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Indicazioni e rischi della protesi di anca

L’intervento di protesi dell’anca è eseguito per le conseguenze della artrosi è uno degli interventi ortopedici con i risultati più brillanti, capace di offrire grande vantaggio al paziente. Questo intervento ortopedico infatti riesce a ridurre il dolore da coxartrosi (artrosi anca) e migliorare la qualità di vita dei pazienti fino a riportarli ad una efficienza dei movimenti molto vicina a quella delle persone sane di pari età.

Nella maggior parte dei casi (85%) l’intervento di protesi femorale viene eseguito dagli ortopedici su pazienti affetti da anca artrosica – coxartrosi, il rimanente 15% dei casi riguarda pazienti affetti da malattie reumatiche e in molti casi riguarda giovani o giovanissimi.

Come è fatta una protesi di anca

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Com’è fatta una protesi di anca. Stelo biologico o cementato, cotile per protesi totale e testa per protesi di anca parziale.

La protesi di anca è un sistema meccanico fatto di metallo (acciaio o titanio) che viene usato in ortopedia, per sostituire le ossa dell’anca danneggiate da una frattura o rovinate e doloranti per l’artrosi. L’articolazione dell’anca viene sostituita con una articolazione di metallo ed uno stelo nel femore che consente la ripresa della capacità di movimento dell’articolazione dell’anca. In alcuni casi viene sostituita solo la parte del femore in altre anche la parte del bacino. Nel primo caso si parlerà di endoprotesi e nel secondo di totale. Esiste anche un terzo tipo di protesi di anca che viene chiamata protesi di anca a doppia mobilità che ha al momento indicazioni particolari.

  • Endoprotesi di anca

    una endoprotesi di anca è conformata ed impiantata nel femore per sostituire solo la componente ossea del femore, la testa della protesi ruota all’interno della normale componente dell’acetabolo del bacino.

  • Artroprotesi o protesi totale di anca

    In una protesi totale di anca viene sostituita sia la parte di articolazione del femore che l’acetabolo del bacino.

I vantaggi della protesi al femore sono enormi sia in termini di economia sanitaria (risparmio effettivo sull’uso di farmaci e fisioterapia – diminuzione del dolore nella coxartrosi) ma soprattutto in termini di miglioramento della qualità di vita (miglioramento della possibilità di muoversi dopo impianto di una protesi per artrosi. Migliora la capacità di camminare e di lavorare, migliora la vita sessuale, l’indipendenza e restituisce la possibilità di svolgere una vita sociale pressoché normale.

Quando fare una protesi di anca?

In caso di dolore persistente all’anca

Il dolore all’anca rappresenta la principale indicazione per l’intervento ortopedico di protesi d’anca. Tipicamente i sintomi dolorosi sono localizzati all’inguine ed al gluteo. A volte il dolore di anca può irradiarsi verso la schiena ed il ginocchio. Da chi non è esperto potrebbe essere confuso con un dolore da sciatica vertebrale. Il movimento aggrava la sintomatologia dolorosa da artrosi dell’anca. Spesso il dolore da coxartrosi dell’anca si presenta durante la notte.

Limitazione del movimento e del cammino e della possibilità di stare seduti

La riduzione del movimento dell’anca (difficoltà ad allacciare le scarpe o a salire le scale) pur essendo gravemente limitativa della libertà di movimento non è quasi mai una indicazione alla protesi se non è associato anche al dolore

Rigidità dei movimenti

In alcuni pazienti, specie affetti da malattia reumatica o esiti traumatici, il blocco dell’articolazione dell’anca determina una severa disabilità. In questi casi la protesi di anca consente la ripresa della articolarità e di una normale capacità di camminare.

In alcuni pazienti che hanno avuto una “fusione” dell’articolazione dell’anca l’intervento pur possibile è però gravato da molte possibili complicazioni.

Età

Un gran numero di protesi di anca viene impiantata in pazienti con età compresa tra i 60 e gli 80. Non esistono dati certi che indichino però che al di fuori di questo range non possa essere eseguito un intervento chirurgico di questo tipo. Tutti gli studi in materia (follow up) indicano che il 90% delle protesi è ancora perfettamente funzionante dopo 10 anni dall’impianto.

 Radiografia che mostra artrosi

L’indicazione alla protesi di anca non può essere fatta solo sulla base delle radiografie. Bisogna infatti considerare la presenza di dolore e la perdita di funzionalità. Anche gravemente artrosiche alle radiografie a volte non sono dolenti e viceversa.

Cause comuni di dolore all’anca

Nella maggior parte dei casi è una artrite la causa principale di riduzione del movimento e del dolore dell’anca. Artrosi ed artrite reumatoide sono le due principali patologie che interessano l’articolazione dell’anca.

  • Osteoartrosi: correlata all’età, in genere si manifesta dopo in 50 anni. Si chiama anche coxartrosi Viene riconosciuta una familiarità. La cartilagine che avvolge i capi ossei della articolazione inizia un processo di deterioramento che induce la comparsa di dolore e rigidità. In alcuni casi la patologia prende origine da difetti dello sviluppo corporeo come nel caso dell’ impingement o conflitto femoro acetabolare
  • Artrite reumatoide: è una patologia autoimmune, la membrana sinoviale che avvolge l’articolazione va incontro a fenomeni infiammatori che alla lunga finiscono per deformare la cartilagine articolare ed i capi ossei. Gravemente invalidante, l’artrite reumatoide è solo una delle cosidette artriti infiammatorie.
  • Artrosi post traumatica: si presenta come conseguenza di un trauma che abbia coinvolto l’articolazione dell’anca con un frattura. La cartilagine danneggiata non è in grado di riparare.
  • Necrosi avascolare: per cause traumatiche o anche non possibili da identificare l’osso sotto la cartilagine va incontro ad un fenomeno di necrosi (morte di un tessuto) l’osso perde consistenza e collassa determinando una deformazione dell’articolazione.
  • Displasia dell’anca: alcuni neonati presentano alla nascita una mancata “centratura” della testa del femore nell’acetabolo. Questa patologia risulta facilmente trattabile se riconosciuta, Si esegue normalmente una ecografia dei neonati (screening neo natale). Qualora questa patologia non sia stata riconosciuta durante lo sviluppo corporeo l’anca si accresce in maniera anomala determinando in età adulta una deformazione artrosica gravemente invalidante
  • Conflitto femoro acetabolare

 Controindicazioni alla protesi di anca

  • Presenza di altre malattie che rendono rischioso ogni intervento chirurgico.
  • Demenza
  • Patologie neurologiche e psichiatriche con compromissione delle capacità mentali e fisiche,

Come si mette una protesi di anca

Durante l’intervento di sostituzione protesica dell’anca, gli ortopedici devono rimuovere la cartilagine e l’osso danneggiato che costituiscono l’articolazione dell’anca e le sostituiscono con una protesi specificamente disegnata per sostituire le parti rimosse dall’anca.

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Radiografia che mostra una protesi di anca impiantata

La testa femorale viene rimossa tagliandola a livello del collo del femore che viene sostituito da uno stelo metallico che viene inserito a pressione (press fit) nel canale femorale nel caso delle protesi biologiche o fissato con cemento (protesi cementata)
Una testina a forma di palla viene fissata all’apice dello stelo, potrà essere di metallo o di ceramica, e sostituirà la testa del femore.
La cartilagine dell’acetabolo viene rimossa e sostituita da una coppa metallica, cotile protesico. Anche questa componente potrà essere fissata direttamente all’osso, avvitata o cementata. Tra la parte dell’acetabolo e la testina della protesi viene interposto, con lo scopo di facilitare lo scorrimento reciproco, una porzione detta inserto di materiale plastico o ceramico.

Fallimento di una protesi di anca

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radiografia che mostra una protesi di anca mobilizzata

Il cosiddetto “rigetto” di una protesi, la mobilizzazione di una protesi di anca descrive il quadro di una protesi che smette di funzionare, fallendo quindi l’obiettivo iniziale. Dovrà essere cambiata con un secondo intervento di “revisione della protesi”. I fallimenti delle protesi di anca sono circa l’ 1% . Spesso si sente dire rigetto della protesi, le cause di rigetto sono tante ma tutte portano allo scollamento della protesi dall’osso. Più spesso a fallire è la componente acetabolare (la coppa impiantata sul bacino) piuttosto che la componente femorale (lo stelo della protesi). Le cause principali che portano ad una revisione della protesi sono: le infezioni, errori tecnici all’atto della prima chirurgia, la lussazione ricorrente della protesi di anca, la frattura attorno alla protesi. Capitolo a parte le calcificazioni dei tessuti molli attorno alla protesi impiantata. Le calcificazioni periprotesiche possono essere prevenute.

Frattura periprotesica

Una causa di fallimento di un impianto protesico può essere la frattura del femore a livello dello stelo della protesi di anca.

Tempi di recupero dopo una protesi all’anca

giustissimo chiedere dei tempi di recupero dopo questo intervento. La risposta generalmente è molto confortante. Il paziente potrebbe mettersi in piedi già appena terminati gli effetti della anestesia. Questo avviene solamente quanto le caratteristiche della persona operata, il suo stato di salute generale, la capacità muscolare e la forza di volontà sono tali da permetterlo. In molti casi specie dopo una protesi di anca impiantata a seguito di frattura, i tempi di guarigione sono anche molto più lunghi. In ogni caso andrebbe detto e creduto che a 24 ore dall’intervento si potrebbe anche camminare e che dolore e difficoltà non presuppongono che l’intervento sia andato male. Nella personale esperienza i pazienti si tranquillizzano e ci credono in un periodo che va dai 3 ai sei mesi.

Nei casi di protesi impiantata dopo frattura evidenze sempre più chiare indicano come una buona opportunità il montaggio di una protesi a doppia mobilità.

Approfondimenti su protesi di anca:

Wiklunch I,  (1991) A comparison of quality of life before and after arthroplasty in Paitents who had arthrosis of the hip joint. J Bone Joint Surg 73A:765–769, .

Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso.


Dott. Giuseppe Fanzone

Pubblicato il 20 gennaio 2013
Ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2017
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Di Dr. Giuseppe Fanzone

Mi chiamo Giuseppe Fanzone. Nato a Mazzarino nel 1967, al termine di una carriera scolastica irreprensibile, mi sono laureato in Medicina e Chirurgia, magna cum laude, nel luglio del 1991, all’Università di Catania. Iniziata prestissimo l’attività lavorativa, sono riuscito comunque a conciliarla con la vita familiare arricchita dalla nascita di tre splendidi figli. Ho ottenuto il titolo di specialista in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università Campus Biomedico di Roma. Sono iscritto all’Ordine dei Medici della provincia di Caltanissetta. Sono diventato un Ortopedico “On Line” quasi per caso ma, questa condizione, ha finito per piacermi! Attualmente lavoro come Medico Ortopedico nella UOC di Ortopedia e Traumatologia dell’ Ospedale Umberto I di Enna dopo avere lavorato nell'altro ospedale della ASP di Enna Il Michele Chiello di Piazza Armerina.

18 pensiero su “Protesi totale di anca”
  1. Ho due protesi e una gamba mi fa male quando mi alzo da terra per raccogliere qualcosa il dolore e’ alto nn scende al ginocchi e in piu quando starnutisco il dolore lo sento anche da coricato cosa devo fare ?

  2. Contratto lo strafilococco dopo 4 anni intervento prot tot femore dx..Si può avere la protesi vecchia alla sostituzione? È un mio diritto?

  3. Salve dottore ho avuto un intervento di protesi d anca 9 anni fa nei primi anni ho avuto sempre parecchi dolore che mi portava a zoppicare vistosamente . Negli ultimi due anni i dolori sono diminuiti sino a scemare completamente però continuò a zoppicare anche se in maniera molto ridotta rispetto a prima.le radiografie viste dall ortopedico nel corso degli anni dicono che la protesi e ben posizionata pur essendoci un varismo di 1,5 cm .Cosa potrei fare a chi potrei rivolgermi X nn zoppicare più completamente esistono fisioterapisti esperti nello studio del passo?.Grazie

  4. Buongiorno
    ho un quesito da porre: mi è stata impiantata una protesi d’anca che, in seguito ad un’infezione, mi è stata rimossa e messo uno spaziatore. Quest’ultimo, già all’uscita dalla sala operatoria, si è lussato. Durante le settimane di, sottoposta a terapia antibiotica, mi sono mossa con l’aiuto di un deambulatore, con un po’ di sofferenza, ma non intensa. A fine febbraio è in progetto il riposizionamento della protesi. La mia domanda è la seguente: potrei aver arrecato qualche danno caricando l’arto per camminare? Posso muovermi con uno spaziatore lussato?

  5. L’ortopedico ha risposto a questa mia domanda così:
    ” Si lo può fare e non arrecherà alcun danno.
    lo spaziatore infondo ha solo la funzione di bonificare la zona infetta, quindi non succede nulla.”

    .

  6. La domanda è : perchè non si può camminare con un deambulatore quando è stata tolta per un periodo la protesi d’anca?

    1. Se ricordo ben è stato impiantato uno spaziatore che poi si è lussato. Nessuno potrà sapere con certezza cosa di danno si possa creare. Il paziente potrà fare ciò che vuole ma da medico no consiglierei di farlo.

  7. Buongiorno,mi è stata impiantata una protesi d’anca ceramica su ceramica accesso anteriore da 45 giorni riesco a camminare agevolmente il problema nasce ogni qual volta mi fermo o mi siedi i primi passi sono fonde di dolore ad inguine e zona troccanterica dopo aver fatto una decina di passi a muscolatura calda scompaiono.

  8. esimio Dott. Franzone, ho 68 anni ed a seguito di una rottura del femore per caduta, mi e’ stata impiantata una protesi totale. A distanza di 3 mesi e continua fisioterapia, i movimenti della mia gamba sono molto limitati. Mi sono stati riscontrati attraverso esami radiografici numerose ed estese calcificazioni nelle cosiddette parti molli, che sono, secondo ortopedico e fisiatra, le cause di questo mio problema. come e cosa mi consiglia di fare per potere uscire da questa situazione? Premetto che soffro di numerose patologie ( glomerulosclerosi renale, pressione alta, gammapatia monoclonale positiva di tipo K, depressione, per cui non posso assumere farmaci compresi gli antinfiammatori.!!!!!!!!!!. Grazie per la sua cortese risposta

    1. Le calcificazioni attorno alla protesi (calcificazioni periprotesiche) sono un problema conosciuto che porta ad una limitazione della motilità dell’anca operata. Non sempre sono prevenibili e/o curabili. Una volta createsi solo difficilmente guaribili. In genere permarrà per sempre una limitazione funzionale. Devo dire che nella mia esperienza il disturbo si attenua nel tempo. In un paziente come lei direi di non essere particolarmente aggressivi e di limitare la fisioterapia ad insegnarle a vivere questa nuova “normalità”.

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