scheletro del piede

Definizione anatomica di piede

Il piede rappresenta dal punto di vista anatomico l’estremità distale dell’arto inferiore, il punto più estremo del corpo umano. La sua parte più prossimale entra a fare parte dell’articolazione della caviglia, il tallone costituisce l’estremità posteriore del piede, il tarso la porzione intermedia, il metatarso e le cinque dita la porzione anteriore.

Visto con il corpo “in piedi” si possono distinguere una superficie inferiore detta pianta o superficie plantare ed una superficie superiore detta dorso.

Anatomia del piede

Il piede e’ un organo complesso perché complessa è la sua funzione. Al piede è deputata non soltanto la capacità di muoversi e camminare (necessità di adattabilità, sensibilità, presa al suolo) ma anche la funzione di organo necessario per il mantenimento della postura e dell’equilibrio. Per svolgere queste funzioni il piede è dotato di innumerevoli articolazioni, di un sistema muscolare intrinseco, di una ricca innervazione, di una cute in parte elastica e sottile ed in parte dura e resistente. Tutti i carichi generati dal movimento si distribuiscono e prendono fulcro sul piede, per tale ragione i suoi legamenti e le inserzioni tendinee sul piede sono tra le più spesse e resistenti dell’intero organismo.

Nel piede ci sono 26 ossa, un quarto di tutte le ossa dello scheletro. In pochi centimetri dei nostri piedi ci sono 33 articolazioni, 20 muscoli, 150 legamenti e più di 7.200 terminazioni nervose che formano un ricco circuito di sensori per l’equilibrio ed una struttura anatomica in grado di sostenere il peso del corpo anche in movimento.

Una domanda da frequente è quella riguardo ai nomi delle dita del piede

Come si chiamano le dita del piede

Le dita della mani hanno un nome. Quelle del piede no. Si chiamano semplicemente dita del piede. Secondo la classificazione internazionale dei termini anatomici (Parigi 1955) solo il primo è chiamato alluce. Per distinguerli, vengono numerati progressivamente (I, II, III, IV, V dito) a partire da quello più interno. L’alluce ha solo due falangi, mentre le altre dita ne hanno tre.

La necessità e l’abitudine all’uso di calzature rappresenta da un lato una protezione per il piede dall’altro una causa di stress e potenziali patologie. La scelta della calzatura dovrà quindi essere accurata, influenzata più dalla necessità di prevenire le patologie del piede che dai dettami della moda.

Le scarpe sono costruite secondo parametri “standard” ma i piedi non sono sempre standard. La lunghezza delle dita determina anche la forma della punta del piede. Le calzature si adattano più o meno a questa forma.

La lunghezza delle dita del piede determina il “tipo” di forma della punta.

Le patologie più diffuse a carico del piede sono:

  1. Alluce valgo
  2. Alluce rigido
  3. Deformità delle dita del piede
  4. Neuroma di Morton
  5. Fascite plantare e spina calcaneare
  6. Piede piatto nel bambino

In  tutti questi casi, occorre intraprendere le cure più adeguate per  risolvere i problemi che si sono verificati e recuperare la funzionalità  del piede, sottoponendosi ad una visita ortopedica specialistica.

Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso.


Dott. Giuseppe Fanzone

Pubblicato il 30 giugno 2011 
Ultima modifica il 22 luglio 2017

Di Dr. Giuseppe Fanzone

Mi chiamo Giuseppe Fanzone. Nato a Mazzarino nel 1967, al termine di una carriera scolastica irreprensibile, mi sono laureato in Medicina e Chirurgia, magna cum laude, nel luglio del 1991, all’Università di Catania. Iniziata prestissimo l’attività lavorativa, sono riuscito comunque a conciliarla con la vita familiare arricchita dalla nascita di tre splendidi figli. Ho ottenuto il titolo di specialista in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università Campus Biomedico di Roma. Sono iscritto all’Ordine dei Medici della provincia di Caltanissetta. Sono diventato un Ortopedico “On Line” quasi per caso ma, questa condizione, ha finito per piacermi! Attualmente lavoro come Medico Ortopedico nella UOC di Ortopedia e Traumatologia dell’ Ospedale Umberto I di Enna dopo avere lavorato nell'altro ospedale della ASP di Enna Il Michele Chiello di Piazza Armerina.

3 pensiero su “Il piede: unità anatomica e funzionale”
  1. Gentile dr. Fanzone nel 2005 il giorno non ricordo, sono scivolato e poi caduto e mi sono rotto il piede sinistro, sono corso all’ospedale e mi hanno messo i chiodi, e poi ingessato, fatto il suo corso il piede e tornato a posto, un paio di anni un il chiodo del piede sinistro cercava di uscire, sono andato all’ospedale mi hanno fatto l’analisi e poi mi hanno messo in lista per togliermi i chiodi.
    visto che non mi chiamavano mai,il mio medico curante mi ha consigliato di rivolgermi ad un privato,
    che conosceva. Così mi ha operato e ha tolti tutti i chiodi. Dopo sei mesi mi sono fatte le lastre ma
    le ferite non si sono rimarginate il prossimo anno le ho rifatte e sono rimaste cosi le mando la risposta della lastra: referto del RX CAVIGLIA SN
    Esiti di pregressa rimozione di mezzi di sintesi a carico della caviglia dopo intervento chirurgico.
    Si conferma condizioni di pseudoartrosi della tibia e perone ed esuberanza ossea con sinostosi;
    spazi articolari della caviglia ridotti e sclerosi delle superfici articolari contrapposte.
    Spina calcaneare. Inserzione calcifica del tendine achilleo .Sclerosi del profilo calcaneare.
    Riduzione del tono calcifero. Quadro stabile al precedente controllo del 7/10/2020.

    Cosa mi consiglia

    1. Credo si sia rotta la caviglia, il radiologo referta una mancata guarigione. Però mi pare di capire che non ci sono problemi particolari nel camminare. Comunque questo caso andrebbe visto da un ortopedico per decidere cosa fare, magari le verrà detto di non fare nulla però…

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