Cosa è il calcagno
Il calcagno è un osso tozzo e corto che rappresenta lo scheletro della porzione posteriore del piede, è detto anche tallone. Si articola in alto con l’astragalo che insieme a tibia e perone forma l’articolazione della caviglia. Durante la fase di appoggio del cammino si fa carico di tutto il peso corporeo.
Le fratture di calcagno si verificano per traumi ad alta energia come cadute dall’alto. Può essere determinato anche da traumi sportivi ed incidenti automobilistici. Un tipo di frattura del calcagno è la cosiddetta frattura da stress (lesione in cui spesso incorrono i maratoneti ed i runner).
Sintomi delle fratture di calcagno
I sintomi di una frattura di calcagno sono dolore significativo della porzione posteriore del piede, edema, ecchimosi impossibilità all’appoggio.
Nella maggior parte dei casi le fratture del tallone sono chiuse, cioè a pelle intatta. Una frattura esposta di calcagno rappresenta una emergenza chirurgica. Tutte le fratture di calcagno rappresentano una sfida per l’ortopedico.
Quale trattamento?
Le fratture del calcagno possono essere trattate in modo incruento, con il confezionamento di un gesso, oppure chirurgicamente.
- Il trattamento in gesso viene riservato alle fratture di calcagno composte, con frammenti di frattura non gravemente fuori posto. Un trattamento non chirurgico può essere preferito anche in pazienti con difficoltà di circolo venoso o arterioso ed in pazienti con diabete scompensato.
- In caso di trattamento chirurgico delle fratture di tallone possono essere utilizzate diverse opzioni. In generale viene applicata una placca metallica fissata con viti che mantiene in posizione di riduzione i frammenti ossei. Nel caso di fratture con due grossi frammenti l’ortopedico potrà utilizzare una metodica a “cielo chiuso” mediante fili metallici (pinning) o fissatore esterno. Il trattamento più appropriato verrà scelto in base al tipo di frattura ed all’esperienza del chirurgo ortopedico riguardo alle fratture di calcagno.
Nelle fratture più gravi del calcagno, con coinvolgimento anche articolare, potrà essere necessario eseguire una artrodesi. Questa tecnica permette di fondere insieme calcagno ed astragalo ed a volte anche la caviglia. In questo modo si perde l’articolarità ma si ottiene un piede stabile e non doloroso. Questa tecnica è comunque considerata di salvataggio nelle situazioni più estreme, nel caso di cattiva guarigione e per la presenza di dolore al calcagno che sia persistente ed invalidante.
Complicazioni delle fratture di calcagno
Le fratture del calcagno sono lesioni in generale gravi. Di per se stessa ad al alto rischio di complicazioni e sequele sia nel breve periodo che a distanza di tempo. Nessun trattamento garantisce una ripresa perfetta, spesso residua dolore al cammino. La limitazione più spesso lamentata dai pazienti con frattura del tallone è la deformita del piede, la difficoltà a trovare calzature adeguate ed il dolore al cammino.
Complicanze precoci delle fratture del calcagno sono le difficoltà di circolazione ematica e linfatica, la mancata guarigione delle ferite chirurgiche, la comparsa di una infezione.
Le complicanze tardive di una frattura del calcagno sono il dolore cronico al piede, l’artrosi a carico della articolazione sottoastragalica (tra calcagno ed astragalo), difficoltà all’uso di calzature chiuse, zoppia, impossibilità alla corsa ed alla stazione eretta prolungata.
Tempi di recupero
La domanda più frequente riguarda i tempi di guarigione. In quanto tempo, dopo un trauma che abbia provocato una frattura di calcagno si potrà tornare a lavoro o a fare sport.
Sia che si scelga un trattamento in gesso che un trattamento chirurgico i tempi di guarigione di una frattura di calcagno sono di almeno tre mesi. Trascorso questo periodo si potrà ricominciare a pensare alla ripresa del lavoro e di una vita regolare. Alcune strategie possono essere utilizzate perché passati tre mesi il paziente sia oltre che guarito anche completamente riabilitato.
Alcune immagini dalla casistica personale del dott. Giuseppe Fanzone, Piazza Armerina (ASP Enna), che mostrano il trattamento chirurgico delle fratture di calcagno.
Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso.
Pubblicato il 10 aprile 2012 Ultima modifica il 14 maggio 2021
Ho trovato tutto molto interessante.Causa una caduta da un muro il 2 settembre mi si è frantumato il tallone e non essendoci appiglio per mettere delle viti e operare mi è stato consigliato di fare i plantari ,perchè passando i mesi potrebbe risaldarsi.Ad oggi 29 novembre inizio a caricare il piede,naturalmente con qualche piccolo fastidio,più di bruciore che di dolore.
Cordialità.
P. Giovanni da Genova
Il trattamento che le è stato consigliato è il trattamento tradizionale, un metodo antico ma ancora assolutamente affidabile. Dove possibile rimango dell’avviso che il trattamento chirurgico è più efficace, ma nulla toglie, e lei lo dimostra, che anche un trattamento non chirurgico può dare buoni risultati.
Grazie per il suo commento. Mi continui a seguire!
Salve dott fanzone sono la signora Tatiana la chiamo da Bari co siamo sentiti gia circa 6 mesi fa a causa di una frattura pluriframmentaria a calcagno destro nn so se si ricorda le mandai tramite email o file dell thac che feci volevo sapere a questo proposito cm mai apputou a distanza di questi mesi ho ancora molto dolore semso di pppreione alla caviglia e la dinamica del piede quando lp appoggio x terra nn e più quella di prima vorrei se nn le do disturbo un consiglio nn più cm fare la ringrazio mille x la sua disponibilità
Grazie infinite
Ricordo il caso! Prima di cedere le armi consiglio di persistere con coraggio nella fisioterapia. Da valutare insieme al suo medico un trattamento con disfosfonati e vitamina D.
Gazie mille dott fanzone mi scusi ma cosa sono i trattamenti con i disfosfonati
I difosfonati sono i farmaci più diffusi per il trattamento della osteoporosi (alendronato, risedronato, clodronato…). NOn posso usare i nomi commerciali per ovvie ragioni.
Buongiorno dottore sono una ragazza di 36 anni e mio fratturato il tallone e losso di lato mi volevano operare io no mio sono fatta operare mio fatto mettere il gesso e sono a casa se condo lei quando potrò camminare di nuovo già a 10 giorni che sono con il gesso cordinali saluti
Non si può camminare sul gesso.
Buonasera,
Il 27 ottobre dopo una caduta accidentale da una scala (3/4 scalino su per giù) ho avuto un trauma al tallone.
Subito un forte dolore e facevo fatica ad appoggiare il piede, fuoriuscita di un edema il giorno seguente nella parte plantare del piede.
Pensando che era il trauma della caduta non sono andata a farmi vedere e ho continuato (sofferente) la mia routine… Lavoro casa ecc.
Una settimana dopo, il 03 novembre, mi reco al pronto soccorso perche il dolore non era diminuito nonostante applicassi ghiacchio e pomata sfiammatoria.
Mi effettuano una rx e poi una tac dove risulta una frattura.
Mi ingessano il piede fino al 27 novembre.
Con annesse le punture di calciparina.
La mia domanda è: io venerdì andrò alla visita al pronto soccorso dove ho in programma una radiografia di controllo, e ovviamente la rimozione del gesso.
Posso sapere cosa mi aspetta?. . . Tutore?
Ancora stampelle?
O potro riprendere la mia routine, anche quella lavorativa (sono una parrucchiera) al più presto?. . . In sintesi volevo sapere cosa succede quando mi tolgono il gesso, per calcolare i tempi di recuoero completi.
Grazie
Saluti elisa
Il tempo di ripresa varierà un pochetto in base al tipo e gravità della frattura. In genere il carico viene vietato per 60 giorni ed in seguito diviene progressivo.
Buonasera dottore, sul referto dell’ex di stamani c’è scritto “si conferma irregolarità corticale calcaneare sul versante peroneale sospetta per frattura composta.
Mi hanno dato 15 giorni di esercizi per riprendere la mobilità del piede e di fare poco carico usando sempre le stampelle fino al 13. Se al 13 va tutto bene deambulare liberamente, altrimenti di rifare la visita.. Che cosa significa il referto? È normale che è gonfio e mi fa male sia al tatto che durante lappoggio?
Questo avrebbe dovuto chiederlo a chi ha avuto modo di visitarla.
Sono caduto da 4metri e ho sbattuto i talloni x terra. Ho fatto una tak ai talloni e mi hanno trovato delle piccole fratture al calcagno.ora sto con i gessi un consiglio da poter guarire bene
A parte evitare di camminare sul gesso niente altro.
Sono caduto da 4metri e ho sbattuto i talloni x terra. Ho fatto una tak ai talloni e mi hanno trovato delle piccole fratture al calcagno.ora sto con i gessi un consiglio da poter guarire bene
B.G. dottore, scrivo per un consiglio, il giorno 10 agosto u.s., mentre mi accingevo a scendere da un marciapiede alto circa 25 cm., probabilmente per aver messo in fallo il piede sinistro, avvertivo un forte dolore allo stesso a causa del quale, per non rovinare totalmente al suolo, cercavo di riprendere inutilmente l’equilibrio con il piede destro che purtroppo sbatteva violentemente anch’egli sul manto stradale facendomi avvertire dolore lancinante fin lungo la colonna vertebrale.
Con difficoltà mi sono comunque rimesso in macchina, e ho raggiunto il garage, dove parcheggiavo l’auto e terminavo le operazioni di servizio; ma a causa del dolore incalzante preferivo farmi accompagnare a casa dai miei parenti che mi avevano raggiunto poiché contattati telefonicamente.
Della circostanza, nn avevo alcuna intenzione di ricorrere a cure ospedaliere pensando che con un po’ di riposo e assumendo qualche farmaco antinfiammatorio il problema si fosse risolto, considerando anche il fatto che dopo qualche giorno sarei andato in ferie (cure termali).-
Presso la mia abitazione, nonostante aver assunto dei farmaci, il dolore incalzava, pertanto venivo accompagnato presso l’Ospedale “DI VENERE” di Bari-Carbonara, dove mi hanno prestato le prime cure del caso accertando che avevo riportato una frattura pluriframmentaria al calcagno destro ed una distorsione tibio-tarsica sinistra.
Attualmente, nonostante prendo da circa 8 giorni una compressa al girno da 200 di Kedored, nn riesco a mettere il piede sx x terra. Lo stesso, lo muovo tranquillamente, appoggio la punta per terra senza avvertire alcun dolore.
Mi dica cosa posso fare x risolvere subito il problema, grazie.
Subito? Le ossa rotte hanno dei tempi ben precisi di guarigione che non rispecchiano i nostri desideri.
Buongiorno mi chiamo assunta sono di Catania nel settembre 2014 ho avuto un incidente stradale grave mi è entrato un palo di luce nel piede e scoppiato il calcagno sono stata operata d’ urgenza si parlavano di imputare il piede alla fine ci sono riusciti sono stata anche dalla chiurigià plastica a gennaio 2015 sono stata operata per la seconda volta sono stati messi le 2vite nel piede mi è rimasto soltanto un osso purtroppo è da 2 anni non scarcifica ho fatte terapie 80 sedute senza risultato
Il caso sembra abbastanza complicato. Non saprei dire perchè non calcifica. Dovrei avere maggiori notizie e dovrei visitarla.
carissimo dott. volevo chiedere un suo parere se non disturbo,il 16 ottobre sono stato operato al tallone a causa di una caduta dall`alto,mi hanno riscontrato una frattura esposta pluriframmentaria e mi hanno sottoposto a una operazione per la ricostruzione del calcagno mettendo dei fili all`interno e una struttura all`esterno cioe` lateralmente al piede che arriva fino a dietro,ad oggi mi hanno tolto tutti i punti e giorno 30 novembre dovrebbero togliere la struttura esterna,ogni volta che vado per la medicazione lamento sempre per il dolore che non tende a diminuire cioe` sento delle fitte alle dita dei pieidi come fossero dei crampi,negli ultimi giorni sento un po di fastidio ma non sempre nella parte dove c`e` fissata questa struttura,prendo degli anti dolorifici e sono costretto a causa questo dolore incessante di prenderli ogni max 6 ore,io sto seguendo tutto quello che mi hanno detto,stare con la gamba leggermente in alto,muovere le dita, ho iniziato anche a muovere il piede avanti e in dietro,ora mi chiedo e` normale tutto questo dolore?ho 33 anni e se devo essere sincero sono un po spaventato perche` non so a cosa posso andare incontro a causa questo incidente
grazie anticipatamente.
E’ stato usato un sistema a “fissazione esterna”. Ottimo rimedio per i casi di fratture esposte. Dolore così intenso come lo riferisce non mi pare proprio normale. Non saprei però a cosa attribuirlo. Comunque mi pare la stiano seguendo con frequenti controlli, se non si sono preoccupati magari significa proprio che non ci sono problemi particolari (a parte la sua sofferenza), tra un pochino però la “liberano” e allora vedremo i risultati.
Buona sera dottore, sono passati oltre 7 mesi dal mio infortunio e le cose non sono andate per niente bene, ho fatto 3 mesi di fisioterapia,mi hanno prescritto i plantari ma non sono riuscito a recuperare del tutto,continuo a zoppicare ed ho dolori e gonfiore nella parte esterna del piede, le mie giornate stanno diventando un incubo e riesco a finire il giorno lavorativo con sofferenza, qualche giorno fa ho fatto la “tac” ed è saltato fuori che c’è bisogno di un altro intervento (artrodesi),perché ci sono problemi nel l’articolazione del piede ma il medico che mi segue vuole prendere tempo e non intervenire subito, come d’altronde anch’io, si parla di un intervento delicato e complesso di fissaggio della caviglia con una bassa percentuale di successo che non risolverebbe il problema, a questo punto non so più cosa e come continuare questo calvario, volevo un suo parere di tutto ciò perché sono molto confuso, quali sono le reali conseguenze di questo intervento
Grazie ancora per la sua disponibilità
Peccato, non sono in accordo nè con lei nè con il collega riguardo alla artrodesi.
Quindi lei mi consiglia di farlo questo intervento? Ma cosi non perdo la mobilità della caviglia? Ho visto in rete il tipo di intervento e sinceramente mi spaventa un po , grazie ancora
Dico solamente che l’intervento è possibile e da buoni risultati sul controllo del dolore. La artrodesi facendo scomparire il dolore migliora il movimento complessivo di tutto l’arto inferiore ed in definitiva riduce i rischi di disturbi a carico di ginocchio ed anca. La camminata risulta comunque discretamente fluida e non zoppa.
Buona sera dottore. Volevo una conferma. Mia figlia ,ginnasta dall’età di 5 anni,a Novembre durante una gara ha avuto una frattura calcaneare. È stata operata e legata con un fili metallici all’ospedale Galeazzi di Milano. Dopo circa 1 mese è stato tolto il gesso e dopo altrettanti 3 mesi ha ripreso l’attività sportiva. La mia domanda è questa :è normale che dopo alcuni giorni di attività è cominciato di nuovo un dolore al tallone che stenta ad andarsene, anche se viene aiutata da laser,o altre terapie di sostegno?
Dubito che possa esistere un sistema tecnologico in grado di velocizzare i tempi di recupero di un bimbo di 5 anni. La sua natura è talmente tanto votata alla crescita e riparazione che più veloce non si può andare! Bisognerebbe dare credito ai sistemi diagnostici e sensoriali dell’organismo, stanno dicendo che ancora non è pronta alla sport.
Buna sera dottore mi scusi se la disturbo ho 36 anni mio fratturato il tallone e losso di lato mi volevo operare ma io no mi sono datta operare un mese do gesso ora mianno fatto mettere un tuotore nel piede x un un’altro mese ma ancora no posso camminare e mi fa male e de gonfio lei cosa mi consiglia di fare cordiale saluti
Seguire le indicazioni che le hanno dato i colleghi. Non è un modo di lavarmene le mani, solo la consapevolezza che una immobilizzazione gessata non è mai stata comoda o piacevole; però porta a guarigione.
Buona sera, scrivo per un consiglio. Ieri sera mio fratello in seguito a una caduta dall’alto, ha subito diverse fratture, fra queste la rottura del calcagno. Siccome non si trova in una struttura specializzata, vorrei sapere se mi consigliate di farlo spostare. Noi stiamo a Vasto, abruzzo, se sarebbe da spostare mi dite anche via email il nome della struttura? Grazie Gabriele
L’Ospedale di Vasto possiede un buon reparto di Ortopedia. Mi affiderei tranquillamente, magari, chiedendo dell’esperienza e dei risultati in casi analoghi eseguiti prima.
Dottore sono Matteo, mi sono fratturato un calcagno destro, mi hanno operato, messo dei fili e un gesso da portare 30giorni fili due mesi e mi hanno detto che per tre mesi di non appoggiare il piede a terra. Questa mattina mentre andavo in bagno camminando con stampelle la stambella destra di cui calcagno destro fratt. Mi e scivolata e mi è venuto d istinto appoggiare il piede a terra per un attimo. Volevo chiederle se mi devo preoccupare ancora si è spostato le ossa del calcagno e fare dei raggi. Lei che mi consiglia? La Ringrazio in anticipo.
Non credo possa essere successo nulla di grave. Sarebbe comunque avvisato dal dolore.
Salve dott.io giorno 11ho preso una storta al piede destro su una buca .Credevo niente di grave invece ho una lesione al calcagno interessato anche il malevolo con versamento ecc…. i primi giorni nonostante il dolore anche se trascinando camminavo poi avendo avuto i risultato della risonanza mi anno messo a riposo assoluto per almeno 40 giorni niente gesso solo cavigliera steccata .vorrei un suo parere è consiglio grazie
Concordo con assoluto riposo.
Mi scuso dottore. Non sono stata abbastanza chiara.Mia figlia si è rotta il tallone (con il tendine che ha strappato giù ie ossa in formozione del calcagno)all’età di 12 anni. È stata operata a metà novembre, ma dopo 4 mesi di riposo completo, riprendendo l’attività sportiva, solo dopo circa 2 settimane sono tornati dei dolori che persistono anche se non tutti i giorni.L’allenatore dice che è normale, ma io sono un pò preoccupata.
Si, così è un po diverso! Nella ripresa dello sport i carichi di lavoro devono semplicemente essere adeguati. L’allenatore sicuramente ridurrà temporaneamente il “carico” per poi rialzarlo a scomparsa del dolore.
Sono stato operato per frattura talamica il 13 agosto 2012 con inpianto di placca e 9 viti.A tuttoggi cammino con lieve zoppia,vado in bici,ma la placca mi determina dolore sordo e senso di corpo estraneo;inoltre avendo la caviglia magra, nella parte terminale alta,vi è una lesione dovuta alla parte interna della placca che ,specie la mattina,sembra che mi tagli dall’interno.Il tutto non lo sopporto.Quando posso toglierla senza incorrere in altri problemi?Grazie anticipatamente Maurizio
A mio parere non esistono regole fisse sull’argomento ma ci sono alcuni limiti da seguire. Aspettare la guarigione della frattura, verificare la presenza o meno di disturbi personali(nel suo caso presenti), verificare la tenuta e stabilità della placca nel tempo.
Salve dottore ho subito un intervento chirurgico
Per frattura bilaterale da scoppio ad entrambi
I calcagni nel 2008..in condizioni normal
Cammino bene senza zoppicare ma dopo diverse
Ore all’impiedi a lavoro mi si bloccano le caviglie
Con forte dolore e mi occorre poi un intera giornata
Per recuperare e tornare alla normalità ..l’intervento è stato trattato ad entrambi i piedi con
Fili di k….ho 39 anni cosa mi consiglia…grazie
Una scarpa con plantare su misura!
Ciò che succede in genere è che la forma del piede, dopo frattura, si modifica, pertanto per muoversi, la caviglia (ma anche il ginocchio e l’anca), si trova costretta a prendere posture viziose che a lungo andare creano dolore ed infiammazione. Con un plantare fatto su misura si riesce a “pareggiare” il piano di appoggio del piede.
Buonasera, ho 54 anni e da sempre mi piace correre 2/3 volte la settimana per circa 1 ora (10/12 km). Improvvisamente due mesi fa, dopo la solita corsa ho sentito un dolore al calcagno. Niente di particolare, poco più di un fastidio ma che non è più passato. Nel frattempo mi sono fermato, non vado più a correre, ma non è stato sufficiente. Può bastare il riposo o devo pensare a qualche esame per capire cosa mi è successo? Grazie.
Possibile o una lesione ossea tipo frattura da durata o un “tendinite” dell tendine d’achille o della fascia plantare. Non ho sufficienti indizi per propendere per l’una o altra forma. In ogni caso le consiglierei di verificare se il tutto non è stato determinato da una scarpa magari un pò consumata e quindi non più capace di ammortizzare il carico durante la corsa.
A 5 mesi dalla frattura talamica,radiograficamente il tallone è ben consolidato,e visto l’infiammazione(gia’ descritta) l’ortopedico ha deciso di toglirmi la placca con 9 viti. Gradirei un suo parere in merito alle problematiche che si possono determinare in seguito alla rimazione della placca. La ringazio per la sua cortesia.Saluti Maurizio
A 5 mesi dall’intervento di frattura talamica con placca a nove viti, l’ortopedico ha deciso di togliere la placca a causa dell’infiammazione del tessuto osseo, oltre che per continuo dolore lungo lo scorrimento dei peronei. Vorrei avere un Suo parere riguardo alle problematiche connesse con la rimozione della placca, visto che l’ortopedico mi ha parlato di eventuale artrodesi.Un ulteriore intervento mi spaventa un pò. Chiedo infine se è possibile rimuovere la sola parte termianle della placca che mi provoca infiammazione. In attesa di una Sua risposta, La ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti, Maurizio.
La rimozione della placca non è un problema. I problemi possono venire da ciò che determina la sua rimozione, e lei da questo punto di vista non mi dà nessuna indicazione. L’artrodesi è una procedura da utilizzare in caso di comparsa di artrosi post trauma, pertanto non conseguenza della rimozione della placca.
Buongiorno Dottore. Ho trovato sua esperienza nel campo molto interesate e seria. Ho 53 anni. Sono stato operato per frattura calcanea scomposta il 9 novembre 2012 con 2 viti. Ma l’esito dell’intervento a quanto so io risulta scarso perche il calcagno è fuori posto – rimasto appianttito senza giusta angolazione, si vede subido dalla lastra, anche i pezzi laterali sotto l’astragalo gravemente fuori posto, che comporta irritazione delle tendine dei muscoli e dolore.
Io chiedo suo parere se dopo 10 settimane è ancora possibile qualcosa rimediare.
Sono abito in Lombardia. Se Lei mi può consigliare qualche struttura medica per esempio a Milano o in vicinanza Le sarei molto grato.
La ringrazio per l’apprezzamento.
Le fratture del calcagno sono difficili da trattare e con un alto rischio di insuccesso. Gli interventi di “salvataggio” sono ancora più complessi. La invito però a non commettere l’errore di valutare il risultato sulla base delle immagini radiografiche dato che la valutazione va fatta sui risultati funzionali. Se cammino, senza dolore, magari solo un pò impacciato, perchè dovrei fare un 2° intervento? Lei mi parla infatti di risultato radiografico ma non accenna per niente ad eventuali disturbi del cammino.
Buonasera ho letto i suoi commenti con altre persone con problemi al calcagno, io ho avuto una frattura scomposta e sono stato operato 4anni fa allo ospedale di Cristo re a messina, mi anno me 4 chiodi incrociati in cui uno mi ha fatto infezione, tutto ad oggi ho fortissimi dolori e zoppico ,mi dica lei cosa devo fare?
Potrebbe sembrare una battuta ma non lo è. Lei ha bisogno di affidarsi ad un ortopedico e decidere insieme a lui! Se voglio continuare a vivere seriamente la mia professione non posso emettere diagnosi e indicare soluzioni basandomi su dati parziali, devo necessariamente eseguire una visita di persona.
salve Dottore complimenti per la sua preparazione, la contatto perchè qui in zona non ci sono dottori preparati purtroppo sul calcagno. un mio amico ha avuto una frattura scomposta pluriframmentata del calcagno esattamente a novembre, dopo essere stato operato ora ancora avverte dei forti dolori alla caviglia ogni qualvolta cammina. Secondo lei è normale o c è la possibilità che sia stato operato male? Mi piacerebbe tanto onviarle una radiografia per sapere cosa ne pensa. La ringrazio. spero di risentirla.
Mi è capitato di commentare altre volte le fratture del calcagno. Credo siano tra le peggiori fratture che possano capitare. Gravi per le ripercussioni sul cammino, difficili da trattare, lunghe a guarire… Ogni caso è però a se stante.
Salve Dottore
4 mesi fa operata al calcagno con placca e viti, ora presento una osteoporosi che la fisiatra mi ha consigliato di trattare con magneto terapia, ma mi sorge un dubbio sull’efficacia o sugli effetti collaterali della magneto visto che ho una placca di metallo, lei cosa ne pensa?
grazie mille per la sua cortesia e dedizione a rispondere a tutte le persone che hanno bisogno
Penso che nessuno lo sa con certezza scientifica. Pochi studi e tutti di parte. Esistono però trattamenti ben codificati con farmaci.
Salve, il 22 aprile 2012, cadendo dalla bicicletta mi sono procurata un distacco parcellare del calcagno (il distacco è posizionato sotto il malleolo) e un distacco parcellare dell’astragalo. In ospedale mi hanno detto che non era una frattura grave, non mi hanno ingessata e mi hanno detto che quando il gonfiore si attenuava, nel giro di 3-4 giorni di iniziare a camminare appoggiando il piede scarico e poi via via aumentare il carico. Dopo 30 giorni circa la lastra di controllo ha dato esito positivo e quindi potevo riprendere normalmente le mia attività. Pratico molto sport in cui i piedi sono essenziali (sci di fondo) ed a oggi sento ancora dolore, non proprio nelle zone della frattura ma sotto la pianta del piede, dietro il malleolo, è come se ci fossero degli elastici che tirano. Ho sempre praticato sport ad alta intensità e non ho mai avuto problemi ai piedi. Sto pensando ad una infiammazione, è possibile che i distacchi mi abbiano causato questa situazione?
Cordiali saluti
Le è stato detto che era tutto a posto. Possibile comunque una infiammazione dellìarticolazione della caviglia. Ha poi più fatto un controllo radiografico dopo i primi?
salve, grazie per la sua attenzione; no, non ho più fatto alcuna radiografia in quanto durante la bella stagione vado in bicicletta e non rilevavo grossi problemi, anzi avevo una sensazione molto positiva dopo ogni uscita, dopo un’ora di pedalata avevo l’impressione di non essermi mai infortunata. Dopo la frattura prima di iniziare a camminare senza zoppicare mi ci è voluto almeno un mese e mezzo, però avevo la sensazione di un processo di miglioramento abbastanza costante, quindi non mi sono preoccupata troppo. Oggi invece mio malgrado ho una costante attenzione verso il piede che ogni giorno dice la sua!
cordiali saluti
2 giorni fa, cadendo da una scala ho subito una frattura scomposta e pluriframmentaria del calcagno. All’ospedale di YYYY, dove abito, al quale mi sono rivolto mi hanno messo una fasciatura rigida dicendomi che devo aspettare 8/10 giorni affinchè il piede si sgonfi prima di poter intervenire chirurgicamente. L’intervento è gà stato fissato per il HH febbraio. L’intervento sarà effettuatodal Dott. XXXX XXXX, il quale mi ha informato di aver una esperienza di una quarantina di interventi del genrere, specialista del piede in tale struttura. Vorrei avere un consulto con un centro specializzato in zona Torino Milano, cosa mi consiglia? Ritiene che mi possa affidare alla struttura di YYYY.
Grazie per la risposta.
Non conosco personalmente il Collega che lei cita (mi sono permesso di cancellare i dati sensibili). Il rapporto medico paziente è un rapporto di fiducia reciproca, chi meglio di lei potrà giudicare?
Buongiorno,
mio marito è stato operato 1 mese e 10 gg fa, per una frattura del calcagno alla quale sono state applicate piastra e 9 viti. Per quanto riguarda il calcagno pare che le lastre diano come esito una buona guarigione, ma il problema viene dalla ferita che non riesce a rimarginarsi. Non è ancora stato fatto un tampone per verificare la presenza di eventuali infezioni, ma oggi gli è stata messa una macchinetta (pico) per aiutare la guarigione della ferita stessa. Volevo chiederle esattamente da cosa puo’ dipendere questa mancata guarigione (non essendo presenti malattie tipo diabete) e se puo’ darmi un suo parere in relazione alla sua esperienza, di quali potrebbero essere i tempi di guarigione. E’ normale che gli dia un dolore insopportabile, tanto da non riuscire a dormire la notte? Un’ultima cosa: ho letto che potrebbe rimanere il disturbo nel mettere scarpe chiuse. Dovendo lavorare con scarpe antiinfortunistiche, Lei sa se ci sono scarpe specifiche per questo tipo di problema?
Grazie
Non tutti i chirurghi ortopedici trovano il “coraggio” di operare il calcagno forse proprio perchè la cicatrice cutanea spesso crea problemi. In casi analoghi si tende a togliere la placca il prima possibile. Così facendo la pelle in genere guarisce, viceversa la guarigione non è preventivabile. Pico è una macchina per VAC therapy, è in grado di consentire la guarigione delle ferite, solo se però ne esistono le condizioni.
salve dott. 9 di maggio 2013 purtroppo sono caduto da una scala e ho avuto una frattura frammentaria scomposta con inffossamento d,, mi hanno operato il giorno stesso dopo mi hanno messo il gesso che devo tenere per 40gg pero’ sento sempre fitte e un po’ di dolori vorrei sapere se e normale l’operazione e successa a l’ospedale di termoli se posso fidarmi ho andare in un altra struttura??e quando mi tolgono il gesso cosa dovrei fare che tempo ci vorra’ per tornare a lavorare visto che faccio il piastrellista se lo potro’ fare ancora??grazie anticipatamente
Mi manca fondamentalmente di sapere cosa si è rotto. Il calcagno probabilmente. Se così fosse per poterle rispondere con un minimo di attendibilità dovrei sapere come è andato l’intervento. Termoli è una splendida cittadina, chi opera il calcagno in genere è un chirurgo ortopedico esperto viceversa non l’avrebbero operata.
mi scusi dott. si il calcagno diagnosi sui referti dice frattura pluriframmentaria con infossamento talamico calcagno dx(825.0) intervanto principale rid.aperta ed osteosintesi con placca a boomerang piu’ app.gessato in equinismo questo e cio’ che e scritto sulla carta delle dimissioni prossimo ricovero il 24 giugno per continua cura e basta il dottore e regnoliche mi ha operato ,volevo sapere se tornero’ a fare il piastrellista e che tempo occorrera e se nn ne na cosa tanto dura da fare la riabilitazione,per fortuna nn so’ assolutamente niende su questi argomenti per questo chiedo consigli grazie anticipatamente
Non prevedo problemi nella ripresa del lavoro a patto che i tempi di guarigione siano rispettati. Certamente all’inizio ci vorrà tanta forza di volontà e anche coraggio. Ma del resto nella vita nulla di importante è anche facile.
IL 30 GIUGNO SONO CADUTA DA 4 METRI DAL PIANO DI SOPRA:frattura da scoppio calcagno,frattura capitello radiale,trauma cronico n.c. DOPO 10 GIORNI, mi hanno effettuato l’intervento chirurgico a cielo apeto,con un fissatore esterno che ho portato per circa tre mesi ,con divieto di carico per sessanta giorni….Tra vari ricoveri e fisioterapie,ancora oggi,a 7 mesi di distanza,avverto ancora dolore laterale tra caviglia e tallone e no riesco ancora a camminare bene,perchè avverto dolore,soprattutto se sto troppo in piedi.Parlando con l’ortopedico e fisiatra,non si esprimono più di tanto e mi dicono che devo aspettare almeno un anno.Non sò che fare di più.LA tac ,sono riuscita a prenotarla per il mese di maggio.Continuo a fere fisioterapia ma,senza grossi risultati e, magnetoterapia,in più preendo il calcio(vit.D),essendo carente.
Cosa mi consiglia ,lei?Cosa posso fare,per accellerare i tempi di guarigione?Come mai,questo dolore? fisso,dopo tanti mesi?Ho qualche speranza?
DISTINTI SALUTI.
GABRIELLA DA TARANTO
In genere molte lesioni osse si stabilizzano dopo un anno. Se esiste però una seria limitazione nel muoversi e camminare bisognerebbe verificare alcune cose. La TAC è stata richiesta a tal fine, credo. A volte il dolore è dovuto alla artrosi traumatica della articolazione sottoastragalica.
Buona sera Dott. In seguito ad una caduta, ho avuto una rottura composta ad un tallone. Non ho subito alcun intervento, e dopo 4 anni , visto che cammino tanto mi si gonfia e mi fa tanto male , oltre alle terapie c’è quache altro rimedio? Grazie per una sua risposta
Il “gonfiore” iniziato con la frattura adesso continua probabilmente per qualche difficoltà alla “circolazione”. Due le cause a mio avviso più frequenti: il persistere di una “zoppia” anche leggera con la tendenza ad usare poco la gamba offesa. 2 l’esito di una flebite. Nel primo caso correggere l’atteggiamento “pigro” dell’arto. Nel 2 caso una calza elastica.
Buona sera dottore, avrei bisogno di qualche consiglio/parere.
In seguito ad un incidente in moto, 3 anni fa, mi sono fratturato calcagno e sottoastragalo del piede sx. Si trattava di una frattura multipla composta. Sono stato ricoverato all’ospedale XXX di YYY, dove gli ortopedici hanno deciso di non operare, (anche perchè c’è stata una lacerazione profonda sulla pelle all’altezza della caviglia, la quale è stata chiusa con 5 punti), e hanno preferito ingessare.
Premetto che sono un istruttore ginnico in ambito militare e ho sempre corso.
Dopo il gesso, la riabilitazione e quant’altro o deciso di farmi visitare da altri 2 ortopedici, uno del Rizzoli di Bologna (dott. Zzzz) e uno di roma (il dott. Cccc), la risposta di tutti è stata la stessa: “non potrà più camminare bene, sicuramente non tornerà a correre e quando non riuscirà più a sopportare il dolore dovrà fare un intervento di artodesi”. L’unica differenza è che il dott. Cccc mi ha fatto fare dei plantari per regolare la postura del piede sx, che poggiava sul metatarso esterno.
In barba a tutto, e a causa della mia testardaggine, mi sono allenato in palestra per rafforzare i muscoli delle gambe (polpacci, quadricipiti, ecc) e ho ripreso a correre, con conseguenti ed evidenti miglioramenti, in quanto ho si il dolore, ma non zoppico più e corro…
Arrivo al dunque, per motivi di lavoro devo seguire un programma di allenamento intenso e lungo, quali accorgimenti potrei adottare per non rischiare di farmi male? Grazie anticipatamente.
La sua forza d’animo ha fatto, come spesso accade, la differenza. Ho sentito a volte la battuta “nonostante i medici il paziente è guarito”,
Come fare a non farsi nuovamente male? Plantare su misura, scarpa comoda, due paia di calzettoni per minimizzare lo sfregamento, polvere tipo “katoxin” per mantenere la pelle asciutta. Ma queste cose già le sapeva! No?
Buon lavoro.
Dopo che ho subito un intervento al calcagno, dove mi hanno inserito dei fili di estinzione più due viti , dopo quanto tempo potrò ricominciare ad appoggiare il piede a terra . Grazie in anticipo.
Il carico potrà essere concesso appena le radiografie mostreranno i primi segni di consolidazione ossea.
Salve! Sono una fisioterapista che segue un caso di frattura calcaneare in esiti di intervento a cielo chiuso con distanziatore a fili. Volevo un parere sull’ipotesi di mobilizzazione precoce di tibio tarsica o con che tempistica si possa indicare l’inizio della mobilizzazione. Grazie
In casi analoghi preferisco tenere una immobilizzazione per 30 giorni, ed in seguito, avvenuto il controllo radiografico, consiglio l’inizio di una mobilizzazione attivo assistita della caviglia. Ilc arico a mio parere non prima dei 60 giorni ed in ogni caso progressivo a tolleranza del dolore.
Buongiorno,
mio padre si è rotto il calcagno circa un mese fa (frattura composta). Ieri, a seguito della visita di controllo, gli è stato tolto il gesso e gli è stato consigliato di effettuare 2 cicli di onde d’urto. E’ consigliabile questo trattamento anche se negli esiti della visita di ieri non è stata riscontrata alcuna calcificazione?
Ringrazio per una sua cortese risposta,
Roberta
Non conosco nessun argomento a favore dell’utilizzo delle onde d’urto nel trattamento delle fratture. Sono curioso, mi faccia sapere.
Buongiorno, circa due mesi fa mia madre (77 anni) cadendo, ha riportato la frattura del calcagno sn; le è stato applicato un gesso e la settimana scorsa le è stato rimosso. Le è stato detto dall’ortopedico di cominciare a camminare caricando al 50% il piede fratturato; le chiedo: è normale il gonfiore esteso a tutto il piede? Inoltre è consigliabile una qualche terapia? Quali possibilità ci sono che possa ritornare a camminare?
Grazie anticipatamente.
Il gonfiore in genere dopo gesso è abbastanza normale ed è segno di sofferenza del cricolo ematico e linfatico. Per abitudine consiglio sempre, alla rimozione del gesso di indossare una calza elastica a gambaletto.
buonasera sono stato operato per frattura al calcagno 6 mesi fa con applicazione di placca e viti a tuttoggi faccio fatica a scendere le scale per mancata mobilita…. fastidioso dolere al carico… ci sono delle terapie mirate oltre alla massoterapia consigliatomi dai vari medici ringrazio anticipatamente.
Mancata motilità della caviglia? Dolore legato alla presenza della placca sottopelle? Cicatrice dolorosa? Non individuo la necessità di massoterapia che sulle ossa non ha vantaggi conosciuti essendo una metodica che prevede il “massaggio” dei fasci muscolari.
grazie per il suo interessamento ….. ebbene si mancata mobilita della caviglia sopratutto piegandomi sulle ginocchia… leggero fastidio della placca …. cicatrice non dolorosa anche se ancora un po incollata sottopelle … cosa mi consiglierebbe per la mobilita al posto della massoterapia? grazie.
Mi pare di capire che ci siano in ballo due componenti di “fastidio”. La prima prima è l'”impaccio” della placca che verrà risolto primo o poi con la rimozione. La seconda componente potrebbe essere un accorciamento del tendine di Achille (specie se è stato mantenuto in gesso oltre i 30 giorni) e a tale proposito servono esercizi di stretching con un fisioterapista. Prima o poi compro una palla di vetro per le predizioni! Questa battuta solo per sottolineare che la mia è solo una ipotesi e non una diagnosi, per quest’ultima serve una visita.
ok grazie gentilissimo…. lo so e difficile senza visitare … ma sono di treviso
Salve, sono caduto dalla scala con il piede diritto, dalla radiografia fatta al pronto soccorso la frattura è stata refertata come composta, dalla tac è risultato frattura pluriframmentata del calcagno sinistro, ho 59 anni, ancora non mi posso ingessare perchè il piede è gonfio. Devo attendere sette giorni, in ogni caso l’ortopedico dell’ospedale ha detto che l’operazione potrebbe creare danni maggiori in quanto la frattura è composta. Ho speranze di guarire e magari fare una sciata con mio figlio. Grazie
Le fratture composte in genere non creano grossi problemi.
salve, vorrei chiedere pro e contro di due tipi di oprazioni per frattura del tallone: alpplicazione di placcai interna oppure viti esterne.si tratta di un uomo di 73 anni con frattura di entrambi i calcagni di cui una mi dicono essere frammentata e flittene estese, grazie.
Con le flittene si aspetta prima la loro guarigione.
Gentile dottore,
Sono una giovane donna di 28 anni, in seguito a incidente stradale ho riportato distacco parcellare del calcagno anteriore destro; è stato realizzato stivaletto gessato che dovrò portare per 15 giorni; mi chiedo, trascorso questo periodo, cosa dovrò aspettarmi: altro gesso se non fosse riattaccato? Riabilitazione in caso positivo? Stampelle e calza elastica? Dovrò fare risonanza magnetica per controllo legamenti?
Siccome non sono molto brava con internet ho schiacciato inviò prima di rimgraziarla per l’attenzione che mi dedicherà (confidavo in un’anteprima, mi spiace).
Frattura della apofisi anterriore del calcagno, credo, dato che il calcagno è uno e non c’è un calcagno anteriore ed uno posteriore. Comunque è un tipo di lesione che dovrebbe guarire bene. I tempi di recupero sono in gran parte imprevedibili comunque non inferiori a tre mesi.
Gentile Dottore,
Sono stata a controllo dove mi hanno lasciato il gesso senza carico per altri 15 gg e dove mi hanno detto che seguirà un gesso da carico per 30 gg dopodiché potrò camminare liberamente. (Il referto riporta “profilo irregolare dell’astragalo e del calcagno con distacco parcellare del calcagno anteriore destro”).
Le chiedo gentilmente un parere, dunque: sono sufficienti 2 mesi per togliere gesso e stampelle e tornare a camminare? Sarà una ripresa comunque lunga, dato che lei parla di 3 mesi per la ripresa totale? Potrò avere dei postumi ancora a lungo? Infine una domanda di pura vanità: potrò prima o poi riprendere a portare scarpe col tacco?
Grazie.
Mi preme precisare che il calcagno è un osso singolo non esiste quindi il calcagno anteriore ed il calcagno posteriore.
Riguardo a questo tipo di frattura dico sempre ai miei pazienti che non deve essere considerata una sciocchezza dato che quella è la zona su cui si scarica tutto il peso del notro corpo. In ogni caso la guarigione potrà essere anche del tutto completa.
I tacchi alti? Non ho mai avuto il coraggio di negarli ad una donna!
Aggiornamento:
Sono stata a controllo in ambulatorio e il medico – che non era lo stesso di 15 gg fa – mi ha consigliato il tutore Walker per 25 gg al posto del gesso da carico.
Mi ha detto di fare l’eparina ancora un paio di giorni finché non comincio a camminare.
Mi restano però delle perplessità che il medico non ha sciolto (in ambulatorio c’era confusione, lunghe code, forti ritardi e ha fatto “presto” con me):
-ora il piede è significamente gonfio in zona malleoli, posso mettere lo stesso il tutore? Posso farlo sgonfiare in qualche modo?
-il carico deve arrivare al 100% con ausilio delle stampelle o no e in quanto tempo? Quanto posso camminare? Finché riesco o c’è un limite? Meglio camminare più a lungo e caricare meno, oppure fare brevi tratti a carico completo?
Il medico ha inoltre detto che i due distacchi parcellari (calcagno e astragalo) non si riattaccheranno ma si “scioglieranno”…cosa vuol dire di preciso? Peraltro il mio medico della mutua ha detto che questa cosa è impossibile…io sono perplessa!
Grazie per l’aiuto,
C.
In questo momento non ho folla, sono calmo ed ho tutto il tempo ma… non ho il paziente. Rispondo solo allo “scioglieranno”, forse si riferisce alla naturale capacità dell’organismo di guarire, l’osso si aggiunge dove serve e viene tolto da dove non serve. Vorrei essere di maggiore aiuto e mi dispiace non poterlo fare. Spero che lo stesso mi apprezzerà.
Buon giorno ho una frattura al calcagno e tra una settimana toglierò il gesso ,le chiedo quando potrò ritornare a lavorare sono un oss e cammino tanto …grazie
Le auguro di guarire in fretta, dalle fratture di calcagno comunque si guarisce con lentezza.
Buonasera, vorrei avere informazioni circa le attuali tecniche di chirurgia del calcagno. Il soggetto è un uomo anziano (73anni) con diabete incipiente, è un fumatore e presenta già difficoltà posturali causate da discopatie. Ha subito la frattura di ambo i talloni per caduta da un’altezza di due metri perdendo l’angolo di Bohler. Gli sono stati proposti due interventi da altrettanti chirurghi della città di residenza. Uno con applicazione di placca interna, l’altro con inserimento di perni. Secondo lei quale dovremmo seguire e/o sarebbe propenso ad altre soluzioni? Non abbiamo altre informazioni in merito, né conosciamo centri specialistici. Siamo di Lecce. La ringrazio sin da ora e attendo celeri (se possibile) notizie
La tecnica percutanea (“perni”) e la sintesi interna (placca) sono entrambi eseguibili e con buoni risultati. La scelta va lasciata al chirurgo che in base alla propria epserienza potrà preferire l’una o l’altra. Personalmente le eseguo entrambe scegliendo l’una o l’altra in base al tipo di frattura ed alle condizioni generali del paziente.
Salve dottore lo scorso 114\2013 ho avuto una frattura del calcagno sx composta è stato eseguito intervento chirurgico di osteosintesi con due viti della frattura del calcagno. Sono stato ingessato mezza doccia per 40 gg. Oggi 21\5\13 sono andato a togliere il gesso e eseguita rx e visita ortopedica, mi è stato detto che la calcificazione si stà consolidando, nn mi è stato fatto gesso ma tutore del tipo Walker nn articolato da portare per ulteriori 21 senza caricare peso, e continuare ancora con iniezioni di ivor 3500 nella pancia. La mia domanda è questa: posso togliere il tutore per eseguire tramite un osteopata una guarigione un pò più veloce almeno delle articolazioni tramite massaggi movimenti lievi ? corro dei rischi? devo stare fermo o posso muovere il collo del piede ??? grazie alessio
L’unico divieto dovrebbe essere quello al carico, dovrà però verificare con chi, tra gli ortopedici, la conosce personalmente. Nei casi da me seguiti in genere eseguo solo la prima immobilizzazione e poi lascio libero il piede per non correre il rischio di bloccare la caviglia, per fare ciò ho comunque bisogno di avere fiducia nel mio paziente, sicurezza che non caricherà il peso del corpo sul calcagno, certezza che starà attento. Riguardo all’osteopatia in questi casi non conosco nessun reale beneficio provato.
Salve dott. grazie per la risposta, allora quando sono sul letto posso togliere il tutore e STANDO ATTENTO posso fare dei lievi movimenti ?? senza incorrere in lesioni ?
Un’ultima cosa ? da queste fratture si riprende bene il normale camminare correre ?? ho un pò di paura perchè leggo che ci sono molte varianti e strascichi in avanti dopo l’interventi, grazie dott. Fanzone
La paura non fa guarire e nemmeno la fantasia. Sia un pò più aggressivo con se stesso.
Dott. grazie per le risposte è gentilissimo,la mia paura è dovuta al fatto che sono solo, nn ho aiuti e posso contare solo sulle mie forze, io sono positivo e penso sempre positivo però un pò di timori li ho per il fatto che se nn lavoro nn mangio !!! ed avere qualche conferma mi allieta la giornata…..cmq sento che il piede migliora il gonfiore un pò c’è sempre ,ho provato a caricare leggermente e sento che nn dà fastidi significativi la ringrazio ancora e 116\13 avrò l’ultima rx e poi si parte col carico,le farò sapere come andrà la mia ripresa scusi ancora è veramente professionale e gentile. Alessio.
Salve dott mi sono dimenticato di dirle che io ho 32 anni e sono in ottima forma fisica ho fatto analisi del sangue per la conta piastrinica ed i risultati sono nei parametri, concludo salutandola in anticipo a ettendo una risposta, grazie ancora Alessio.
Buonasera gentilissimo dott Fanzone.
Mio marito ieri cadendo da una scala ha riportato la frattura del calcagno articolazione anteriore.
Gambaletto di gesso fin sotto al ginocchio, rx tra 8 giorni e la possibilità di assenza di carico per 60 giorni.
Leggo che lei usa la metodica di non immobilizzare con gesso a lungo, sarebbe quindi giusto dopo quanto tempo usare il tutore sempre non caricando ?
Inoltre le chiedo i tempi di recupero se sono totali e se ci sono caso dove occorre meno di tre mesi di assenza di attività fisica e lavorativa.
Cordiali saluti grazie.
Monica.
E’ verissimo, tendo generalmente a ridurre al minimo necessario le immobilizzazioni in gesso. Per tale ragione è raro che consigli di usare un tutore, dato che ho difficoltà a capire in cosa un tutore differisca da un gesso per quel che riguarda l’immobilizzazione. Riguardo alla guarigione? Non prima di tre mesi se dobbiamo confidare nella mia esperienza e se a questi tre mesi non si dovrà aggiungere la fisioterapia per la rigidità di caviglia post ingessatura.
Grazie gentilissimo dottore della velocissima risposta .
Speravo il medico del CTO di Torino fosse stato già troppo pessimistico nel diagnosticare 2 mesi !
Quindi secondo lei sarebbe da togliere il gesso una volta effettuati i raggi che evidenziano un inizio di saldatura della frattura ?e poi stare sempre in scarico fino a completa saldatura ma nel frattempo prenotare una visita per concordare una riabilitazione post ingessatura ?
Scusi le tante domande ma dal pronto soccorso ci hanno prenotato la seconda radiografia a7 gg e da li’ non ci hanno ancora consigliato un percorso medico da seguire .cordiali saluti,
Monica.
Mi pare che i vostri propositi siano corretti. La riabilitazione sarà importantissima.
salve dott. ho 31 anni e il 9magg2013 purtoppo sono caduto da una scala all’incirca da due metri e mezza mi portano in ospedale a termoli diagniosi frattura pluriframmentaria con infossamento talamico calcagnondx(825.0) .operato il giorno stesso di urgenza ,intervento rid.aperta ed osteosintesi con placca a boomerang piu’ app.gessato in equinismo .il 24giugno2013 ho il prossimo ricovero vorrei sapere che tempo ci vorra’ per ritornare a lavorare normalmente e se potro’ fare ancora il piastrellista,e se la riabilitazione e molto dura da fare e se servono cliniche specializzate grazie
Se ho capito bene è stato già operato. Bene, allora avanti!
Buona sera Signor dottore, il 16 settembre del 2012 sono caduto dalla scala ed ho avuto una frattura al calcagno, il 21 settembre sono stato operanto qui’ in germania esattamente a Sindelfingen , con una piastra e 11 viti, il 5 ottobre sono stato dimesso dall’ospedale, mi hanno mandato a casa, pero’ogni giorno dovevo presentarmi al pronto soccorso per cambiare la fasciatura e disinfettarlo, quando dopo due settimane se ne sono accorti che avevo preso una brutta infezione, il 21 ottobre mi hanno rioperatoe mi hanno tolto tutta l’infezione e la piastra , da allora ho subito tutta una serie di operazioni, in tutto sette , con ogni volta una drenaggio aspirante comunque sono stato all’ospedale quattro mesi, il 5 dicembre del 2012 sono stato dimesso dall’ospedale , ho subito ancora tante altre massaggi , ginnastica di riabilita’ma ancora siamo a Giugno, e non sono del tutto perfetto, la prego gentilmente se mi puo’dare un consiglio come possa fare per rimediare i dolori al piede, o per caso anche trasferirmi in italia per un’altro eventuale intervento, la ringrazio anticipatamente.
Distinti Saluti.
Le infezioni oseee post chirurgiche sono un problema serio e lei, suo malgrado, ne è ormai esperto. Mi pare di capire che comunque questo suo problema non sia stato sottovalutato e che la stiano trattando a dovere. Se la cute è sana e l’infezione spenta il dolore va trattato con farmaci e magari adattando la calzatura.
Gentilissimo dott Fanzone, oggi dopo 8 giorni abbiamo fatto la radiografia nuovamente.
Pare non ci siano novità, e’ tutto invariato…
Allora mi chiedo a cosa serviva se è’ normale che non ci siano segni di ri composizione della frattura ?il medico vuole che mio marito venga visto dai colleghi Dell ambulatorio del piede per poter essere seguito li nel tempo.
Mio marito si chiede se sarebbe il caso di assumere del calcio e se i tre mesi da lei anticipati per la guarigione son da intendersi come totale ripresa della normale quotidianità , camminate e lavoro , o solo da intendersi come inizio di mobilizzazione attiva.
Scusi se approfitto della sua gentilezza spero lei possa risponderci nuovamente, siamo un po’ preoccupati vista la possibilità di una lunga immobilizzazione…
Grazie infinite.
Monica.
Alcune volte una frattura si “sposta” pur essendo immobilizzata. TI devi accorgere di questo spostamnto in tempo per potere intervenire. Passati 8 – 10 giorni in genere una frattura non si “sposta” più. Se bisogna assumere calcio è una domanda che fanno tutti, la risposta e non è necessario. Comunque non fa male.
Gentile Dottore,
mia madre di 69 anni, in seguito ad una caduta dall’alto, ha subito la fratura del calcagno in più punti. Sei settimane fa è stata operata e le è stato impiantato dopo che il chirurgo le ha sollevato il calcagno che si era schiacciato inserendo solo un osso sintetico alla base. La frattura si sta ben componendo, lei ha ancora l’arto in scarico (se non lo tiene in scarico diventa subito nero) ed oggi le hanno detto di iniziare una fisioterapia a sfioramento senza caricare l’arto ancora ma solo deambulando con il carrello oltre che ad esercizi di flessione e rotazione. MI chiedo, non è forse troppo presto??? ho tanta paura visto che lei ha una forte osteoporosi che possa essere prematuro, mi può dire qualcosa? Grazie infinite
NOn mi pare troppo presto. Del resto per l’osteoporosi la cosa peggiore è l’immobilità.
Buongiorno vorrei un informazione per quanto riguarda una caduta dall’alto con frattura scomposta del tallone sinistro…..Mi trovo a decidere se procedere con intervento dopo essere stata medicata diverse volte per comparsa di flitene o il gesso …..Visto diversi rischi che comporta l’intervento….
Vorrei un suo consiglio…..prendevo al momento della caduta il plavix Grazie. …Elza
Se la cute non è perfettamente sana l’intervento chirurgico è controindicato.
Buonasera Dottore volevo informata che all ambulatorio del piede del CTO a mio marito hanno poi effettuato una tac ed è’ risultata frattura scomposta ma in ” asse’ o in sede quindi non necessitava di intervento , ma il medico ha cambiato la posizione e il gesso “posizionando” il piede a martello e il gesso totale non solo nella parte posteriore .
Come sostiene Lei anche il collega del CTO ha detto a mio marito che il 4 luglio(a distanza) di 40 gg dalla caduta toglieranno il gesso poi altri 30 gg senza carico ma con inizio di mobilizzazione e infine se tutto andrà secondo i criteri migliori. Terminati i 60 giorni il carico .
Mi sembrava giusto, vista la sua gentilezza aggiornarla.
Cordiali saluti .
Ps spero in una totale ripresa di vita normale per mio marito che fa un lavoro in piedi…
Monica.
VI ringrazio per l’aggiornamento. I miei migliori agururi di completa guarigione.
Egr.Dottore, a seguito di una caduta verticale da una scala (su un prato,) ho riportato una frattura composta a decorso obliquo del calcagno dx. Dopo doccia gessata e gambaletto gessato per un totale di 55 gg., al controllo ospedaliero, dopo RX, mi è stato prescritto quanto segue: inizia carico sfiorante, ginnastica attiva, crioterapia. Attualmente a 60 gg. dal trauma ,se alzo ed abbasso il piede, agendo sul tallone, avverto una sensazione fastidiosa, come di avere una spina nel calcagno, così anche se appoggio il piede esercitando una leggera pressione… . Le chiedo se questo sintomo stia ad indicare se sia ancora troppo presto iniziare il carico prescritto,e inoltre vorrei sapere quando potrò riprendere almeno a camminare normalmente, in base alla sua esperienza… ho 50 anni e godo di buona salute. La ringrazio sentitamente per una sua gradita risposta.
Francesco.
Consiglierei di insistere sul carico, anche se le rx dovessero mostrare un residuo di scomposizione.
Egr. Dottore, La ringrazio per la Sua risposta. La RX effettuata dopo la rimozione del gesso non presentava alcun residuo di scomposizione. Sono più di 10 gg. che con molta attenzione e con l’aiuto di un bastone appoggio una parte del carico su quest’ultimo e una parte sul piede che ha subìto il trauma ed intanto quella sensazione fastidiosa sotto il tallone si è attenuata.
Il Suo collega medico che mi visitato ha parlato di 30 giorni prima di poter tornare a camminare e si è dimostrato molto ottimista prescrivendomi, se voglio, un ‘eventuale controllo a distanza’. Potrebbe esprimermi una Sua opinione sui tempi necessari per la guarigione di un trauma simile al mio…non ho fretta e non voglio rischiare.
La ringrazio sentitamente.
Francesco.
Sono dello stesso parere del collega che la ha visitata. Vada avanti senza troppa preoccupazione.
Gentile dottore, il giorno 25 marzo cadendo in casa da una scala, il piede destro è rimasto chiuso tra due gradini difettosi.
Ho avuto una frattura pluriframmentaria scomposta calcagno dx. (oltre ad una ferita lacero-contusa mediale calcagno) . Il 3 aprile ho avuto intervento di osteosintesi con placca e viti + innesti ossei+ 2 viti cannulate Biomet. Dopo 2 mesi di medicazioni la ferita dell’intervento non si chiudeva ed ho fatto 25 sedute di terapia iperbarica al Policlinico di Roma. Ora le ferite sono chiuse, ma il piede specialmente sul lato destro è insensibile, muovo la caviglia (anche se non completamente) ma non tanto le dita, provo a caricare il peso ma mi devo sedere dopo 3 passi. E’ più utile una fisioterapia a questo punto, oppure continuare l’iperbarica? La ringrazio molto ma il mio ortopedico non mi vuole parlare di fisioterapia mi dice solo di provare a caricare 50%..
Credo di capire che non sia del tutto esclusa la presenza di una infezione, in questo caso potrebbe necessitare di una revisione chirurgica. Riguardo alla ossigeno terapia non ci sono prove di efficacia rispetto alla guarigione delle osteomieliti, se questo è il problema.
Buongiorno Dottore,
sono stata operata il 09 marzo 2012 per una frattura scomposta al calcagno con trauma. Dopo tanti cicli di Tecarterapia, fisioterapia, ho ripreso quasi del tutto a camminare in modo corretto. Ho sempre la caviglia gonfia e pulsazioni costanti sotto il piede. La mia domanda è: a parte la piscina o la cyclette posso riiniziare a correre/camminare velocemente?
Grazie per una sua sollecita risposta.
Il “gonfiore” potrebbe esssre sintomo di una difficoltà alla circolazione del sangue con un ritorno venoso deficitario. Fatto abbastanza frequente dopo un trauma ed una immobilizzazione agli arti inferiori. Ha provato ad usare una calza elastica? Camminare e correre sono due attività normali epr il piede…proviamoci!
Salve dott. Fanzone
Ci siamo sentiti tempo fà per una frattura composta con asteosintesi con due viti dopo 60 gg di non carico all’ultimo rx a 60 giorni, è stato detto nn completamente consolidata la frattura a livello della tuberosità anteriore. Mi è stato di detto di caricare con stampelle per ulteriori 28 giorni. Ad oggi sono passati 72 giorni ma ancora nn cammino,stò facendo fisioterapia tipo mobilizzazione tibio-tarsica e vado in bici. La mia domanda è questa, quanto tempo ci vuole ancora per camminare ??? è nn ho tanto dolore al calcagno ma ben si nella pinsa malleolare. La ringrazio in anticipo per una risposta è sempre molto disponibile e gentile grazie infinite ancora Dott. Fanzone,Alessio.
Andare in bici è già un buon risultato. I tempi di guarigione in genere non sono inferiori ai 90 giorni. Coninuti così.
Buon giorno Dott. Fanzone
in definitiva la mia è più un attesa di guarigione che problemi, il gonfiore è quasi svanito e stò andando tutti i giorni in bicicletta e fisioterapia, cmq nn sò come mai ma all’ospedale nn riescono mai a darmi una risposta anche ad una semplice domanda che li faccio. Cmq 90 giorni ci vogliono tutti per dire se andato tutto bene nell’intervento chirurgico, e poi il resto si vedrà al momento del vero carico totale senza stampelle. Un suo consiglio in base alla sua esperienza, le viti mi hanno detto che rimangono, ma se danno fastidio posso rimuoverle ?? vado in contro a problemi e altri mesi di inattività ?? o pure è un intervento nn invasivo a livello di tempi??? La ringrazio un monte Dott. Fanzone anche se nn può fare gran che senza radiografie e visitarmi la sua esperienza può comunque aiutarmi nell’affrontare meglio questa frattura che a leggere dal suo forum è parecchio noiosa e complessa nella guarigione. Distinti saluti Dott. Fanzone. Alessio.
NOn è necessario rimuovere le viti ma se del caso si può fare con solo pochi fastidi.
Buon giorno dottore, nel 2009 cadendo da circa 2,5mt mi sono rotto il calcagno mi hanno operato a Pisa, dopo 30 giorni di gesso e altrettanti con tutore con scarico ho iniziato a ricaricare il peso sul piede. I risultati ottenuti ad oggi (giugno 2013) sono che ho perso il movimento inversione ed eversione, e ho dolori più o meno ad ogni passo che faccio. Il dolore però mi sembra più tendineo che osseo, a Pisa mi è so proposto di fare una artodesi sotto astragalica tradizionale. Io farei anche questa operazione fermandomi ancora 6 mesi (sono artigiano di 45 anni) ma mi piacerebbe sapere la casistica di queste operazioni, cioè dopo l’operazione si potrà tornare a una vita normale (fare una corsetta, o due tiri di pallone con il figlio) perché altrimenti penso che convenga combattere giorno per giorno con il dolore che controllo con plantari e Dicloreum quando serve senza però avere più una vita normale .
Mi piacerebbe avere un suo consiglio anche in base alle sue esperienze. La saluto cordialmente Marco
Già adesso la sua vita non è perfettamente “normale”. Il dolore le impedisce di fare alcune cose ed i farmaci interferiscono con la sua salute. L’artrodesi è un brutto intervento ma risolve il problema dolore.
Salve dottor Fanzone, io ho avuto circa due anni fa una frattura pluriframmentaria del calcagno dx, quindi operazione, placche e 5 viti, filo di kirchner ecc. Lanno scorso mi hanno tolto placche e viti perchè era spesso gonfio e si infiammava spesso ma adesso dopo un anno dalla rimozione facendo un ‘ulteriore radiografia, un altro professore si accorge che il calcagno è un pò fuori asse ed ho la parte destra del piede dove c’ è il tendine abbastanza gonfia rispetto alla parte simmetrica dell’altro piede sx buono e lui mi dice che è il tendine che no fa il percorso che dovrebbe essendo il calcagno fuori asse ho anche dolori, zoppico buttando il piede ( l’alluce verso l’alto ) è come se mi mancasse qualche millimetro sotto il tallone a destra, in definitiva lui mi dice di operarmi e mettere due viti in carbonio che rimarranno, per regolare l ‘asse del calc. e di conseguenza si rimetterà il tendine apposto ed il rigonfiamento che adesso ho, l’ operazione la faranno in day ospital cioè l’ indomani mi dimetteranno.
Le mie domande sono: che tipo di operazione è ?, risolverà il problema ?, è un’ operazione invasiva o dolorosa ?, che tipo di anestesia faranno ?, queste due viti mi metteranno al livello il piede e toglieranno il gonfiore ?. Il fatto è che ho 45 anni e sono un po preoccupato avendo famiglia, sia per me che per il lavoro.
La ringrazio e La saluto anticipatamente di cuore per il suo parere in merito.
Ogni intervento chirurgico va eseguito solo se di necessità. Preoccuparsi troppo non ha moltosenso se c’è un problema da risolvere, del resto però è importante farsi spiegare bene cosa dovrà essere fatto, i tempi di guarigione, le cause di possibile insuccesso, per quanto tempo non potrò lavorare, il periodomigliore del”anno per fare l’intervento….
Salve a tutti e ringrazio antipaticamente per l’attenzione.
Circa 30 giorni fà ho subito una frattura al calcagno trattata chirurgicamente con placca e 5viti-
Sono stato dimesso con il divieto di carico per 30 giorni ma senza alcun gesso ne tutore o simile indicandomi alcuni esercizi di movimento in estensione del piede. Premetto che il piede era gonfio e tumefatto mentre ora non lo ho più. Gentilmente vi chiedo:
è corretta tale prassi (piede in libertà), anche confrontandola con gli altri che hanno scritto ?
in riposo non sento alcun dolore ma mentre faccio gli esercizi (molto soft) in estensione avverto fastidio/dolore muscolare tendineo dietro il tallone e nella parte anteriore esterna del piede.. è nella norma?
Ringrazio per l’attenzione e saluto
Forse è un pò “coraggioso” ma si può fare! Bisogna avere fiducia nel paziente e nel fatto che starà attento.
salve dott.volevo chiedere un consulto il 09magg2013 sono caduto da una scala ho riportato fraturra scomposta pluriframmentaria talamica di calcagno dx operato di urgenza il giorno stesso 3 viti e una placca a bumerang,gesso per 40gg divieto di carico muovere attivamente le dita dopo il 24giugn2013 avevo il prericovero mi hanno tolto il gesso e mi hanno fatto na fasciattura alla colla di zingo e divieto di carico per altri 25gg perche l’operazione e uscita bene mi disse ma l’osso nn lo vede calcificato bene mi hanno scritto (mobilizzazione attiva della t t) cosa significa??,di testa mia vedo da un fisiatra e mi dice di assumere indegratori di calcio e di fare la magneto terapia di affittare il cemp,e di iniziare la mobilizazzione del piede di dieci sedute fatta da loro visto che nn riesco a muoverlo,e vi chiedevo il fisiatra puo’ prendere ste decisioni ho aspetta a l’ortopedico a prendere queste decisioni??
Il Fisiatra è un medico, quindi autorizzato alla prescrizione… Il Fisioterapista non è un medico. Ma era questa la domanda?
la domanda era se il fisiatra puo’ decidere ho ci vuole l’ortopedico che decida??cmq mi ha risposto gia’ la ringrazio.
Buonasera dott Fanzone, Le chiedo un parere molto velocemente approfittando della Sua cortesia.
Oggi mio marito al controllo radiografico dopo 40gg dalla caduta riportava la stessa dicitura nel referto, vuol dire quindi che non c e’ stato il minimo segno di ricomposizione del calcagno?(frattura scomposta in “asse”).
Il medico ritiene normale…. Era molto frettoloso quindi non ho sciolto questo dubbio, cioè’ se sia normale che dopo 40 gg non ci sia nessun segno di saldatura.
In ultimo il dott ha detto che eseguiremo il controllo tra altri 50 gg e che fino ad allora deve stare in scarico, ma non dovevano essere 60 gg e non 90 ??
Nel frattempo eseguiremo visita fisiatrica .
La ringrazio del Suo prezioso parere…. Mio marito sostiene che a fine luglio cioè ai 60 gg possa iniziare il carico!!
Cordialmente Monica.
Il referto radiografico delle rx di controllo in genere è un “copia/incolla”, personalmente non lo guardo neanche. Il callo osseo non è detto che si debba vedere… Dopo i 60 si inizia a caricare, in genere.
La ringrazio infinitamente.
Spero il fisiatra possa seguirci con più attenzione…
Lei Dottore e’ infinitamente gentile .
Cordiali saluti.
Monica.
Buongiorno,
ho letto tutto con molto interesse e gradirei avere un Suo autorevole parere se fosse possibile.
Domenica scorsa giocando al mare col bambino son saltato e, per evitare il bambino, sono atterrato praticamente con tutto il peso sul piede/tallone sinistro cadendo, purtroppo, su un sasso che non avevo visto essendo sul fondale.
Ho provato un dolore davvero intenso e per uno/due giorni non potevo camminare se non poggiando solo l’avanpiede, il tallone non si è gonfiato e non vi sono stati segni di lividi o altro. Nei giorni è migliorato e ora posso poggiarlo ma con molta molta cautela, ho paura perchè ancora mi duole e sento che “non è a posto”. Secondo lei, capendo la difficoltà legata alla distanza e alla forma, potrei avere una frattura? Sono parecchio preoccupato perchè ho letto che non è una frattura banale, ma spesso vi sono complicazioni.
Oggi comunque, a scanso di equivoci, andrò a fare una radiografia, nel caso fosse fratturato secondo lei (visti i sintomi, ovvero assenza di tumefazione e versamento liquidi, edema) qual’è il tempo di “recupero” e la terapia più idonea?
E’ semplice vedere una frattura al calcagno o, come per lo scafoide per es., a volte risulta di difficile interpretazione?
Grazie mille per le risposte e informazioni che saprà/vorrà fornirmi.
Cordiali Saluti
Nicola
A questo punto, dato il ritardo nella mia risposta, avremo già il responso della radiografia, inutile supporre.
Salve , agli inizi di maggio sono caduto da una scala senza scarpe da circa 1,70 metri al pronto soccorso fatta la radiografia hanno detto frattura pluriframmentaria composta del calcagno sinistro, dalla tac il referto diceva Non falde liquide articolari. Conservati i rapporti articolari. Diffusa imbizione edematosa dei tessuti molli sottocutanei. Ossa: Esiti di frattura pluriframmentaria del calcagno, in assenza di fenomeni di riparazione. Dopo 11 giorni mi hanno messo il gambaletto di gesso e non ho MAI messo il piede a terra, dopo trenta gioni, 45 dall’evento, dalla radiografia risultava frattura in iniziale consolidazione, altri 20 giorni senza carico, l’8 luglio la radiografia diceva “in via di consolidazione”, il dott. dell’ambulatorio mi dava 10 magnetoterapie da 30 minuti e il carico parziale con le stampelle. A distanza di una settimana il piede è molto gonfio e provo dolore nella caviglia, il piede lo muovo avanti e dietro senza dolore, un po di dolore quando lo muovo lateralmente, e quando carico un po di peso il dolore è forte all’esterno della caviglia . Non mi è stata data fisioterapia, a mare per non provare dolore l’acqua mi deve arrivare alle spalle, altrimenti sento dolore. Vorrei sapere se il decorso è normale oppure è il caso di non affidarmi all’ambulatrorio dell’ospedale ma rivolgermi ad un ortopedico privato per indagini più approfondite. Nel ringraziarla per la sua attenzione la ringrazio anticipatamente
Antonio
Camminare in acqua è una fisioterapia! Mi pare, se non ho sbagliato i conti, che siamo a meno di 90 giorni dalla lesione. Mi pare che i tempi siano rispettati. Coraggio ed andiamo avanti.
Riguardo all’eterno dilemma tra pubblico e privato: lavoro nel pubblico, a volte faccio visite in libera professione…non sono più bravo se pagato a parte.
Buongiorno,
la ringrazio per la cortese risposta.
In effetti la radiografia è stata fatta (2 prospettive, una dall’alto e una nel lato interno) e il referto è che “non si rilevano fratture, se il dolore persiste si proceda ad accertamenti”..più o meno questo, non l’ho davanti per poter essere più preciso. Volevo solo chiederle se sa dirmi indicativamente in quanto tempo, la situazione, torna alla “normalità” dopo una brutta contusione come la mia. Domenica saranno 2 settimane dall’evento e, ancora, non me la sento di camminare “normalmente” caricando il piede/tallone al suolo. Ho anche notato che, in giorni, nei quali il dolore mi pareva meno e quasi tutto in regola e quindi ho provato a camminarci normalmente il giorno dopo era un po’ peggio….significa che devo lasciarlo scarico il più possibile per una migliore e più veloce “guarigione”? Mi hanno anche consigliato di assumere dicloreum per l’infiammazione……..approva?
Grazie ancora!
Cordiali Saluti.
Il riposo e lo scarico sono fondamentali. Esiste un tipo di lesione ossea non visibile alla rx tradizionale definita come edema della spongiosa. Non necessita di trattamento particolare ma bisogna dare al corpo il tempo e l’occasione per guarire. Se continuo a camminare? guarisco lo stesso ma impiego più tempo.
Gent.mo Dott. Fanzone,
rinnovo i ringraziamenti e le faccio i complimenti per questa “rubrica” !
Cordiali Saluti
Nicola
Salve dott sono una ragazza di 25 anni. Il 13 luglio 2012 ho subito un intervento di riduzione di uns frattura scomposta pluriframmentaria del calcagno con placche e viti, rimosse il 13 sette dello stesso anno.a distanza di un anno non ho problemi di alcun genere salvo limitazioni nella corsa, unica mia ansia è data dalla caviglia chs da allora si gonfia in maniera impressionante a fine giornata. Cosa succede? Grazie
Probabili problemi legati ad una sofferenza legata ad un “errore” di carico. Consiglio sempre di usare durante la corsa un plantare su misura (destra e sinistra). Proverei! Magari il problema in parte si risolve.
Buongiorno DR. G. Fanzone,
ho subito circa 3 anni fà, un incidente stradale, con frattura esposta scomposta del calcagno dx, trattata in un primo momento con osteosintesi e 2 viti, con conseguente infezione e successivo processo flogistico osteomelitico, circa dopo 1,5 anni dal primo intervento sono stato rioperato perchè l’infezione richiedeva la rimozione delle viti, probabile causa della mancata rimarginazione cutanea, ma anche in questo caso il problema persiste e siamo a 3 anni dall’evento! ma io ancora non ho mai avuto la cute della parte interessata rimarginata.
premetto ho 36 anni e questi 3 anni per me sono stati un cataclisma! attualmente sto facendo un’immunoterapia per cercare di fare in modo di risaldare la cute per poter successivamente intervenire per poter risistemare il calcagno totalmente fuori asse.
Vorrei sapere un parere in merito alle eventuali soluzioni a questo mio calvario.
Grazie
Buon Lavoro
G.B.
A volte bisogna trovare il coraggio di interventi radicali. Aprire, rimettere a “posto” l’osso, fare guarire la ferita. Un perchè alla mancata guarigione delle ferite c’è sempre, bisogna individuare i motivi e correggere!
Buongiorno sig. Dr. Giuseppe. Io sono operato a Torino 2 anni fa per una frattura di calcagno dove mi hanno applicato una placa metallica con vite e anche un pezzo di oso tolto dal mio basino, perché avevo un buco.Problema è che da un può da tempo ho grandi dolori e un può gonfio. Che consiglio mi dati ,cosa si può fare per non avere questa dolore insopportabile. Grazie
Una rx per verificare una eventuale “intolleranza” alla placca ed eventualmente rimuoverla.
Buona sera sig. Dr. Giuseppe,le scrivo per dei consigli, purtroppo il 18 Agosto sono caduto in una gara di Trail sul Gran Sasso, portato nel pronto soccorso dell’ospedale dell’Aquila, hanno riscontrato una microfrattura della tuberosità anteriore del Calcagno di circa 2mm.Il piede mi è stato fasciato dicendo di stare a riposo per 25 giorni.
Chiedevo se in questo tempo la microfrattura si risalda in modo corretto,o se necessita di altro tempo.Grazie
Penso che potrebbe essere sufficiente. magari qualche altro giorno di riposo relativo.
Salve dottore,in base a una caduta ho subita una frattura composta calcagno.il medico mi a applicato un doccia gessata per 60 giorni.dopo 35 giorni devo andare in ambulatorio per un controllo,dopo un altro gesso per 25 giorni.secondo lei,non e un po tropo?poi io faccio un lavoro dove sto sempre seduto e non uso la gamba sinistra,camionista.?????
I normali tempi di guarigione sono intorno ai 60 giorni. Bisognerebbe però verificare la gravità della cosa.
In poche parole,con un tutore,non di gesso,visto che sto sempre seduto e non uso la gamba,se non per camminare 50 m e salire 2 gradini,e possibile che dopo un mese posso tornare al lavoro?grazie mille dottore.
E possibile!
Salve dottore.ho una domanda,se gentilmente mi puo rispondere.che parere ha della magnetoterapia.
?IL 4 ott devo andare per il controllo in ambulatorio,e mi stresa il fatto di portare ancora per 25 giorni il gesso da carico.ma secondo lei,non si blocca troppo la caviglia?lasciare il piede libero,fare un po di movimenti e un po di magnetoterapia,un amico che gioca a pallone in seria b me lo ha consigliato,non sarebbe meglio?tanto che senso ha ancora il gesso,non sento piu dolore,non esco di casa ,sto sempre sul divano.non lo sopporto piu il gesso,so che sembra una cosa da bambini ,ma e cosi.la ringrazio per la sua disponibilita
Buonasera Dottore,
questa mattina in seguito ad una caduta dall’alto ho riportato una distorsione della caviglia sinistra, con piccolo distacco parcellare (5mm circa) dell’angolo antero-supero-esterno del calcagno.
Mi è stato applicato gesso aperto per prevenire di causare costrizione in caso di ulteriore rigonfiamento, divieto di carico, eparina ed antiinfiammatori, e con invito a nuovo consulto ortopedico/chirurgico fra sette giorni.
Secondo i medici che mi hanno visitato, non dovrebbe essere necessario intervenire chirurgicamente (il distacco è effettivamente piuttosto piccolo, quasi invisibile, tanto da avere richiesto nuova proiezione radiografica per poter essere rilevato), ma più probabilmente mi verrà applicato un nuovo gesso fino alla calcificazione.
Desidero chiederle se la prognosi non potrebbe, in un quadro di tale apparentemente modesta entità, essere stata eccessivamente cauta e se diversamente potermi auspicare tempi di guarigione meno lunghi dei 60gg. indicativamente fornitimi, per la ripresa della normale deambulazione e anche in relazione alla mia attività di batterista (il piede sinistro non necessita di particolare carico, ma controlla l’apertura/chiusura di due piccoli piatti, la cui pulsazione è purtoppo decisamente fondamentale nel genere da me suonato, il jazz).
La ringrazio in anticipo per l’attenzione e mi scuso per la futilità di un aspetto relativamente marginale, ma che nella mia attività specifica si rivela per me fonte di una certa preoccupazione.
Armando Albarani
In molte occasioni ma sempre in completo accordo con il paziente abbrevio i tempi di immobilizzazione. Se si rimane cauti e vigili in genere nessun problema.
Grazie, spero vivamente sarà possibile farlo anche in questa. Ovviamente, immagino che per qualche tempo permarrà il divieto di carico? Certamente non mi sottoporrei ad alcuna attività eccessivamente stressante, ma in presenza di distacco anche la semplice deambulazione non potrebbe forse rallentare la perfetta guarigione? Grazie ancora.
Nella nostra vita esistono poche certezze… Bisogna però agire, pur con cautela. La paura di complicazioni blocca ogni attività umana ed impedisce il successo.
Buongiorno Dr. Giuseppe,
le scrivo per avere qualche consiglio in merito alla guarigione del calcagno, dopo un anno e cinque mesi e il parere positivo del medico sul esito della frattura, il piede si gonfia e fa male vicino alla caviglia penso dove c’è la placca ( forse tibio astragalico).
abbiamo deciso con il parere del medico di rimuovere la placca e i viti, non è tardi dopo un anno e mezzo ? quando diventa difficile rimuoverli ( ho 29 anni ). Quanto tempo serve dopo la rimozione della placca per mettere carico ? e la guarigione della ferita ?
essendo che per motivi di lavoro dovrei viaggiare all’estero dopo due settimane dall’intervento. È possibile ? La ringrazio in anticipo per l’attenzion.
In caso di persistenza del dolore rimuovere la placca piò essere risolutivo. Difficle! Si ma non vedo alternative. Non opero un paziente che non mi può assicurare un adeguato periodo di riposo dopo l’intervento. Perchè non eseguire l’intervento al suo ritorno?.
A causa di stress sportivo ho sofferto 4 anni fa di un edema calcaneare che mi è stato curato a livello reumatologico con dei bifosfonati. Mi è rimasta però una “piccola lesione alla tuberosità calcaneare” nei pressi dell’inserzione del tendine che mi causa fastidio sopratutto durante la guida in auto (piede destro). Ho consultato invano diversi ortopedici. Le volevo chiedere se secondo lei la problematica è da ricercare nel tendine oppure è necessario lavorare sull’osso? Considerare anche il Gesso?
Possibile una genesi del dolore sia da parte dell’osso che del tendine (probabilmente riguarda la giunzione). Proporrei in un primo approccio un tratamento con PRP, l’intervento solo se evidente una chiara prominenza ossea (visibile alle rx).
Ma questa lesione della tuberosità nella mia ignoranza la immagino tipo un scheggiatura dell’osso che non riesce a riformare il callo osseo e quindi a ripararsi probabilmente perchè la zona è poco vascolarizzata. Non esistono cure infiltrative in loco che possono favorire la formazione e la guarigione del callo osseo?
Il dolore ed il fastidio non sono causati dalla “protuberanza” che è in genere solo un segno indiretto di una infiammazione della regione di inserzione tendinea (come il fumo è segno di un incendio senza esserlo). Per tale motivo i trattamenti che hanno come “target” l’infiammazione, in genere si rivelano molto utili.
Gentile Dottore il 17 ago riportavo frattura del calcagno (esito Tac fr. poliframmentata con infossamento del talamo, interessa tutto il corpo calcaneare e raggiunge entrambe le superfici articolari per l’astragolo e il cuboide) . La frattura e’ stata trattata in modo conservativo per 37 gg con divieto di carico. Ieri alla rimozione del gesso il dottore mi ha detto che vi ò un accenno di formazione di callo osseo .dovrò proseguire con il divieto di scarico per altri 20 gg ma senza gesso al fine di mobilizzare la caviglia e poi carico sfiorante al 10% consigliata magnetoterapia e piscina dove poter camminare in acqua
quello che volevo chiederLe è:
1 e’ normale che al 37 gg il piede sia ancora tutto livido e gonfio?
2 visto che dovrò eseguire un carico sfiorante suppongo che dovrei rivolgermi in un centro dove facciano idroterapia ( avrei paura e sinceramente lo ritengo pericoloso andare in una qualunque piscina) solo che nella mia zona non c’e. Mi può dire se la classica fisioterapia puo’ sostituire la piscina?
3 Posso considerare di riprendere la guida quando inizierò il carico sfiorante?
Mi scuso sin d’ora se le mie richieste potranno sembrare banali
Ringraziandola le porgo distinti saluti
Mi pare tutto regolare. In piscina si dovrebbe solo camminare regolarmente utilizzando l’acqua (spinta idrostatica) per diminuire il carico sul piede per cui una piscina vale l’altra. Guidare si, anche se è un po diverso se si tratta del piede destro o sinistro.
Buongiorno Dottore, anzitutto la ringrazio per la sua risposta .
Il piede interessato è il destro,colgo l’occasione per rivolgerle un altra domanda , e’ la prima volta come avrà intuito che mi fratturo, mi hanno spiegato che per misurare questo 10% dovrei utilizzare la bilancia facendo spinta con il piede fino a vedere la tacca sui 10 kg , quella mi hanno detto è la forza che io dovrei applicare.la domanda è dato che non sono poi tanto sicura di saper applicare correttamente quell’ intensità durante la camminata, cosa succede se per sbaglio si applica più del 10% e se posso far riferimento all’ intensita di dolore come parametro?
Rinnovo il mio ringraziamento per la sua disponibilità
Cordiali saluti
Può fare riferimento al dolore!
Salve dottore!per quello che riguarda la mia frattura composta di Calcagno non tanto grave,il 4 ott devo andare in ambulatorio,raggi rx,e un altro gesso da carico per 25 giorni.ma secondo lei,non e un po tropo per la caviglia?se io riesco a muovere un po la caviglia per che mi si e allargato il gesso si possono creare danni?ma se dopo 35 giorni di gesso lasciare libero il piede e fare un po di magnetoterapia?che pare a della magnetoterapia?puo aiutarmi?un amico che gioca a pallone a alti livelli,me lo a consigliato.grazie
Chi gioca a pallone ad alti livelli non necessariamente ha esperienza di ortopedia e viceversa. Comunquq mi sembra un consiglio da approfondire e che mi trova sostanzialmente in accordo.
Salve dottore, ho 50 anni e anch’io ho avuto una frattura del calcagno al piede sinistro cerca un anno fa.l La mia preoccupazione è dovuta al gonfiore a livello della caviglia parte sinistra la zona proprio dove il medico è intervenuto per ridurre la frattura , questa zona è infatti gonfia e dolorante direi che il dolore al calcagno non lo avverto ma prevalentemente in questa zona . Può essere normale?
Non mi pare normale. Un nuovo controllo dal chirurgo operatore ed una eventuale radiografia dovrebbero essere sufficienti a dare ragione del problema.
Dott. Fanzone buona sera
ci siamo sentiti in passato per una frattura al calcagno con asteosintesi con due viti. ad oggi 6 mesi passati zoppico e ho dolore al retropiede dove mi hanno inserito le viti…la mia domanda è questa, ma il dolore finirà prima o poi ?? e la zoppia da dolore al retro piede e mi fanno male le viti , se le tolgo le viti posso risolvere qualcosa ?? grazie dott. è molto in gamba nel suo lavoro bel sito.
Se le viti danno fastidio, basta toglierle. Grazie dei complimenti.
buonasera dott giuseppe fanzoneho 53 anni e per un incidente ho subito fr dwrframmentariadel calcagnodxe mi e stato eseguito intervento ridimensione con 3viti efililk piu gessoil7 ottobbre quando tempo ci vuole che potro camminare di nuovo un altro dubbio che ho il piede quando ce lo basso diventa scuro e normalelo tengo sempre alzato sulla sedia con cuscini
e poi faccio la seliparina da0,4 posso prendere anche il daflon dato che ho problemi di circolazione per le safene esterne grazieattendo con ansia un vostro consiglio
Servono almeno tre mesi per tornare a “camminare” e circa una anno per guarire e due per dimenticare il trauma. Il colorito scuro potrebbe essere normale ma va tenuto sotto controllo. Nulla osta per il Daflon ma dovrebbe chiedere al suo medico Curante.
B giorno dottore giuseppe fazone vorrei porgergli una domanda.Dato che 10 anni fa a causa un incidente alla caviglia sono stato operato e mi hanno messo un bullone con viti, un domani potrei togliermeli Grazie
Sicuramente potra decidere di farli togliere. Spero di non essere io il chirurgo a cui lo chiederà. Dopo 10 anni sarà un lavoraccio.
salve dott.le vorrei fare alcune domande sono antonio 32 anni purtroppo il 9maggio2013 sono caduto da una scala riportato frattura pluriframmentaria scomposta con infossamento talamico operato il giorno stesso ,mi anno messo na placca a boomerang 3 viti e il ganbaletto da portare per 40gg,dopo questi 40gg,in ospedale rimozzione del gesso piu’fasciatura in colla di zingo per altri 15gg sempre con divieto di carico assoluto dopo questi altri 15gg rimmozzione bentaggio rx di controllo tutto ok consolidato inizio riabilitazzione fino al 10 di ottobre e diciamo tutto ok cammino mi manca qualche piccolo movimento delle dita in giu’ qualche problemuccio di senzibilita ecc…vabbe’ fin qua tutto ok adesso mi resta il problema nello stare eretto per tanto tempo mi fa’ molto male volevo sapere se e risolvibbile nel tempo oppure mi resta questo sintomo ieri ho provato ad iniziare a lavorare faccio il muratore specifico e i dolori sono molto forti dopo che prendo qualcosa di pesantuccio stammattina zobicavo dinuovo e ho dolori un po’ sotto il piede e alla caviclia e al mallaeolo interno gamba cosa potrei fare? devo sforzarmi di lavorare ho aspettare un altro po’ ??oppure questo lavoro nn fa’ piu’ per me???la ringrazio anticipatamente per i consigli che potra darmi!!
Grosso modo mi pare che tutto rispetti i tempi di questo tipo di fratture. Aspettare un pò per tornare al lavoro potrebbe essere utile. Curi particolarmente la calzatura che usa perchè comunque la forma del piede sarà un poco cambiata e la scarpa di prima potrebbe anche non essere più buona. In genere, soprattutto a chi usa scarpe antinfortunio, consiglio di utilizzare un plantare morbido su misura.
Cambiare mestiere? Solo se quello che ha non le piace più.
le spiego dott.quello che faccio mi piace e solo che vedo dopo un giorno di lavoro nn riuscivo di nuovo a cammina e mi preoccupavo anche perche in ginocchio su quel piede nn ci riesco e in questo mestiere serve molto inginocchiarsi,anche stare in piedi senza camminare mi fa male e 9ore in piedi e molto difficile da afrontare ,se e questione di tempo che tempo puo’ consigliarmi per riprendere il lavoro discretamente ???per il plantare l’ortopetico mi fece fare un plantare su misura in cuoio e sughero e buono o devo prendere qualche altro tipo??se puo’ consigliarmi se usare scarpe alte ho basse ho qualcosa in particolare?????la ringrazzio nuovamente per la gentilezza che dedica sul sito in anticio
Meglio una scarpa alta, giustamente rigida, con caviglia bloccata e con suola antiurto (alta e protettiva). Il plantare giusto è quello che ti da sollievo. In genere deve essere fatto su misura, i materiali utili a tale scopo sono tanti. Per chi lavora in generale meglio i materiali sintetici che sono lavabili.
Salve Dott. Fanzone. Complimenti per il sito e per la Sua professionalità. Nel lontano 2001 (allora 17enne) sono stato operato al calcagno dx in seguito ad una brutta caduta dalla moto. L’operazione è stata effettuata alla Rizzoli di Bologna dal Prof. Giannini dato che all’ospedale della mia città non sapevano da che parte iniziare. Da allora ho imparato a convivere con un fastidio praticamente presente quotidianamente (comunque sopportabile) alla caviglia ed una leggerissima appena pronunciata zoppia. Mi è stata impiantata una placca di metallo con 4 viti che ho tutt’ora. E’ possibile che quest’ultima mi provochi il dolore? Mi era stato riferito comunque che non era necessario toglierla. Però, a distanza di diversi anni, inizio a farmi qualche domanda. Grazie e ancora complimenti.
Raffaele.
E’ stato operato da uno dei padri dell’ortopedia.
Un chirurgo ortopedico si renderà subito conto se è la presenza della placca a determinare il fastidio. Toglierla potrebbe essere difficile, ma tale difficoltà potrebbe essere affrontata se si crede che fare ciò possa determinare un vantaggio.
buon giorno dottor giuseppe sono un ragazzo di 30 anni mi chiamo filippo nel 2003 o subito un intervento alla caviglia destra mi anno operato e mi hanno messo una vite e due bulloni si possono toglierli e quando
I mezzi di sintesi possono essere tolti ma…possono anche restare (in genere è meglio). La decisione deve essere presa in base agli eventuali disturbi generati dalla presenza del metallo.
Gentile Dottore il 17 ago riportavo frattura del calcagno (esito Tac fr. poliframmentata con infossamento del talamo, interessa tutto il corpo calcaneare e raggiunge entrambe le superfici articolari per l’astragolo e il cuboide), le avevo scritto tempo fa per un suo parere.oggi a due mesi dalla frattura sono ritornata in ospedale per rx e visita . il medico mi conferma che la frattura si è consolidata , mi ha riconfermato di continuare il carico parziale a 10kg progredendo con l’aumento del peso caricato ma non specificandomi quanto.
Mi ha anche detto che non potro più correre in quanto la superficie del calcagno che si congiunge con l’astragolo non sarà più perfettamente liscia e ciò mi impedirà un domani di correre ed ha aggiunto che quando riprenderò a camminare se ci sarà dolore sarà possibile operare per risolvere questo problema.
Nel referto rilasciatomi scrive: minima tumefazione modica limitazione articolare sottoastralgica ,insistere con la ginnastica e FKT carico parziale (in particolare prudenza nell’ impatto del tallone) Stampelle.
Ora io non capisco come faccio a stabilire io quanto e quando aumentare questo peso .
Mi ha detto che tutto sommato il non operare è stata una buona scelta perché l’osso si è consolidato ma mi prospetta l’ipotesi di un intervento futuro preannunciandomi possibili esiti invalidanti non spiegandomi che tipo di intervento sarebbe a questo punto mi chiedo se riuscirò e quando a tornare a camminare come prima
Ringraziandola
Isabella
Nei miei referti scrivo in casi come questo “carico progressivo a tolleranza del dolore”, spiegando che il dolore è un valido segnale, percepito dal paziente stesso, riguardo allea attuali capacità di carico. Niente dolore? Posso caricare di più. Poco dolore? E’ il giusto livello di carico. Molto dolore? Sto caricando troppo.
Spero di essere stato chiaro, eventualmente tenterò di spiegare meglio.
Riguardo ad un ulteriore intervento di artrodesi… a volte risulta necessario ma con sintomatologia acuta già spenta.
Grazie dott della cortese risposta, ieri infatti sono andata dal fisioterapista e abbiamo aumentato il carico da 10 a 20/25 kg non c’e dolore intenso ma la sensazione di rigidità della caviglia e sotto il tallone una sensazione di durezza soprattutto nella parte interna del calcagno , il fisioterapista mi ha consigliato a casa di state in posizione eretta trasferendo il peso da una gamba all’altra tramite movimenti rotatori e cercare di abbozzare il movimento del passo senza uso delle stampelle. E’ corretto tutto cio’ in quanto a fine serata sentivo delle fitte al piede.
Volevo porle un’ altra domanda all’incirca dopo quanto tempo si puo’ pensare di abbandonare le stampelle ?
La ringrazio nuovamente per la disponibilità e mi congratulo con lei per il sito interessantissimo
Consiglio di usare le stampelle, anche come “compagnia” fino alla ripresa completa. Serve ad evitare di zoppicare ed ad evitare nuovi traumi.
Grazie per i complimenti. Li accetto volentieri anche come stimolo a continuare su questa strada.
Buongiorno dottore, grazie per la sua risposta. Dalla scorsa settimana ho cominciato ad uscire , per cercare di camminare un poco di piu ,mi rendo conto che non riesco a fare piu di 300 400 metri dopo i quali avverto doloree gonfiore all’altezza della caviglia e del malleolo esterno , mi chiedevo se cio si puo’ ritenere normale dopo 3 mesi oppure e’ il caso che io mi debba cominciare a preoccupare per intervento di artodesi. Ovvero la fase acuta a cui lei si riferiva precedentemente piu o meno a cosa corrisponde .Purtoppo questo incidente ha già messo a repentaglio il mio lavoro essendo precaria e mi preoccupo di non poter avevre il modo di cercarne un altro.
Mille grazie
Per l’artrodesi è ancora presto. Il piede oltre che il trauma/frattura ha subito anche la immobilizzazione. La immobilità determina, per essa stessa, disturbi articolari ed ossei. Quindi per un periodo iniziale bisogna “muoversi” e riabituarsi al passo ed alle attività quotidiane. QUesto periodo ha una durata variabile da persona a persona. Personalmente in assenza di dolore “da urlo” consiglio di andare avanti senza deprimersi (alla perdita del lavoro aggiungerei una ulteriore beffa.
Gentile Dr. Fanzone,
Ho 25 anni, e ho subito una caduta l’8 settembre in cui sono caduta sul mio stesso piede con tutto il peso (52 kg) mentre atteravo da un salto, ho scoperto dalla risonanza di aver avuto una frattura al calcagno e non una distorsione tibio-tarsica come mi era stato diagnosticato al pronto soccorso due mesi fa , il referto RM recita così “L’esame dimostra un’alterazione di segnale a carattere di iperintensità a livello dell’apofisi anteriore del calcalgno associata a sottile linea ipointensa e a discontinuità del profilo corticale, espressione di esito di frattura traumatica con edema perilesionale.
Sfumata reazione edematosa è altresì evidente al terzo antero-superiore dell’astragalo”.
Fino ad ora il mio piede era stato curato come distorsione tibiotarsica perchè dalla lastra in pronto soccorso “Non si osservavano lesioni ossee traumatiche radiologicamente apprezzabili” , al pronto soccorso mi avevano messo una semplice fasciatura elestica stretta che io ho tolto dopo 5 giorni, nel frattempo sono rimasta a riposo totale, senza appoggiare il piede per una settimana, poi ho cominciato a cammianre ma solo con le stampelle perchè ancora il piede mi faceva malissimo, dopodichè la terza settimana sono andata dal fisioterapista che mi ha detto che avrebbero duvuto farmi una fasciatura semirigida (sempre parlando di distorsione) perchè il piede era ancora gonfio, livido e non riuscivo ad appoggiarci il peso sopra, quindi mi ha fatto questa fasciatura funzionale semirigida per una settimana, quando ho tolto questa fasciatura la situazione era leggermente migliorata, ma ancora camminare senza stampelle mi faceva male (sotto il tallone e anche a livello dell’articolazione tibiotarsica) TUTTAVIA ho cominciato a non usare più le stampelle perchè mi era stato detto che era normale e di cominciare a camminarci……da allora ad adesso ho fatto una dozzina di tecarterapie e cominciato gli esercizi per le l’equilibrio della caviglia e il dolore è diminuito e anche il gonfiore rispetto ai primi tempi, nonostante ciò il tallone e il piede continuano a gonfiarsi la sera o non appena cammino per più di 10-20 minuti, zoppico ancora leggermente a seconda del dolore e ORA SCOPRO DALLA RISONANZA CHE IL CALCAGNO ERA ROTTO!!! Sono molto allarmata perchè probabilmente la mia frattura non è stata affatto curata come avrebbe dovuto e tutt’ora il piede continua a gonfiarsi non appena io sto per un po’ di tempo in posizione orizzontale, mi da l’idea che ristagnino i liquidi e la pelle prende un colore rosso/violaceo alcune sere che poi scompare dormendo…solo al mattino ha un aspetto apparentemente normale. Cosa devo fare ora? Potrebbero restarmi danni permanenti a causa di questo trattamento errato?
Grazie e scusi per la lungaggine , ma la storia era lunga e complessa!
Elena
Il tipo di frattura che vede la risonanza è di norma invisibile alla radiografia tradizionale. Anzi è un tipo di lesione che è stato identificato solo con l’inizio della dignostica RNM. Non si tratta di un errore diagnostico del pronto soccorso, semmai di chi successivamente la ha consigliata. Credo di capire che i successivi provvedimenti terapeutici sono stati consigliati da un fisioterapista che ricordo a tutti non è un medico! Verosimilmente, un ortopedico avrebbe “capito” come la lesione avesse interessato anche l’osso e non solamente i legamenti ed avrebbe consigliato un periodo di riposo più lungo associato ai farmaci che in queste circostanze vengono prescritte. Comunque è andata così. La natura comunque provvede agli errori di noi umani (nel caso psecifico personale sanitario e paziente stesso), allo stato attuale le consiglio comunque una visita di persona e in attesa l”utilizzo di una calza elastica a gambaletto.
B sera dottore mi chiamo antonella dopo un intervento della frattura pluriframmentare CON UNA VITE E TRE FILI DA TOGLIERE QUANDO MI TOGLIERANNO IL GESSO ESONO PASSATI 32 GIORNI DAQUANDO SONO STATA
operata e ingessata
il15 devo andare a controllo rx senza gESSO E SAREBBERO 38 GIORNI VORREI SAPER GENTILMENTE DA LEI UNA VOLTA CHE MI TOLGONO TUTTO POTREI CAMMINARE DA SUBITO GRAZIE
Mi auguro di si. Ma leggere il futuro non è mai stata la mia specialità. 😉
buna sera dottor giuseppe oggi dopo 48 giorni trascorsi ,30 con gesso e 28 con doccia da fermo mi hanno tolto e fatto i rx di controllo dovuto a una frattura pluriframmentale del calcagno
operata con una vite e 3 fili che hanno tolto 10 giorni fa
il suo collega a detto che posso farci il carico cmpleto ma come poggi il piede mi fa molto male e mi haordinnato 10 sedute di magnesioterapiama ho il piede ancora un po gonfio e pesante
e se ho dolore prendere aulin o un altro tipo
che mi consiglia lei
come posso fare qualche esercizio che me lo fa sciogliere di piu apetto con ansia una sua risposta grazie
Ottima idea la magnetoterapia! Però è opportuno fare sentire al piede il contatto con il suolo.
non sono un gran che al pc magnoterapia
b giorno dottore vorrei un parere da lei riguardante da quando mi hanno detto di fare carico sul calcagno mi sono bloccata nel camminare riesco solo con le stampelle poi sento dolore alla caviglia edietro sotto al calcagno
specialmente quando sto seduta e mi vado a rialzarmi
poi ancora e un po gonfio
e normale che mi sta succedendo questo che esercizi potrei fare per sbloccarmi la caviglia sto camminando facendo carico da lunedi 25 e pr3endo aulin per il dolore quando tempo deve passare piu o meno
che riesco di nuovo a ristabilirmi grazie molto gentile
Per la ripresa di una buona attività articolare è in qualche modo “necessario” sentire dolore. Sono tutte le strutture della caviglia e del piede che cigolano dopo un lungo periodo di fermo. Se il dolore non è da urlo bisogna prenderlo come un fatto positivo, significa che quei movimenti stanno sbloccando l’articolazione.
b giorno dottore e normale che mi blocco nel camminare senza stampelle e che il piede e ancora gonfio e quando sto ferma in piedi per parecchio tempo mi fa un male canegrazie
Le è stato consigliato di non usare le stampelle? Sono un ausilio importante, aiutoano, sostengono, riducono fino a zero il rischio di un novo trauma, guidano il movimento…
Buonasera dott. Giuseppe. 10 gennaio 2019 scivolando da uno sgabello, mi sono fata una frattura pluriframentata al calcagno destro. Senza altre lesioni. X 33 giorni ho portato stivalone alto. Passati questi 33 gg fatta radiografia con esito di.. frattura in fase di consolidamento. Da li rimesso gesso x altri 30gg sempre senza carico. Il giorno 15 devo togliere gesso e rifare rx.. ma da una settimana .. mi hanno tolto gesso.. è messo tutore wolker.. perché stringeva troppo e bruciava.. calcoli che soffro di fibromialgie e da 4 mesi eritromelalgie.. quindi bruciori infiniti ad entrambi i piedi.. ma soprattutto a quello con gesso. Ma con tutore .. va già molto meglio.. una cortesia.. e un suo graditissimo aiuto. Dopo 63 giorni di gesso e dopo tutore.. posso iniziare a togliere un po il tutore.. fare fisioterapia ed iniziare a camminare. Calcoli.. che nn ho mai avuto grandi gonfiori e dolori.. neanche prima d gesso.. e ho notato che giorno che er stato tolto gesso x mettere tutore era tutto sgonfio.. solo molto arrossato x gesso stretto e problemi con le mie patologie. La ringrazio già da questo momento. Per la sua grande disponibilità e preparazione. Cordiali saluti PAOLA
Togliere il tutore, magari epr fare una doccia, è possibile. La concessione delc arico viene data anche in base alla evidenza delle radiografie ed alla evenienza di dolore iniziando a farlo.
Buongiorno, dottore la scorsa settimana sono ritornata in ospedale per la visita di controllo ( frattuta calcagno pluriframmentata con infossamento talamico) e dopo tre mesi il dottore nel referto recita: piede dx tumefazione nel comparto laterale, buona articolarità della caviglia, instabilità in valdo-continua fkt ,graduale abbandono delle stampelle controllo in ambulatorio del piede –
qui nasce il problema, effettivamente tendo ad appoggiare il tallone in valgo, ma questo ho notato essere un difetto forse congenito perche anche il piede sano tende ad essere in valgo…cio’ provoca dolore e gonfiore al malleolo interno….ho prenotato la visita in ambulatorio del piede ma l’hanno fissata a marzo 2014….anche in altri ospedali non se ne parla prima …neppure a pagamento….ora l’ ortopedico malgrado gli avessi detto se era il caso di mettere dei plantari per ovviare al problema mi ha detto di no suggerendomi eventualmente un tutore che blocchi la caviglia da portare all’ interno della calzatura (???) , ne ho parlato con il fisioterapista che mi ha detto di non mettere alcun tutore…. e dopo aver visto come appoggiavo il piede mi ha detto che èmeglio evitare di iniziare ad abbandonare le stampelle e mi ha rimandato a contattarlo dopo la visita all’ambulatorio del piede …..ora mi sembra di essere in una posizione di stallo …non so’ piu chi ascoltare …e la data della visita appare lontana.L’idea che mi son fatta è che anche il fisioterapista non sappia che pesci prendere eabbia per cosi dire timore…io di mio sto’ cercando alla luce di tutto di cercare di concentrarmi quando cammino ad appoggiare il tallone in esterno …ma non è cosa facile anche perche non è normale pensare a come devi mettere i piedi…..lei cosa mi consiglia???
Grazie ancora
mi scusi dottore un altra cosa ….ho letto in diversi siti che l’infossamento del talamo puo’ determinare piede piatto e valgismo…..per i quali possono essere indicati interventi tipo artrorisi subastragalica o l’ osteotomia di medializzazione del calcagno….potrebbe essere risolutivo?… mi rendo conto di leggere forse tanto e troppo ma questo è dato dal fatto che mi sembra di essere ad un punto fermo con i miei dolori che continano ad essere tali e senza alcun ulteriore progresso
Grazie ancora
Isabella
GLi interventi che descrive sono interventi di “salvataggio”, bloccano la caviglia impedendo il dolore ma danneggiano l’articolazione. Si eseguono, a malincuore, solo in casi estremi. Non saprei dire se è il suo caso.
Ho subito anch’io una frattura al tallone scomposta e pluriframmentaria. Operata con vite e tre fili da togliere assieme al gesso (40 giorni) sono stata tre mesi in carrozzina con la gamba distesa., iniziando però a fare fisioterapia senza carico. Dopo 90 giorni ho iniziato ad appoggiare il piede con le stampelle, dolore immenso. Dopo mesi di controllo, per farla breve, l’ortopedico mi ha ordinato una soletta personalizzata, che mi sta aiutando moltissimo. Però il male continuava perché la vite rimasta all’interno strofinava contro l’astragalo. L’intervento non è stato però risolutivo. Dopo risonanza magnetica è emerso che la caduta ha compromesso tutta l’articolazione del piede e che praticamente non ho più la cartilagine. Fatte due infiltrazioni di cortisone. IL male c’è sempre, e non riesco a tenere le scarpe per più di mezz’ora. Dovrò conviverci. L’unica soluzione sarebbe l’atrodesi, ma per il momento soprassiedo. Mi hanno consigliato le cure termali. Fanghi?
L’artrodesi è un intervento che viene fatto se il dolore è legato alla artrosi post traumatica della articolazione tra astragalo e calcagno. Se si riesce a soprassedere…
Le cure termali sono una cosa che da grandi benefici, non esiste però una indicazione precisa sulla artrosi post traumatica.
Mi rendo conto di essere stata troppo concisa. Non ho precisato che la frattura l’ho avuta il 4 aprile 2011. Praticamente sono quasi tre anni che ho dolore. Come mi ha detto l’ortopedico che mi ha operata dopo una frattura del genere la vita cambia. Nessuna stabilità su terreno non liscio, poca autonomia di camminamento, ho avuto anche un periodo di depressione e non posso più indossare scarpe normali per oltre mezz’ora.
Un poco di sollievo l’ho avuto dopo l’infiltrazione, e sto pensando di farne una terza. Preciso che attualmente ho 67 anni, il che aggrava la situazione.
Sono d’accordo anch’io, ed anche il chirurgo, che l’artrodesi è l’ultima soluzione da assumere. Il freddo di questi giorni poi aggrava il dolore.
Grazie per la risposta sollecita.
PS – Ma quando il piede mi fa molto male, devo mettere il ghiaccio o fare un bagno di acqua calda? Il ghiaccio non peggiora l’artrosi?
L’artrodesi ultima spiaggia, certamente, ma attenta a non affogare prima di essere arrivata sulla spiaggia. In altre parole aspettare troppo potrebbe significare non potere più fare l’intervento (67, 68 69 …anni).
Credo vada applicato il ghiaccio. Se fosse vero che il ghiaccio peggiora l’artrosi allora gli eschimesi sarebbero rovinati e gli africani molto fortunati 😉
scusi dottore sono di nuovo ioantonella e normale che ho dolore alla caviglia quando cammino di piu del tallone e la mattina cdopo il riposo notturno come metto i piedi per terra accuso forti dolori al piede e tendo a poggiare il piedeverso destra quando cammino
e non riesco ancora a piegarmi per camminare sono meglio le scarpe da ginnastica o le ciabatte
potete consigliarmi una fisioterapia per il mio piede
grazie sono molto preoccupata e attendo una vostra risposta
Sicuramente la scarpa chiusa – odio le ciabatte 🙂 – Il dolore a volte dura a lungo ma se si riesce comunque a camminare… Un buon fisioterapista sarà sicuramente in grado di aiutarla con un programma di “rieducazione funzionale”.
scusatemi da ginnastica vanno bene o le scarpe normali
grazie
Comode. Essenzialmente scarpe comode. Suola alta morbida, ben conformate a pianta ampia.
buongiorno dott. FANZONE sono piero ho 52 anni giovedì pomeriggio sono caduto da un’altezza di circa 2 metri procurandomi la frattura pluriframmentaria scomposta del calcagno dx mi è stato detto che non si può operare e mi hanno detto di non caricare e di tenerlo in posizione di scarico. cosa mi consiglia di fare? la ringrazio tanto piero
Storia strana. Nessun gesso, nessuna immobilizzazone? Non si può operare momentaneamente o non sono in grado di farlo nel centro a cui si è rivolto?
b giorno dottore sono antonella innanzitutto la ringrazio
per la cortese risposta ma ho ancora problemi con il piede oggi 16 sono abdaata a controllo e mi hanno riscontrato artrodesi cioe se ho capito bene la parola l,osso del piede si sta accorciando
ecco perche accuso dolore
nei movimenti
e òi hanno dato una cura con le punture clour d da fare per7 giorni consecutivi e altri 15 giorni alternando poi altre 10 magnetio terapia e 10 massoterapia
ma che cosa significa mi puo spiegare meglio lei questa parola
ho qualche speranza che riesca a guarire del tutto grazie
son di nuovo antonella il farmaco si chiama clodron 200mg/4MLA COSA SERVE ME LO PUO SPIEGARE MEGLIO LEI CHE MI ISPIRA PIUFIDUCIA GRAZIE
Il clodron serve a tante cose. In genere viene utilizzato per la sua potente azione sul dolore osseo legata alla sua azione di “rinforzo”. Lo usiamo perchè è efficace in tante situazioni ed anche abbastanza veloce nell’effetto. In altre parole se dovesse funzionare magari rinviamo o evitiamo un intervento.
Gent. dott. Ho subito la frattura composta del calcagno piede dx con estensione in sede sotto-astragalica. Alla visita ortopedica, per il gonfiore, mi hanno applicato una doccia e di ritornare dopo 7 giorni per il gesso. Alla mia domanda se era consigliabile il tutore, mi hanno risposto che per le fratture composte è più indicato il gesso. Volevo un suo parere. Grazie.
Preferisco di gran lunga il gesso. Meno tecnologico ma meglio conformabile, non lavabile ma traspirante.
Salve dott e Buon 2014. Sono Antonio, ultimo post scritto ( 18 dic.). Volevo chiederLe un’informazione. Come scritto nel post del 18 dic. il 13 sempre di dic. mi sono fratturato il calcagno. Ho portato la cd. doccia sino al 20 poichè era gonfio. Il giorno 20 mi hanno ingessato il piede. Il 31 dic. ho ripetuto la rx risultata come quella effettuata il giorno 13 dic. Il medico di turno, mi riferiva di tornare a 30 gg. dall’evento quindi 13 gen.2014. Nel fare un osservazione ovvero di aver ingessato il piede solo il giorno 2o, lo specialista ( molto giovane),mi riferiva di tornare il 20 gen. Volevo chiederle, i giorni (30) partono dal giorno dell’evento traumatico oppure decorrono dal giorno dell’ingessamento? Grazie per la risposta.
Non credo esista una regola scritta. Per abitudine il periodo di immobilizzazione si fa decorrere dalla frattura per quelle composte e dall’ingessatura per le altre.
Commento
b sera dottore volevo chiederle si puo guarire artodesi io sono quel antonella che vi disturba sempre dopo il 25 nov che mi hanno tolto il gesso riesco a camminare anche senza stampelle in casa il16 dic mi anno diagniosticato artrodesi a tutto il piedesto facendo la magnetio con laser e massoterapia in piu le punture di clodron200mge4ml da fare giorni alternioggi 7gen sono ritornata a crontrollo e un suo collega mi ha detto di continuare con le punture, calcio piu magnetio e massoterapia e ritornare fra tre sett vorrei sapere se si guarisce dalartrodesi e quanto tempo occorre continuo avere dolore soprattutto al mattino quando mi alzodal letto o che sto tanto tempo seduta ho ancor LIEVEMENTE GONFIO E LO SENTO PESANTE QUANDO STO SEDUTAMI ANNO DETTO PIU CI CAMMINO MENO DOLORE SENTO E VERO LA PREGO MI AIUTI E SPESSO PRENDO AULIN PER IL DOLORE ASPETTO UNA VOSTRARISPOSTA GRAZIE MOLTO GENTILE
Credo che la diagnosi sia algodistrofia. Si guarisce, a volte lentamente, il trattamento è quello che state già facendo. Bisogna aggiungere tanto coraggio, tanta tolleranza del dolore e diminuire le preoccupazioni. Per guarire da questo disturbo bisogna essere un pochetto “pazzi” e fare finta di niente. Più ci si muove prima si guarisce.
dott la ringraziodella risposta e stato molto chiaro pero io lo ho dolore sopra alcollo del pede fino ai diti del piede la mattina quando mi alzo devo usare ancora le stampelle per cominciare a muovermi le chiedo posso prendere aulin quando non resisto al dolore cammino spesso scalza in casa e dopo u po di movimenti le posso laciare e vado senza in tendo le stampelle piu o meno per quanto sentiro ancora doloreal mattino sto continuando a fare la curagrazie e scusi se la disturbo
u
Un antidolorifico preso al bisogno è Ok! Qualche settimana ancora ma in miglioramento.
Salve, mi chiamo Domenico e ho 23 anni.
2 anni fa, mentre mi allenavo correndo ho sentito un forte dolore al tallone.. come un forte bruciore. Da quel giorno mi e’ impossibile correre o saltare la corda, certe volte si ripresenta questo fastidio anche nel percorrere salite o comunque dopo passeggiate.
Dottore, mi saprebbe dare dei consigli al riguardo?
Non so che fare, non vorrei portarmi questo problema per tutta la vita.
Grazie in anticipo per la sua disponibilita’!!!
Due possibilità mi vengono in mente. Una rottura sottocutanea del tendine di Achille ed un morbo di haglund (niente di grave nonostante il nome). Bisogna fare diagnosi! Questa però non è possibile se non di presenza. Accertamenti? Una rx ed una ecografia ( e poi che le interpreta?).
°Non mi e’ possibile correre o saltare la corda
Buongiorno dottore, ci siamo sentiti alla fine dello scorso anno per via della frattura pluriframmentata del calcagno con interessamento delle superfici articolari per l’astragalo e cuboide avuta in agosto. a dicembre sono andata all’ ambulatorio del piede e mi han detto che l’articolazione era buona quindi potevo abbandonare le stampelle.volevo aggiornarla ad oggi dopo 5 mesi cammino senza stampelle il dolore al tallone e’ assai raro, tuttavia permane dolore all’altezza del tendine di achille dove si vede un modesto rigonfiamento e spesso e volentieri mi fa male il piede anche all’altezza del malleolo esterno nella parte dietro dello stesso esattamente, il passo e’ corto e quando cerco di accellerare noto come se ci fosse qualcosa nella parte del malleolo destro che è bloccata .La stessa sensazione ce l’ho scendendo le scale .il dottore mi aveva detto di interrompere la fisioterapia e di rivederci in febbraio dopo radiografia nuova + assiale.sono preoccupata da questi dolori ….esco a camminare come mi ha detto il dottore sforzandomi di fare un km circa alla volta ma torno devastata e zoppicante. Cosa puo’ essere e soprattutto se si puo risolvere .
Mille grazie ancora
Grazie a lei per gli aggiornamenti. Tra qualche mese ancora scriverà che è completamente guarita!
Buongiorno dott. Mi chiamo leonardo ,volevo farle una domanda ,il 2 gennaio son caduto da una scala ,fratturandomi il calcagno in 3 pezzi , i medici mi hanno operato ,dicendomi di non mettere dei perni ma ricostruendo il tallone con un composto a base di ossa animale ecc… Secondo lei questa procedura e migliore o no ,poi mi hanno fatto il gesso dicendomi di tenerlo per 30 giorni cosa dice dopo potrò già iniziare a fare terapia o me ne faranno un’altro ,io sono un lavoratore autonomo ,ed ho bisogno di ricominciare al più presto
Ogni caso ha delle specifiche caratteristiche. In senso generale i sostituti ossei o gli scaffold che sia hanno una indicazione molto limitata ed in genere vengono associati ad un trattamento di sintesi e non sono usati da soli.
b sera gentilissimo dottore sono antonella gli voglio domandare si guarisce altrodistrofia e quali sono le cure per guarire al piu prestospero che si ricorda di me hoancora dolore sulla caviglia dalla parte destra e sulcollo e la parte superiore della pianta del piede la mattina per mettermi in movimento devo usare le stampelle per un paio di minuti e spesso mi sveglio la notte col doloremi mi aiuti la prego ho terminato la cura conclodron punture ne ho fatte 20 e anche 30 sedute di magnetio e 20 di massoterapia cammino senza stampelle e scalza ma il dolore ce sempre per quanto tempo devo sopportarlo
a volte perendo aulin o la tachipirina si toglie per un po e poi ritorna e vero che laa calcipirina aiuta la guarigione e anche facendo acqua fredda e calda
attendo una vostra risposta grazie mille di essere paziente
A mio parere: niente acqua calda, tachipirina OK, camminare Ok, soffrire Ok.
scusate se insisto si puo guarire o conviverci
e un fatto di circolazione io ho le safene esterne che non mi funzionano e prendo daflon 2 al giorno devo fare anche la calcipirina grazie
SALVE DOTTORE MI SCUSI SE LA DISTURBO ANCORA, VOLEVO DIRLE CHE HO RICHIESTO NUOVAMENTE AL CHIRURGO CHE MI HA OPERATO SE IN REALTA’HANNO UTILIZZATO SOLO SOSTITUTI OSSEI , AVENDO COME RISPOSTA LA CONFERMA CHE OLTRE AI SOSTITUTI NON HANNO UTILIZZATO ALTRO, LA MIA DOMANDA EQUESTA SECONDO LEI , QUESTO ACCELERA O RALLENTA LA RIPRESA, E POI IN FUTURO POTREI AVERE DEI PROBLEMI .GRAZIE
la ripresa dipende dalla guarigione. La guarigione da tanti fattori. Riguardo a questo credo che nessuno sappia con esattezza cosa succede con i “sostituti”.
buongiorno dottore…ho avuto una frattura composta al calcagno sx tenuto gesso per 40 giorni alla visita controllo tutto bene tolto gesso e per altri 40 giorni non caricare…purtroppo dopo 15 giorni tolto il gesso sono incianpato e ho caricato nel piede ho sentito molto male sono andato in pronto soccorso fatto raggi e nella visita mi hanno detto che va bene…ma dopo 2 giorni mi fa ancora molto male e si e un po gonfiato nel lato sx del calcagno…mi fa piu male ora che quando mi sono rotto…mi sa dir il perché? grazie
L’importante è che non si siano spostati i frammenti della frattura. Riguardo al dolore è comunque un secondo trauma intervenuto su di una parte già piuttosto malconcia. Chissa se su di un dito fa male di più la prima o la seconda martellata.
grazie per la risposta…i raggi che mi hanno fatto nel collo del piede e di lato non si vede fratture ma non hanno fatto i raggi come al solito sotto il calcagno [ non so se mi spiego] cosi facendo può non vedersi la frattura? premetto che nelle visite precedenti andava tutto bene e che non sono mai stato gonfio al piede…sono ormai passati 2 mesi e che non ho fatto cadute ma solo caricato per non cadere a terra…ed ora ho molto male…grazie dott per la sua disponibilità
Non sembra altro che una complicanza temporanea.
buongiorno…si dott aveva ragione sn tornato ospedale fatto raggi di nuovo con panoramica e non ce nulla di rotto mi hanno detto che e solo un “crichetto” e con raggi non si vede…non so bene cosa vuol dire ma importante non sia rotto…dott la ringrazio e molto gentile nel rispondere
Neanche io so cosa vuol dire. Ma… andiamo avanti.
SALVE,SONO ANTONIO.CIRCA NOVE MESI FA,IL 30/04/2013 HO AVUTO UNA FRATTURA SCOMPOSTA PLURIFRAMMENTARIA DEL CALCAGNO DX A CAUSA DI UNA CADUTA DI CIRCA 50CM,COME SI DICE …LA FORTUNA !HO SUBITO UN INTERVENTO CON L’APPLICAZIONE DI DUE VITI IN TITANIO CHE HO ANCORA ATTUALMENTE.IL MIO DECORSO CLINICO POS-OPERATORIO E’ STATO DI CIRCA TRE MESI E DOPO HO INIZIATO LA FISIOTERAPIA DURATA CIRCA UN MESE E MEZZO.IN QUESTO ARCO DI TEMPO MI HANNO CONSIGLIATO DI METTERE L’ARCO PLANTARE,COSA CHE HO FATTO.
DA ALLORA ,SOTTO CONSIGLIO DEI FISIOTERAPISTI,HO INIZIATO HA FREQUENTARE LA PISCINA FINO AD OGGI.
NONOSTANTE TUTTO,ANCORA OGGI CONVIVO CON DOLORI NEI PUNTI D’ENTRATA DELLE VITI ,DOLORI SOTTO LA PIANTA DEL PIEDE ,ALLA CAVIGLIA E CON CONSEGUNZA DI UNA CATTIVA DEAMBULAZIONE.ULTIMAMENTE HO COMINCIATO AD AVEREANCHE DOLORI AL GINIOCCHIO.COSA MI CONSIGLIA DI FARE?
1)Controllare il plantare per vedere se è ancora quello giusto per il suo piede.
2)Rimuovere le viti al calcagno.
Salve Dott. Fanzone, il 20/9/2012 sono stato operato per una frattura scomposta pluriframmentaria con interessamento articolare, con una placca e sei viti. Non mi è stato applicato nè apparecchio gessato nè tutore e mi è stato consentito dopo 15 giorni un carico parziale di 10 kg. La ferita ha impiegato tre mesi per guarire definitivamente e a distanza di quattro mesi dall’intervento mi è stata riscontrata osteodistrofia di Sudeck.
Successivamente sono andato in piscina per sei mesi due volte alla settimana e ho fatto magnetoterapia, laserterapia e ionoforesi. Al controllo fatto ad un anno dall’intervento l’osteoporosi è quasi del tutto scomparsa e mi hanno sconsigliato di togliere la placca. Adesso, che siamo a 17 mesi dall’intervento cammino quasi regolarmente ma avverto ancora dolore e ho difficoltà a scendere le scale. Volevo chiederle se secondo lei togliere la placca potrebbe risolvere il problema e se è il caso di ricominciare a fare terapia fisica, piscina, cyclette, corsa ecc..
In alcuni casi esiste un “conflitto” tra osso e placca che si risolve rimuovendola. Consiglierei anche io la rimozione.
Salve Dott. Fanzone, sono Nino del post del 9/2. Innanzitutto volevo ringraziarla per la cortese risposta.
Volevo comunque chiederLe se quando esiste questo conflitto si possono avere dolori in una zona del piede diversa da quella dove è collocata la placca e se con il tempo c’è possibilità che questi dolori finiscano.
Inoltre volevo chiederLe entro quanto tempo la placca va rimossa e se continuando a fare piscine e terapia fisica posso avere dei miglioramenti.
La ringrazio ancora.
Cordialità.
Il “conflitto” avviene solo in zona. Altri dolori possono essere dovuti a cattive posture o alterazione dei movimenti (a volte inconsapevoli). Rimuovere i mezzi di sintesi è una opportunità e non una necessità, riguardo ai tempi direi che più tempo passa e più difficile è per il chirurgo. Piscina e movimento male non dovrebbero fare… anzi.
buongiorno dott…dopo 9 settimane dalla frattura composta del calcagno comincio a camminare con una o due stampelle…va bene non ho gonfiori e poco poco male se devo comprare un plantare mi sa dire di che tipo avrei bisogno? grazie
Un plantare conformato su misura con sostegno della volta longitudinale.
Salve dott Fanzone volevo chiederle se con un referto medico che indica questo tipo di frattura era obbligatorio operare?
Il referto è il suddetto: frattura da scoppio del calcagno, a rime multiple,con interessamento articolare sia a livello dell’astragalo, sia del cuboide. Concomita importante edema dei tessuti molli.
Per quanto riguarda il piede destro.
In riguardo al piede sinistro questo è il referto:
Frattura modicamente scomposta della porzione postero-inferiore del calcagno,sul versante mediale.
Le chiedo se le due fratture erano obbligatoriamente operabili, visto che l’unico rimedio utilizzato è stato solo 3 mesi di gesso senza poi neanche riabilitazione.
Grazie e saluti.
Non è così semplice rispondere, mi creda. In maniera molto superficiale direi che sarebbe stato utile un intervento. Mi capita abbastanza frequentemente, come attività professionale, esprimere pareri tecnici di medicina legale. Se questo è il caso potrà contattarmi in privato.
Grazie della risposta esaustiva dottore, purtroppo abito in piemonte, provincia di novara , se no sarei venuto più che volentieri da lei.
Tutt’ora ho molto dolore al piede e sto andando in vie legali con l’ospedale che mi ha arrecato questo danno.
Se ha suggerimenti in tal caso o posso usufruire dei suoi servizi anche se sono a distanza ne sarei lieto.
Grazie ancora e arrivederci.
A “distanza” potrei essere solamente di supporto al Medico Legale. Ma è cosa molto particolare.
21 ottobre 2013 a seguito di insaccamento, mi è stata applicata sotto il malleolo una placca metallica con 5 viti per il frantumarsi dell’osso del calcagno. Chiedo cortesemente dopo quanto tempo è possibile rimuovere la placca di fissaggio? Lo chiedo xke il dolore del calcagno con interessamento del tendine mi è quasi scomparso e nonostante la fisioterapia riscontro un peggioramento e un nuovo dolore laterale, zona malleolo verso l’anteriore del piede, la parte superiore anziche inferiore ….. penso possa attribuirsi alla placca ….. è possibile che io senta dolore per la placca? xke è + di un interrogativo.
Grazie x l’eventuale risposta ….. Cordiali Saluti e complimenti per la sua preparazione e l’ottima organizzazione
Le condizioni per rimuovere la placca sono quelle determinane dalle condizioni della frattura e dalla psiche del paziente. Alcune persone non tollerano proprio la presenza di un corpo estraneo. Le placche in titanio sono note per essere assolutamente non tollerate da alcuni mentre altri neppure le “notano”, il perchè è oggetto di studio. Nei casi di intolleranza, reale ma non suffragata da segni clinic, tendo sempre ad aspettare almeno sei mesi.
La ringrazio x la tempestività e la squisita chiarezza ……. sono destinato alla sofferenza ancora x 60 giorni …..
Cordiali Saluti
Dai. Ce la faremo!
Salve Dott. Fanzone, sono Nino del post del 12 febbraio, volevo chiederle se queste cattive posture e alterazioni dei movimenti possono essere corretti; ad esempio potrebbe essere utile l’utilizzo di un plantare?
Grazie ancora.
Perdoni Nino ma non rintraccio il post precedente. Potrebbe aiutarmi a ricordare il problema magari riproponendolo?
In ogni caso i plantari su misura correggono il piano di appoggio e quindi sono comunque utili.
Dottore buonasera, volevo chiederle se il distacco parcellare margine antero esterno calcagno sx prevede un danno biologico del 2% e in alternativa qual’è la percentuale corretta.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione rivoltami.
2% sembra poco ma mi pare abbastanza corretto. Certo non saprei se sono stati valutati gli esiti articolari, che non conosco.
Buona sera Dott. Fanzone,le scrivo per un consiglio e/o parola di conforto.Cercherò di essere breve.Nel settembre 2001 feci un’incidente in moto riportando la doppia frattura della tibia e del perone,rottura dell’arteria tibiale posteriore.Venni sottoposto ad intervento,aggiustarono l’arteria tibiale posteriore con successo e mi misero un fissatore esterno per 8 mesi.Tutto questo all’ospedale di Padova.Mi rimase dal trauma la caviglia un po bloccata,rigida.Camminavo e correvo bene senza dolore.Praticavo motocross sci ecc ecc..In allenamento in pista da cross domenica 23 febbraio ho riportato il distacco tuberosità calcaneare.Ricoverato in ortopedia a Monselice(Padova) dopo aver atteso una settimana il miglioramento delle condizioni cutanee,in data 05/03/2014 sono stato sottoposto ad intervento chirurgico di reinseizione della tuberosità calcaneare con 2 ancore in titanio e pin riassorbibile.Decorso post operatorio regolare.Munito di gesso in equinismo,fenestrato per medicare le ferite,ora sono in attesa di guarigione.A 40 giorni dall’intervento è previsto rimozione del gesso e controllo radiografico,per poi confezionare apparecchio gessato da carico con il piede 90° da indossare per 15 giorni.Passati i 15 giorni(55 totali con i primi 40 di gesso)inizio terapie e obbligo di indossare scarpa con differenza tacco punta di almeno 3 cm.
Questa è la situazione.Ora come ora sento scosse al mignolo del piede e nella zona del tallone,ma credo sia normale.Volevo sapere da lei,gentilmente,se ha qualche consiglio in più da dare e sopratutto se ci potranno essere problemi per la pratica del mio sport preferito,il motocross.Ho 38 anni e spero che l’età mi aiuti a guarire bene.
Distinti saluti Devis
Non mi pare si possano temere difficoltà alla ripresa dell’attività sportiva. Certo il perido imposto di “fermo” è piuttosto lungo quindi sarà necessaria tanta rieducazione al passo e potenziamento muscolare. Però… andrà bene, ne sono certo. Ci faccia sapere. Auguri.
buongiorno dottore…ho avuto una frattura composta del calcagno il 6 dicembre 2013 portato gesso x 40 giorni non caricato nel piede x altri 40 giorni…tutto bene non avuto gonfiori e muovo bene il piede…dal 20 febbraio cominciato a camminare ma mi fa male dopo un pò che cammino vicino malleolo parte superiore verso il collo del piede…uso un plantare lei x favore mi sa dar qualche indicazione perchè passi questo dolore…grazie tempo fa e stato sempre molto cortese nelle risposte.
Per prima cosa faccia controllare il tutore al tecnico. Magari ha una inclinazione eccessiva che provoca un sovraccarico alla caviglia.
dott mi scusi ancora…dimenticavo di dirle che dopo un pò che cammino mi si gonfia non di molto vicino malleolo…grazie ancora
Gentile dottore, ho già scritto in questo forum. Nel mese di Dic. 2013, mi sono fratturato il calcagno. Dalla rx si evidenziava una frattura composta. Dopo aver portato il gesso per circa 35 giorni, ho iniziato da Gen. c.a., riabilitazione (fiosioterapia, magnetoterapia, e tecarterapia), facendo anche piscina. Ultimamente ho iniziato la palestra visto che sono un pò claudicante ed ho il piede ancora gonfio. Il personal trainer che mi segue, mi ha suggerito di mettere una fascia allo zinco per ridurre il gonfiore. Prima d’ora non avevo mai sentito parlare di questa (terapia?). Gentilmente una sua opinione . Grazie.
Ottimo trattamento. Più comodo usare una calza elastica ed una cavigliera graduale… almeno puoi fare la doccia 😉
Salve Dott. Fanzone
Sono Nino del post del 12 e del 27 febbraio.
Volevo chiederle se il plantare deve essere usato in entrambi i piedi o solo in quello che ha subito la frattura.
Aggiungo che ho una lieve ipometria dell’arto dove ho subito la frattura.
Grazie sempre per la disponibilità.
Cordiali saluti.
I plantari non sopportano lo stare da soli! 😉
Gentile Dottore ci eravamo sentiti tempo fa per frattura del calcagno (esito Tac fr. poliframmentata con infossamento del talamo, interessa tutto il corpo calcaneare e raggiunge entrambe le superfici articolari per l’astragolo e il cuboide) . La frattura era stata trattata in modo conservativo per 37 gg con divieto di carico.Ad oggi il dolore e’ parzialmente risolto ma persiste forte zoppia nel cammino veloce e difficolta nello scendere le scale .Tornata all’ ospedale dove mi avevano seguita mi hanno proposto artodesi .Di seguito mi sono rivolta ad un altro ospedale che viste le rx e la Tac mi haproposto un osteotomia in qualto il calcagno si è consolidato in valgo e qs medico attribuisce a cio’ il problema della zopiia tra l’altro mi ha detto che dalla tac fatta in agosto gia si vedeva questa cosa .ora mi trovo confusa in quanto due medici parlano…per cosi dire 2 lingue diverse l’ultima rx dice che e’ presnte osteoporosi per inattivita e che i rapporti intrarticolari sono nei limiti .di fatto il calcagno anche visivamente e’ fuori asse e ingrandito nella sua superficie.gentilmente mi potrebbe dare qualche consiglio
Sicuramente non le serve il terzo parere che aumenti la confusione. Mi pare che siano presenti due problemi. Il primo la malposizione dei frammenti di frattura, ed il secondo la “decalcificazione” che potrebbe benissimo determinare di per sè dolore. Generalmente tendo a trattare i problemi in sequenza, uno dietro l’altro. In un caso come questo proverei a fare lo stesso. Prima si combatte la “decalcificazione” ed il dolore e in caso di insuccesso si fa la osteotomia.
Dottore la ringrazio tantissimo per la disponibilità la sua gentilezza e la sua competenza , trovarne di dottori come Lei….
Grazie. Giuro che non sono il solo.
buona sera dott. Fanzone io ho approfittato di inserirmi in merito alla sua professione di chirurgo ortopedico specificatamente delle caviglie , in quanto è circa da 5 anni che convivo con una distorsione, dalle radiografie nn si è visto nulla ma successivamente dopo un anno sempre con continuo zoppicamento ho fatto la tac diagnosticandomi trauma con microfrattura ossea sx con assenza di cartilagine . tuttora non ho risolto il problema in quanto mi hanno sempre fatto fare solo terapia ma senza risolvere mai niente, ancora adesso zoppico maledettamente e vedo che va ad aumentare il dolore e lo zoppicare mi fa camminare storto premetto che nel lontano “91” a LIONE mi sono operato alla colonna di L5-S1 con placche e viti con riduzione del laterale dx con afflosciamento del lato dx dal gluteo agli ultimi 3 dita dei piedi lato dx conclusione si cammina come una “papera” , ma lasciando stare il vecchio intervento che ormai ci convivo cosa si potrebbe fare per la caviglia in questione? a trapani non mi hanno saputo aiutare mai nessuno .
Credo di avere capito che il problema principale è una artrosi post trauma. La “scomparsa” della cartilagine come conseguenza di un trauma determina dolore che non si risolve. Purtroppo non esistono “cure” definitive. Se il dolore è molto intenso e la qualità di vita è ridotta si può pensare di eseguire un intervento chirurgico. In tali casi si esegue una artrodesi che è un “brutto” intervento (per il paziente) ma che però rende la caviglia non più dolente. Naturalmente non ho una idea precisa se questo è il suo caso. Bisognerebbe vedere almeno una RX.
Buon giorno; il 20 marzo ho subito frattura ad entrambi i talloni causa caduta da circa 4 metri, il dx frattura composta dell’apofisi calcaneare e sx duplice rima di frattura completa calcaneare. Mi hanno applicato subito due gessi che ho tenuto fino al 23 aprile, alla visita dopo le rx mi e stato applicato quasi su mia richiesta un tutore sul sx e libero il dx e non caricare su entrambi per altri 30 gg.
Premetto che ho fatto una visita da uno specialista che visionando le rx mi ha detto di non caricare per otto settimane (qualcosa meno sul dx) poi iniziare il carico.
Posso togliere il tutore la notte o fare movimenti con il piede,caviglia e elettrostimolazione .
mi e stato detto di non prendere piu il clexane.
Inoltre mi e stato prescritto DIBASE 100000 U.L. una ogni 15GG.
Mi scuso per la lunga comunicazione ma come avra’ letto il mio e un problema un po particolare e se possibile avere qualche delucidazione in merito.Grazie in anticipo
Non saprei cosa dire di più. Ha già un porgramma dettagliato. Certo bisogna tornare a camminare, solo così si potranno valutare gli eventuali esisti e disturbi.
gentilissimo dott G.Franzone spero che si ricordi di me ,sono antonella quella signora che avuto ad ottobre la frattura pluriframmentale del calcagno operata con fili
dopo 50 giporni di fermo ho fatto 20 giorni di magnetioterapia e ginnastica manipolare ancora ad oggi ho dolore e non lo riesco a muovere ho fatto una risonanza che mi ha diagniosticato edema intraosseo al2e3 metaatarso in più ho edema astrgolo e cuboide dottore come mai e apparso questo edema prima ho avuto algodistrofia e ho fatto come cura 20punture di clodron da 200mg che cosa debbo fare mi consiglia lei cordiali saluti sono disperata mi aiuti antonella
Mi sembra stia continuando ad avere i problemi legati alla algodistrofia. Devo dire che la RNM è fin troppo sensibile, potrebbe vedere come una eco di una vecchia patologia. Sicuramente bisogna curare il dolore, usare ancora la vitamina D e chiedere al medico curante di vedere se per caso non sia utile un trattamento con neridronato che è un farmaco recentemente autorizzato per il trattamento della algodistrofia. Nel frattempo insista con la fisioterapia.
Gentile dottore, ho già scritto in questo forum due-tre volte. Volevo lasciare un ulteriore commento. Nel dic. 2013, ho subìto la frattura composta del calcagno. Dopo aver portato il gesso per circa 35 giorni, ho iniziato la terapia consistente in: magnetoterapia, tecarterapia, riabilitazione sia in acqua che in palestra. Dopo circa due mesi di terapie, il mio piede era ancora un pò gonfio e dolorante. Non vedendo grossi risultati, ho intensificato le terapie, soprattutto quelle in acqua, da 3 a 5 volte la settimana, in palestra da 2 a 4 aumentando anche le ore da 1 a 2. Nel giro di un mese e mezzo, il piede non si gonfiava più ed era anche sparito il leggero zoppio che avevo. La mia insistenza mi ha premiato in quanto ho anche ottenuto
l’ idoneità per il rientro al servizio dall’ospedale militare ( sono un appartenente alle Forze di Polizia). Con questo mio intervento, voglio dire a tutti di non scoraggiarsi se i risultati non si vedono subito, con la volontà e la costanza alla fine siamo noi a vincere. Un saluto a tutti.
Bravo e complimenti. Mi permetto di aggiungere che il medico, anche il più bravo, non può fare che il 20% del lavoro il resto lo deve mettere il paziente.
Ciao mi chiamo marco , sono cascato da un tetto da 2,7metri nel 2012 ,e sono piu’ di 2 anniche ho una placca con viti al calcagno dx e ogni, tanto mi da dei dolorini a secondo del tempo volevo sapere, se era posssibile levarli….buon lavoro marco
E’ possibile rimuovere le placche. Questo tipo di intervento non è banale. Bisogna essere certi che se ne riceverà un vantaggio.
Salve Dott. Fanzone, grazie sempre per la disponibilità.
Mi ricollego alla risposta che Lei ha dato a Marco il 10 maggio.
Anch’io, dopo un anno ed otto mesi dell’intervento ho ancora la placca “1/3 tubulare” e due viti che tengono due frammenti; i medici mi sconsigliano di rimuovere i mezzi di sintesi, ma io ho ancora dolore cronico anche se cammino normalmente.
Tornerò a visita di controllo a settembre, a due anni dall’intervento.
Volevo chiederLe come si fa ad essere certi che l’eventuale rimozione porterà un beneficio, cioè se esiste un esame specifico o semplicemente in base alla visita ed ai dati clinici.
Grazie ancora e cordiali saluti.
Non esiste un esame specifico, se esistesse avremmo risolto il problema. In caso di dolore cronico ho sempre provveduto alla rimozione, pur ribadendo che è una cosa che preferisco non fare. Un caso a parte, non è scienza ma solo esperienza personale, anche se ci sono delle segnalazioni sull’argomento, sembrerebbero essere i mezzi di sintesi al “titanio”. Alcune persone sono assolutamente intolleranti.
Salve dottore il 15 marzo a seguito di una caduta ho avuto un distaccamento parcellare infrazione calcagno rilevato non con rx ma solo con la tac gesso 35 giorni .Alla rimozione il 22 aprile dopo una settimana mi sono rivolto a un fisioterapista che mi ha consigliato di abbondonare le stampelle e cercare di camminare visto che secondo lui l infortunuio era minimo e dovevo sopportare un leggero fastidio al piede che scomparira camminando nornalmente.Al contrario al controllo ortopedico il 16 maggio mi viene detto che dovevo andare con le stampelle e posso cominciare a caricare da oggi e proseguire le terapia eparinica.Io sono gia da più di 10 giorni che cammino e non uso più eparina ho un leggerissimo fastidio ma riesco a fare le normali attività quotidiane.Ora la mia domanda ricomincio a fare eparina ho sbagliato a fidarmi del fisioterapista devo stare fermo e usare le stampelle di nuovo mi sento bene ma sono confuso a breve avro un altra visita,inoltre il gesso mi ha fatto una piaga decupita di 1 cm come curarla.Grazie per l attenzione ma ho avuto solo pareri discordanti
Capita spesso, in ogni aspetto della vita, che persone diverse diano pareri diversi. Cerco di evitarne uno nuovo, diverso ancora. Perchè non fidarsi del proprio corpo? Il dolore che scompare è un chiaro segno di guarigione!
carissimo dottore buona sera vorrei un consiglio riguardo un incidente del 5-5-2013.lussazione astragalo caviglia dx oggi zoppico con gonfiore e dolore. ultima rx, risultati altrosi, cosa posso fare lei mi puo agliutare
Certo, posso aiutarla in tanti modi. Intendeva dire con consigli via internet o altro?
Comunque l’esito in artrosi è frequente in una lesione come quella descritta. A parte i consigli generici sull’uso di una calzatura solida, calo di peso e terapia antalgica, a volte questo problema necessita di una soluzione chirurgica che potrebbe anche essere una artrodesi della sottoastragalica. Però naturalmente non so se è il suo caso.
Salve dottore il 26 maggio in seguito ad una caduta da circa 3 metri mi sono frantumato il calcagno , mi hanno operato dopo 8 giorni inserendomi anche una placca misura m e 8 viti ,dopo 2 giorni mi hanno dimesso e per il 30 Giugno devo fare il controllo,ora porto il gesso ma solo a metà nella parte superiore c’è solo la fasciatura , da quello che ho letto dovrò portare di nuovo il gesso o un tutore e non potrò ancora poggiare il piede a terra.
Salve dottore il 26 maggio in seguito a una caduta da circa 3 metri ho avuto lo scoppio del calcagno , dopo 8 giorni sono stato operato con l’inserimento di una placca e alcune viti ( ne ho contate 6), 2 giorni dopo l’operazione sono stato medicato e dimesso , devo ritornare per il 30 Giugno per i controlli.
Da quello che ho letto dovrei rimettere il gesso dopo questi controlli.
Alla dimissione mi hanno detto di tenere in posizione rialzata il piede per un po di tempo.
Le volevo chiedere visto che sono passati 6 giorni dall’intervento quando sarà possibile tenere il piede in posizione naturale senza sentire quel dolore pusante , premetto che sto scendendo dal letto solo per i bisogni necessari (con le stampelle).
Grazie per il suo tempo e cordiali saluti.
Salvatore da Salerno
Il dolore pulsante è il grido del suo calcagno che la avvisa che non può farlo stare basso. Appena smette significa che è arrivato il tempo di eseguire quel movimento.
Dott. Fanzone
Salve ci siamo sentiti circa un anno fa sono alessio, frattura di calcagno sx con asteosintesi di n°2 viti nel calcagno. Dopo un anno e 3 mesi non corro ancora è ho dolore nel retro piede avvolte zoppico, secondo me danno noia le viti. Posso toglierle ?? incorro in danni sul tendine d’achille? le viti sono lunghe 6,5 cm x 4,2 mm sono state inserite dal retro piede fin sotto all’astragalo, se le tolgo stò meglio secondo lei? la frattura era composta Grazie per la sua disponibilità e serietà alessio.
Togliere le viti molto probabilmente aggiungerebbe un vantaggio al suo caso. Credo siano in acciaio percui toglierle non sarebbe un grosso problema.
Buonasera dottore, il 3 luglio 2013 ho avuto un infortunio sul lavoro con frattura scomposta calcagno retro e sotto talamica compresi tarso e metatarso, operato con placca e 9 viti. A ottobre mi è stata diagnosticata sindrome algodistrofica locale curata con infusioni di fosfonati e ormai, a detta dello specialista, quasi eliminata. Il problema è che ho molti dolori al tallone quando carico nella parte sotto il malleolo sia interna che esterna con gonfiore e sudorazione abbondante. Riesco a camminare bene per mezz’ora poi inizio a zoppicare per i dolori. Può essere che si debba levare la sintesi perché da fastidio? Dall’ultima RX è emersa una lieve radiolucenza alle viti. Cosa comporta un’altro intervento? La cicatrice è bella ma nel caso andrebbero a intervenire ancora in quel punto? Perché la pelle e molto delicata e tirata dal gonfiore cronico. La ringrazio per avermi ascoltato,
Buona serata e a risentirci
Antonio
La algodistrofia è una brutta cosa. La stanno curando e bene sembrerebbe. Non si “fissi” sulla placca… è una sua amica in questo momento. Verrà tolta? Forse si ma aspetti.
Salve dottore,
La ringrazio per la risposta, settimana prossima mi vuole vedere il chirurgo ortopedico che mi ha operato un anno fa per visitarmi e valutare il da farsi. Le farò sapere la sua opinione.
Come mai mi consiglia di aspettare a togliere la placca?
Grazie e Cordiali saluti
Antonio
Forse soltano perchè ho sempre trovato più facile mettere una placca piuttosto che rimuoverla.
Buongiorno dott Giuseppe fanzone!
Volevo esporre il mio problema, ho avuto una caduta da qualche mese, facendo la tac risultava frattura parcellare del calcagno.
Clinicamente si evidenzia tumefazione, dolorabile all’apice del calcagno e alla inserzione del tendine di achille come per entesite.
spirale a stratto sottile documenta della presenza di due parcellari distacchi ossei dalla corticale basale posteriore calcaneare. Cosa ci sarebbe da fare, visto che ho dolori quando cammino e poggio i talloni. certa di una sua risposta la saluto cordialmente.
Un caso piuttosto strano. Mi pare però che il problema non sia la frattura del calcagno ma la sofferenza del tendine di Achille alla sua inserzione sull’osso. Consiglio un trattamento fisioterapico.
Salve Dottore,
lo scorso 4 giugno in seguito ad una banale caduta ho riportato la frattura pluriframmentaria dello scafoide tarsale dx (composta). Due giorni dopo mi hanno praticato l’ingessatura di piede e gamba fin sotto al ginocchio e controllo tra 30gg. Il dottore, in quella sede, mi ha detto che probabilmente avrei tolto il gesso e ripreso a camminare. Cosa devo aspettarmi in questi casi?
La ringrazio e la saluto cordialmente
In un caso come questo? Direi che il collega le ha detto bene. Togliamo il gesso e torniamo a camminare.
Buonasera dottore,
lo scorso 20 maggio ho riportato una frattura composta al calcagno destro. Dopo 30 giorni di gesso, anziche’ un altro gesso da carico, ho optato, diciamo di testa mia, per un tutore dove tutt’ora effettuo un carico sfiorante ‘progressivo’. Non ho particolari fastidi e gia’ muovo la caviglia, inoltre da 7 giorni sto facendo magnetoterapia. Quando, secondo la Sua esperienza e secondo il suo motto ‘avanti senza paura’, potro’ ricominciare a guidare? Grazie per la sua cortese risposta e complimenti per questo spazio sul web che molto in questo periodo mi e’ stato di utile riferimento.
Non mi ero reso conto di suscitare questa impressione…effettivamente, però, “avanti senza paura” per me è anche uno stile di vita. Quindi grazie; mi fa piacere. Riguardo al problema frattura di calcagno trattata in gesso mi sono reso conto che servono 3 mesi per guarire. I primi 30 giorni di gesso, i successivi 30 o gesso da carico o tutore, gli ulteriori 30 giorni per ricominciare a camminare. Al punto in cui si trova adesso scriverei su di un mio referto “deambulazione con carico progressivo a tolleranza del dolore”. Buona guarigione.
Buongiorno dott. Fanzone,
giocando a calcetto ho battuto il tallone contro il suolo. Momentaneamente non ho sentito dolore, ma il giorno dopo avevo un riversamento interno di modesta entità.
Non mi piango mai addosso e, verificato che riuscivo a camminare, ho svolto le mie normali attività e ho continuato i miei allenamenti (pallanuoto ed esericizi calistenici al parco).
Da quel giorno sono passati poco più di 40 giorni. Non ho mai fastidi, ma quando “schiaccio” sul tallone (per terra, sul divano, a letto ecc.) ho dolore (sopportabile ma non normale).
Non capisco, tuttavia, da cosa possa essere provocato: microfrattura? Riversamento non del tutto assorbito (esteticamente non ho più nulla)?
La ringrazio dell’interessamento
Una frattura della spongiosa, un ematoma del cuscinetto adiposo? Credo abbia poca importanza andare a scoprirlo dato che, anche se lentamente, sta guarendo.
Salve Dottore,
circa due settimane fà durante una partita di calcetto saltando sono ricaduto con il tallone del piede sx sopra una piccola pietra,
subito ho avvertito un dolore abbastanza forte tale da dovermi fermare, ho fatto subito del ghiaccio. il giorno successivo in corrispondenza del bordo sx del calcagno si è formato un piccolo ematoma ed inoltre non potevo poggiare il piede.
comunque poi sono stato a riposo ed ho trattato la parte interessata con applicazioni di dicloreum gel 1%.
è andata sempre meglio, ora posso camminare avvertendo un piccolo fastidio ma ieri sono tornato a fare una partita di calcetto ed alla prima volta che ho poggiato il tallone a terra in maniera decisa il dolore si è acutizzato.
troppo presto? è normale oppure ci puo essere qualcosa di rotto? cosa devo fare per ristabilirmi? la pomata va bene?
Quella zona del piede è piuttosto resistente se il carico è ben distribuito può risultare più fragile con carico applicato in una piccola area. Direi di aspettare ancora per giocare.
Salve dottor Fanzone,
grazie per la risposta precedente. La mia ripresa in seguito a una frattura composta del calcagno destro trattata per i primi trenta giorni con il gesso è ancora lenta, seppur tra una decina di giorni toccherò il fatidico sessantesimo giorno. In precedenza le avevo scritto che anch’io sto procedendo con il motto ‘avanti senza paura’. Faccio esercizi, muovo la caviglia, deambulo con il tutore con una sola stampella per far ‘ripartire’ la gamba offesa, faccio magnetoterapia due volte al giorno e continuo a darmi coraggio.. Oggi però mi ha preso un po’ di abbattimento. Sento dei dolori all’altezza del tendine di achille e alla base della caviglia esterna poco sotto il malleolo. Inoltre l’ematoma centrale nella pianta del piede (visibilmente ridotto da quando ho tolto il gesso) da nero che era si sta contornando leggermente di rosso. Rimetto l’altra stampella forzando di meno o proseguo ignorando il tutto? Ps. Grazie ancora per avermi suscitato, attraverso il suo sito, questa condizione di coraggio nell’affrontare la malattia. Forse arrendersi non conviene mai. Tantomeno quando si ha a che fare con il nostro ‘beneamato’ calcagno.
Bisogna imparare ad ascoltarsi. Forse ha un pochetto esagerato nei giorni passati.
Ho 14 anni e un giorno cadendo da una giostra al parco mi sono fratturato il perone e mi sono messo il gesso. All’inizio riuscivo più o meno a camminare con un poco di fatica e dolore alla caviglia ma ora a due giorni da quando ho tolto il gesso mi fa davvero molto molto male il tallone e non riesco proprio a camminare. Il dolore alla caviglia mi sembra normale perché sarà un po arrugginita ma il dolore al tallone mi sembra un po strano. Perciò chiedevo una sua opinione dottor. Fanzone.
Grazie in anticipo.
È normale che dopo aver tolto il gesso x rottura perone mi faccia molto male il tallone da non poter camminare?
Chiedo il suo parere dott. Fanzone
O non si è accorto di un contemporaneo problema al calcagno o il gesso ha creato una zona di compressione con sofferenza del cuscinetto adiposo del calcagno. Dovrebbe passare in fretta.
Buongiorno, in seguito a distorsione ho avuto una piccola frattura della porzione anteriore del calcagno e piccolo distacco osseo del dorso astragalico.
Dopo 5 settimane in scarico con apparecchio gessato l’ortopedico ha consentito carico progressivo per altri 15 giorni.
Si intende generalmente che al termine dei 15 giorni il carico sarà completo?
Grazie e buona giornata
Certamente! Anche se dovessero diventare 20, i giorni, andrà bene lo stesso?
Chiedo scusa se scrivo male è sopratutto se quello che dico e coerente ,mi è caduto un grosso pezzo di pietra sul calcagno procurandomi un grosso trauma con ferita . Fatte le radiografie all’ospedale mi dicono che non vi è frattura ma ancora dopo 27 giorni non posso appoggiare il piede a terra . Ora mi chiedo se non sia opportuno fare altre radiografie o ecografie , ma i medici che mi curano mi dicono che è fattore del forte trauma. La ringrazio della sua risposta un saluto Aldo.
Ma sta migliorando? Oppure è sempre lo stesso? Perchè se migliora è solo questione di un altro pochetto di pazienza.
Buona sera dottore la ringrazio per la risposta ,sono passati dal mio incidente sul lavoro già 53 giorni ma ancora il piede mi fa male . Ho fatto la risonanza magnetica e dice che ho avuto dal forte trauma i legamenti ancora stirati è infiammati . Sto praticando la magneto terapia con tens ma ancora non posso camminare sempre gonfio è dolorante ,mi dicono di andare a mettere il piede a mare ma ancora dopo 5 sedute niente sempre gonfio e dolente . Non so più cosa fare mi potrebbe dare un consiglio ? Grazie Aldo Noto
Andare a mare sembra una battuta ma effettivamente potrebbe essere di giovamento. Indossa già una calza elastica?
Insista, andrà meglio.
Carissimo dottore scusando per il ritardo della mia risposta , dopo 15 sedute di magneto e tens sono andato da un altro ortopedico diagnosticandomi Algodistrofia al piede dicendomi di mettere la calza è fare molto mageto e kinesi ma ancora dopo 20 sedute il piede fa male al calcagno alla pianta del piede e ai diti perchè secondo me la calza stringe troppo ,ma nello stesso tempo mi fa mal l’articolazione del piede e del ginocchio. Vorrei andare a lavorare ma non posso stare alzato che mezzora e mi devo sedere. Ce qualche cura per questo grazie Aldo Noto
La algodistrofia prevede la messa in funzione ed in carico del segmento colpito. Bene la magneto, esistono anche trattamenti farmacologici piuttosto efficaci (neridronato), essenziale però è rimettersi in moto.
salve dottore volevo chiederle io sono caduto 3mesi fa da due metri e mi sono fratturato il tallone sx una frattura composta, ho avuto il gesso x un mese, dopodiché me lo hanno tolto x muovere la caviglia e oggi a distanza di tre mesi inizio a caricare il peso con qualche dolore, volevo chiederle se sarà possibile riprendere attività fisica come il ballo a livello agonistico e la corsa senza avere nessun fastidio grazie
Credo e mi auguro di si. Ma potremo saperlo solo dopo che ci abbia provato.
Qualche periodo indietro mi ha deliziato con la sua tempestiva e completa risposta alla mia situazione molto sofferente purtroppo. Sono a chiedere visto che da 10 mesi continuo ad avere quella maledetta zoppia e quel insopportabile dolore senza un attimo di respiro se non piede alto e ghiaccio a volontà. Il mio quadro fisico dice che lo schiacciamento del calcagno (ambedue ma uno dei due prevale sull’altro in modo nettamente positivo … meno male direi) avendo nel 2000 (anno) dopo tur vescicale (pregresso) non mi è stato prescritto come terapia dopo intervento Placca e 5 viti) rimossa in giugno e applicata in ottobre 2013 le terapie consono (leggo in questo 3d) magnoterapia e altre diavolerie utili al trattamento ai fini della completa guarigione … ora mi scuso sono a chiederLe visto che essendo ancora in località mare e impossibilitato dal colloquiare
con i miei medici per chiedere se posso effettivamente effettuare sedute con le famose tecniche ad introduzione energetica dei principi attivi (ionoforesi) dei farmici idonei o/e la magnoterapia (leggo su questo 3d) e altre diavolerie utili alla totale guarigione, dicevo che Le chiedo se sia possibile che un medico abbastanza anziano abbia potuto scrivere come diagnosi 10 sedute di ionoforesi sapendo a priori la mia impossibilità di poter sfruttare questa tecnica (al di là della cortese risposta) la direttiva idonea che mi dovrebbe gentilmente dare è se oltre alla conferma di non poter effettuare le terapie di cui sopra, posso altresì effettuare (a titolo personale credo di no) questa nuova tecnica di cui mi ha aggiornato il mio fisioterapista, trattasi di trecar …. vista la Sua riconosciuta competenza (aggiungo simpatia e bravura e non è retorica) gentilmente mi risponda in modo celere (sperando che anche Lei non sia ancora in vacanza …. mi perdoni) in modo magari da poter alleviare un tantino questo incredibile dolore.
Se non ho potuto sfruttare nessuna delle tecniche + consono, per me è molto preoccupante pensare alla guarigione, premetto che batto i talloni a terra senza dolore …. come dicevo qualche tempo fà il mio problema è tutto il piede fatto salvo appunto il calcagno ….. pensa te come sto messo!!!!!
Nel ringraziarLa porgo con sincero pensiero un affettuoso saluto
Mi dia qualche barlume di spiraglio …. senza barare.
Alcune terapia elettriche, dato che nessuno sa effettivamente che tipo di “interferenza” possano avere, si ritengono sconsigliate in persone affette da patologie neoformative. Eppure… vengono consigliate perchè a volte si cerca di dare comunque una possibilità di trattamento a patologie invalidanti, lunghe e fastidiose. Questa volontà di essere di aiuto si scontra con la incapacità di risolvere alcuni problemi. La incapacità di curare, in senso generale, è la cosa più mortificante per chi ha fatto della cura delle persone la propria professione e lo scopo della propria vita.
gentile dottore
ho mia sorella che da ottobre 2013 non si riprende per una frattura al calcagno ha messo il gesso a gambaletto ha fatto molte terapie e alla fine dice che il suo piede saltella non fa tacco e punta e ne sta facendo una malattia
addirittura sta facendo sedute da un dottore ma ad oggi nessun risultato
che posso fare
grz
Se tutto è ok dal punto di vista radiografico esiste la possibilità che sia affetta da una forma di disturbo chiamato anche nevrosi da stress. Questa diagnosi è complessa e possibile solo da parte di uno specialista. Casi analoghi hanno trovato giovamento da una analisi psicologica e/o dal trattamento con antidepressivi. Valutate anche questa possibilità.
Spett/le Dott. il giorno 20 agosto nel correre dietro al mio nipotino ho preso una forte distorsione a causa di un tombino rotto ai margini , si è talmente storto il piede che mi sono trovato con le spalle a terra, non so come spiegarmelo. Portatomi al pronto soccorso dopo una radiografia mi hanno diagnosticato: ” EVIDENZA IN LL DI FRATTURA PARCELLARE LUNGO IL PROFILO SUPERIORE DELL’ ASTRAGALO” portare gesso per 25 giorni, poi portarsi a visita presso il laboratorio di ortopedia con radiografia da effettuare con gesso prima della visita. Ma i risultati della radiografia non sono confortanti difatti dice: AL CONTROLLO IN GESSO PERSISTE APPREZZABILE RIMA DI FRATTURA DELL’ASTRAGALO. Portatomi a visita esattamente il giorno 17/09 il medico guarda la radiografia e vede che effettivamente non si è consolidata, ma lo stesso mi fa togliere il gambaletto e dice che non devo caricarlo per 10 giorni , di effettuare dieci sedute di magnetoterapie e riportarmi a visita allo stesso laboratorio dopo 20 giorni. Ma è possibile che con una frattura non consolidata mi toglie il gesso ovunque leggo che questo tipo di fratture sono lunghe da mettersi a posto e che almeno bisognerebbe portare il gambaletto perlomeno 4 o 6 settimane, io ho dolore alla caviglia ed è ancora un po gonfia ma questa è la cura che devo praticare?
La ringrazio anticipatamente
“parcellare” ovvero millimetrica. Anche la immobilizzazione in gesso non è priva di rischi ed effetti negativi. Meglio liberare caviglia e piede consigliando riposo ed una nuova visita. Mi pare corretto come la stanno trattando.
gentile Dottore,
circa 20 anni fa’ ho subito una frattura al calcagno, la frattura e’ stata trattata con gesso, a distanza di anni ho spesso dolori e fastidi, di recente ho effettuato una tac dove si evidenzia osteoporosi dovuto a malfunzionamento podalico, inoltre si evidenzia uno spostamento del bacino, ho effettuato un ciclo di fisioterapia con magneto ed elettroforesi, cosa posso fare per non avvertire sempre dolori? grazie
Un plantare su misura?
Gentile dottore il giorno 2 settembre 2014 mentre scendevo uno scalino ho preso una forte distorsione alla caviglia del piede dx, mi hanno portato al Pronto Soccorso mi hanno fatto le radiografie ma negative per fratture quindi l’ortopedico ha pensato di confezionarmi un bendaggio alla colla di zinco da mantenere per complessive 3 settimane e di deambulare con due bastoni e carico per quanto tollerato con la seguente terapia: Tauxib 90 mg 1 cp per 7 giorni a stomaco pieno e da rivedere in ambulatorio in data 23 settembre 2014. Sono tornata in ambulatorio il 23/09/14 ha rimosso il bendaggio ha rifatto le radiografie, con esito negativo per fratture, ma il piede era ancora gonfio e dolente, faccio presente che la pianta del piede subito dopo 1 giorno era diventata nera, quindi ha consigliato di fare una richiesta di risonanza magnetica, continuare con il Tauxib 90 mg e Arvenum 500mg 1 cp per 2 volte al giorno per 15 giorni. In data 2 ottobre 2014 ho fatto la risonanza magnetica con questo risultato: lesione fratturativa obliqua del calcagno, estesa tra l’apofisi anteriore e la regione talamica, con diastasi dei segmenti, con coinvolgimento della superficie articolare per l’astragalo ed associata ad edema spongioso peri-lesionale. Edema spongioso anche della porzione posteriore del cuboide, forse con altra frattura inscritta. Falde fluide articolari. Non evidenti lesioni a carico del legamento a siepe. Esteso edema dei piani sottocutanei.
Vorrei sapere cosa posso fare con questa diagnosi della risonanza magnetica a distanza da più di 1 mese ? Lei cosa mi consiglia?
In attesa di una sua sollecita risposta porgo distinti saluti.
Evidentemente che la ha visitata è stato piuttosto attento ai segni clinici e pure in assenza di esami che dimostrassero una lesione ossea è stato cauto ed ha insistito. Continuerei ad affidarmi!
Buongiorno dott. Fanzone sono la signora Angela Trotti le avevo scritto il 10 ottobre 2014 per chiederle un consulto circa il mio tallone fratturato e che successivamente mi è stato operato applicando una vite al titanio. Ho fatto molta fisioterapia con linfodrenaggio, perché il piede presentava molto edema, e magnetoterapia, ma a distanza di circa un anno e mezzo non riesco a camminare più a lungo e non riesco a stare tanto tempo in piedi perché il tallone mi duole e le dita, all’infuori del pollice, le ho sempre indolenzite e quasi a scatto, cosa è potuto succedere e come risolvere questo problema? Ho 58 anni e mi fa paura il futuro perché se questo non dovesse passare come faccio fra 10 anni che sono più grande. Ho pure delle fitte dolorose e all’improvviso sopra e di lato al tallone e sento al piede molto calore addirittura tolgo la scarpa e lo poggio sul pavimento freddo. Cosa mi consiglia visto la sua bravura e i casi da lei risolti? La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità e cortesia e colgo l’occasione per porgerle distinti saluti.
Buongiorno signora. Non sarei preoccupato di ciò che succedeerà tra dieci anni perchè chiaramente la sua situazione dovrà trovare soluzione prima. Non sono però in grado di dire quale essa debba essere. Nella mia esperienza professionale due anni non sono troppi per la guarigione completa e ci stiammo quasi per arrivare. Se questo non bastasse tenga presente che alcuni provvedimenti possono ancora essere presi, esistono (solo per esempio) anche degli interventi di “correzione”.
Buonasera, le ho scritto una mail.
Salve dottore,
in seguito ad una caduta dall’alto, circa 2 mt., ho subito una frattura scomposta al calcagno DX rotto in 3 punti… Al pronto soccorso dell’ospedale volevano operarmi già il giorno seguente e mi di mettevano temporaneamente con una doccia. Consultati 3 ortopedici il giorno seguente sostenevano che la frattura era a limite per la operabilità. Il primo quindi optava per operare, gli altri 2 erano convinti che tutto si risolverà senza intervento. Decido di farmi seguire dall’ultimo “il prof.”… Mi ingessa con gambaletto per 40 gg., quindi tolta l’ingessatura e ricontrollato il calcagno con i RX, confortato dal perfetto decorso della frattura, mi prescrive un gambaletto elastico 70 Den e mi vieta assolutamente di caricare per altri 30 gg. Dopo l’ulteriore visita di controllo con preventivi RX mi ha autorizzato al carico progressivo del calcagno, scarpe ginniche con tacco alto, calza elastica e controllo tra 60 gg. Ovvero di camminare prima con le due gruccie e poi eliminare quella dx dopo una decina di giorni. Pur confortato dall’ottimismo del prof sono un po’ perplesso. Alla mia richiesta di fisioterapia mi ha risposto che non c’è necessita considerato che l’articolazione della caviglia non ha subito danni ed articola perfettamente. Il mio dubbio riguarda la tempistica, dal referto del radiologo leggo: “il controllo odierno, confrontato con precedente analogo del 30.09 us. eseguito in altra sede e fornito in visione, mostra frattura pluriframmentaria del calcagno, con avvallamento nella regione del seno del tarso e in fase di consolidamento”. Quindi mi chiedo e Le chiedo non è prematuro caricare il calcagno e soprattutto farlo autonomamente senza ausilio del fisioterapista? Cosa mi consiglia?
Il carico primo o poi dovrai pure concederlo. 60 sono i giorni previsti in tal senso. Se la caviglia è veramente libera nei movimenti credo che a parte imparare ad usare bene le stampelle non bisognerà fare altro.
Grazie dottore,
il mio timore è legato alla paura di danneggiare nuovamente l’osso. La caviglia è inoltre ancora gonfia, spero che camminandoci sopra si sgonfierá. Grazie per la rapida e confortante risposta.
Dopo circa un anno e mezzo dall’intervento per frattura al calcagno, continuo ad aver fastidi al tendine di Achille e parte anteriore della caviglia. L’ortopedico mi ha diagnosticato una “tendinite “. Premesso che i l dolore è sempre stato presente da quando ho iniziato a poggiare il piede , è ipotizzabile che la tendinite sia legata all’infortunio e sopratutto come curarla?
anticipatamente ringrazio.
e’ ipotizzabile che la tendinite sia legata agli esiti dell’infortunio fratturativo. Bisogna valutare se per caso il piede ha un appoggio anomalo e quindi eventualmente correggere. Tutti gli altri presidi potrebbero essere solo temporanei.
Buongiorno dr Falzone,
a seguito di una caduta da una scala, sui talloni, da subito ho potuto caricare, sia pure con dolore, il piede sinistro, mentre pur potendolo appoggiare per terra, non posso affatto caricare il destro.
La radiografia del piede destro riporta: Assenza di sperone calcaneare inferiore e posteriore.
La tac invece: Sottile rima di frattura composta da impatto sul versante inferiore del calcagno. Altra rima di frattura con avulsione del piccolo frammento osseo sulla faccia laterale del calcagno in prossimità di inserzione del legamento perone calcaneare. Minima infrazione della punta del perone a livello inserzionale del legamento peroniero-astralgico posteriore.
Per immobilizzare l’arto, se possibile, vorrei evitare l’uso del gesso optando per un tutore. Terrei molto ad un suo parere al riguardo.
Grazie
Cordialità
Il tutore non è come il gesso. Nella mia pratica quotidiana non mi piacciono le vie apparentemente semplici ma solo quelle più efficaci.
Grazie per la risposta dr Fanzone
Buon lavoro!!!!
Il 26 aprile 2014 ho subito uno schiacciamento al piede dx dopo una caduta in moto.Alla prima indagine radiografica risultava una frattura alla falange dell’alluce ,tumefazione e infiammazione ai flessori .venivo dimesso immobilizzato il piede con valva da mantenere x 10/12 gg..Visita seguente si rimuove veccha doccia e si riapplica doccia in fractomed in data 08/05/2014.Visita seguente rimossa doccia si consiglia gambaletto elastico e muovere attivamente la caviglia,iniziare deambulazione con carico parziale progressivo.Dopo due mesi con carico parziale ,cyclette ,ginnastica in reparto di riabilitazione e carico completo ,il dolore aumentava.Facendo pressione mi è stata prescritta una rnm .In data 08/07/2014 il referto della rnm evidenziava una frattura pluriframmentaria dell’apofisi del calcagno ant.Il medico a tal punto prescriveva ciclo di magneto terapia e iniezioni di clody.Con questo riassunto voglio portarla a conoscenza che ad oggi giorno il mio piede purtroppo non risponde più come prima .Io lavoro al 118 e ogni intervento con un certo impegno del piede è una sofferenza,cosi come delle passeggiate prolungate ,quando mi alzo al mattino mi sembra di avere x la prima mezzora un pezzo di legno.L’ultima rnm non ha evidenziato problemi importanti. Chiedo un consiglio Grazie
Uno dei problemi delle fratture di calcagno è questo dolore continuo e persistente. Tutte andrebbero controllate anche a distanza di tempo e le rx grafie dovrebbero essere fatte ogni 3 mesi almeno fino ad un anno dopo la guarigione. Ora nella stragrande maggioranza dei casi il dolore è solo una “naturale” conseguenza, in altri potrebbe essere sintomo di una evoluzione in peggio. Non voglio farla preoccupare ma non posso neanche tranquillizzare.
Fine aprile dopo una settimana di corsa. ..microfratture bilaterale del calcaneo. Niente gesso..solo tecar e magnetoterapia. Endemica scomparsa ma fino ad ora le fratture di consolidano molto lentamente. Sento niente dolore ma un po di bruciore. Cosa posso fare per guarire velocemente? Sono passati 8 mesi!
La velocità della guarigione ormai è fuori questione… sono già passati 8 mesi. Parla forse di calcificazioni della regione del tendine di Achille?
Grazie nessun medico mi ha potuto spiegare come mai mi è venuta una microfrattura (metà Calcaneo) addirittura bilaterale dopo solo una settimana di corsa. E soprattutto perché dopo 8 mesi la frattura è soltanto consolidata per la metà. Che fare?
Buongiorno Dr. Fanzone
Ad aprile sono caduto in un pozzo di 2,8 m. portato in ospedale mi hanno fatto una tac e l’ortopedico di turno mi ha detto di non preoccuparmi che era solo una frattura composta, e che sarebbe guarita da sola, non mi hanno neanche ingessato, mi hanno solo detto di non appoggiare il piede per terra per 40 giorni.
per essere più sicuro ho preso la tac ed ho prenotato una visita privata da un’altro ortopedico di un noto ospedale, il quale mi ha detto la stessa cosa. rassicurato da due pareri uguali ho seguito tutta la trafila prima con 2 appoggi poi con 1 ed infine ho appoggiato il piede per terra, ho fatto fisioterapia, ma dopo 8 mesi ancora mi fa male, per fare altra fisioterapia ho prenotato un visita da uno fisiatra , il quale mi ha detto che non serve fare fisioterapia, secondo lui serve un buon ortopedico perché è necessario eseguire una artrodesi.
com’è possibile che fino ad ora nessuno nessuno specialista si sia accorto di questo?
non è possibile altra soluzione?
referto TAC del 19/04/2014 frattura plurilineare intra e extratalamica. non altre alterazioni
Referto risonanza del 30.09.2014 Falda di versamento articolare e periarticolare in sede tibio-tarsica ed intertarsica.
Esiti di frattura del calcagno.
Areole pseudocistiche di sofferenza ossea sono evidenti in corrispondenza del domo astragalico.
Non evidenti significative alterazioni di segnale tendinee esaminate
Vi ringrazio anticipatamente
Anche fratture “composte” della porzione articolare del calcagno possono dare seri problemi. Bisognerebbe perfezionare la diagnosi di artrosi post traumatica della articolazione tra calcagno ed astragalo. Generalmente una semplice rx in laterale della caviglia ti da sicurezza di diagnosi, mentre la RNM è incapace di “vedere” le ossa. Necessita però di essere visitato di persona.
Grazie per avermi risposto prontamente
ho già fatto un rx in ortostasi di tutti e due i piedi
questo è il referto:
Esiti di pregressa frattura metafisaria tibiale in asse trattata con mezzi di sintesi a sinistra, concomita artrosi tibio astragalica ed estragalo calcaneare post traumatica.
Appianati gli archi plantari bilateralmente.
Se vuole le vedrò con piacere.
Dott. Fanzone G. Buona sera
Sono alessio, le ho scritto circa 18 mesi fa per una frattura composta ma trattata con intervento chirurgico di asteosintesi di n°2 viti nel calcagno sx di 6 cm ad oggi corro ancora male, le viti se le tolgo mi causano un danno?? è un trauma per l’osso e tutto quello che ci stà intorno??secondo lei cosa potrei fare?? avvolte zoppico altre meno, nessuno mi dà una risposta,neppure chi mi ha operato. Grazie per una suo consiglio(parere) di chi forse ha trattato molte fratture di questo genere. Alessio
Nel suo caso direi proprio di toglierle. Sicuramente le darà giovamento.
Salve dottore,
in seguito ad una caduta da un muretto alto poco piu di un metro ho riportato un importante frattura composta al calcagno dx, trattato come di norma, senza intervento chirurgico ma con ingessatura a gambaletto.
Ho 28 anni fisico normale e quando ho del tempo libero pratico sport, i medici che mi seguono hanno ritenuto sufficienti 38 giorni prima di rimuovere l’ingessatura, tolta ormai il 23 dicembre, a seguire mi hanno sottoposto a rx in cui il referto scrive; controllo radiologico di nota frattura del calcagno, non consolidata, poi relativa visita ortopedica in cui il medico mi ha prescritto tale cura che adesso le elenco:
Continuare eparina per altri 20 gg.
Magnetoterapia per 30 gg. 7-8 ore al giorno.
Mobilizzazione piede-caviglia con esercizi ripetuti 4 volte al di della durata di 10 min ciascuno per tutti i 30 gg.
Totale assenza di carico per i primi 10 gg. e nei restanti 20 cominciare carico da sfioramento fino ad arrivare progressivamente al 50% del peso.
Adesso dottore, ho la prossima rx giorno 23/01 con successiva visita, il fatto è che avverto dolore continuo sulla parte interessata, dolore che aumenta ogni qual volta che faccio gli esercizi ed in tutt’onestà le confido che al sol pensiero di cominciare il carico ho una paura tremenda di farmi male nuovamente e di dover cominciare tutto da capo.
Tenga presente inoltre che la mia soglia di sopportazione del dolore è molto alta infatti ho raggiunto l’ospedale in auto ed in maniera totalmente autonoma e nei giorni di convalescenza non ho mai fatto uso di antidolorifici.
Scusi il racconto molto lungo e dettagliato ma tenevo a precisarle in maniera puntigliosa quanto accaduto in modo tale che potesse geltilmente darmi qualche consiglio su cosa fare visto il dolore continuo, se devo recarmi nuovamente al pronto soccorso e se infine la cura del collega le risulta idonea in base ai dati che le ho fornito e alla mia età.
La rigrazio molto e colgo l’occasione, visto il periodo, di porgerle i miei piu sentiti auguri sia per il natale ormai passato che per l’anno a venire.
Grazie Antonio.
Gentile Antonio
Calcagno rotto? tre mesi per guarire l’osso! In genere piuttosto che indicare una percentuale di carico da raggiungere (non ci riuscirei se fossi al posto del malato) indico nei miei referti la necessità di riprendere il carico a tolleranza del dolore. Con tale espressione intendo dire che nessuno sa meglio del calcagno stesso quanto carico dare e con quale velocità! Sarò stato utile?
Buongiorno dottore, innanzitutto complimenti per la disponibilità e per il garbo con cui mette al servizio della gente la sua professionalità.
Sono un runner da circa 5 anni. Nell’ultimo periodo ho probabilmente esagerato con gli allenamenti e intorno al 15 dicembre ho percepito un dolore all’altezza del calcagno. Ho praticato ghiaccio antinfiammatori e pomata da subito. Dopo una settimana ho fatto la radiografia da cui non è uscito nulla di particolare ma mi è stato consigliato di fare la risonanza.
L’ho fatta ed il risultato non è stato quello che speravo.
L’esito è stato:
“L’esame ha fatto rilevare frattura “da fatica” della tuberosità posteriore del calcagno con evidente edema
della spongiosa ossea, e con linea di frattura a decorso orizzontale senza peraltro discontinuità delle
corticali.
Non vi sono significative alterazioni delle strutture capsulo-ligamentose del collo piede
Iniziale alterazione condrale della superficie antero-superiore del domo astragalico.
Apprezzabile reperto di tendinosi del tendine d’Achille che a livello del suo III medio inserzionale-distale
dove appare tumefatto con segnale disomogeneo intraparenchimale.
L’alterazione coinvolge anche l’inserzione calcaneare dell’aponeurosi plantare intermedia peraltro senza
sue discontinuità.
Mi è stato consigliato riposo assoluto in particolare per 10 giorni senza carico con stampelle e successivamente per 30 giorni con gambaletto walker fisso Gibaud. A questo mi hanno consigliato magno terapia tutti i giorni.
Lei cosa mi consiglia?in 5 anni non ho mai sofferto di nulla e non mi sono mai fermato. Il mio umore è a pezzi. Inoltre con le stampelle ho paura di fare troppo carico sul piede “sano” e di comprometterlo.
Grazie mille anticipatamente.
Andrea
Le fratture da durata sono discretamente frequenti. la guarigione è certa! Bisogna però ripsettare i tempi della natura. Nell’attesa potrebbe però continuare a fare attività fisica. Nulla vieta la bicilcetta, la palestra, il nuoto. Attenzione alla tendinosi!
Grazie infinite per la risposta dottore.
Per la tendinosi ha qualche suggerimento?
Grazie mille ancora
Non esistono provvedimenti specifici intesi come farmaci o altro, bisogna rintracciare le cause e modificarle.
Sto facendo la magneto terapia per la frattura e per correggere i problemi relativi sia alla frattura che alla tendinosi ho fatto i plantari su misura…secondo lei ci sono altri accorgimenti che potrei fare?potro tornare a correre quando si sara rimarginata la frattura?sono piu preoccupato per la tendinosi
Va bene così.
Salve dottore,
dopo due mesi in cui ho fatto abbastanza riposo, usato i plantari e per un mese magneto terapia ho rifatto la risonanza che recita così:
Si documenta una rima di frattura spongiosa “da stress” dell’apofisi posteriore a decorso verticale obliquo perpendicolare all’asse maggiore dell’osso associata a sfumato diffuso edema osseo in via di risoluzione. La rima di frattura ha decorso leggermente ondulato e si estrinseca verso la zona perinserzionale del tendine d’Achille.
Normale il sostentaculum tali e l’apofisi anteriore. Non infossamento talamico.
Non lesioni a carico del tendine calcinare e dell’aponeurosi plantare che appaiono interessate da modificazioni a carattere flogistico degenerativo di lieve entità in sede di inserzione ossea.
Lievemente addensato il triangolo adiposo di Kager.
Raccordo con il dato clinico e anamnestico.
Non mi sembra molto incoraggiante le che dice?devo stare ancora fermo?per la corsa quanto sovra passare secondo lei?
la ringrazio infinitamente
Il riposo è previsto per 3 mesi… ne manca uno!
Buonasera dottore nel 2013 sono stato operato al calcagno x una caduta da una scala.A distanza di quasi due anni zoppico un po,sul taglio dell’intervento ho ancora una piccola ferita non muovo affatto il piede da destra a sinistra e ho come un ematoma nero sopra il taglio fin sopra la caviglia.premetto che all’interno ho placche e viti varie.cosa mi consiglia?Grazie Infinite
La mancata guarigione cutanea potrebbe fare supporre uno stato infettivo o perlomeno una intolleranza alla placca. Valuterei l’ipotesi di rimuovere i mezzi di sintesi.
Buonasera dottore volevo avere qualche spiegazione circa il gonfiore del polpaccio e del piede dopo aver subito tre mesi fa un intervento chirurgico del tipo MIO con inserimento di viti all’interno del piede dopo la frattura a rime del calcagno .sto facendo riabilitazione con manipolazione e magnetoterapia, devo dire che avendo cominciato la terapia da circa dieci giorni i risultati sono soddisfacenti l’unico problema che adesso riscontro dopo al gonfiore del piede e polpaccio è che mi sento la caviglia “legata”con conseguente dolore.Uso una stampella , cerco di camminare nonostante il gonfiore ealternando a un po di cyclette. Volevo precisare che il gonfiore si verifica quando sto in posizione eretta, anche per soli quindici minuti dallo stare in piedi.La ringrazio anticipatamente.Santino
Analoga sintomatologia viene da me trattata consigliando l’uso di una calza elastica a gambaletto. In genere si tratta di una difficoltà al ritorno venoso. In aggiunta consiglio dei farmaci detti “veno protettori”, non posso darle il nome per ovvie ragioni ma potrà chiedere al suo medico o al farmacista.
Salve dottore volevo chiederle un parere in merito a una mia caduta di circa un mese fa
Cadendo da un muretto ho battuto il tallone destro,il giorno successivo non riuscivo ad appoggiarlo ma sperando in guarigione non sono andato al pronto soccorso, oggi dopo quattro settimane riesco a camminare normalmente ma ogni tanto provo dolore al tallone se faccio qualche movimento brusco, volevo chiederle se ciò è normale o se dovrei andare a fare una visita specialistica
Cordiali saluti e grazie in anticipo
A questo punto aspetti ancora un pochetto e vedra che passa 😉
Gentilissimo dottor Fanzone volevo ringraziarla per la tempestiva risposta datami.grazie per la sua disponibilità.Santino.
Buonasera,il 21 dicembre cadendo in montagna ho riportato una frattura del calcagno sx. Dopo due mesi di doccia gessata mi hanno fatto un gesso da carico fino a controllo del 10 marzo. Volevo chiederle se potrebbero bastare 20 giorni di carico per liberarsi del gesso e in genere quanto tempo di riabilitazione è previsto. Grazie
Tenere un gesso per più di tre mesi non avrebbe comunque senso. La riabilitazione è spesso lunga, ma vedremo.
tolto il gesso il 10.03,Ripresa parziale mobilita’ della caviglia. Ho tolto le stampelle da qualche giorno,ma il dolore alla caviglia nel camminare e’ sempre presente con conseguente zoppia. caviglia molto gonfia anche con la calza elastica e ghiaccio,pure se a riposo. Consigli?
Riprenda le stampelle. Zoppicare può essere considerato un vizio (anche se sembra una necessità) e come tutti i vizi è facile da prendere e difficile da perdere. Lo schema di movimento deve essere corretto, dico ai miei pazienti che o camminano correttamente o è meglio non camminare.
Buongiorno dott. Cadendo da una scala a pioli ho subìto la frattura del calcagno dx scomposta la quale è stata trattata chirurgicamente con tre viti cannulate e ingessatura x un mese. Tolto il gesso sono stato autorizzato a poggiare il piede con ausilio delle stampelle, delicatamente x 15gg e poi caricare gradatamente. Ciò mi crea un pó di fastidioso dolorino slla caviglia. Le chiedo faccio bene lavando il piede con acqua fredda e posso usare un Balsamo x contusioni ecc. Grazie x ls sua disponibilità.
Sicuramente meglio l’acqua fredda o appena tiepida. Curare la pelle disidratata e sofferente dopo un mese di gesso è doveroso.
Buonasera Dott. Fanzone. Nell’ormai lontano 2001, a seguito di un’incidente, ho riportato una frattura del calcagno trattata chirurgicamente all’ospedale Rizzoli di Bologna. L’operazione andò a buon fine e nel corso degli anni mi sono sottoposto a diverse visite di controllo. Sa dirmi come mai il dolore (rimasto) è concentrato nella zona astragalo/scafoide mentre non avverto nessun fastidio al tallone nonostante ci sia una placca con 5 viti? E, cosa non meno importante, contro il gonfiore molto evidente (permanente) proprio non c’è soluzione?
La ringrazio anticipatamente.
Il calcagno è consolidata e non fa male, più su, tra astrgalo e calcagno c’è l’articolazione dotata di movimento e quindi con possibilità di indolenzirsi. Per il gonfiore…. poco da fare.
buongiorno Dottore, scrivo per un consiglio; 9 mesi fa durante la corsa mattutina (uscivo a correre 4 volte alla settim.) ho iniziato a sentire male prima al tallone e poi al collo del piede, dallla risonanza risultava: rima di frattura composta al calcagno e edema spongiosa ossea calcagno e astragalo. L’ortopedico mi ha prescritto : stampelle per 30 gg., magneto terapia, tecar, iniezioni con difosfonati e ossigeno terapia, dopo 6 mesi la risonanza rileva:edema del seno del tarso,residuo edema fra corpo e collo del calcagno con piccolo residuo di rima di frattura intraspongiosa da microingramamento della trabecolatura ossea. Tendinopatie dell’achilleo.Scusi se mi sono dilungata ma volevo spiegarle bene. Io a distanza di 7 mesi sento ancora un po male al tallone, non so se è normale.
Vorrei tornare a correre prima o poi, per ora ho iniziato ad andare un po in bicicletta, cosi non carico il piede. Se mi può consigliare cosa fare… Ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità. Antonella
Faccia ancora per qualche mese bicicletta. Chi ha un problema come il suo risolve molto lentamente, ma risolve.
Buongiorno dottore,
Le chiedo gentilmente un consiglio sul mio caso.
Dunque riporto una micro frattura al calcagno presubilmente da “stress” ,specifico che non pratico alcuna attività pesante e nemmeno sport al di là di fare un po di jogging ogni tanto, e non ho mai avuto lesioni, traumi di nessun tipo al piede.
Ecco ciò mi pare davvero molto strano…ho eseguito anche un’esame di densitometria ossea la quale è’ risultata con valori un po bassi, specie al femore…per la mia età 26 anni mi hanno detto che dovrei avere valori ben più alti, ma non sono compatibile con osteoporosi (nonostante in famiglia abbia ereditarietà molto elevata).
A 11 anni sono stata sottoposta all’intervento ai piedi piatti e in seguito alla rimozione dei residui delle vite in entrambi i piedi, potrebbe essere che la mia frattura sia causa magari di questo intervento?o che in tutti questi anni abbia assunto un modo di camminare scorretto?
Ecco le chiedo gentilmente per quanto possibile un suo parere.
Grazie per l’attenzione
La sua stessa ipotesi mi pare la più probabile.
Buonasera dottore il 24 novembre o avuto una caduta dall alto da 17 metri e ho riportato varie fratture le più brutte quelle hai calcagni. Il calcagno sinistro mi viene operato con i fili per cutanei invece il piede destro non me lo hanno toccato . Io o già mandato i referti in vari posti e mi hanno detto che era da operare . La mia paura è che saldandosi e possibile operare dopo un paio di mesi ridare la forma quasi naturale del calcagno. ?
Se necessario.
La ringrazio tantissimo per la risposta
Buonasera dottore giuseppe fanzone le volevo fare un altra domanda a proposito del calcagno destro ché non mi hanno operato o molta difficoltà a estendere le dita del piede allungarle , e la fascia plantare appoggiando il piede non è più la stessa . Se mi dovessero operare tra un anno circa riprenderanno la loro funzionalità normale ?
Impossibile sapere con certezza l’esito di un eventuale trattamento chirurgico a distanza che in ogni caso non avrebbe questo come obiettivo ma quello di ristabilire un diverso piano di appoggio.
buongiorno dottore .vorrei gentilmente 1 suo parere al mio caso ,il 16 marzo sono caduto dall’ alto mt5 ricoverato durgenza degidevano subito x l’operazione con placca e fissatore esterno a 6 viti ,oggi mi hanno tolto il fissatore e ho il piede molto gonfio x non parlare del dolore continuo ,domani devo andare a fare la medicazione , il chirungo che mi ha operato pero’ nn mi da molte speranze mi dice dolore permanente e leggera zoppia ,dicendomi pero’ che l’operazione e andata al 100% , e vero quello che dice che avro’ dolore permanente e che rimarro’ zoppo a vita ? da prmettere che ho solo 50 anni grazie x la sua risposta anticipatamente.
La frattura di calcagno è una di quelle a maggiore rischio di cattiva guarigione, lo si dice sempre al paziente, per non avere sorprese. Questo però non vuol dire che necessariamente si rimarrà zoppicanti. Il gonfiore in parte, generalmente, è legato al trauma ed in parte alla difficoltà di circolazione del sangue. Andrebbe trattato e lo si fa con farmaci e calza elastica.
grazie x la gentile risposta ne approfitto x l’ultima consulenza .la calza elastica mi e stata detta ma x farmaci contro il gonfiore niente cosa dovrei prendere ,da premettere che in posizione eretta il piede mi si gonfia tantissimo e diventa quasi nero.
La prescrizione di farmaci “on line” sarà il futuro, ma per adesso…
😉
Buonasera dottore ho levate i mezzi di sintesi al calcagno dieci giorni fa. Devo rifare la terapia anche se sto camminando?
Se cammina… direi di no.
Buonasera,sempre io,frattura calcagno sinistro,90 giorni di gesso.. Dopo 5 mesi e più dall’incidente la deambulazione è dolorosa,sia per la caviglia che per la parte esterna della pianta. Ha qualche spiegazione e consiglio per risolvere questa tortura?
Fisioterapia, farmaci contro il dolore e calza elastica. Le stampelle per non zoppicare.
Buongiorno dott. Fanzone, il 4.5 ho riportato la frattura pluriframmentaria articolare scomposta calcagno sx(IIIBC SEC, SANDERS) applicazione doccia gessata. Il 21.5 riduzione cruenta ed osteosintesi interna (placca e viti AO LCP VM) Applicazione gesso.
L’8/6 rimozione punti, valutazione della ferita e del piede molto buona. Nuova applicazione doccia gessata in fibra . In tutto questo tempo il piede l’ho tenuto sempre in scarico con mobilizzazione delle dita e devo continuare, il 18.6 farò controllo clinico e rx.
La mia domanda è questa: a parte i primi giorni dopo l’intervento non ho dolore ma ho una sensazione di bruciore e come se ci fossero degli spilli specialmente nella parte del piede dove c’è la ferita. E’ normale questo. Ci sono rimedi?
Il piede in scarico per quanto tempo pensa che dovrò tenerlo?
La ringrazio anticipatamente. Michela
Alcuni disturbi del genere vengono spesso lamentati, si risolvono spontaneamente e non necessitano particolare trattamnto.
Buona sera Dottore la disturbo per una consulenza !! Il 9 maggio causa caduta da una scala mi sono rotto il calcagno in modo scomposto e all’ospedale Vittorio.Emanuele di CT Mi hanno detto che dovevano operare e mettere una placca con viti. Dopo dieci giorni di ricovero mi hanno operato esattamente il 18 di maggio. Purtroppo a tutt’oggi ho forti dolori e la parte su della caviglia gonfia !!! Ho già fatto quasi 5 medicazioni e i medici dicono che è normale!! Io ho troppo dolore e delle fitte pazzesche alle dita come se fossero tipo dolori di artrosi!!! È’ tutto normale ? La notte poi aumenta e prendo seractil 400 ma non mi fa nulla prendo pure da quasi un mese arvenum 500 (ma la parte della caviglia è sempre gonfia ) e prendo pure cacit 1000 e alasod !!! Il 19 di giugno dovrò fare radiografia le farò sapere!! La ringrazio anticipatamente per una sua gentile risposta!!!!
Da una frattura di calcagno non si guarisce in un mese, questo è certo. Dice che sta facendo medicazioni, deduco che la ferita non sia guarita, questo potrebbe essere il problema. Aspettiamo ancora un pochetto.
La ringrazio per la risposta!!! Sono cosciente del fatto che per guarire ci vuole molto più tempo !! Il mio disagio è che dopo un mese non ho avuto nessun miglioramento in termini di dolore!! Fino a questa notte i dolori erano fortissimi!! Comunque le farò sapere dopo il 19-06 che ho la radiografia!!! grazie ancora!!!
Buonasera Dott.Fanzone,
oltre 1 anno fa causa caduta e frattura calcagno dx pluriframmentaria ho subito un intervento in osteosintesi con applicazione placca e diverse viti.
a distanza di un anno e soprattutto in fase di cambiamento climatico avverto fastidi , presumo di tipo artrosico al piede, e la sensazione di sentire i mezzi di sintesi quando cammino. premetto che anche per lunghi periodi se pur con un leggero gonfiore dell’arto e come se fosse tutto normale. desideravo sapere, come i fa’ a stabilire se placche e viti vadano rimosse o meno. e’ il caso di fare una rx ?
grazie per la consulenza.
carmelo
Se la placca o le viti creano conflitto con l’osso questo si rende normalmente visibile alle radiografie.
buon giorno dr.fanzone il 17 di maggio o avuto la frattura al calcagno cadendo dalla scala fratturandomi il tallone o subito un intervento il 25 di maggio emi anno messo una placca e viti passato piu di un mese vedo che il piede e sempre gonfio e un po dolente e stando all impiedi mi diventa rosso o quasi viola .io sono residente in Germania e volevo chiederle se tutto questo e normale la ringrazio infinitamente e le auguro una buona giornata
Non è normale ma piuttosto frequente. Difficoltà del genere sono legate alla persistenza di dolore che impedisce un buon passo, in questo modo persiste una difficoltà alla “circolazione del sangue”. Mi capita di prescrivere e consigliare in questi casi l’uso di una calza elastica e di una calzatura chiusa.
Buongiorno Dottore! Sono molto felice di essermi imbattuta nel suo blog! Stavo cercando informazioni perchè due settimane fa ho evitato una caduta in bici ma sono atterrata col peso sul mio tallone dx, ho messo subito ghiaccio e un po’ di lasonil e al tempo mi faceva ancora più male giustamente ma non è mai stato gonfio. Ora però che sono passate 2 settimane mi fa ancora male e mi sto chiedendo se me lo posso essere rotto. Secondo lei può essersi rotto qualcosa anche se non si è mai gonfiato? Riesco a camminare ma mi fa male in un punto come se ci fosse qualcosa che punta. Non so come spiegarle ma inizialmente pensavo fosse un dolore muscolare e mettevo anche l’arnica ma ora non so più cosa mettere. Lei cosa mi consiglia di fare? La ringrazio veramente molto!
Carlotta
Il fatto che riesca a camminarci sopra rende evidente che il disturbo è si fastidioso ma non segno di gravità. A volte, ma solo per ipotesi, mi è capitato di dare due possibili spiegazioni, o la presenza di un ematoma sottoperiostale o di una frattura intraspongiosa (nomi che fanno paura? Vero, ma non nel suo caso). Credo che mi tocchi tranquillizzarla, se però volesse ulteriormente approfondire non potrà fare altro che sottoporsi a visita.
Grazie della sua risposta! 🙂
Buongiorno Dott.Fanzone,
due giorni fa mentre mi allenavo in mountain bike sono caduto sbattendo lateralmente in una zona con diversi sassi. Dopo essere stato al pronto soccorso della mia zona (Frascati RM) mi è stata diagnosticata una frattura al calcagno destro; molto strana in quanto la caduta è stata laterale e lo scarpino ha un tacco molto alto e rigido. In ogni caso al momento mi è stato messo un “gesso provvisorio” in attesa che il piede si sgonfi. Dovrò tornare tra una settimana per mettere il gesso definitivo ed effettuare un ulteriore lastra di controllo.
Praticando ciclismo in modo agonistico ed essendo in generale una persona molto sportiva, sono un po’ preoccupato per la ripresa dell’attività, anche perché ho notato che molti casi sopra citati riscontrano dolore anche a distanza di tempo. Chiedo a lei se può essere il caso di consultare anche qualche altra struttura in modo da essere certi che il trattamento indicatomi vada bene oppure sia meglio procedere diversamente.
Grazie
Damiano
nelle fratture composte il trattamento standard è il gesso, negli altri casi diventa necessario o quasi ricorrere alla chirurgia. Il caso sarà trattato di conseguenza. Riguardo al dolore che altri sentono questo rappresenta un dato soggettivo e non necessariamente ne soffrirà anche lei.
Buon giorno Dottore.
Da una settimana ho un forte dolore al calcagno sx. Trattasi però di un dolore che si manifesta solo ed esclusivamente con un qualsiasi tipo di calzatura e pertanto mi sto muovendo in ciabatte. Senza calzature non sento alcun che’ a tal punto da poter correre scalzo e/o camminare a lungo. Non ho manifestazioni esterne tipo gonfiore e/o rossori. Ho fatto le lastre e l’esito riporta:” rx calcagno sx. Piccola infrazione sul versante esterno al III medio-anteriore”. Sto utilizzando pomate e antinfiammatori per bocca. Ho praticato fino ad oggi con regolarità corsa e bici mtb. Spero che gli elementi che le ho trasmesso siano sufficienti. Grazie 1000 in anticipo. Cordialmente. MD
Difficile credere che il calcagno sia rotto, farebbe male anche da scalzi. Immagino un conflitto tra la calzatura e la parte dolorante.
Buon giorno dottore, mi chiamo Nicola il 12 luglio cadendo da una scala di 2 metri riportavo una frattura discretamente composta del calcagno SX senza affossamento del talamo. Alla TAC che ho provato ad inviarle il discretamente composto diventava leggermente scomposto. Detto ciò mi Hanno ingessato per 40 giorni. Il 25 c.m. ho rimosso il gesso al controllo radiologico lo stesso diceva:discreta formazione e callo osseo riparativi in corrispondenza delle fratture note.comparsa osteopenia particolare. Rapporti articolari conservati. L’ortopedico mi ha mi ha detto di iniziare a camminare con le stampelle con carico fino al dolore, il primo giorno ho camminato bene caricando anche modestamente, ma dal secondo in poi i dolori sotto carico si sono fatti molto intensi, cosi ho finito per caricare a sfioro.percepiscono un forte dolore sia al carico che al sollevamento del piede sotto carico in zona sotto malleolare esterna con bruciori nelle posizioni di passaggio dei tendini peronei irradiata fino alla caviglia. A riposo a parte l’edema va tutto bene. Forse mi hanno fatto caricare troppo presto? Lei cosa si sente di consigliarmi e per la deambulazione e per il dolore. La ringrazio anticipatamente
Il dolore le ha impedito l’appoggio, la dizione carico a tolleranza è quindi ancora valida. Muova la caviglia ed il piede, faccia fisioterapia, indossi una calza elastica. Segua i consigli di chi ha avuto l’opportunità di visitarla.
Buonasera Dott.Fanzone,
In seguito ad una caduta (su un solo piede) ho riportato la frattura scomposta del calcagno , operato il 3 Giugno del 2014 con l’inserimento di una placca e 9 viti , mi hanno detto che procedeva sempre tutto bene nei controlli che facevo periodicamente, ultimo a maggio 2015 , ho ancora gonfiore alla caviglia , avverto ancora dolore, specialmente al mattino , prima di alzarmi dal letto devo fare circa 15/20 minuti di movimenti dell’articolazione altrimenti non riesco a camminare, anche durante la giornata devo fare frequenti pause ( faccio un lavoro in cui si sta in piedi e sullo scaletto dove non resisto più di 10 minuti). La cosa che più mi preoccupa è che quando mi fermo anche per pochi minuti l’articolazione si blocca , dopo ricomincio con i movimenti e dopo un po di cammino (zoppicando vistosamente) si riavvia il tutto e riesco a camminare abbastanza bene anche per 2/3 Km . Questa cosa del blocco della caviglia sarà una cosa permanente o scomparirà con il tempo ?
Grazie per il tempo che dedica a noi tutti.
Salvatore
Si deve essere venuta a creare una artrosi post traumatica, perchè lei racconta i disturbi di un paziente con artrosi. Se così fosse purtroppo devo dire che difficilmente passerà.
Buona sera dottore
Ho subito un intervento al perone e malleolo a causa di una frattura il 16 luglio successivamente mi è stato ingessato per 40 gg e poi ho indossato un tutore che porto ancora e utilizzo le stampelle. Mi è stato detto di nn preoccuparmi e che nn c’era bisogno della fisioterapia ma il mio tono muscolare si è ridotto al 50 percento e allora di mia iniziativa sono andata in un centro e ho iniziato l’idrochinesi e ho notato che dopo la seduta la mia gamba diventa violacea con chiazze bianche premetto che ho fatto solo due sedute e la mia terapista la controlla sempre e mi ha consigliato di togliere il tutore quando rientro a casa e stare con la gamba sollevata. Ho bisogno davvero di un consiglio!
Continui a muoversi ed a fare “circolare” il sangue.
Gentile Prof. Fanzone, le scrivo da Cabo Verde, sono Italiano e vivo nell’isola di Boa Vista da 16 anni.
Tre mesi fa sono caduto da un muretto di 2 mt. di altezza.
Trasferito nell’ospedale di Praia (che è la capitale di Cabo Verde) l’Ortopedico dopo aver effettuato i raggi x diagnosticava una frattura al calcagno destro, e procedette a creare un gesso che mi disse di tenere per un mese senza poggiare ne caricare il piede.
Trascorso il tempo mi tolse il gesso e mi disse di fare fisioterapia per 20 giorni.
Ad oggi, (sono passati 3 mesi) ho iniziato a caricare il piede che risponde bene e senza dolori.
Purtroppo, però, ogni volta che finisco di fare gli esercizi e camminato per 5 minuti, il piede, e anche un po della gamba, si gonfiano e devo rimettere il ghiaccio e tenerla in alto per farla tornare in condizioni accettabili.
Per un controllo ho fatto un’ecografia (è l’unica cosa che posso fare sull’isola) con la quale l’ecografa ha detto che è tutto normale e non c’è nulla che non sia a posto, aggiungendo che però il piede è ancora infiammato e forma liquido con il movimento, e che per caricarlo è meglio aspettare che si sgonfi.
Terminava dicendo di consultare ancora l’Ortopedico per decisioni più professionali.
Poi ho letto di lei e mi sono permesso di scriverle affascinato dalla grande professionalità con cui si esprime.
Cosa posso fare per far si che ciò avvenga, per non affrontare ancora un viaggio sull’altra isola?
E cosa posso assumere per eliminare prima l’infiammazione.
Se le può servire potrei mandarle tutti gli esami fatti.
Intanto la ringrazio e la saluto attendendo con impazienza la sua opinione professionale.
Mariano.
Potrei venire io da lei 😉
Se cammina senza dolore o perlomeno con poco fastidio, ciò di cui si lamenta è l’esisto più frequente delle immobilizzazioni degli arti inferiori. Si chiama stasi venosa. La soluzione avviene con il tempo, bisogna continuare a muoversi senza preoccupazione ed indossare una calza elastica a gambaletto. Potrà certo mandare le sue radiografie accettando però che le risponda con calma.
Buon giorno Professore, la ringrazio della risposta e mi scuso se non ho risposto subito.
Da quando ho letto il suo commento ho iniziato a camminare, e devo dire che dopo 5 giorni la situazione è decisamente migliorata.
A sera il gonfiore c’è ancora, ma è diminuito di parecchio.
Adesso ho solo un leggero fastidio (quando impegno l’arto) nella parte esterna del calcagno, ma senza forzare continuo a camminare.
Lei mi ha aiutato molto (sopra tutto psicologicamente) e per tanto le sarò riconoscente.
Quando vorrà pensare ad una vacanza a Cabo Verde sappi sin d’ora che l’aiuterò a trovare le migliori soluzioni per il volo e la permanenza.
La sua Sicilia è bella, e io ricordo ancora gli amici e gli anni passati nell’isola, (io sono di origini napoletane e quindi meridionale come lei, ma viaggiare per conoscere altre culture è sempre una cosa meravigliosa, quindi spero di conoscerla di persona se un giorno deciderà di venire.
Non perderò il suo contatto.
La saluto (alla nostra maniera) con affetto.
Mariano.
Anche io non perdo il suo contatto. Contaci.
salve le scrivo dalla provincia di taranto, ho 55 anni il 30 maggio scorso cadendo dall’alto mi fratturo il calcagno dx subito portato in ospedale dalla radiografia risulta una frattura non scomposta secondo il radiologo portato nel reparto mi viene applicato uno stivaletto semirigido mentre il piede gonfia terribilmente ,per tutta la notte antidolorifici e eparina(era domenica e non vi era nessun medico nel reparto di ortopedia)il giorno dopo a seguito visita del primario mi viene fatta una tac in cui si riscontra frattura frammentaria da scoppio del calcagno quindi vengo trasportato a taranto per essere operato(mi viene spiegato che per questo tipo di intervento e’ meglio farlo in una struttura piu’ attrezzata ,dunque dopo 6 giorni dalla caduta vengo operato con osteosintesi e applicazione di placca con 9 viti shintesis dopo 3 giorni vengo dimesso dall’ospedale terapia :mobilizzazione della caviglia .eparina per 2 mesi clody e seriactil al bisogno con divieto di carico assoluto per 2 mesi la ferita procede bene dopo i quindici giorni mi vengono rimossi i punti ,osservo scrupolosamente il divieto di carico ,faccio il controllo radiografico ogni mese all’inizio del 3°mese mi viene concesso il carico parziale e dopo venti giorni mi viene tolta una stampella , qui inzia il mio calvario,dolori sotto il calcagno (tipo camminari scalzi su sassolini)edema sempre persistente (nonostante uso di calza k 2)dolori ai malleoli , provo di tutto fisioterapia tecar hilti nuoto bicicletta pero’ oggi a distanza di piu’ di 5 mesi io ho zoppia dolori sopra e sotto il piede ed edema sempre stabile (solo al mattina la caviglia e’ sgonfia pero’ gonfia subito nel corso della giornata nonostante la calza elastica) nell’utima radiografia mi e’ stata trovata artrosi astragalica con riduzione del tono calcico e aspetto smussatodell’apice del processo posteriore dell’astragalo(nonostante 2 cicli di celebrex 200 ) non so piu’cosa fare anche perche’ ho un supermercato e sono costretto a stere in piedi per molte ore grazie anticipate per la sua stimatissima risposta
Il referto rx sembra indicare la soffeenza della articolazione tra calcagno ed astragalo. necessita fare una visita con chi ha eseguito l’intervento per programmare ulteriori trattamenti.
si ma le chiedevo se per lei fosse normale tutto il dolore sotto il piede tipo spina calcaneare ed inoltre vorrei sapere se sono invece i mezzi di sdintesi che provocano tutti questi fastidi (e dolori) sarebbe il caso di fare artroscopia ed inoltre io potro’ mai guarire del tutto pur senza togliere placche e viti?potro mai piu’ correre o quantomeno camminare in modo normaler?
Le placche possono senza dubbio essere causa di dolore ma si potranno eventualmente togliere più avanti. Se tutto è ok si potrà anche correre tra qualche mese.
seguendo suo consiglio (desidero ringraziarla per il tempo che mi sta dedicando) ho fatto una visita dal primario che mi ha operato(la sesta per l’esattezza) e gli ho riferito dei dolori sotto il piede oltre che del gonfiore eccessivo che si sviluppa nel corso della giornata (sempre con calza elastica k 2 ) inoltre del fatto che il piede lo vedo incurvato verso l’interno oltre che a carico sento che poggia dippiu’ sul lato esterno e dei dolori ai malleoli sia destri che sinistri (per fortuna variabili secondo le giornate e mai tutti e due contemporaneamente) lui mi ha fatto salire su uno strumento medico detto podometro e invece ha visto che tutti e due i piedi erano in asse guardando l’ rx ultimo mi riferiva che la frattura era perfettamente saldata quindi mi prescriveva futurase bustine per i dolori e il gonfiore all’arto concludeva dicendo che il referto radiologico era stato eccessivo e secondo lui era tutto nei parametri e comunque se tutto questo stato sofferente si protrae ancora per molto tempo si dovra’ pensare a rimuovere i mezzi di sintesi tra 4/5 mesi e di provare a fare nuoto per un’ora almeno 3 volte a settimana per rinforzare l’articolazione premetto che io mi inizio a sentire sfiduciato e depresso e confido molto in suo parere vista la sua preparazione un grazie anticipato per la sua risposta
Vada avanti e faccia come detto dal collega. Io mi devo fermare qua, dovrei vederla di persona per provare a fare di più.
Buongiorno!
Complimenti per la rubrica che ho trovato molto interessante!!
Ho fratturato il calcagno 5 mesi fa e dopo intervento con placca e 9 viti e decorso regolare ad oggi ho un piede sgonfio e una certa mobilità; cammino bene ma ovviamente dopo un’oretta di cammino ho dolori vari che restano poi per alcuni giorni.
Volevo chiederle se ho ben compreso che sopra alla placca (che sento sottopelle e che da un certo fastidio) si formerà un “cappotto osseo” che la riveste….Le chiedo questo perché attualmente la placca mi duole quando “sfrega” contro le calzature e talvolta mi pizzica sotto la ferita…..
Ne approfitto per chiederle se è normale che nonostante il decorso sia “clinicamente regolare” io abbia sempre dolori di ogni genere e tipo in tutto il piede…..sia sul collo che lateralmente dove ho la placca….
Grazie!! e complimenti!!
Michele
Forse si tratta di uno di quei casi in cui togliere la placca potrebbe darle giovamento. Grazie per i complimenti, li accetto sempre molto volentieri.
Ne approfitto….. vista la Sua gentilezza….
A Dicembre (quindi dall’operazione, che è del 3 giugno, saranno trascorsi 6 mesi) farò una rx. Devo chiedere all’operatore che mi fa la radiografia se può farne una “indirizzata” verso la ricerca di questo “cappotto osseo” che, formandosi tra la pelle e la placca, mitigi il fastidio che sento?
Verso che periodo andrebbe eventualmente tolta la placca? Consideri che il dottore che mi ha operato mi ha sempre detto che la placca tendenzialmente NON SI TOGLIE……
Decidessi di tenerla….. c’è speranza che col tempo mi abitui e non la senta più?
Grazie ancora!!!
Anche io dico di non togliere le placche, credo dovrebbe chiedere se i fastidi avvertiti non rappresentino indice di conflitto tra placca e tessuti, tutto qui.
Credevo di averle risposto ma non vedo più comparire la mia risposta…..quindi la reinvio….
Ne approfitto un po’……della Sua gentilezza…..
A dicembre dovrò fare un’altra rx. A 6 mesi dall’operazione dovrei vedere un po’ di questo “cappotto osseo” che dovrebbe formarsi tra la placca e la pelle?
Se non si vedesse…. posso considerare che ormai non si formerà più e quindi valutare di rimuovere la placca…visti i fastidi che mi procura?
Si può sperare che se invece la lascio….. tra un anno o più….. non mi darà più fastidio?
Grazie ancora!!
Cordiali Saluti
Michele
Per vedere i post bisogna aspettare che io abbia un pochino di tempo per leggerli e rispondere 😉
Buonasera dott.Fanzone , mio marito nel 2013 per una caduta durante il lavoro ha riportato la frattura pluriframmentaria scomposta del cacagno destro; ha subito intervento con posizionamento di placca a sei viti.Dopo circa un anno abbiamo rimosso placca per insistente dolore durante il cammino, nonostante questo il dolore persiste senza tregua.ha assunto clody fl e vitamina d per lungo periodo.Consultando un altro medico ci ha consigliato di eseguire un ulteriore intervento perchè l’osso tra l’astragalo e il calcagno non è stato posizionato correttamente.Vorrei sapere cosa ne pensa lei perche’abbiamo bisogno di un aiuto…a giorni eseguirà rx calcagno in A-P ed assiale ,grazie anticipatamente.
A volte capita di dovere provvedere ad una artrodesi tra astragalo e calcagno. E’ un nuovo intervento però si può fare.
La ringrazio moltissimo e ancora complimenti per questa Sua rubrica che, mi creda, mi ha aiutato molto in momenti di grande sconforto.
Leggendo tutte le domande e risposte si riesce a farsi un quadro della situazione che, durante le visite coi medici, non sempre riesce ad essere esauriente……
Grazie ancora!!
Michele
Preg.mo Dottore,
mi scusi se la disturbo, ma avrei bisogno di un consiglio.La scorsa settimana a seguito di una caduta ho riportato un infrazione del calcagno. per 7 gg ho portato una doccia di gesso, con la quale,a scarico di peso, non avvertivo alcun dolore. Ieri a seguito del controllo mi hanno tolto la doccia di gesso e mi hanno chiesto di scegliere se preferivo un gesso tradizionale o un tutor walker. Su loro suggerimento ho scelto quest’ultimo, ma da ieri sera sento un dolore lanciante al tallone (che con la doccia di gesso non provavo minimamente).
Mi chiedo se ciò sia normale, o se sia il caso di tornare in ospedale, perché forse il tutor è messo male (non so se sia rilevante ma il tallone è molto più in alto rispetto alla fine della scarpa rigida del tutor- in sostanza il piede è come se fosse su dei tacchi immaginari di circa 5 cm che finisce in altezza molto più sopra della scarpa rigida del tutor).
Meglio far controllare il posizionamento.
Grazie mille e scusi ancora per il disturbo
Buongiorno!
Visto la gentilezza con cui assiste noi poveri incidentati…… ne approfitto ancora;
Come Le ho già scritto sono al sesto mese dall’operazione al calcagno (con placca e nove viti).
Ho ancora dolori vari sopratutto nella parte anteriore esterna del piede….. credo in corrispondenza dell’articolazione astragalo-calcaneare.
Per la sua esperienza, ritiene che a sei mesi dall’operazione sia “normale” avere ancora tutta una serie di dolori oppure questo è indice che le cose non sono andate come si sperava e sono un futuro candidato all’artrodesi?
Sto facendo magnetoterapia “indirizzata” alle cartilagini. Ritiene che sia di qualche utilità? (a me non sembra……)
grazie ancora!!
Michele
Ancora è presto per preoccuparsi. In genere la efficacia di un trattamento deve essere percepibile dal paziente.
La ringrazio!
Attendo ancora qualche mese allora…..
Buona continuazione!
Michele
Gentilissimo Dottore,
sono caduto da 2 metri e mezzo e ho riscontrato una frattura del calcagno.
Dal referto TAC la situazione sembrerebbe grave da necessitare intervento, visualizzando le immagini TAC un medico mi ha detto invece che l’operazione è da escludere, perché la situazione è meno grave, perché le articolazioni non sono danneggiate.
Il referto dice:
si rileva grave frattura comminuta intrarticolare di calcagno scomposta con interessamento delle superfici articolari anteriore e superiori (faccetta articolare anteriore per il cuboide, faccetta articolare anteriore, media e posteriore per il palo).
la rima di frattura interessa inoltre il sustentaculum tali e la tuberosi calcaneare.
Si rileva inoltre affossamento della superficie articolare centrale e lieve diastasi dei monconi fratturativi.
I rilievi su descritto sono compatibili con frattura di calcagno di tipo IV della classificazione di Sanders.
E’ altresì apprezzabile frattura con minuto distacco parcellare del cuboide a livello della porzione inferiore della superficie articolare con il calcagno.
Il medico che ha però visualizzato immagini TAC non è pienamente d’accordo con questo referto che giudica troppo grave, un altro medico ch eha solo letto referto ma non visualizzato immagini dice che invece urge operazione.
Potrebbe darmi un suo parere?
Essendo quasi Natale, non so neanche come agire e muovermi.
Grazie per attenzione
Saluti
Enzo
La Sanders, come tutte le classificazioni, ha una variabilità interosservatore. Per tale ragione bisogna affidarsi al chirurgo ortopedico che in base alla propria esperienza e capacità tecnica potrà decidere per il meglio del paziente.
Buongioro Dr Franzone
Il 9 ottobre cadendo da un muro di circa 2 metri ho subito una frattura composta del corpo del calcagno irradiata alla apofisi anteriore, sono tornato dopo 8 giorni e mi hanno applicato il gesso. Non mi hanno fatto ulteriori accertamenti o un TAC per eventualmente valutare il coinvolgimento di altre articolazioni, che puttroppo sono spesso presenti, infatti da un ulteriore approfondimente informale mi e stato detto che le fratture al corpo del calcagno interessano quasi sempre la superficie articolare con l’astragalo (articolazione sottoastragalica).
Dopo 30 giorni, sono tornato in ospetale, per il controllo di routine, mi hanno fatto di nuovi dei raggi, e la diagnosi del radiologista era la seguente :
Tuttora apprezzabile relativa ipertransparenza nel comparto del focolaio fratturativo della tuberosita anteriore e corpo calcaneare in postumi da frattura. Comparsa componente porotica scheletrica di aspetto prevalentemente algo – distrofico.
Il dottore che mi ha visto i raggi e mi ha visitato scriveva :
Rimosse immobilizzazione .
Ottima situazione clinica e radiografica , consiglio iniziare a deambulare con carico parziale e progressivo con ausilio di bastoni antibracchiali. Esercizi liberi, meglio se in acqua. Controllo al bisogno.
Ero molto contento e mi sono fidato , puttroppo a un mese da questa ultima visita, il piede fa ancora molto male, nella parte sinistra e leggermente deformato con la caviglia infossata, non avendo avuto buoni risultati la scorsa settimana sono andato da un fisiatra che, dopo aver visionato le xrays ed i referti, mi ha detto che non dovevo camminarci dopo solo 37 giorni e che quello che aveva scritto il radiologo era certamente non positivo, mi chiedo e ‘ possibile che un dottore possa fare certi errori? Vorrei un suo parere….. Non nascondo che sono molto preoccupato e che non facccio altro che pensare a questo piede.. Grazie mille
Quale dei tre ha commesso un errore? Forse l’unico errore è stato confonderla. Mi parrebbe che tutti dicano la stessa cosa, una frattura del calcagno, giudicata non chirurgica, un mese di gesso e poi carico a tolleranza di dolore (che può essere anche… nessun carico se fa male). Uno dei tre le ha detto che non si guarisce prima di tre mesi?
Gentile Dottor Franzoni, ne approfitto per augurare a Lei e la sua famiglia un Sereno Natale .
Nessuno dei tre mi ha detto che si guarisce prima dei tre mesi, tutti hanno concordato nel dire tra i 3 ed i 4 mesi i tempi medi di guarigione. Detto questo, su indicazione dello specialista , il 23 dic mi sono recato a fare una TAC, guarda caso il dottore che ha svolta la prestazione era lo stesso che mi ha fatto i raggi il 18 novembre , ne ho approfittatto per charire la sua precedente diagnostica : “Tuttora apprezzabile relativa ipertransparenza nel comparto del focolaio fratturativo della tuberosita anteriore e corpo calcaneare in postumi da frattura. Comparsa componente porotica scheletrica di aspetto prevalentemente algo – distrofico.”
In pratica mi ha detto che il callo osseo non si era ancora formato perche 30 giorni sono pochi per una frattura al calcagno per comparire il callo osseo , allora gli ho chiesto perche l ortopedico ha scritto ‘Ottima situazione clinica e radiografica’ e mi ha consigliato di iniziare a deambulare?
Chiaramente mi ha risposto dicendo di confermare con l ortopedico.
La domanda che le chiedo, e possibile che il dottore si sia sbagliato ? Camminare su una frattura il cui callo osseo non e ancora formato , dopo solo 30 giorni dal gesso, che implicazioni puo avere? secondo lei ci possano essere stati danni e complicazioni nella guarigione finali? e cosa piu importante continuo a deambulare o meno? Il radiologista mi ha detto che in pratica almeno un altro gessetto per altri 20 giorni andava fatto, non si riesce a capire perche questo ortopedico mi abbia detto di iniziare a deambulare su una frattura il cui callo osseo non era ancora formato.
Dottor Franzoni la ringrazio in anticipo e spero che lei possa chiarimi questi dubbi che non mi lasciano giorno e notte.. Grazie
La rigrazio e ricambio gli auguri. Non saprei proprio cosa dire, dovrei inventare.
Grazie cmq dottore, meglio non inventare…
Ho comunque fatto la TAC e qui di seguito i risultati :
L’ indagine viene condotta con scansioni a strato sottile per lo studio elettivo della compagine
scheletrica arriccchita di ricostruzioni biplanari anche con algoritmo di ricostruzione volumetrico.
Spiccata alterazione morfologica e strutturale della trabecolatura ossea a livello del corpo e
tuberosità anteriore calcaneare ove si colgono di segni della pregressa frattura in particolare
somatica calcaneare parzialmente irradiata alla tuberosità anteriore.
In particolare a fronte di soddisfacente grado ricompositivo della rima di frattura principale si
nota incompleto grado di consolidazione e “riempimento” trabecolare sulla componente più
craniale della rima di frattura che affiora alla porzione più posteriore dell’articolazione
sottoastragalica,sede di minuto frammento libero nel contesto con estensione massima di circa
5 mm.
Ai segmenti scheletrici dei restanti ed in particolare a livello del complesso tibio-astragalico non
componenti traumatiche recenti quanto i segni della porosi algodistrofica.
Puo’ gentilmente fornire una sua opinione? Grazie
Sembra perfettamente OK. In avanzata fase di guarigione!
gentile DOTT.Fanzone la importuno per chiederle un chiarimento mio fratello a subito lo schiacciamento del calcagno .e mi hanno detto che bisogna immettere dell’osso sintetico vorrei sapere in cosa consiste .e se e un trattamento consigliato .la ringrazio per la risposta che vorra darmi
Gli innesti di osso sono pratica normale dove bisogna colmare un vuoto.
Buonasera Dottore, sono stata operata 3 mesi fa al tallone con placca e viti ora sto camminando abbastanza bene e sto provando ad abbandonare le stampelle, il problema è che non si è chiusa l’apertura del taglio sotto l’osso del maleolo, oggi l’ortopedico mi ha consigliato di chiedere consulto in chirurgia plastica, vi sono alternative?
Direi di no, faccia il conulto. A volte capita e poi, togliendo la placca si guarisce.
Buonasera Dottore, circa 5 settimane fa ho riportato una frattura composta del calcagno.
Dopo circa 30 giorni di gesso mi e’ stato consigliato di usare un tutore walker per 2 settimane, la prima settimana aiutandomi con le stampelle mentre la seconda camminando normalmente. Da oggi ho abbandonato le stampelle, eppure sento comunque dolore (riesco a camminare ma fa male), e’ normale secondo lei? Perche’ non vorrei significasse che il tallone e’ troppo sotto sforzo.
Grazie
In genere consiglio di riprendere il carico progressivamente a tolleranza di dolore piuttosto che l’abbandono improvviso delle stampelle.
Buonasera Dottore, a seguito di una caduta dall’alto mio padre ha riportato una frattura pluriframmentaria del calcagno sx. Ricoverato al CTO di Napoli gli hanno detto che l’intervento chirurgico non è indicato in quanto i frammenti sono così tanti (circa 100) da non poter intervenire.
Cosa mi consiglia?
Grazie
Credo che fidarsi faccia bene.
Carissimo Dott. Franzone
Vorrei chiedere se in caso di frattura pluriframmentaria del calcagno (operato mettendo viti e placca), la calza elastica viene indossata anche di notte.
Grazie in anticipo
NOn è strettamente necessario.
Caro dottore ho entrambi i calcagni fratturati e sono entrambi stati operati e fissati attraverso 4 viti che escono all’esterno. Dopo 30 giorni hanno rimosso i primi due perché la zona inferiore è abbastanza calcificata e fra altri 30 rimuovono anche gli ultimi due . Secondo lei quando quando potrò cominciare a camminare ?
Appena tolti i “ferri”, naturalmente tornare a camminare bene sarà un processo graduale che durerà alcune settimane.
Dottore ringrazio per la Sua risposta.
Avrei una domanda ancora: per le fratture del calcagno (operate chirurgicamente, mettendo viti e placche), è consigliabile l’ immersione in acqua calda e poi subito dopo fredda?? (per facilitare la circolazione).
Ho paura che farà del male alla ferita chirurgica: già ha fatto parecchio tempo per chiudersi.
Grazie in anticipo!
Il calore fa sicuramente male.
Salve dottore , ho avuto una frattura bilaterale si calcagni circa 50 giorni fa , curati con 4 fili di K , due per piede con mezza doccetta gessata. Dopo 30 giorni sono stati rimossi i primi due , il 22 di questo mese dovrebbero rimuovere gli ultimi. Mi domando , dopo la rimozione , sarà già possibile cominciare a caricare ? Oppure c’è rischio che alla rimozione possano decidere di mettere il gesso?
Per il carico in generale si aspetta di più.
Salve, sette giorni fa ho subito una frattura composta del calcagno e dell’ astragalo.
Mi hanno messo gesso per 15 giorno fino a nuovo controllo e nel frattempo risonanza magnetica per verificare i legamenti.
Da un paio di giorni provo intenso dolore e formicolio al piede nel momento in cui non lo tengo alzato.
È’ normale questo.
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità.
Abbastanza frequente.
Buongiorno dottore,
sei mesi fa (inizio ottobre) sono caduto battendo con forza il tallone a terra. Ho camminato per una settimana con le stampelle fino a che, dopo due lastre e un consulto ortopedico mi è stato consigliato di cominciare a camminare con una sola stampella (mi era stata diagnosticata una semplice contusione).
Cos’ ho fatto per oltre un mese, prima di poter riprendere a camminare normalmente.
Dato il dolore persistente (non tanto camminando, quanto dopo la corsa a piedi), a febbraio ho fatto una scintigrafia che mi ha diagnosticato una microfrattura al calcagno. Per diverse settimane ho camminato senza appoggiare il tallone a terra, così come mi era stato consigliato dall’ortopedico. Nonostante questo, il leggero dolore o fastidio al tallone persiste, quasi indipendentemente da quanto cammini o corra.
Secondo sono normali queste tempistiche di recupero o si è creata una cronicizzazione?
Sono uno sportivo appassionato di corsa a piedi e quest’ultima ipotesi mi terrorizza.
La ringrazio in anticipo.
Daniele
Cominci ad ignorare il problema.
Buongiorno Dottore!
Di nuovo complimenti e grazie per questa rubrica!!
Le ho già scritto tempo fa e dopo frattura pluriframmentaria del calcagno con 8 viti (del 20 maggio 2015) e successiva rimozione placca del 23 febbraio 2016 oggi vorrei chiederLe:
Ci può stare che a un mese e mezzo dalla rimozione della placca abbia ancora parecchi dolori specialmente nella zona esterna del piede, diciamo circa in corrispondenza dell’articolazione tra calcagno e cuboide, dolori che non avevo prima della rimozione della placca?
Qual’è il suo parere sulle infiltrazioni di acido ialuronico nella zona della “caviglia”; Le chiedo questo perchè ho ancora vari dolori di vario genere al collo del piede ecc….(temo per via del solito problema della sottoastragalica)
Grazie ancora!!!
Michele
Dolore dopo la rimozione? Perchè no, la cosa importante è che sia comunque in miglioramento. Le infiltrazioni alla caviglia sono fattibili ed hanno la stessa efficacia che nelle altre articolazioni. Mi parrebbe però più utile della ginnastica propriocettiva.
Buonasera!
Si qualche miglioramento c’è.
Purtroppo la mia frattura ha interessato l’articolazione quindi non sono molto ottimista….
Tra un mese proverò con qualche infiltrazione.
La ginnastica propriocettiva cerco di farla.
La ringrazio ancora!!!!
Michele
buon giorno dr.Franzone. sono una sig.ra di 69 anni circa 2 mesi fa sono caduta da circa 2 metri. subito il piede destra si è gonfiato e non potevo appoggiarlo.Al Pronto Soccorso dopo un esame radiologico e poi Tac.La diagnostica è stata frattura calcagno destro sospetta infrazione della VIII arcata costale di destra Rifiutato ricovero(perchè mi avevano prospettato che l intervento avveniva dopo che si era sgonfiato) mi hanno fatta una doccia di gesso sono andata a casa.con la richiesta di controllo in ambulatorio ortopedico,dopo 8 gg ritornata in ospedale per il controllo mi hanno fatto RX al piede e dopo un consulto con altri ortopedici si è optato per un ingessatura per 30gg sotto carico. Al 2° controllo dopo esame radiologico,il il medico ha rilevato dalle RX che i 3 frammenti non si erano calcificati ed ha ritenuto apportuno rifare ingessatura per altri 30gg.,e mi ha prescritto di prendere vitamina D3 e fare la magnetoterapia 8 ore al gg e continuare le punture di Seleparina.Ora dopo due mesi di gesso ho un piccolissimo fastidio al calcagno non sempre Ho l appuntamento per il 10 giugno Volevo sapere se è stato giusto non fare l intervento ed al 2°controllo dopo 2 mesi e 10 gg d immobilità potro’ appoggiare un po’ il piede.Ringrazio per la sua pazienza aspetto una sua opinione distintamente saluto
NOn sempre il calcagno si opera anche perchè è difficile tratarlo e i risultati sono spesso incerti. Tra qualche giorno, iniziando a muoversi e camminare sarà certamente più tranquilla.
La ringrazio per la sua cortesia.Dopo il 10 giugno, giorno del controllo ortopedico se non la disturbo più di tanto faro sapere come è andata.Ringraziandola anticipatamente cordiali saluti.
Attendo sue.
Buongiorno dr.Franzone al controllo, dalle rx l’ ortopedico ha ritenuto opportuno dopo 70 gg di gesso di lasciarlo libero e di caricarlo aiutata con stampelle e mi ha precritto della fisioterapia ne avrò ancora per circa 3 settima.Dato che, con le stampelle non mi trovo a mio agio perche al ginocchio diciamo buono non ho tanta forza e mi fa male (già trattato con artoscopia e dopo infiltrazioni) ho domandato di un tutore e la risposta e stata secondo la mia esigenza.Lei che ne dice è meglio senza tutore sopportando il dolore del ginocchio trattato con antiinfiammazioni.Approfitando della sua cortese pazienza e in attesa dei suoi consigli distintamente saluto
Effettivamente un tutore potrebbe essere utile, però bisogna ferificare in vivo, solamente lei stessa saprà se ne trarrà beneficio.
buona sera, volevo una sua opinione..
sono una ragazza di 32 anni, mi sono rotta il tallone sdel piede sinistro, il 26 gennaio 2016. mi hanno operato in svizzera il 3 febbraio 2016, mettendomi delle placchette di 3 cm con 10-11 viti. l’operazione del tallone è andata bene, ma putroppo mi hanno toccato il nervo che va dietro al tallone e che da il funzionamento del mignolino..
ora mi stanno facendo fare una terapia di tre mesi che si chiama lyrica.. e poi mi vorrebbero rioperare.. per togliermi le placchette , le viti e se c’è bisogno anche il nervo…
questa terapia mi da molta sonnolenza e stanchezza…
non riesco a poggiare il tallone tutto a terra.. perche mi prendono forti scosse, doloranti.. che non mi fanno camminare..
uso ancora 2 sdambelle..
ora volevo sapere il suo parere e se mi consiglia di rioperarmi e se mi consiglia di togliere quel pezzetto di nervo?
Le consiglio di aspettare la fine del trattamento per decidere.
Salve
Mi chiamo Aldo e volevo porle una domanda:
Se vengono sbattuti i piedi per terra violentemente per una arrabbiatura, quali rischi si corrono? visto che mi è successo a me ieri, ed oggi ho un dolore al tallone Sx.
C’è da precisare che da tempo ero sotto cura per fascite plantari bilaterali.
Al momento dell’accaduto non usavo le mie scarpe con plantari, ma ero in ciabatte .’grazie
Conferma anche lei che arrabbiarsi oltre che inutile è anche dannoso?
Assolutamente…
Salve dottor Fanzone, mo chiamo Gianluca è ho 40 anni, il 10 maggio 2016 ho fatto l’intervento chirugico al piede destro per correggere i piedi piatti che da qualche anno mi stavano portando problemi, nel foglio di dimmissioni c’è scritto che ho subito una osteotomia di medializzazione del calcagno più il ritensionamento del tendine tibiale posteriore ho il gesso e due ferri che mi spuntano dal tallone dopo 25 giorni devo dirle che non sento dolore al massimo fastidio anche poggiando il piede a terra ma senza fare peso solo per rilassarlo un pochino. Il 13 giugno 2016 devono togliermi il gesso. La mie domande sono queste crede che mi vengano tolti anche i due ferri? Si tolgono in anestesia? Quanto tempo dovro aspettare per cominciare a dare un leggero carico al piede con l’ausilio dei bastoni? Grazie per la cortese attenzione.
Penso sia corretto togliere i fili. La osteotomia è una vera e propria frattura con i tempi di recupero classici.
Buonasera Dr Franzone,
mi chiamo Cinzia e circa 25 gg fa sono caduta da 4-5 metri di altezza , atterrando con i pedi ed il bacino su sassi.Ai primi esami in PS con RX lombosacrale, RX piede sx e RX gomito dx mi riferirono esito negativo Dopo due giorni , a seguito di esame TAC lombosacrale ,emerse frattura parzialmente scomposta +lussazione del coccige, frattura orizzontale parzialmente scomposta di due vertebre sacrali S4 e S5 , per le quali fui messa subito a riposo ; sul piede non vennero fatti al momento ulteriori accertamenti, anche se mi faceva molto male il calcagno che, pur non essendo gonfio , presentava varie zone livide .I primi i 4/5 giorni non riuscivo proprio ad alzarmi nemmeno per andare in bagno , poi ho provato utilizzando due stampelle, ma , oltre al dolore al sacro , faceva molto male anche appoggiare il piede . Il medico ( vista RX precedente negativa) mi consigliò di sforzarmi , nonostante il dolore , anche perchè non mi era stata prescritta l’eparina.A distanza di 17 gg il piede era ancora molto dolorante e feci una RM caviglia sx , la quale evidenziò una ” frattura intraspongiosa della porzione postero-inferiore del corpo calcarenale ove si riconosce stria di ipointesità di segnale a decorso trasversale unitamente a marcati e diffusi fenomeni di edema trabecolare post traumatico “.L’ortopedico di turno in Ospedale mi applicò stecca gessata ,eparina ,riposo per 20gg e controllo esami cartaceii(quel giorno avevo solo il CD della RM e non il referto scritto) dopo dieci gg. Oggi sono andata al controllo e l’ortopedico ( uno diverso ), contrariamente al precedente ,ha insistito per togliermi il gesso , dicendo che avrebbe agevolato la guarigione, ma con il divieto assoluto di caricare il calcagno. Per il sacro , fatte nuove lastre , in via di guarigione , mi ha detto di provare a sedermi su ciambella. Mi scuso con Lei per la lunga trafila , ma la mia perplessità è sulla discordanza di pareri dei due medici , laddove uno mi consiglia il gesso per almeno 20gg , visto che la frattura era stata trascurata nei 17 giorni precedenti , e l’altro invece me lo toglie dopo solo 10gg…. può cortesemente darmi un suo parere ? La ringrazio anticipatamente.
Cinzia
In caso di frattura intraspongiosa, secondo quanto ci racconta, anche a me sembra inutile un gesso. Concordo (tutti e tre concordiamo) sullo scarico comnpleto del calcagno.
Grazie mille per il consiglio e per la celere risposta.
Cinzia
Vito
Salve dott. Franzone 16 mesi fa sono caduto da circa due metri Mi sono fratturato il calcagno destro con una multifrattura ho subito un Intervento chirurgico con Impiantazione Di una piastra con 16 viti dopo 6 mesi persistevono forti Dolori Hanno tolto tutto Ma ancora oggi dopo 16 mesi i Dolori sono sempre uguali per non dire piu Forti pur facento una Terapia con medicine adatte a guesti dolori non riesco a Superare la soglia delle tre ore di stare all’impiedi ho paura Che non recuperero piu il Mio piede e non Porto piu svolgere piu il Mio mestiere (MURATORE)Che consigli mi puo dare ce qualche possibilita Che posa recuperero questo Benedetto piede La ringrazio anticipatamente
Vito
Può capitare che il piano di appoggio del piede dopo una frattura di calcagno non sia più preciso. Non so se questo è il caso ma ha provato con una soletta fatta su misura?
Buonasera!
Le ho già scritto in passato e mi permetto di chiederLe questo ultimo parere….spero…..
Dopo quanto tempo da una frattura articolare al calcagno con piastra e viti, seguita da rimozione di piastra e poi ginnastica propriocettiva – infiltrazioni acido ialuronico – nuoto – bicicletta ecc…. si può dire che per togliere il dolore non c’è altro da fare che l’artrodesi?
Io sono ad un anno e 2 mesi dall’incidente e cammino bene ma ancora non corro e se faccio una passeggiata di un paio d’ore poi per i due giorni successivi ho parecchi dolori…..
La ringrazio e complimenti per la rubrica!!
In alcuni casi la radiografia mostra già la sofferenza della articolazione sotto astragali, in altri casi si aspetta se dovesse comparire. In senso generale molti casi si risolvono fino a due anni dopo il trauma iniziale.
salve dottor Fanzone…in uno scontro di gioco ho riportato un distacco parcellare del calcagno..tutore aircast 10 gg da tenere come gesso..e per altri 10 gg da usare solo x camminare..quando tolgo il tutore io muovo il piede in tutte le posizioni sentendo un leggero fastidio solo portandolo verso l’interno..carico il peso e cammino anche senza stampelle..sto sbagliando anche se non ho dolore??e soprattutto volevo sapere da un esperto come lei se è da considerarsi una vera e propia frattura e se potró tornare a giocare a calcio senza problemi (ho 30 anni)..la ringrazio anticipatamente porgendogli i miei complimenti e saluti ?
E’ sempre una frattura di un osso ma da trattare in modo semplice, così come pare stia già facendo. La consideri, dal punto di vista della prudenza, come una grave distorsione, la tenga a riposo e non abbia premura di tornare a giocare.
La ringrazio!
Complimenti ancora
Michele
Salve dott.le vorrei chiedere tre anni fa’ sono caduto e riportato fratturapluriframmentaria con invossamento del calcagno ,mi anno messo una placca a bumerang e tre viti ,mi disse l’ortopedico che mi operò di toglierla a distanza di due anni perché passa sotto un tentine importante e potrei avere problemi con l’avanzamento dell’eta’ora ho 34anni,vorrei sapere se è meglio toglierle oppure tenerli visto che nn mi da problemi ,oltre a trovare difficolta a stare ore eretto in piedi e a prendere pesi che cmq nn credo sia derivato dai mezzi di sintesi questi disturbi che ho ,oppure potrei trovare beneficio nel rimuoverli???grazie in una tua risposta professionale
Il mio orientamento è chiaro, non rimuovere se non si trova il motivo.
Buonasera dottore mi chiamo Marcella e ho 19 anni, il 18 aprile scorso ho subito un intervento in seguito ad una frattura bimalleolare scomposta con l’inserimento di due viti ed il filo di Kirshner(non so come si scrive), quest’ultimo l’ortopedico che mia ha operata me lo ha tolto più di un mese fa, sto facendo fisioterapia da almeno 2 mesi anche con macchine, ma sento che la mia caviglia non si sblocca più di tanto, tutti continuano a dirmi che è un mio limite mentale perché il piede adesso è guarito sta bene e posso appoggiare il peso cosa che sto facendo e sto anche camminando senza bastoni anche se con varie difficoltà! Lei crede che sia grave il fatto che sento ancora la caviglia abbastanza bloccata ? Grazie per la risposta
E’ grave di sicuro, a 19 anni per di più. Cambi fisioterapista, questo non per sfiducia, ma per evitare che sia la abitudine a non farla migliorare.
Grazie della risposta sempre gentilissimo