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L’infezione è tra le più importanti e complicate cause di mobilizzazione di una protesi. Si definisce infetta una protesi attaccata da batteri che ne colonizzano la superficie determinando distruzione dei tessuti attorno all’impianto. L’infezione potrà verificarsi durante il ricovero in ospedale (infezione precoce) o anche successivamente, a volte dopo anni dal primo impianto (infezione tardiva).

Mobilizzazione settica

Una mobilizzazione settica (mobilizzazione da infezione, per distinguerla dalla mobilizzazione asettica legata ad altre cause) determina la necessità di una revisione dell’impianto che consisterà nella rimozione della vecchia protesi, l’uso di spaziatori e farmaci specifici per la cura della infezione e di un protesi nuova da revisione.

Trattamento della protesi infetta

In generale si avranno a disposizione due metodiche di trattamento

  1. La rimozione ed impianto in unica seduta operatoria (one stage hip revision technique)
  2. sostituzione della protesi in due tempi (two-stage technique)

La tecnica in due tempi (two stage) prevede:

  • Un primo intervento durante il quale vengono rimosse tutte le componenti della protesi e l’eventuale cemento. Si pulisce per ben tutto il sito chirurgico e si richiude tutto. In genere lo spazio lasciato vuoto dalla protesi viene riempito con una cemento spaziatore (riproduce quasi del tutto il volume e la forma della protesi rimossa) e si inizia un trattamento con antibiotici per un periodo di 6-8 settimane per curare l’infezione. La presenza di severi danni al femore o al bacino e la perdita di osso rendono impossibile l’impianto di uno spaziatore.  In questi casi il paziente è immobilizzato a letto fino al successivo intervento
  • Un secondo intervento, dopo le 6-8 settimane di cura con antibiotici, dopo avere verificato clinicamente e con esami di laboratorio che ci siano sufficienti ragioni per credere risolta l’infezione, durante il quale si procede  all’impianto della nuova protesi.

La scelta tra le diverse tecniche di revisione dell’anca è data dalla valutazione di un certo numero di fattori, tra i quali:

  • Il tipo ed il grado di infezione
  • Il tempo intercorso tra l’inizio della infezione e la richiesta di trattamento
  • Le decisioni del paziente
  • Le decisioni e l’esperienza del chirurgo ortopedico

La terapia in un solo tempo è comunque limitata a situazioni veramente rare. Tra qualche anno forse potrà divenire più frequente se miglioreranno le terapie farmacologiche e le tecnologie a disposizione.

Un caso di revisione di protesi di anca in due tempi

Radiografia della protesi mobilizzata in tutte le sue componenti con migrazione della componente dell’acetabolo all’interno della pelvi

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Protesi di anca mobilizzata con componente acetabolare lussata in bacino

sistema tmars zimmer

Rimozione completa del primo impianto. Non è stato posto a riempimento uno spaziatore di cemento ed antibiotico poiché la grave perdita di osso a livello del bacino avrebbe provocato la lussazione del cemento nella pelvi con prevedibili e temibili danni a livello delle strutture vascolari e nervose.

anca-rimozione-protesi
La radiografia dopo rimozione della protesi di anca. Notare l’assenza di parete e fondo dell’acetabolo

Secondo intervento di impianto di protesi di revisione con stelo ad appoggio diafisario , gabbia al bacino e cotile cementato.

TMARS-ZIMMER-Anca
Protesi di anca di revisione sistema TMARS Zimmer

Cosa si intende per revisione di una protesi d’anca

Con revisione di protesi d’anca si intende descrivere la procedura chirurgica con cui:

  1. si rimuove tutta la protesi fallita o parte di essa;
  2. si predispone l’osso ad accogliere una protesi nuova;
  3. viene impiantata una nuova protesi, scelta in modo, che si possa adattare alla qualità e forma dell’osso che è stato modificato in seguito e per conseguenza del fallimento della protesi di primo impianto.

Le protesi d’anca possono mostrare il proprio fallimento anche a distanza  di molti anni. La riuscita del reimpianto necessita di una accurata preparazione chirurgica. Una procedura chirurgica corretta, la scelta della protesi di sostituzione giusta, che si adatti all’articolazione e alla forma delle ossa alterata dal primo fallimento, sono requisiti per una buona riuscita dell’intervento di revisione. Scegliere sistemi e materiali di ottima qualità, l’esperienza e la manualità del chirurgo sono validi motivi per sperare che la protesi abbia successo e lunga durata.

Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso.


Dott. Giuseppe Fanzone

Pubblicato il 23 ottobre 2017
Ultimo aggiornamento:  23 ottobre 2017

Di Dr. Giuseppe Fanzone

Mi chiamo Giuseppe Fanzone. Nato a Mazzarino nel 1967, al termine di una carriera scolastica irreprensibile, mi sono laureato in Medicina e Chirurgia, magna cum laude, nel luglio del 1991, all’Università di Catania. Iniziata prestissimo l’attività lavorativa, sono riuscito comunque a conciliarla con la vita familiare arricchita dalla nascita di tre splendidi figli. Ho ottenuto il titolo di specialista in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università Campus Biomedico di Roma. Sono iscritto all’Ordine dei Medici della provincia di Caltanissetta. Sono diventato un Ortopedico “On Line” quasi per caso ma, questa condizione, ha finito per piacermi! Attualmente lavoro come Medico Ortopedico nella UOC di Ortopedia e Traumatologia dell’ Ospedale Umberto I di Enna dopo avere lavorato nell'altro ospedale della ASP di Enna Il Michele Chiello di Piazza Armerina.

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