La Morel Lavallée è una patologia di natura post traumatica che prende il nome da chi l’ha descritta originariamente (Victor Auguste Francois Morel-Lavallée la descrisse nel 1863)

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Questo tipo di lesione origina da un trauma che abbia coinvolto i tessuti molli al di sopra di una prominenza ossea. Il Morel la descrisse a carico della regione dell’anca osservando la formazione di un gonfiore all’anca originato da una caduta. Ma lo stesso tipo di trauma può determinare lo stesso tipo di lesione, caratterizzata da un gonfiore persistente, anche in altre regioni anatomiche come il ginocchio, la regione sacrale, la scapola, il fianco sulle ali iliache, le natiche ed il cranio.
Presentazione clinica
Presentazione classica dal punto di vista clinico è la comparsa di una ecchimosi cutanea con cute marezzata con aspetto a volte definito a macchie di leopardo, con sottostante gonfiore della cute soprastante ad una prominenza ossea. Tipicamente e frequentemente si presenta nella regione anteriore del ginocchio in seguito ad una caduta o nella regione del fianco destro o sinistro per una caduta con urto sull’anca. I pazienti ricordano una caduta, hanno potuto riprendere a camminare quasi subito ma il gonfiore, l’ecchimosi ed il dolore stentano a passare nonostante i trattamenti topici (freddo e pomate).
La lesione specifica viene provocata da un urto che abbia provocato una forza tangenziale che separa la cute ed il sottocute con il grasso sottocutaneo dalla fascia muscolare sottostante. Questa separazione tangenziale di tessuti determina la formazione di uno spazio virtuale che può essere invaso e “rigonfiato” da sangue fuoriuscito dai vasi. Nelle ore o giorni seguenti al trauma questo spazio può essere ingrandito e riempito anche da siero, grasso colliquato per necrosi e coaguli di sangue. Ad insospettire i pazienti è sia il dolore che il gonfiore persistente dell’anca o del ginocchio.
Una lesione simile, perlomeno nel meccanismo patogenetico di “scollamento” del sottocute dalla fascia, è stata descritta anche come esito di una liposuzione addominale.
La lesione di Morell Lavallee si trova citata anche come effusione di Morel Lavalle o Sieroma o anche pseudolipoma o pseudocisti. A volte può essere confusa con un ematoma in fase di riassorbimento e pertanto indicata come ematoma cronicizzato.
Le lesioni tipo Morell Lavalle non sono rare nei traumi di cospicua intensità di regioni corporee soprastanti prominenze ossee. Viene citata come rara ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che rimane spesso misconosciuta o definita in altro modo.

Una lesione simile si riscontra in interventi ortopedici di anca e ginocchio dove l’evento che rende possibile lo sviluppo della pseudocavità di Lavalle è provocato dalla incisione chirurgica e dallo scollamento tra i tessuti.
Patogenesi della Morel Lavallée
Tipicamente prodotta da quando un trauma provoca uno scivolamento reciproco tra cute, sottocute e grasso sottocutaneo e la fascia muscolare sottostante. Il trauma iniziale provoca una separazione tra la fascia ed i tessuti soprastanti determinando la formazione di uno spazio virtuale che verrà riempito da liquido sieroematico o francamente ematico. Questa raccolta potrà andare incontro alla guarigione spontanea o progredire verso una raccolta saccata persistente
Clinica
La Morel-Lavallee viene in genere identificata a poche ore dal trauma anche se in alcune occasioni può essere scoperta anche diversi anni dopo (determinando difficoltà di interpretazione e la necessità di una diagnostica differenziale). Generalmente la lesione di Morel-Lavallee si associa ad una frattura ossea sottostante ma può anche essere presente in assenza di frattura. Raramente è bilaterale. I pazienti lamenteranno dolore, rigidità e gonfiore. Il dolore a volte potrà essere assente per il danno dei nervi sottocutanei.
L’esame clinico potrà essere dirimente. La diagnostica è quella di base per un trauma con la radiografia che permette di visualizzare la presenza o meno di frattura e l’ecografia che mostri la presenza di un versamento tra fascia e tessuti sovrastanti. Nei casi più complessi o di presentazione tardiva l’esame con RMN.
In radiologia esiste anche una classificazione della Morell Lavalle basata sulla evidenza alle immagini di Risonanza Magnetica (RMN).
La classificazione di Mellado e Bencardino
distingue sei tipi di lesione di Morell Lavallee sulla base della forma del versamento, del segnale specifico, dell’impregnazione con contrasto e della presenza o meno di capsula.
- Tipo I lesione laminare con versamento ipointenso in T1 ed iperintenso in T2. Potrebbe mostrare una capsula senza enhancement.
- II lesione ovalare simile ad ematoma sottocutaneo iperintensa in T1 and T2 con capsula sottile e enhancement variabile.
- III forma ovalare con T1 intermedio e T2 eterogeneo come nei casi di ematoma cronico organizzato. Capsula sottile ed enhancement periferico.
- IV lesione lineare ipointensa in T1 iperintensa in T2l. assenza di capsula.
- V pseudonodulare con forma rotondeggiante, con T1 e T2 variabile e capsula più o meno spessa con enhancement periferico.
- Tipo VI si riferisce a lesioni infette, presenta T1 e T2 variabile ed evidenza di tragitto fistolososo, capsula ben evidente e enhancement positivo sia all’interno che perifericamente.
Prognosi e trattamento
Nei casi non recenti, andati incontro a cronicizzazione un trattamento conservativo ha scarse probabilità di successo. In genere nei casi cronici sarà necessario un drenaggio chirurgico.
In ambito ortopedico la lesione dovrà essere riconosciuta in quanto la sua presenza potrebbe rappresentare un rischio aumentato di manifestazione infettiva con le possibili conseguenze negative in caso di trattamento chirurgico della lesione ossea sottostante.
Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso. Dott. Giuseppe Fanzone
Pubblicato il 18 gennaio 2020 Ultimo aggiornamento: 18 gennaio 2020
Salve credo che mio figlio L anno scorso dopo una brutta caduta ha avuto su coscia questo ematoma / lesione non so . Trascurato e non capito in chirurgia pediatrica. Successivamente drenato due volte . Ora dopo un anno presenta un gonfiore una massa un piastrone definito in più modi sempre in corrispondenza del precedente trauma questa massa di è firmata piano piano mentre c era il liquido . Come può essere trattata? Grazie per L attenzione
La diagnosi finale, una volta sospettata, necessita di una conferma con RM. Le servirà però un chirurgo che la prescriva e poi si incarichi del trattamento.
Grazie. Vorrei sapere se per evitare il progressivo aumento della massa bisogna fermare i movimenti corporei sulla zona oppure spingere il corpo a muoversi di più.