ringrazio anticipatamente .
La dinamizzazione è una attività che consente la guarigione. Se non avviene dinamizzazione si rischia di fallire la guarigione. La pseudoartrosi ha cause varie, ma è uno degli eventi possibili e preventivabili, esiste infatti un trattamento della pseudoartrosi ben codificato ed affidabile. Il grosso problema è il senso di sfiducia da parte del paziente ed i lunghi tempi necessari. In genere opero le pseudoartrosi dei pazienti di altri ed altri le mie 😉
La ringrazio del tempo dedicatomi e spero che quest’ultimo intervento sia definitivo.
Lui comunque , nell’attività fisioterapica sta facendo anche la magneto terapia. E’ anche questa una delle cure che concorre ad allontanare il rischio pseudoartrosi?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Certamente si.
Buongiorno Dott.Fanzone, le ho già scritto in merito ad una frattura completa composta malleolo peroneale sx lieve diastasi monconi (52 anni donna )riportata il 28 gennaio 2016 a seguito distorsione. Ho tenuto gesso 35 gg gamba in scarico . Nel referto rx del 3 marzo alla rimozione ancora presenti esiti frattura discretamente diastasata in gesso.
L’ortopedico di turno mi ha concesso comunque carico con tutore aircast stampelle e inizio Fkt.
Eseguiti rieducazione funzionale con fisioterapista , magnetoterapia a casa,tavoletta,stretching,elastico , ad oggi ho ripreso gran parte della funzionalità del movimento, tranne nella parte anteriore del piede ancora un po’ bloccata.
Non ho particolari edemi o dolore in sede frattura e sto camminando come prescritto anche se mi stanco molto, ma riprendo il lavoro la settimana prossima come previsto dall’inail.
Purtroppo però da rx eseguito il 20 aprile dopo quasi 3 mesi dall’ evento leggo il referto:
non risultano segni consolidazione,parziale sclerosi margini, evoluzione con aspetto pseudoartrosico.
L’ortopedico mi ha detto che vista la sede della frattura anche se evolvesse in pseudoartrosi non dovrebbe darmi problemi e di fare una vita normale.
è possibile che dopo 3 mesi si possa già parlare di pseudoartrosi, potrebbe dipendere dal carico concesso troppo presto?
Comunque, posso davvero riprendere le attività normali o devo pensare a un intervento che vorrei sinceramente a tutti i costi evitare,ripeto non ho dolori se non fastidi.
La ringrazio per l’attenzione e per la sua gentilezza.
Buona giornata.
La diagnosi di pseudoartrosi è correta dopo sei mesi, prima si potrà parlare di ritardo di consolidazione. La problematica della ripresa lavorativa è molto particolare e controversa. Dal punto di vista “salute” prima si riprende il lavoro della caviglia meglio è.
Grazie Dottore per la Sua risposta
Buona giornata
Salve Dott. Fanzone,
(43 anni) Il 17 ottobre cadendo in giardino ho riportato una frattura scomposta spiroidale diafisaria alla tibia e perone. Dopo la trazione per 5 giorni, mi hanno messo chiodo endomidollare con 4 viti (due sopra la caviglia, due sotto il ginocchi). Dopo 2 mesi dall’intervento ho iniziato a fare la fisioterapia in acqua e a terra, la magnetoterapia e preso qualsiasi tipo di farmaco che consentisse la consolidazione della frattura( su ricetta medica). a febbraio è stata fatta la dinamizzazione in modo tale da favorire la formazione del callo, che purtroppo ad oggi sembra scarso. Mi hanno parlato di pseudoartrosi. Mi hanno ventilato la possibilità di un intervento per inserire una placca. Cosa ne pensa?
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta
Scarso non vuol dire assente. Cammina? Carica? Sono queste le domande da farsi. La radiografia da solamente una parte di informazioni le altre le deve dare l’organismo. Sarei curioso di sapere quali farmaci favoriscono la guarigione.
Salve dottore.
Si cammino, carico. dalla tac è risultato che una parte delle fratture stanno formando scarso callo di scarsa qualità, un’altra frattura sembra che i lembi siano in necrosi. é stato fissato per giovedì prossimo un nuovo intervento, (rimozione del chiodo endomidollare, avvicinamento dei monconi in necrosi, applicazione di placca, trapianto di cellule staminali ed eventualmente trapianto osseo)
Spero che sia risolutivo il nuovo intervento dopo 7 mesi
Auguri. Ci faccia sapere.
Salve Dott. Fanzone. Z sono Luigi, ho 43 anni e digito dalla Campania (Ischia). Lo scorso 4 Febbraio in seguito ad una frattura scomposta di tibia e perone in seguito ad un incidente, ho ricevuto un intervento di riduzione chirurgica della stessa con l’impiego di una placca e 9 viti equidistanti dalle ossa dopo una settimana di trazione dell’arto in ospedale. Dopo 3 mesi malgrado l’applicazione di magnietoterapia prenotata a distanza ed impiegata 8h a notte il processo di consolidazione e’ pressocche’ scarso. Sono preoccupato perché mi è stato detto che il processo di consolidazione nel mio caso col tipo di intervento svolto avviene tramite il carico e che se nel primo semestre la consolidazione non avviene devono rioperarmi ed inserire la comune placca che aderisce alle ossa. Grazie, distinti saluti.
E perchè non la fanno caricare?
No sto eseguendo anche la fkt con esercizi di carico pieno ormai.
Buuongiorno dott.Fanzone,
in seguito alla frattura del femore di una persona anziana, nonostante il recupero, è emersa una dismetria, spero si dica così, della gamba sottoposta ad intervento. Mi chiedevo se il processo è reversibile o se la gamba rimarrà più corta della sana. Il motivo è che i due fisioterapisti che si occupano della persona ritengono l’uno che la gamba tornerà come prima dell’incidente, mentre l’altro, al contrario, sostiene la irreversibilità. (Al momento si è provveduto ad adeguare la suola delle scarpe per colmare il gap tra le due gambe).
La ringrazio per la risposta.
Protesi o chiodo? Comunque la dismetria si misura sulle lastre radiografiche. IN genere preferisco non farla correggere con rialzo almeno nelle prime settimane.
Chiodo trocanterico operata a dicembre 2015. Ripresa ottima: formazione di callo osseo nonostante forte ostioporosi e grandi scetticismi da parte dei medici che hanno avuto in cura la persona.Età 92 anni. Buona salute generale.
La dismetria al momento è un fatto: mi chiedevo solo se fosse definitiva o meno.
Grazie
Con i chiodi un accorciamento è ampiamente prevedibile e risulta abbastanza accettato dal paziente.
La ringrazio per la risposta, non immaginavo che tutte le persone con frattura del femore per le quali si è optato per un chiodo trocanterico ne uscissero “così deteriorati”. Grazie buona giornata.
Buongiorno Dottore,
Le premetto che alla nascita ho subito una paralisi ostetrica all’altro superiore dx, che mi ha causato diversi problemi di deambulazione fino a quando a 16 anni nel 1986 mi sono operato per una trasposizione, che mi avrebbe dovuto portare qualche miglioramento nella deambulazione.
Nonostante questo l’arto è rimasto un poco meno sviluppato dell’altro.
Vengo al dunque;
Sabato 28 maggio sono caduto dalla bicicletta procurandomi una frattura completa e scomposta con discreta diastasi degli estremi di frattura a carico dell’estremo distale (acromiale) della clavicola destra. (come da primo referto radiografico).
dalle radiografie si vede che Il punto di frattura è prossimo all’acromion, e nelle visite i medici hanno detto che è un punto un po particolare, quindi una frattura “rognosa”.
In questi ultimi 12 giorni mi hanno visitato 4 medici di cui 2 ortopedici e due chirurghi della spalla, i quali hanno tutti suggerito la soluzione conservativa e non chirurgica.
Soluzione che mi lascia un po perplesso per il fatto che sarei più favorevole ad un intervento chirurgico risolutivo, più che altro per la certezza del recupero motorio del mio braccio destro già compromesso dalla paralisi ostetrica ed infine per un fattore estetico ed evitare l’eventuale brutta protuberanza ossea sulla spalla una volta che si viene a formare il callo, (ho già due belle cicatrici dell’operazione subita a 16 anni).
La cosa che a me interessa di più è la certezza di poter recuperare il 100% del movimento del mio braccio destro, com’era prima della frattura, e auspico ciò perchè la capacità completa del mio arto superiore destro è già stata compromessa dalla paralisi ostetrica, quindi vorrei essere sicuro che la soluzione conservativa con tutori e riabilitazione che mi hanno suggerito i medici che mi hanno visto, sia quella più idonea.
Lei cosa ne pensa in merito?
La ringrazio infinitamente e attendo un suo graditissimo riscontro.
Recupero del 100% della funzionalità iniziale. Questo s aspetta dalle fratture di clavicola. Anche io, in senso generale, sono per un trattamento conservativo. L’idea che un intervento dia risultati migliori è un pochino… fantasiosa.
Grazie della risposta dottore.
Lei quindi si attende un recupero al 100℅ della funzionalità come prima della frattura, anche se la situazione del mio arto superiore destro era già compromessa da paralisi ostetrica?
Perchè non dovrei aspettarmelo ed augurarlo?
Buongiorno Dottore,
in seguito ad una frattura del femore sinistro, ( intervento con chiodo trocanterico effettuato a dicembre), di una persona anziana , è iniziata fisioterapia con successo. La persona, con il deambulatore, cammina ed è al momento è in grado di fare le scale sia salendo che, con qualche difficoltà in più, scendendole. Nasce un problema proprio in questi giorni in quanto da una settimana avverte un dolore in zona inguine sull’altra gamba, quella non operata per capirci, che le impedisce ogni movimento. Anche il fisioterapista che la segue di fatto da diversi mesi, non riesce più a farla camminare a causa del dolore. Abbiamo chiamato il medico curante che ha ritenuto fosse una forte lombosciatalgia dovuta al fatto che la persona ha una postura, soprattutto da seduta, molto inclinata sulla parte sinistra, ( quella operata) per cui avrebbe creto questo problema, questa è la sua versione. Ha somministrato BRUFEN 800…ma la cosa dopo una settimana non è migliorata. Faccio presente che la paziente è asintomatica in tutti i momenti eccetto quando cammina. Mi chiedevo se potesse avere dei consigli in merito, non vorrei che il suo recupero che stava andando benissimo si interrompesse per questa inattività forzata. Le faccio presente che la persona ha 92 anni era completamente autosufficiente è perfettamente lucida, non ha problemi di salute a parte ostioporosi e la frattura alla gamba è perfettamente guarita con callo osseo formato.. La ringrazio molto.
E’ uno di quei casi in cui eseguire una radiografia sia corretto.Molto probabilmente sarà un fatto posturale ma negli anziani fragili, bisogna escludere con certezza che il dolore non sia legato ad una frattura dell’anca.
La ringrazio per la risposta. Scusi ma con frattura dell’anca si sta in piedi e si cammina? Il dolore è localizzato proprio a livello inguinale e se mette ghiaccio subito si placa il dolore. Grazie.
Buongiorno Dottore,
la disturbo nuovamente perché ieri il dolore si è acutizzato e abbiamo provveduto per portarla al prontosoccorso. Hanno riscontrato una frattura ileo ischio pubica e hanno consigliato riposo.
Visto il recupero ottimo che aveva raggiunto prima di questa nuova e considerato il buono stato di salute generale, ritiene che un mese di riposo come prescritto possa pregiudicare, definitivamente, il recupero oppure riprendendo la fisioterapia recupererà tornando allo stato di prima? Ricordo l’anamnesi: donna anziana ;intervento frattura fenore sinistro a dicembre; chiodo trocanterico; recupero ottimo fino a quel momento…mentre la frattura ileo ischio pubica appena riscontrata è sulla parte destra.
La ringrazio.
Il dolore è la limitante della possibilità di camminare. Ho visto che in molti casi non dura a lungo e la ripresa in genere è completa.
Buongiorno dottore, la ringrazio per la risposta. In ospedale ci hanno detto inizialmente che sarebbe dovuta rimanere sdraiata per un mese…poi hanno rettificato dicendo che poteva passare dal letto alla sua poltrona e viceversa. Visto e considerato che a letto sarebbe impossibile tenerla per un mese, considerando la tenacia delle persona , ed avendo a disposizione un verticalizzatore che impedirebbe la rotazione del bacino, il passaggio da letto a poltrona, unica soluzione possibile, se fatta con delicatezza creerebbe ulteriori danni? (Una volta seduta su questa poltrona non si muoverebbe per tutto il giorno, mangerebbe sulla poltrona e poi alla sera verrebbe coricata). Dunque ritiene che la sospensione per un mese della fisioterapia ed evitando tutti i movimenti per tutto il giorno, completo riposo senza alcun carico, eccetto poltrona letto come suggerito in ospedale creerá danni “? La ringrazio.
Buongiorno Dottore, il 18.06.16 a seguito di caduta da bici ho riportato la frattura scomposta del III prossimale clavicola sx. La terapia è stata: tutore ad 8 per 40 gg. Il giorno 06.08.16 ho fatta l’ultima RX nella quale risulta ancora non formato il callo osseo. L’ortopedico che mi segue mi ha detto che è ancora presto per la guarigione (c’è comunque la presenza di un callo fibroso) e di portare ancora il tutore per altri 20 gg e poi fare un nuovo consulto. Sono sulla strada giusta? Io ho la sensazione di no, anche perché la frattura fa dei piccoli movimenti, il che dopo quasi 50 GG mi sembra strano. Ho 50 anni , non ho problemi di salute, sono abbastanza preoccupato. La ringrazio in anticipo per una sua opinione in merito.
La tendenza è quella di fare guarire la clavicola senza intervento chirurgico. Le confermo che questa è la tendenza corretta.
La ringrazio per la risposta. Volevo sottoporle ulteriori sviluppi. Qualche giorno fa sono stato da un terzo ortopedico il quale, per vedere se ci fosse la presenza di callo osseo, mi ha fatto fare una TAC 3D. Oggi lo stesso dottore mi ha chiamato dopo aver visto la TAC. Ebbene non c’e’ ancora il callo (solo qualche filamento!). Mi ha altresì confidato che secondo lui la clavicola non riuscirà a guarire da sola e quindi è necessario un intervento chirurgico con inserimento di placche e viti. Quindi dopo 60 giorni di tutore ad 8 dovrò essere operato e iniziare tutto daccapo! La ringrazio in antici semmai vorrà esprimere un suo parere in merito. Grazie
Io sono qui ad augurarle una guarigione perfetta anche se in ritardo. Questo mio sito raccoglie tante richieste di informazioni e ragguagli ma non si possono ricevere diagnosi o consigli che non siano più che generici. E questo per ovvie e corrette ragioni. Ogni tanto però capita, mio malgrado. Nel suo caso specifico però non ho consigli da dare o meglio, magari uno solo: si faccia trattare in ospedale pubblico!
Buona sera Dottore, vorrei avere un suo parere riguardo la mia situazione. Ho subito, (pratico arti marziali) un brutto trauma toracico e la frattura scomposta della IV costa e composta della III. Nonostante siano passati 6 mesi…non ho recuperato. L’esito dell’ecografia, conferma la diagnosi iniziale, e nessuna sostanziale modifica. Sono molto preoccupata, anche perchè i dolori sono ancora presenti, e non vedo una soluzione a breve termine. Può darmi un suo parere? Può aver influito la mia età? (Ho 51 anni, ma pratico sport, da una vita..) La ringrazio anticipatamente.
Pochi sanno che le costole non sono di pertinenza ortopedica. Nonostante tutto le posso rispondere che il dolore dura veramente a lungo (a me per due anni), l’età non influenza la guarigione delle fratture.
Salve dottore. Le espongo il caso di mia madre. Operata per rottura femore con inserimento perno fissato da viti e fin dall’inizio avverte movimento rotatorio involontario della gamba. All’ultimo controllo una vite risulta rotta e a 4 mesi dall’intervento la calcificazione lenta. Da successivo consulto da altro specialista gli viene detto che se la vite non da problemi può non essere rimossa ma che la lenta calcificazione è causata dal perno utilizzato a suo dire troppo corto. Questo provoca il movimento involontario della gamba che a sua volta rallenta la calcificazione dell’osso. Qual’è il suo parere? Grazie
Alla fine il problema è la guarigione ossea. Se ritardasse ancora dovrebbe essere presa una decisione (in genere un nuovo intervento).
gent.mo Dott. Franzone,
le scrivo perché confusa ed arrabbiata da ciò che mi accade, sono in menopausa da 2 anni.sono caduta al lavoro battendo il ginocchio ed il polso dx a mano aperta per proteggere il viso.
Al p.s. de sxxxx di r… diagnosi di contusione..,e continua così… come se fossi matta io.. per cui dopo 20 giorni di dolore e con il braccio sempre faSCIATO da me, vado a fare privatamente TAC dove emerge: Frattura articolare (composta) ….epifisi radio distale…uno choc per cui essendo in infortunio torno in visita ospedaliera e finalmente mi prescrivono tutore fino a metà avambraccio e magneto…
ho tanti dubbi ..l polso fa male, il muscolo che va verso il gomito è dolorante e ho la il trapezio dolorante e contratto…il tutore non mi da sensazione di protezione e mi hanno detto che è tardi per il gesso.
ho paura di non guarire, sono destrimane… e soffro molto ma sono vittima di un ritardo diagnostico ed ora comincio a non avere fiducia..oltre a stare male..e piangere anche per il senso di sconforto…paura della pseudoartrosi e del non poter più aver forza nel mio braccio.
secondo lei posso guarire bene? come?
grazie infinite
Asia
Dopo venti giorni la tac ha visto che la frattura è composta. Quindi se non si è spostata nei pirmi venti giorni non si sposta più. Guarirà bene, la perdita di forza in genere è solo momentanea.
Salve le espongo brevemente il problema: dopo intervento a terzo metatarso eseguito a settembre 2015 in seguito a osteomielite ho eseguito antibioticoterapia per circa 2 mesi e mezzo.risolto il problema infettivo(rmn,Rx,esami etc…) ho dovuto fare i conti con pseudoartrosi al terzo metatarso.
Ho cominciato ciclo onde urto, e a distanza di 4 mesi dalla sospensione si è palesato all’rx callo osseo con iniziale saldatura dei due monconi ossei.
La domanda che le faccio e’ la seguente: nel momento in cui si forma callo all’rx si innesca un meccanismo virtuoso per cui inevitabilmente si arriverà a guarigione come mi è stato detto( e quindi è solo un fatto di tempo ) oppure c’è rischio che la situazione si cristallizzi e il callo non va più avanti?grazie
La natura prevede comunque una guarigione. A volte il callo rimane “fibroso” e quindi invisibile alle radiografie. Il trattamento pertanto non andrebbe mirato sul risultato della radiografia ma sulla clinica.
Buongiorno dottore.
Ho subito una frattura scomposta all’ulna.
Mi sono sottoposto ad intervento chirurgico da 5 giorni con inserimento di placca.
Posso sottopormi a sedute di magnetoterapia o ci sono controindicazioni avendo ancora i punti e la placca?
Non credo ci siano controindicazioni. Non rientra nella routine di trattamento.
Gentilissimo dott. Fanzone, mio marito circa 9 mesi fa ha subito un intervento di Tripla Artrodesi alla caviglia con trapianto di osso da banca (osso- di epifisi femorale/omerale lato sinistro).Per cammina usa due stampelle e devo dire che deambula con molta fatica e dolore. Ultimamente le sono state richieste delle radiografie per capire il motivo per cui la sua postura lo porta a zoppicare con molta evidenza…Il referto delle radiografie dice…….Slivellamento destro del piano passante per le creste iliache di 55 mm, conservati i rapporti articolari coxo-femorali e femorotibiali bilateralmente. Radiogrammi allo specialista di riferimento per le misura morfovolumetriche di interesse. Esiti di frattura tibio-astragaliche e peroneale, trattata con placche e viti metalliche che risultano integre ed in sede…..Cortesemente vorrei chiederle se seconndo lei si puo dire che l’intervento non è riuscito e cosa sia necessario fare…..Grazie per la sua disponibilità… Un cordiale daluto
Riguardo alla tecnica ed ai risultati non saprei e non posso dire nulla. Il fatto che zoppichi a distanza di tutto questo tempo è invece cosa da indagare. Ma è di quelle cose che necessitano una visita di persona.
La ringrazio per la sua gentilezza e per la sua attenzione….
Gentilissimo Dott.Fanzone, mio marito circa 10 mesi fà ha avuto un intervento di tripla Artrodesi alla caviglia con chiodo endomidollare transcalcaneare e viti metalliche. Le è stato richiesto di fare una TAC in 3D, perchè dopo tutti questi mesi accusa forti dolori e fatica a camminare…le mando la risposta del referto chiedendole cortesemente se può spiegarmi il significato di ciò……Scarsa rappresentazione di callo osseo sulla frattura dell’epifisi distale peroneale e del domo astragalico,che risulta in parte diastasato. Presenza di microframmenti ossei periarticolari, anteriormente e posteriormente all’astragalo… Un cordiale saluto…
Chi ha richiesto la TAC 3 D ?
E’ stata richiesta dall’ortopedico ( ma non quello che lo ha operato ) perchè secondo lui dalla radiografia sembrerebbe non ci sia il consolidameno delle ossa…Lei cosa ne pensa?…
Una artrodesi con chiodo non prevede di per se una completa chiusura degli spazi tra osso e osso. Questo avviene solamente se così è stato voluto durante l’intervento con interposizione di tessuto osseo o altri mezzi a tale scopo ideati. Continuare a vedere le zone libere da osso potrebbe quindi essere normale. La TAC 3D (bellissima ma non diagnostica) non ho idea di quale valore aggiunto potrebbe dare rispetto ad un radiografia ben fatta. Riguardo a questo quesito come ad altri ribadisco che non è possibile esprimere un giudizio che abbia reale valore senza avere la possibilità di una visita di persona.
Noi viviamo a Roma e mi creda se fosse stato più vicino saremmo venuti sicuramente per una visita. La ringrazio per la sua disponibilità e per la sua gentilezza….Un cordiale saluto..
Buonasera dr. Fanzone,
il 29 marzo mi è stato diagnostica al PS una Micro frattura del v metatarso. Mi hanno messo un tutore Walker da tenere 21 gg. Dopo una settimana sono andata da un ortopedico x capire come gestire la cosa visto che al PS erano stati molto sbrigativi . L’ortopedico guarda la radiografia e mi dice che in realtà è solo una infrazione e pertanto mi incita a caricare subito senza problemi e alla fine dei 21 gg a togliere il tutore e camminare tranquillamente. Io ho fatto esattamente come ha detto e sono 10 gg che cammino tranquillamente con scarpe de ginnastica. Il problema è che dopo aver cammminato ho male sul dorso del piede . L’ ortopedico a telefono mi ha detto che è del tutto normale e di camminare. Però io mi chiedo : quando mi viene questo dolore è meglio fermarsi e riposare il più possibile o al contrario insistere nonostante il male perché camminare aiuta l’osso a riparare più in fretta ? La ringrazio anticipatamente.
Meglio fermarsi a riposare.
Buongiorno Dott. Fanzone, mi chiamo Mario. Il 12 aprile ho avuto un incidente in bici nel quale mi sono fratturato tre coste, la scapola sinistra (composta), e le due clavicole (una composta è una scomposta). Mi è stato sconsigliato l’intervento chirurgico e mi è stato detto che la frattura si sarebbe consolidata tranquillamente portando soltanto un bendaggio ad otto. Ho letto su vari forum che la frattura di clavicola è soggetta a problemi di speudoartrosi. Vorrei poterle sottoporre le radiografie che ho, ma non so come fare. Inoltre sento che quando distendo totalmente le braccia, avverto come se i nervi e i tendini, tirassero. Questo è normale, oppure i tendini/nervi hanno subito anch’essi una qualche forma di lesione? La ringrazio anticipatamente, una buona serata, Mario
In generale le fratture di clavicola guariscono e guariscono bene. Pochissime volte viene posta indicazione chirurgica. Eventualmente la pseudoartrosi (rara) se capitasse potrebbe essere risolta. NOn è necessario mi mandi le rx. Per il resto vada tranquillo.
Salve Dott, Fanzone le vorrei sottoporre la mia situazione alla sua attenzione ringraziandola anticipatamente per la sua opinione: il 06/12/2016 dopo un trauma accidentale e rottura sotto capitata del femore dx( frattura scomposta con risalita del moncone di circa 2 cm). mi operano 3 gg dopo con un intervento di osteosintesi con 3 viti ed impianto di cellule staminali sotto consiglio del primario evitando la protesi visto la mia eta’ (47) e riferendomi che ci vuole un po tempo per la guarigione ed un po di fortuna. alla data odierna (22/05/2017) a distanza di 6 mesi circa le radiografie dicono che il callo osseo si e’ formato solo per meta’ nella parte inferiore mentre nella parte superiore dove si e sempre notato un leggero distacco delle parti di circa 3 mm no e’ avvenuto.Il medico dice fino a quando non si presenti una necrosi di aspettare ancora un po’.
‘Nel frattempo ho chiesto il consulto con un altro medico che dopo aver fatto una tac mi consiglia di intervenire subito per l’impianto della protesi perche’ a suo giudizio non guarira’ piu’ ed’ e’ passato troppo tempo . Cosa Mi consiglia?
Mi manca la parte principale del problema, non mi dice se è o meno in grado di camminare. Il risultato radiografico non sempre è in linea con la clinica. In altre parole, potrebbe già essere in grado di camminare retto dalla parte di osso guarito. Viceversa dopo sei mesi… farei anche io la protesi.
Salve dottore Fanzone, grazie x la risposta celere, comunque sto ancora con le stampelle e quando faccio una decina di passi con carico maggiore accuso un dolore all’inguine .Grazie ancora
Gentile Dottore,
ho subito una frattura scomposta del radio il 3 marzo. Ho subito un intervento chirurgico per la riduzione con l’applicazione di placca e viti il 6 marzo. Dopo l’operazione non mi viene prescritto tutore ma fisioterapia. Dopo un mese nessun segno di osteoriparazione. Si interrompe la fkt e si prescrive tutore steccato. a Due mesi nessun segno di osteoriparazione. Si mantiene tutore e si comincia con i CEMP. Si propone intervento chirurgico di revisione che però si rimanda a data da definire. Dopodomani ho la terza lastra di controllo.
Ho 31 anni, non bevo, non fumo, sono sportivo, in salute. Mai avuto problemi di salute. Mi sembra molto strana questa situazione.
Grazie della sua disponibilità.
E’ sempre possibile un ritardo di guarigione. Indagare sulle cause può essere utile. In questo modo magari si può riuscire ad invertire l’evoluzione e portare a guarigione.
Per ora ho eseguito le analisi del sangue relative alla salute ossea. Caldio vit D fosfatasi alcalina e fosforo. tutto nella norma. Se possibile vorrei farle visionare le lastre in mio possesso.
ps: anche l’ultima non mostra segni di calcificazione..
Mi venga a trovare.
Buongiorno dottore vorrei un suo parere al riguardo.
In data 9.6.2017 mia moglie è stata operata per intervento correttivo (Akin +PDO percutanea; Veeil ed osteoctomia p I II dito, Veil percutanea III e IV) con inserimento filo di K da rimuovere dopo 35 giorni.
Durante la seconda medicazione, avvenuta a 13 giorni dall’intervento l’infermiera accidentalmente rimuoveva il filo di K con fuoriuscita ematica abbondante.
la mia domanda è poiché il filo di K è stato estratto, anche se accidentalmente, in grande anticipo, ciò può compromettere il buon esito dell’intervento? a rimozione avvenuta non sarebbe stato auspicabile un radiografia del piede per vedere le condizioni ossee? Spero la facciano al prossimo controllo. cmq ci terrei ad una sua risposta, comprendendo bene che via mail non vede nulla di concreto. La ringrazio Giovanni Francesco
La “rimozione” anticipata del filo potrebbe inficiare il risultato dell’intervento. Mi auguro di no ma potrebbe. La radiografia non avrebbe nessun senso in quanto l’avvenuta guarigione la si potrà verificare direttamente in base all’esito dell’intervento.
Buongiorno Dottore, le pongo alla sua cortese attenzione il mio problema: ho avuto una frattura scomposta persottotrocanterica al femore il 7 maggio 2017 operato con chiodo gamma il 11 maggio 2017, ho eseguito una rx il 10 luglio il referto parla di avanzato consolidamento con buona calcificazione del tessuto di riparazione, modesta artrosi coxo-femorale. Ora le chiedo questo: il mio fisioterapista mi ha detto di lasciare le stampelle insiste il mio fisio dicendo che solo così potrò avere dei netti miglioramenti (deambulavo da un paio di settimane con una sola) ci provo a camminare senza stampelle ed avverto un dolore non esagerato alla gamba e all’ileo psoas mi pare si chiami accompagnato da una modesta zoppia, sono un ciclista e già da un paio di settimane faccio bici sui rulli con agilità, mi può dare un suo parere sui tempi e se continuare a camminare senza stampelle nonostante il dolore? Questa artrosi coxo-femorale mi deve preoccupare? Forse dovuta al trauma. Grazie
La artrosi era li già da prima. Sul lasciare le stampelle… tendenzialmente sarei in accordo con chi la segue.
salve ho 21 anni il 19 agosto del 2016 a causa di un “incidente” il mio femore sinistro si e rotto,da subito mi è stato messo un mezzo di sintesi esterno poiché la rottura e stata scomposta e molto infetta quel mezzo di sintesi l ho tenuto fino ad aprile 2017 dopodiché siccome non ce stata nessuna guarigione mi hanno diagnosticato la pseudoartrosi ad aprile 2017 mi e stato messo l apparato ilizarov ad oggi 18 luglio 2017 mancano ancora circa 6 cm di osso non so più cosa fare è passato un anno ed io ancora sono qua con il femore rotto e con l ilizarov alla gamba mi dia un consiglio
Certo che ha ragione! Troppo tempo è passato. Sei centimetri sono altri due mesi. Terribile! però cosa fare? al punto in cui siamo stringa i denti e vada avanti. E si faccia aiutare.
Salve Dott. Fanzone,
in primo luogo desidero ringraziarLa anche a nome di tutte le persone a cui gratuitamente fornisce consulto e, perchè no, a volte anche conforto.
Vengo al mio caso, per il quale mi ritengo comunque fortunato: ho 30 anni, buona salute e appassionato di fitness e palestra (amatoriale)
Lo scorso 04/07 ho subito un intervento a seguito frattura leggermente scomposta dell’omero dx (rima spiroide, III distale diafisario) trattata con un chiodo endomidollare. Il giorno successivo fui dimesso e mi fu richiesta rx a 20 gg e mi fu paventata addirittura la possibilità di rimuovere il tutore dopo 25 gg dall’intervento, previo opportuno controllo, con successiva terapia riabilitativa.
La suddetta RX ha segnalato la totale efficacia dell’intervento con monconi allineati e in contatto, ma “scarsa formazione di callo osseo”
Al controllo ortopedico ieri in data 31/07, mi è stato chiesto se per caso avessi rimosso il tutore (mai rimosso, al limite allentato per pochi istanti per motivi di igiene)..lo stesso medico chirurgo però all’atto delle dimissioni mi spiegò addirittura come cambiare un t shirt (cosa mai fatta poichè portato fin ora a petto nudo)
Poi mi è stato però detto che tutto sommato 25 gg sono pochi per la consolidazione ma che l’intervento è andato bene. E allora perche una RX a 20 gg? e perche le domande sulla rimozione del tutore se l’ RX è nella norma se non addirittura buona? Perche una prognosi di soli 25 gg? e il cambio maglietta che prevedeva addirittura la rimozione del tutore..e adesso un piccolo spostamento invece sarebbe problematico? Esito finale: quasi 60 gg tot di tutore a fronte dei soli 25 iniziali.
Preciso che ad oggi (a 26 gg dall’intervento) non avverto più dolore nemmeno alla palpazione del chirurgo, né tantomeno è presente un ematoma, solo una contusione al tatto, al livello del tricipite. La mano destra è perfettamente funzionante e non c’è stato alun danneggiamento nervoso o tendinale.
Ho TANTA confusione che non mi è stata chiarita.
Le chiedo gentilmente, semplicemente, se Lei ritiene che trattamento (tutore 60 giorni) e tempistiche siano normali e se ha qualche consiglio da darmi.
La ringrazio anticipatamente, di vero cuore.
Il caso come lo racconta mi lascia qualche perplessità. Il chiodo endomidollare in genere permette una rapida ripresa della funzione e un breve periodo di immobilizzazione. La ringrazio per la fiducia che ripone in me ma credo che la cosa migliore sia affrontare i suoi medici e chiedere che le risolvano i dubbi.
Grazie mille per la sua cortesia.
Ma le chiedo gentilmente di fugare questi ultimi dubbi: ho fatto bene a non effettuare il cambio della maglia rimuovendo il tutore? può, in qualche modo, allentare il tutore compromettere una più rapida guarigione? queste attenzioni possono fare la differenza? Quando lei dice “Il chiodo endomidollare in genere permette una rapida ripresa della funzione e un breve periodo di immobilizzazione” qual è mediamente la tempistica di immobilizzazione?
In ogni caso credo che effettuerò a metà mese un nuovo controllo rx, magari richiedendi anche un secondi parere.
La ringrazio anora per la sua cortesia e disponibilità.
Ha fatto bene ad essere cauto, un pochino meno ad esserlo eccessivamente. Vada avanti con i controlli. Auguri di buona guarigione.
Buongiorno Dott. Fanzone,
l’11 Settembre ho effettuato un intervento di osteotomia di Moberg per alluce rigido.
I dolori attualmente sono molto meno rispetto a prima anche se ancora presenti.
L’unica mia preoccupazione è che da una lastra effettuata il 28/11, a distanza di poco più di due mesi e mezzo dall’intervento, il callo osseo sulla falange è praticamente assente anche se la cambra risulta essere perfettamente in posizione.
Il radiologo parla di una tendenza all’evoluzione in pseudoartrosi, l’ortopedico che mi ha operato sostiene che la anche se la situazione va seguita la frattura si salderà completamente e propone un’altra lastra a distanza di 30, 40 gg.
Anche se non ha sostegno di radiografie cosa ne pensa?
Ripeto che in lastra non si nota nemmeno una nebulosa di inizio formazione callo osseo.
La ringrazio anticipatamente per la risposta
Credo guarirà tra qualche settimana ancora. In ogni caso la scomparsa del dolore sarà la cosa più importante.
Grazie mille per la disponibilità.
Salve Dr.Fanzone,sono un ragazzo di 30 anni di Lucca.
Esattamente due anni fa,in seguito ad un incidente stradale su di una rotonda percorsa in contromano (commesso dal conducente),ho riportato una frattura sternale(credo scomposta).
Il colpo è stato molto forte e la macchina(nuova) sul davanti era completamente accartocciata e da buttare.
Ovviamente avevamo entrambi le cinture di sicurezza allacciate,gli airbag sono scoppiati,ma lei(la conducente) non si è fatta niente mentre la parte della macchina dove mi trovavo ha assorbito completamente l’impatto perchè lei ha cambiato direzione appena ha visto arrivare la macchina proveniente dal verso “opposto”.
C’è da dire che era molto buio e la visibilità,data la nebbia,era scarsa.
In seguito allo scontro ho sviluppato nel giro di non molto tempo un ematoma addominale vistoso e anche un altro 1/3 del corpo sternale che comunque se ne sono andati nelle settimane successive senza problemi.
Il consiglio sul referto medico dopo l’incidente consisteva in 5 sedute di laser co2 e 3 sedute di fisiokinesiterapia (da rivalutare con successiva rx sterno),trattamenti che però non ho eseguito perchè fortemente sotto shock per l’accaduto.
Anche se c’è da dire che ho osservato i consigli di muovermi il meno possibile,infatti nelle settimane successive non mi sono quasi mosso e ho dormito sempre supino.
La prima lastra,poco più di un mese dopo l’incidente evidenziava esiti di frattura del manubrio sternale con monconi ossei scarsamente consolidati e non in asse.
L’ultima rx (della scorsa estate) riferisce:”esiti traumatici sul manubrio sternale in assenza di disallineamenti rx percepibili delle corticali ossee.
Non tumefazioni dei tessuti molli retrosternali”
L’estate scorsa ho voluto eseguire una rx di controllo perchè spesso,durante tutto l’arco di periodo dall’incidente fino ad oggi,durante il giorno avverto una dolorabilità fastidiosa in corrispondenza del trauma,e anche se relativamente leggera questa cosa si perpetua e non mi sembra normale.
Anche in seguito a piccole sollecitazioni come leggerissimi esercizi fisici di rotazione del bacino o l’estendere le mani verso l’alto,quindi sgranchirsi per qualche minuto,il dolore sullo sterno si accentua molto e se ne va dopo uno-due giorni.
Ho bisogno d’aiuto,quindi Le chiedo gentilmente se a suo parere esistono terapie efficaci come le onde d’urto o la fisioterapia,e se anche a distanza di tempo possano avere un’efficacia che quantomeno mi permetta di alleviare questo problema.
Ringraziandola di cuore,
Stefano
Pochi sanno che le ossa del torace non rientrano tra le competenze specifiche degli ortopedici ma dei chirurghi toracici. Ad uno specialista di chirurgia toracica dovrà rivolgersi.
buon giorno,
nel dicembre 2012 sono stato investito da pedone ed ho riportato la frattura della diafisi omerale dx.
sono stato operato di osteosintesi con chiodo midollare da 6 e due viti prossimali e 2 distali.
esito pseudoartrosi. rioperato con cambio del chiodo con una da 8. niente da fare.
Nel maggio 2014 rioperato con ulteriore stabilizzazione del chiodo, apertura del focolaio di frattura, innesto di cellule prelevate dalla cresta iliaca. Ad oggi pseudoartrosi.
Da un lato per circa 180° l’osso è in continuità, dall’altro lato in pseudoartrosi.
Cosa fare?. Nato 20/11/1979. fumatore. medico.
Nessuna sintomatologia dolorosa né deficit funzionale.
grazie e saluto
Un caso apparentemente sfortunato. Vorrei sapere se il chiodo è in configurazione dinamica oppure no. Il fumo ha degli studi che evidenziano una maggiore incidenza di ritardi di guarigione. Altre volte vengono utilizzati farmaci antiriassorbitivi (alendronati). Perchè non mi manda in mail le foto delle ultime rx? Le darà un parere.
Salve dottore.
Ho quarantaquattro anni. In data 21.1.2018 ho subito un intervento chirurgico d’urgenza di osteosintesi per frattura del trochite omerale destro, con applicazione di due viti cannulate. Ho portato un tutore fino al 2.3.2018. Non ho effettuato controlli presso l’ospedale in cui mi sono operato, perché è lontano da casa mia (mi hanno operato in Abruzzo, d’urgenza, e io vivo a Salerno). L’ortopedico cui mi sono rivolto, esaminando le radiografie, mi ha rappresentato il timore che l’intervento non sia stato ben eseguito e che possa pregiudicare la formazione del callo osseo. Ho chiesto anche il parere di un altro specialista, il quale, invece, ha ritenuto che non vi siano problemi. Sono un po’ confuso. Posso chiederle di visionare la radiografia, per avere un suo parere? Grazie.
Certo che posso vedere la sua rx.
Buonasera dottore,
Il 18gennaio 2018 ho avuto un incidente in moto che mi ha procurato la frattura pluriframmentaria di entrambi i polsi. Entrambi operati con placche viti e filo di k. Nell ulna dx
Polso sx frattura pluriframmentaria radio extrarticolare trattata con placca e viti.
In data 6 marzo dopo il controllo con rx ad entrambi i polsi ho tolto la doccia gessata che avevo a sinistra.
Il dottore mi ha detto di muovere il polso e usarlo normalmente senza strafare.
Faccio esercizi autonomi di mobilità e anche se sono passati pochi giorni il polso si muove sempre di più forzando gli angoli di flessione/estensione.
Pronosupinazione credo al 85/90%.
La preoccupazione é per il braccio destro..che ha subito la frattura intraarticolare di radio e ulna..
Il chirurgo mi ha accorciato il gesso che prima arrivava sopra il gomito mentre ora é solo avambraccio.
Dalle lastre il medico mi ha detto che stiamo procedendo bene ma,data la complessità della frattura siamo lontani dall’essere guariti.
Ha rimosso il filo di k dall ulna rimandandomi al 3 aprile per nuove rx.
Mi ha preoccupato che ha detto che l’ulna si é spostata leggermente (più corta) rispetto al radio.
Oltre alla preoccupazione che il polso non recupererà più la mobilità di un tempo dato il grave interessamento articolare.
Lei cortesemente cosa ne pensa di queste mie paure?
Riguardo all ulna corta cosa mi devo aspettare?
Grazie infinite
Si dovrà aspettare di ottenere la consolidazione delle fratture, poi con volontà e fisioterapia raggiungerà il massimo risultato possibile.
Potrei gentilmente mandarle le ultime rx che ho fatto il 6aprile così da poter aver un suo parere in merito?
Sono molto preoccupato per il mio polso sinistro.
Grazie infinite dottore.
Faccia pure
buona sera
vorrei sottoporle la complicata vicenda che stiamo vivendo con mia moglie
mia moglie, casalinga, 44 anni, due figli 11 e 13 anni, mestruazioni regolari, nessuna patologia di rilievo, mai fumato, mai abusato di alcol, mai fatto uso di sostanze, vita molto attiva, dalla prima gravidanza tralasciato l’attività sportiva riducendosi a farla saltuariamente ed maniera più tosto blanda.
In data 07.11.2017 a seguito di una banale caduta subisce frattura pertrocanterica del femore SX, ridotta con chiodo endomidollare in data 10.11.2017 , intervento riuscito, decorso operatorio regolare
alle dimissioni
clody 200 ogni 15 gg e dibase 50.000 una al mese, inizio fisioterapia domiciliare con riattivazione muscolare e aumento di carico progressivo ( dal 20 al 70 % ),
a febbraio ( a circa tre mesi dall’intervento ) a seguito di episodio di forte dolore in zona trattata chirurgicamente eseguiamo una radiografia ( 13.02.2018 ) di controllo e scopriamo tristemente che non era avvenuta la dovuta calcificazione
così comincia il calvario, anche psicologico
al controllo ortopedico ( 21.02.2018 ) si evidenzia algia alla digitazione in sede di cicatrice, no ai movimenti passivi e attivi fuori carico
proseguire clody e dibase, magnetoterapia per 6 / 8 ore al dì
proseguire fisioterapia
utile dexa femorale e lombare, RX arti interiori in toto 2 P ( dal bacino al collo piede ) con misurazione della dismetria
emocromo + coagulazione + profilo ematico e renale + Ca , K, Mg, P, VTTD + esame urine con vit. D, Ca, P, Mg + dosaggio PTH
Syalox plus 300
In data 24.02.2018 cominciamo con la magnetoterapia per 8 ore al di, fisioterapia domiciliare in scarico
Tutte le analisi di laboratorio effettuate danno esiti buoni, senza evidenziare scompensi e/o carenze
In data 27.03.2018 eseguiamo radiografia arti interiori in toto 2P ( dal bacino al collo piede ) con misurazione della dismetria, dove previo accordo don il radiologo gli chiedo di darmi un’indicazione sull’andamento della calcificazione della frattura, e lo stesso scrive “ IL QUADRO XGRAFICO ODIERNO APPARE SOSTANZIALMENTE SOVRAPPONIBILE RISPETTO AL PRECEDENTE DEL 13.02.2018 ESEGUITO IN QUESTA SEDE ”.
Adesso a circa 15 gg vorrei eseguire la dexa femorale e lombare, ad ulteriori 15 gg Rx arti inferiori in 2P per il dovuto controllo.-
Alla luce di quanto sopra, vorrei un suo parere sull’eventuale motivo della scarsa calcificazione, se quanto ci hanno fatto fare fino ad oggi e corretto, quali scenari ci aspettano in caso di mancata, scarsa, inadeguata, insufficiente calcificazione.-
Grazie
Un ritardo, fino alla mancata, guarigione è cosa che a volte succede. I motivi possono essere molteplici, non sempre definibili. In ogni caso esistono procedure per “riattivare” il focolaio di frattura e portare alla guarigione. Sono procedure sia mediche che anche chirurgiche. Per individuare la più appropriata bisogna però farsi seguire di persona. Riguardo a tutto questo credo che una grande influenza facciano anche i trattamenti farmacologici eseguiti e consigliati. Il Clodronato è un farmaco “potente”, non ha indicazioni nella guarigione delle fratture, non saprei proprio dire perchè è stato prescritto, però andrebbe rivista questa prescrizione.
grazie per la preziosa indicazione
ne farò immediatamente tesoro confrontandomi con gli ortopedici che ci stanno seguendo
Gentile Dottore, mio figlio di 12 anni nello scorso mese di agosto si è procurato in una banale caduta una frattura scomposta del radio e scomposta ed esposta dell’ulna. È stato operato con riduzione delle fratture e inserimento di due chiodi endomidollari ed è stato ingessato per 30 giorni. Al controllo rx non è risultata una valida formazione di callo ma il gesso è stato comunque rimosso completamente. Dopo altri 40 giorni, la rx ha evidenziato un ritardo di consolidazione dell’ulna mentre il radio era ormai a posto. Un po’ stupito, l’ortopedico ha prescritto in sequenza esami del sangue, RM e scintigrafia con leucociti marcati in quanto sospettava un’infezione dell’ulna, che però non è risultata da nessuno degli esami effettuati. A questo punto ha deciso di lasciare semplicemente i chiodi più a lungo dei 4 mesi inizialmente previsti e di aspettare. A 5 mesi dalla frattura, in corrispondenza dell’estremità verso il gomito del chiodo ulnare, che era molto superficiale, si è formato un grosso granuloma da corpo estraneo, piuttosto fastidioso. È stata quindi prescritta una nuova rx per valutare la rimozione del chiodo, da cui è risultata la totale assenza di callo osseo (indicata addirittura come regressione rispetto alle lastre precedenti). A questo punto, è stata diagnosticata una pseudoartrosi e, dopo un consulto tra 3 ortopedici di diversi ospedali pediatrici, hanno deciso di effettuare un intervento di innesto di osso autologo dalla cresta iliaca, con rimozione del chiodo e inserimento di placca con viti. L’intervento è stato eseguito la settimana scorsa ed è stato definito “perfettamente riuscito” ma a più riprese l’ortopedico ha ripetuto che “ora si deve sperare che l’osso si saldi”. Non sembrava così convinto… Lei cosa ne pensa? Perché questo scarso ottimismo? E, se non dovesse funzionare l’intervento effettuato, cosa si dovrà/potrà fare? La ringrazio
La scorsa settimana ho fatto un intervento assolutamente identico nella storia e nei tempi. Non sono perplesso, sono soltanto estremamente ansioso di vedere il risultato finale. Credo che anche il mio viso esprimesse scarso ottimismo, la ringrazio, mi ha fatto riflettere sulla cosa, chiarirò con il mio paziente.
Buonasera Dottore
il 7 aprile a seguito di una caduta ho subito la frattura scomposta del 3 medio della clavicola sinistra applicato il tutore ad 8 , il 18 aprile sono stato sottoposto operazione per l’applicazione di una placchetta in titanio con 8 viti, fino al 22 maggio tutto ok avevo ripreso tutte le normali funzioni ,
il 26 maggio ho cominciato ad avvertire dei dolori sulla parte alta verso la spalla , il 28 mi hanno rioperato per la rimozione della placchetta a causa di un infezione da scaffilococco aureo , mi hanno eseguito una terapia antibiotica flebo fino all’ 8 giugno , poi via orale che ancora sto facendo, dalle analisi cliniche i valori sono rientrati,, da una lastra effettuata il 25 giugno denota ancora un piccolo callo osseo , e la frattura non si e’ consolidata, e’ normale ? come posso accellerare la calcificazione?
Grazie
Non c’è nulla che velocizzi la “calcificazione”. E’ un processo naturale, del suo organismo. Quello che si deve fare è seguire la guarigione ed in caso di ritardo verificare le motivazioni ed eventualmente rimuovere gli ostacoli alla guarigione.
M ae normale che quasi tre mesi ancora non ce un buon callo osseo
Si tratta di un ritardo nella consolidazione. La cosa importante è comprendere il perchè di questo ritardo ed intervenire in qualche modo. In ogni caso si parla di mancata guarigione dopo 6 mesi.
Salve dottere,
volevo un suo parere.. le spiego il 10 settembre mi sono rotto il 5 metatarso frattura scomposta vado in ospedale e l’ortopedico di turno senza dirmi nulla mi ingessa il piede (gambaletto) per 30gg. Allo scadere mi tolgono il gesso mi rifanno le lastre e l’ortopedico sempre di turno mi consiglia un tutore senza carico.. per altri 20gg. vado a controllo è sempre l’ortopedico di turno ( trovassi mai lo stesso) mi dice che l’osso è allineato ma con un ritardo consolidamento del casso osseo.. inizialmente mi dice di intraprendere la strada chirurgica.. poi si corregge dicendomi di effettuare la magnetoterapia per 30gg. La mia domanda è questa!!! c’è possibilità che si formi il callo osseo con la magnetoterapia senza operarmi?? preciso che il piede nn e gonfio o tanto meno presenta ematomi
C’è una speranza di consolidamento ?? vorrei evitare l’operazione.
La ringrazio in anticipo
Saluti, Andrea
A volte il V metatarsale guarisce con fibrosi e senza callo. Questo è un fatto conosciuto ma spesso dimenticato anche dagli ortopedici. La guarigione in tali casi va decretata dal punto di vista clinico.La scomparsa del dolore e la capacità di movimento sono le due cose che andranno valutate.
Salve dottore sono Gisella o 61 anni al 10 dicembre sono caduta sie rotto lomero composto mi anno fatto una fasciatura rigida fino al 7 gennaio sto facendo fisioterapia o anche un ostiperosi severo cmq o paura che sti dolori non passano perche o male pazzesco faccio fatica a fare fisioterapia anche perché lo stesso braccio mi anno operata 2 volte per la cuffia o subito una quadrantectomia al seno sempre alla sinistra io o male tutto dietro la sciena la spalla e sotto l’ascella il fisioterapista dice che e normale lei mi puo consigliare cosa devo fare io non c’è la faccio più grazie
Brutta situazione senza dubbio. Però deve fare la fisioterapia. Dovrà anche farsi curare la osteoporosi.
Gent/mo Dr.
ho settantaquattro anni e cadendo in casa ho battuto con la schiena sul pavimento.Tutto questo è accaduto qualche giorno prima della chiusura in casa causa Covid.Sono riusciuto a fare una rradiografia della colonna vertebrale.Il risultato è stato:lesione quinta vertebra lombare.Il mio medico di base mi dato una infinità di analgesici telefonicamente.Comunque non ho risolto niente.Sono stato dopo tre mesi,quando si cominciava a poter uscire,da uno specialista neurochirurgo che mi fatto fare una RMN che evidenziava che la frattura esistente e il medico specialista mi riferiva anche che la vertebroplastica e la citoplastica non avrebbe risolto nulla essendo passati tre mesi.Questo agli inizi di giugno.Mi ha prescritto quindici sedute di magneto terapia che ho quasi terminato e un busto se non sbaglio, C35 che mi blocca in tre parti del troncoche dovroò portare fino a fine dicembtre ( si mesi ).Volevo sapere lei cosa ne pensa.Guariro’?Mi chiamo Fulvio D’Amico e abito a Nocera Inferiore ( SA ) in Campania.La ringrazio di avermi letto e invio cordiali saluti.
Il busto è sicuramente indicato, serve a “bloccare” la colonna ed a consentire il cammino.
In generale nella mia esperienza chi non è stato trattato con riposo all’inizio stenta a guarire o meglio lo fa con estrema lentezza.
Buonasera dottore,
a inizio febbraio a seguito di una brutta caduta mentre camminavo mi è stata diagnosticata una distorsione alla caviglia, rx negativi per fratture. Dopo un mese e mezzo, persistendo il dolore, ulteriori accertamenti hanno portato alla diagnosi di frattura dell’astragalo.
Dalla prima RMN è emerso “frattura intrarticolare a rima verticale trasversale del corpo dell’astragalo con edema diffuso della spongiosa. Discreto versamento articolare della TPA, della sottoastragalica posteriore e della talo-navicolare. Non segni di lesioni al complesso capsulo legamentoso peri-sottoastragalico e della sindesmosi tibio-peroneale. Nella norma i tendini dei vari comparti della caviglia. Non alterazioni di segnale a carico del tarso.
Le RMN successive hanno evidenziato una progressiva riduzione dell’edema, nell’ultima di giugno invece si legge: “Invariati i rapporti dei monconi della frattura. Non segni di osteonecrosi dei monconi. Modico versamento articolare della TPA e della sottoastragalica posteriore”.
Effettuo magnetoterapia quotidiana da 3 mesi; dopo l’ultima RM la fisiatra ha diagnosticato ritardo di consolidazione e ha cominciato un ciclo di onde d’urto. Il punto è che lei ritiene di non consentire il carico fino ad avvenuta consolidazione; l’ortopedico invece mi vuole rivedere dopo che ho iniziato a caricare senza effettuare RMN di verifica per valutare lesioni dei legamenti. Mi ha parlato inoltre del rischio di osteonecrosi da qui ai prossimi 7 anni. Io ora mi sento un po’ spaesato perché non so cosa fare: caricare solo dopo l’evidente consolidazione o no?
La ringrazio per il suo parere e la saluto cordialmente
Scegliere il momento in cui concedere il carico non è facile per mancanza di strumenti tecnologici che diano il via oppure lo stop. In generale questa decisione viene lasciata all’ortopedico che al limite si interfaccia direttamente con gli altri specialisti per trovare un accordo da comunicare poi al paziente. Questo per evitare di ingenerare confusione nel paziente e far venire il dubbio se si tratti o meno della scelta giusta, determinando alla fine una comprensibile sensazione di sfiducia.
Provi a farli parlare tra di loro.
Buongiorno dottore.. una curiosità: ho rotto la t7, frattura amielica a 2.3 tipo pincer, il medico mi dice che è guarita e stabile, che per i fastidi che accuso a stare seduto è meglio non operare e che si è formato un ponte osseo a sinistra, ove lo spessore del disco è completamente abolito.. Come si vede un ponte osseo da tac ed RMN? Dove l’ortopedico vede un ponte osseo, io ci vedo una vertebra scoppiata e separata in due!!!….
Si fidi del professionista che ha visto la TC. Se non è convinto potrebbe chiedere un secondo parere.
Gentile dottore vorrei sottoporle la mia vicenda anomala e dolorosa. Ho 55 anni e il 16 luglio scorso subivo frattura v metatarso causa di un storta del piede su di un gradino con relativa caduta. Frattura base V mi veniva prescritto tutore walker 30 gg e dopo 5 giorni dall’evento di camminare con carico dicendomi che ciò era utile alla guarigione. Dopo 40 gg nuova rx, esito “frattura in via di consolidamento” . Oggi sono passati più di 60 gg e da quando ho tolto il tutore ( che devo dire ogni tanto in casa lo toglievo e camminavo con dei sandali) ho un dolore importante sulla parte anteriore dei metatarsi in particolare il IV che si diffonde in tutto la parte anteriore e non mi permette di camminare (e come se peggiorassi rispetto al periodo della frattura e suo decorso durante il quale non ho mai avuto una situazioe così invalidante. Il dottore che mi ha visto mi ha prescritto di camminare nonostante il dolore, (che Le assicuro è lancinante) nonchè mi è stato prescritta “difosfonal 100 mg die per cinque giorni e poi una ogni 5 giorni per tre dosi, in quanto si era generata una condizione rara di Algodistrofia. Preciso che il piede non e gonfio se non leggermente lungo il IV metatarso dove mi duole forte, non vi sono cambiamenti di colore della pella ed a riposo il dolore si attenua. Le ho scritto perchè non mi sembra che la questione sia stata inquadrata correttamente. Le sarei tanto grato di un suo aprere se volesse potrei mandarle cpia delle RX. Grazie tanto.
La frattura del V può essere di diversi tipi, alcuni da trattare chirurgicamente. L’algodistrofia deve essere trattata e non si scoraggi perchè a volte sono necessari dei mesi.
Buongiorno, grazie della risposta che mi ha dato, forse sono stato impreciso nel messaggio precedente, ma trattavasi di una frattura composta con rima contenuta vista dal chirurgo ortopedico non era da trattamento chirurgico.
I dolori, a fitte, ( a volte anche quando faccio un sospiro) lungo l’osso del IV, come descrivevo sono sopraggiunti, quando si sarebbe dovuti arrivare a guarigione e non prima. Possono entrarci qualcosa i legamenti o terminazione nervose.
Potrebbero veramente essere associati ad ALGODISTROFIA, o una cattiva postura del piede durante il post frattura (in pratica facevo carico sul tallone e l’alluce). Nel sito della frattura non ho alcun dolore da tempo.
Il farmaco prescritto è appropriato? non è molto forte a quel dosaggio. Spero in una sua risposta perchè nnon vedo alcun minimo migliorante di giorno in giorno, La ringrazio veramente tanto Grazie ancora.
La postura alterata durante il carico in casi come il questo descritto è il motivo fondamentale che mi ha convinto a fare il “cattivo”. Non prescrivo tutori e vieto il carico almeno per due settimane. La frattura guarisce in entrambi i casi ma questi problemi che lei riferisce non compaiono.
Certamente dovrà riequilibrare il passo. I farmaci di quel tipo vengono spesso usati per la algodistrofia. A mia conoscenza l’unico che ha questa indicazione è il neridronato (Nerixia)
Gentile Dott. Fanzone, lo scorso 18 maggio, a seguito di una banale ma violenta caduta domestica, ho riportato una brutta frattura pluriframmenteta (almeno 4 frammenti) e scomposta della testa dell’omero sn. Io sono un uomo di 39 anni senza altre patologie, non fumo e non bevo. Mi è stato praticato un intervento di osteosinstesi con placca e chiodi. A parte i primi due giorni non ho avuto troppi dolori. Come da suggerimenti medici la mobilizzazione (passiva) è stata precoce. Ad oggi arrivo a circa 110/120 gradi in elevazione (passiva) senza dolore. La notte faccio 8 ore di magnetoterapia. Due giorni fa, a distanza di un mese dall’intervento, al primo controllo radiografico, la frattura risultava “in via di completa consolidazione”. Il medico mi ha invitato a lasciare il tutore e ad iniziare la mobilitazione attiva, che ho (ovviamente con cautela) cominciato questa mattina (seguito sempre da professionisti). Ovviamente il mio “incubo” è il rischio di necrosi, di cui ovviamente mi hanno parlato. So che sarà impossibile per Lei sbilanciarsi in tal senso, ma vorrei sapere se in base alla Sua esperienza il fatto che a distanza di 30 giorni la frattura è “in via di completa consolidazione” può costituire un minimo indice prognostico favorevole, oppure se allo stato attuale questo dato conta ben poco e si potrà cominciare a vedere qualcosa di più solo a 3/6 mesi dall’intervento.
Grazie mille per io supporto!
E’ tutto ampiamente e positivamente in guarigione. La necrosi potrebbe essere solo un incidente.
Gentile Dottore, sono l’utente a cui ha gentilmente risposto nell’ultimo commento di questa pagina, lo scorso 5 luglio.
Le scrivo per darLe un aggiornamento e porLe altri quesiti.
A distanza di 9 mesi dall’infortunio alla testa dell’omero sopra descritto, la situazione è la seguente:
– L’ultima RX, eseguita a 6 mesi dall’infortunio, confermava il completo consolidamento della frattura, con tutti i mezzi di sintesi in sede, senza segni di necrosi.
– A 9 mesi dall’infortunio ho eseguito anche una risonanza magnetica, dalla quale non è emerso alcun segno di necrosi. I tendini, i muscoli e la cuffia dei rotatori sono tutti in buono stato, sembrano non aver subito alcuna lesione.
I problemi che persistono sono 2:
1) Una limitazione funzionale significativa, con una situazione ormai statica dal quarto mese dopo l’infortunio. Nonostante la fisioterapia, mai interrotta, ho perso quasi del tutto le rotazioni. A fatica metto un braccio dietro la schiera; mentre in rotazione esterna supero di poco zero gradi (il braccio, con il gomito piegato, arriva perpendicolare rispetto al busto o poco oltre). In elevazione supero i 160 gradi, quindi va bene. Va bene anche in abduzione. Incontro invece un limite nella adduzione sul piano orizzontale: a fatica mi tocco la spalla sana con la mano del braccio infortunato.
Inizialmente mi era stato detto che la limitazione funzionale era legata alla presenza di aderenze, ma dopo tutti questi mesi di lavoro fisioterapico, da ultimo senza alcun miglioramento, mi sono convinto che la perdita delle rotazioni sia legata ad un cambiamento dei rapporti articolari dovuto alla nuova forma che ha assunto la testa.
In particolare, la RX eseguita in extrarotazione mostra una testa di forma quasi normale, posto qui un link (nell’immagine la colonna vertebrale è storta perché mi sto sforzando di extraruotare):
https://i.ibb.co/mRGfKFV/RX-30-11-n-1.jpg
La RX eseguita in posizione “neutrale” (come stavo quando avevo il tutore), riesco a interpretarla molto meno…in particolare sembra che la linearità del perimetro della testa a un certo punto si interrompa e ci sia una specie di ulteriore linea curva, distaccata, a sinistra. Ecco una foto:
https://i.ibb.co/52Jp45K/RX-30-11-n-2.jpg
E’ possibile che quella “cosa curva” che vedo a sinistra sia un pezzo di osso non ben sintetizzato che altera significativamente l’anatomia della mia testa, impedendo di fatto le rotazioni?
O si tratta di un artefatto radiografico che nulla a a che vedere con quanto ho ipotizzato?
2) Il secondo problema riguarda il dolore. Fino a circa 6/7 mesi dall’intervento stavo piuttosto bene. Purtroppo lo scorso dicembre ho fatto una sforzo eccessivo sollevando una valigia all’altezza del viso, lungo una rampa di scale (quel giorno mi sentivo disgraziatamente ottimista…). Ho pagato quello sforzo in termini di dolore per 1 mese e mezzo.
Nelle settimane seguenti, quando la situazione sembrava essere migliorata, il dolore si è riacutizzato e – sopratutto – è sopravvenuto un fastidiosissimo dolore notturno.
Prima di questa fase dormivo bene sul fianco “sano”. Adesso non sto bene nemmeno in questa posizione: sembra che l’avvicinamento dell’omero al resto dell’articolazione, per ovvie ragioni di “gravità”, quando sto di fianco, mi crei molto dolore.
In generale poi anche i movimenti “normali” come una modesta elevazione a 90 gradi sono diventati più faticosi e dolorosi.
La sintomatologia regredisce in maniera significativa per alcune ore (max 24) se assumo un brufen, ma poi tutto torna come prima.
L’ultimo medico che mi ha visto ritiene che si tratti di una sopravvenuta infiammazione dei tendini (periartrite) forse conseguente allo sforzo delle valigia sopra descritto o forse semplicemente sopravvenuta per il fatto che l’articolazione della mia spalla è mutata e il movimento non è più perfetto.
Mi ha detto che potrei sperare di risolvere con infiltrazioni di cortisone.
Per il momento ho preferito evitare perché avevo letto che il cortisone è purtroppo un alleato della necrosi, che non essendo ancora trascorso un anno dal sinistro non ho ancora scongiurato (secondo il dottore residuano un 10/20% di possibilità di necrosi. Trascorso l’anno diventeranno 1/2%).
Mi sento davvero frustrato, la qualità della mia vita è diminuita in maniera drastica a causa del dolore, sia di giorno, sia di notte.
Fino a qualche settimana fa coltivavo speranze, mi domandavo se un domani, la ipotetica rimozione della placca e di eventuali aderenze, avrebbe potuto migliorare la mia funzionalità articolare.
Oggi vorrei solo che il dolore cessasse o quantomeno diminuisse.
Ho 39 anni e comincio ad essere preoccupato per il mio futuro: pensavo non fosse possibile, ma inizio seriamente a temere che un dolore quasi invalidante potrà accompagnarmi per tutti i giorni e le notti della mia vita.
Si mostra una persona accorta e attenta, riesce anche ad interpretare, bene, le rx grafie. Purtroppo il tipo di frattura lascia spazio a cattivi risultati funzionali. In generale le persone si adattano, a patto di non lasciarsi prendere dallo sconforto (comprensibile di certo) e la spalla si disinfiamma spontaneamente se non la si spinge troppo.