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Fitoestrogeni e menopausa

La menopausa è quella situazione fisiologica per cui dopo una certa età (circa 50 anni) il ciclo mestruale inizia a diventare irregolare e progressivamente scompare. Durante questo periodo si assiste a drastici variazioni ormonali in particolare una forte diminuzione dei livelli di estrogeni ed un aumento dei valori sierici di FSH ed LH.

Tutto questo provoca alla donna dei sintomi caratteristici:

sintomi della menopausa

Caldane, disidratazione vaginale, ansia, insonnia e nella post-menopausa la espone maggiormente a problematiche come osteoporosi e  una più suscettibilità a malattie cardiovascolari. Queste problematiche pur trattandosi di condizioni del tutto naturali incidono fortemente sulla qualità della vita della donna.

Trattamento

Il trattamento medico tradizionale è la terapia ormonale sostitutiva, la somministrazione di estrogeni è assolutamente efficace nel contrastare i sintomi caratteristici e nell’abbassare il rischio cardiovascolare ma comporta qualche rischio seppur minimo di tipo oncologico in particolare sull’ endometrio.

Un doppio trattamento ormonale di tipo estrogeno-progestinico abbassa il rischio cardiovascolare ma secondo alcuni autori aumenterebbe il rischio di tumore al seno.

Cosa sono i fitoestrogeni

La terapia con i fitoestrogeni, cioè di provenienza erbale, anche se in genere meno potenti, se correttamente formulati e preparati sono in grado di contrastare efficacemente i tipici disturbi della menopausa in un numero considerevole di casi.

Fitoterapia contro i disturbi della meno pausa: efficace ma non per tutte

Cosa sono i fitoestrogeni

Si tratta di molecole di provenienza vegetale capaci di stimolare una risposta simil estrogenica dell’organismo. La loro azione è più debole rispetto a quella degli steroidi animali e la loro funzione non si limita alla sola attività ormonale.

I fito estrogeni sono ubiquitari nel regno vegetale, quindi in modeste quantità li assumiamo con la dieta di tutti i giorni contribuendo al carico estrogenico totale nell’uomo. In alcune specie vegetali sono particolarmente abbondanti e con tecniche classiche o particolari possono essere estratti e utilizzati in complementi alimentari utili per contrastare i classici disturbi della menaopausa.

Fondamentalemente i fito estrogeni appartengono a tre diverse categorie:

  • Lattoni dell’acido resorcilico, realmente micotossine prodotte da un fungo detto “fusarium”  presente in ogni materiale vegetale conservato in condizioni ambientali di umidità ed in presenza di tracce di terreno. Maggiormente reperibili nel riso, mais, granoturco e cereali in genere ivi compresi i loro derivati. La loro attività è di tipo estrogeno-agonista.
  • Estrogeni steroidei: sono identici alle strutture molecolari dei maggiori estrogeni dell’uomo cioè; estrone ed estradiolo, quindi identica anche la funzione. Sono presenti in alcuni vegetali come i semi delle mele ma in quantità estremamente basse per cui il loro significato biologico dal punto di vista estrogenico è irrilevante.
  • Fenolici: I derivati fenolici delle piante sono la più grande tipologia di sostanze di origine vegetale, essi vengono suddivisi in diverse famiglie e i fitoestrogeni derivano da 7 di queste: flavoni, isoflavoni, flavanoni, coumestani, lignani, calconi. Paragonata a quella dell’estradiolo la loro potenza varia da 0,01 a 0,9% mentre quella del coumetrolo è circa il 5%.

Isoflavoni della soia

Senza dubbio l’estratto più conosciuto e utilizzato per i disturbi della menopausa. La soia contiene 2 isoflavoni che sono genistina e daidzina in rapporto 3:2 può presentare tracce di glicetina (altro isoflavone). Un altra pianta che contiene più o meno lo stesso profilo fitochimico è il trifoglio che negli ultimi tempi viene più utilizzato perché ha un maggiore contenuto percentuale e l’ estrazione risulta meno onerosa dal punto di vista economico.

Dal punto di vista tossicologico si ritiene che gli isoflavoni della soia sono sicuri, basta riflettere sul fatto che la soia fa parte della dieta dell’uomo da millenni. In ogni caso quando parliamo di isoflavoni, che siano derivati dalla soia o dal trifoglio la dose giornaliera è di 80 milligrammi e non dovrebbe essere superata. Gli isoflavoni vengono attivati nell’intestino ad opera della flora intestinale. E’ intuitiva quindi l’importanza di un intestino eubiotico.

L’estratto di luppolo

Il luppolo è ricco di prenilflavonoidi, principi attivi molto studiati per le loro importanti attività fisiologiche tra cui quelle sulla sintomatologia della menopausa.

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Luppolo

L’ 8-PrenilNaringerina contenuta nell’estratto di luppolo (Humulus lupulus) fa parte di questi derivati. Recenti studi in vivo hanno evidenziato la capacità dell’8-prenilnaringenina di ridurre l’ormone serico-luteinizzante (LH) e l’ormone che stimola il follicolo (FSH) inoltre questi studi ne hanno accertato la sicurezza dal punto di vista tossicologico anche nel caso in cui l’uso viene protratto per lungo tempo.

Ogni 1000 donne in menopausa o post-menopausa solo il 10-11% sceglie la terapia ormonale sostitutiva ed il 30% sceglie trattamenti diversi. Di queste le donne più soddisfatte sono quelle che hanno scelto l’estratto di cimicifuga racemosa.

Un’erba senza fitoestrogeni; CIMICIFUGA RACEMOSA .

E’ senza dubbio l’estratto che più si adatta quando la scelta deve ricadere su un trattamento che non sia ormonale e tanto meno fitoestrogenico. I suoi componenti fitochimici

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Pianta di cimicifuga racemosa

rappresentativi sono triterpeni espressi come 27-deossiacteina. Utilizzato a 40 mg/die su decine di migliaia di pazienti ha dimostrato un elevatissimo profilo di sicurezza, possibilità di somministrazione anche in donne con pregressa storia oncologica e/o in trattamento con tamoxfene, una elevata performance clinica nel contrastare i disturbi tipici del periodo menopausale ed una molto provabile azione di mantenimento del tessuto osseo con riduzione del danno osteoporotico.

Il meccanismo d’azione della cimicifuga racemosa non è ancora del tutto chiaro, si ipotizza una attività di tipo pleiotropica.

Quando si ha l’iniziale sospetto o percezione di trovarsi in menopausa è indicato fare tutti i controlli medici necessari a stabilire con certezza scientifica lo stato di menopausa fisiologica.

La scelta tra terapia ormonale sostitutiva o con  fitoestrogeni va fatta in accordo con il medico in base alla situazione individuale.

Sia la paziente che il medico nella scelta dell’ integratore adatto devono tener presente che i prodotti contenenti fitoestrogeni  in commercio oggi in Italia non sono registrati come farmaci bensì come integratori e questa è una differenza molto importante.

Gli integratori non sono sottoposti alle rigide norme dei farmaci e la loro registrazione è molto più semplice. In questo contesto possiamo trovare accanto a prodotti di ottima fattura e provata scientificità altri preparati meno pregiati e seppur ben pubblicizzati meno attivi.

Quando si tratta di estratti erbali le variabili sono diverse e tutte importanti:  il tipo di estrazione, il solvente utilizzato, la stessa provenienza fino ad arrivare alla formulazione vera e propria.

L’estratto di cimicifuga efficace ad esempio è quello isopropanolico. Altri tipi di solventi danno estratti di cimicifuga la cui attività è sovrapponibile al placebo.

La galenica e la fitogalenica possono ampliare  molto le opportunità sopratutto in termini di personalizzazione terapeutica sia allestendo preparati salutistici che veri e propri farmaci anche ad uso locale come creme ed ovuli idratanti o ad azione ormonale.

Alcuni suggerimenti bibliografici:

Abdi F, Mobedi H, Roozbeh N.nJ Menopausal Med. 2016 Aug;22(2):62-4. doi: 10.6118/jmm.2016.22.2.62. Epub 2016 Aug 30.

Francesco Di Pierro; argomenti di fitoterapia biofarmaceutica cap. 8; i fitoestrogeni. CEC editore 1° edizione 2014.

Van Breemen RB, Yuan Y, Banuvar S, Shulman LP, Qiu X, Alvarenga RF, Chen SN, Dietz BM, Bolton JL, Pauli GF, Krause E, Viana M, Nikolic D.Mol Nutr Food Res. 2014 Oct;58(10):1962-9. doi: 10.1002/mnfr.201400245. Epub 2014 Sep 16.

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Fitomedicina . 2017 15 ottobre; 34: 50-58. doi: 10.1016 / j.phymed.2017.08.001. Epub 2017 2 ago.

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Dott. Giovanni Ferrigno

Pubblicato il 20 settembre 2017
Ultimo aggiornamento:  20 luglio 2017

Di Dr. Giovanni Ferrigno

Giovanni Ferrigno. Laurea in farmacia presso l'università di Torino. Galenista preparatore esperto in nutrigenetica e fitogalenica. Esperienza nell'industria farmaceutica nei reparti di estrazione di principi attivi da brodi di fermentazione e controllo processo in laboratorio. Membro del Consiglio Direttivo Nazionale della U.G.I. (Unione Galenisti Italiani).

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