L’edema dell’osso spongioso è una entità visualizzabile alla Risonanza Magnetica
L’edema osseo o edema spongioso è una entità caratterizzata da un aumento del segnale di risonanza riferibile all’acqua all’interno della regione normalmente occupata da osso spongioso e quindi da tessuto midollare. Questo edema si evidenzia alla risonanza magnetica.

L’aumento di liquido nel contesto della spongiosa è emerso come associato a differenti patologie sia a carattere infiammatorio che non infiammatorio. L’edema della spongiosa ossea è associato a molte patologie e condizioni di tipo reumatologico. Allo stato attuale viene considerato causa di sintomatologia dolorosa, viene anche considerato indice di evoluzione e prognosi di molte condizioni patologiche. Un altro termine utilizzato è quello di frattura occulta, si riferisce ad una lesione traumatica dell’osso, una vera e propria frattura ossea, che rimane però invisibile ai raggi X.
L’edema midollare
Inizialmente la lesione fu descritta come edema osseo, successivamente venne meglio definita come edema midollare (descritto nei referti di risonanza magnetica come edema intraspongioso). Descrive una immagine alla risonanza magnetica che indica un eccesso di segnale riferibile all’acqua. Edema infatti significa gonfiore per presenza di liquido nei tessuti.
La risonanza magnetica caratterizza questa lesione come lesioni ipodense in T1-pesate ed iperintensa in T2. La più sensibile delle ricostruzioni di risonanza per questa lesione è la T2 a soppressione di grasso.
La conoscenza di questa lesione è ancora incompleta. La sua presenza in condizioni patologiche diverse tra loro la rende difficile da comprendere. La sua stessa definizione di edema è controversa in quanto all’esame istologico dei tessuti l’edema non è presente. In definitiva non si sa ancora quale alterazione porti ad un aumento del segnale liquido della RMN.
Alcune manifestazioni della sindrome da edema osseo sono indicate con nomi diversi
- Osteoporosi transitoria dell’anca,
- Osteoporosi migrante regionale,
- Distrofia simpatica riflessa (CRPS1)
- Frattura occulta.
L’ipotesi più accreditata è che sia segno di rimodellamento osseo. Questo infatti spiegherebbe la sua presenza in diverse condizioni tutte molto distanti tra loro.
Presentazione clinica dell’edema midollare
In molte malattie a carattere infiammatorio e non infiammatorio la presenza di un edema intraspongioso visualizzato alla Risonanza Magnetica è sempre associato all’andamento della sintomatologia dolorosa ed alla evoluzione della malattia di base. Condizioni-cliniche-associate-ad-edema-midollare
Edema midollare nelle fratture
L’edema midollare è un indice sensibile per indicare la attività e quindi il fatto di essere recenti per le fratture vertebrali. Tanto che è discriminante per decidere se fare o meno una cifoplastica. Infatti l’esecuzione di una risonanza prima di un intervento di cifo o vertebroplastica non può correttamente essere eseguita senza avere fatto prima una risonanza magnetica. La risonanza magnetica è anche utile per evidenziare l’andamento verso la consolidazione delle fratture vertebrali anche se da osteoporosi.
Un’altra entità spesso definita con nomi diversi (Algodistrofia, Sudek, CRPS1, CRPS2) e tradizionali come la osteoporosi locoregionale transitoria viene bene evidenziata dalla RMN che è utile anche per monitorare l’efficacia dei trattamenti intrapresi che spesso saranno terapia a base di antiriassorbitivi (bisfosfonati).
Contusione ossea
La contusione ossea (bone bruises degli anglosassoni) è una delle entità di cui si è fatta scoperta con l’avvento della RMN. A volte definita come frattura occulta non è visibile alle comuni radiografie o con altre metodiche radiologiche. L’edema intraspongioso di questo tipo è frequente al ginocchio, anca e caviglia ma anche a livello dello scafoide carpale. Spesso motivo di preoccupazione dopo esami di RMN, eseguiti per una distorsione di caviglia che continua a fare male, nel cui referto si trova descritto un edema spongioso alle sequenze T2 dell’astragalo o del calcagno. Una delle patologie che presentano edema midollare è il groin pain o pubalgia
Edema osseo nella artrosi
Nell’artrosi la rilevanza dell’edema subcondrale è legata al fatto che viene considerato segno di sofferenza da alterazione del carico dell’osso sub condrale. Può essere utilizzato come fattore di

monitoraggio per la progressione della malattia artrosica che porta alla perdita di cartilagine e la susseguente necessità di impiantare una protesi di ginocchio. Allo stesso tempo può essere utile per monitorizzare la efficacia terapeutica dei vari farmaci utilizzati. In casi di edema osseo in artrosi viene spesso usata (con vantaggio) una terapia con Clodronato, l’unico farmaco con le indicazioni AIFA è il neridronato (Nerixia).
Sindrome dolorosa regionale complessa CRPS1
La sindrome dolorosa regionale complessa (algodistrofia riflessa, atrofia di Sudeck) è una grave patologia debilitante che compare dopo eventi traumatici a carico delle estremità. Le ossa degli arti interessati dal Sudeck appaiono, radiologicamente, come affetti da una grave osteopenia con perdita di qualità ossea ed aree focali di osteolisi. Molto spesso nell’osso compaiono isole di edema midollare.
Opzioni di trattamento
Nelle patologie cui si associa edema midollare il problema è quello di trattare l’edema in associazione con la patologia che lo ha originato. In molte condizioni l’edema spongioso è indice di progressione di malattia, mentre in altre è legato direttamente alla presenza di dolore e disabilità.
Trattamento chirurgico
Intervento di decompressione
Sulla base dell’ipotesi che la riduzione della perfusione ematica fosse la causa dell’edema che come conseguenza avrebbe l’aumento della pressione locale intra ossea e la conseguente ischemia è stato

proposto un trattamento decompressivo. L’intervento consiste nel perforare la regione colpita in modo da decomprimere l’osso. Alle perforazioni sono state aggiunte ulteriori procedure come la inserzione di trapianti di osso, idrossiapatite e cellule staminali o PRP. Queste procedure sono ampiamente descritte. I risultati però sono vari, altalenanti e non conclusivi.
Terapie fisiche
Le onde d’urto sono state utilizzate nelle regioni in cui il dolore è associato ad edema midollare. Esistono prove di efficacia nella fascite plantare (spina calcaneare). Sono state usate anche nella osteonecrosi di anca e ginocchio con risultati meno chiari. Il meccanismo con cui le onde d’urto possono migliorare l’edema è quello di provocare degli shock meccanici nella regione sofferente promuovendo in tal senso i meccanismi di riparazione. E’ evidente che in fase iniziale il quadro di RMN potrebbe anche peggiorare.
Trattamento farmacologico
Diversi farmaci sono utilizzati nel trattamento dell’edema spongioso osseo.
Bisfosfonati
L’uso dei bisfosfonati, specie della clodronato e neridronato, riduce il dolore e migliora la prognosi nella osteonecrosi, nel Sudeck, nella spondiloartrite e nelle enteropatie. Gli alendronati sono farmaci usati per la cura della osteoporosi.
Esistono studi randomizzati sulla efficacia di questi farmaci nel trattamento della osteonecrosi vascolare e nella sindrome dolorosa regionale complessa.
Prostaglandine
Inibitori del TNF
La malattia del sistema muscolo scheletrico conosciuta come edema midollare risulta ancora una patologia in parte sconosciuta. I trattamenti finora proposti sono ancora da migliorare. Nei casi di artrosi di anca e ginocchio i trattamenti proposti non sono ancora in grado di evitare un trattamento protesico. Non ci sono studi in grado di dimostrare una assoluta efficacia dei trattamenti, anca in molti studi l’efficacia del trattamento farmacologico, fisico e chirurgico non sembra superiore a quello del placebo.
Questo articolo non deve essere interpretato come consulenza medica o parere medico relativamente a fatti o circostanze specifiche. Per quanto riguarda la vostra personale situazione e risposta a domande specifiche siete invitati a consultare un professionista Medico. L’uso delle informazioni reperite su questo sito deve rispettare i termini e le condizioni d’uso.
Pubblicato il 15 dicembre 2017 Ultimo aggiornamento: 25 febbraio 2021
Salve dott.G.Fanzone
Sono un ragazzo di 37 anni,ho un dolore atroce all’inguine sinistro e facendo una risonanza mi hanno diagnosticato intenso edema midollare a carico della spongiosi ossea femorale,con estensione cefalo cervicale sino alla regione pertrocanterina ,con piccole areale demarcate a basso segnale della regione a carico,compatibile in prima ipotesi con necrosi avascolare stadio 1sec.ficat. formazione lipomatosa di circa 5 cm nel contesto del mio. Vasto laterale nei limiti si trofismo.
e con questo non so se è un problema molto grave vorrei un pare e di che cure avrei bisogno.se mi può far capire cosa fare.
Distinti saluti
Cacozza vincenzo
E’ qualcosa che necessita di ulteriori accertamenti e trattamenti. Dovrà rivolgersi in un ospedale con reparto di ortopedia. perlomeno farsi visitare.
Sono un Medico anestesista che si occupa di Ossigenoterapia Iperbarica
Per la necrosi avascolare (grado 1 di Ficat, quindi iniziale)e’ indicato.
Ciclo di ossigenoterapia iperbarica(30 sedute)
Scarico postulare
Magnetoterapia(6/8 ore tutte le notti)
Nuoto/ciclette
salve dottore sono un ragazzo di 37 anni che da ottobre ho un forte dolore al rachide lombo sacrale .ho fatto una risonanza magnetica col mezzo di contrasto questo è la diagnosi dopo aver fatto anche una tac:l’esame conferma la presenza di un’alterazione di segnale dle soma s2, interessante prevalentemente la sua metà dx.caratterizzata da un ipointensita di segnale nelle seguenze t1 pesate e da una iperintensità in quelle t2 pesate con impregniazione post contrastografica .minima altrrazione di segnale, con analoghe caratteristiche? è apprezzabile anche a livello fi una porzione contigua della soma s1. il reperto non risulta di univoca interpretazione; valutato esame tc che non evizenzia a tale livello altetazioni litiche , si puo in prima ipotedi considerare la probabilita di un edema intraspongioso post traumatico.si consiglia pertanto ulteriore controllo a distanza di tre quattro mesi
Il trauma dovrebbe confermarlo lei con il ricordo di un urto o di una caduta o di un incidente. In assenza di questa anamnesi sicuramente dovrà seguire ulteriormente il caso. Bene ha fatto il radiologo a consigliare una nuova indagine radiografica tra qualche settimana. Certamente il suo medico le richiederà anche accertamenti ematici.
Salve dott.Franzone sono Giusy dalla Sardegna da alcuni mesi ho un forye dolore al calcagno dalla radiografia che rivela osteofitosi e fascite plantare sono stata curata con onde d uryo plantari laser terapia antiinfiammatori riposo infiltrazioni cortisone il dolore è aumentato. Con la risonanza magnetica si evidenzia una marcato efema dell irregolare tratto della spongiosa ossea calcaneare del tallone con atrosi diminuzione cartilagine fascite plantare. E osteofitosi marginale Lei cosa mi consiglia dopo un po di carico il folore mi attanaglia ogni giorno Speto nel suo consiglio
Il trattamento dell’edema osseo è lungo, diversi approcci sono stati consigliati. Si può trattare farmacologicamente con neridronato o con applicazione di CEMP (magnetoterapia), onde d’urto, plantari su misura. CI vuole pazienza e una valutazione medica approfondita. Però si guarisce.
Salve dottore, sono una ragazza di 20, ho un dispositivo protesico dello spazio L5-S1 ( ho fatto due interventi il 15 maggio e il 18 maggio 2017 per uno spostamento della L5 e un’ernia discale, due interventi perché hanno sbagliato il primo..) ho fatto una risonanza 3giorni fa a causa di un dolore continuo ed estenuante che mi accompagna ormai dal giorno del primo intervento.
Questo è il referto: i dispositivi metallici determinano alcuni artefatti. Modesto edema dei tessuti molli paravetebrali posteriori nel tratto L5-S3. Ispessiti i piani adiposi epidurali posteriori in sede di intervento. Scivolamento anteriore di L5 rispetto ad S1 con lieve pseudo bulging del disco residuo. Modicamente ispessiti e disomogenei i piani adiposi epidurali anteriori nel tratto L5-S2.
Cosa ne pensa? Come si potrebbe agire per l’edema?
Grazie in Anticipo.
Ma il medico che ha richiesto la RM non la ha valutata?
L’ha valutata dicendo che non c’è nulla di preoccupante per questo siamo in cerca di altri pareri medici.
Sono un ottantenne che nella vita ha studiato e si è sempre dedicato allo sport. Ho esperienza in quasi tutti gli sport che si svolgono in Italia. Ora mi dedico al Tennis e ho giocato 3 – 4 volte alla settimana. Sono circa tre mesi che ho dovuto diminuire le ore dedicate a questo sport. Motivo lo elenco con risultati che faccio seguire: Intanto avverto molto dolore alla mano destra e in particolare al dito medio.Dalla radiografia non risultano fratture o microfratture. Artrosi metacarpo-falangea del terzo raggio con riduzione della rima corrispondente. La risonanza magnetica dice: Segni di degenerazione artrosica a carico metacarpo falange terzo raggio, con associato modesto versamento endocapsulare e sfumato edema della trabecolatura ossea spongiosa della testa metacarpale. Dalla elettromiografia ci sono tracce risposte motorie, tracce risposte sensitive che non so decifrare e la conclusione:-Esame indicativo di lieve sofferenza del nervo ulnare destro al transito cubitale. Naturalmente vorrei gentilmente una opinione e possibilmente una terapia che alleviasse e risolvesse tale patologia.
Avendo intenzione di continuare a giocare a tennis e se il fastidio che riporta è iniziato con questo le suggerirei di “riaccordare” la racchetta e controllare che il manico sia delle sue dimensioni. Giocare con una gomitiera per epicondilite può essere un’altra delle cose utili. Se non passa così… cambi sport.
Buonasera dottore io volevo informazioni,riguardo una risonanza che ho fatto.la risonanza l ho effettuata in quanto ho mal di schiena sia a livello dorsale che lombare con dolori molto forti alle gambe da mon riuscire a camminare.
Questo è il risultato dell’esame
Reperti: Accentuazione della cifosi dorsale e della fisiologica lordosi lombare.
Areola di edema osseo dello spigolo somatico postero-superiore di sinistra di D7 che si
estende alla costa sinistra (recente trauma?). Ulteriore area di edema spongioso si rileva
a livello dell’arco posteriore di L2 con interessamento del processo spinoso e del
processo trasverso di sinistra. Reperti da monitorare nel tempo.
I dischi intersomatici D7-D8 e D8-D9 appaiono ridotti di intensità di segnale nelle
immagini T2w per fenomeni disidratativi.
Protrusione discale posteriore focale paramediana destra in D7-D8 e minima
paramediana sinistra in D1-D2.
Nella norma per morfologia e trofismo i rimanenti dischi intersomatici esaminati.
Canale vertebrale di regolare ampiezza.
Nella norma per morfologia e segnale il midollo dorsale, il cono midollare e le radici
della cauda equina.
Osteoangioma di D6.
R.A. ulteriore area di edema spongioso a livello dell’ala sacrale sinistra da valutare con
RM Bacino.
Secondo lei cosa dovrei fare??
Il caso è abbastanza particolare. Credo che il miglior consiglio possibile sia quello di eseguire una valutazione di persona.
Salve dottore, sono un ragazzo di 20 che pratica pallavolo a livello agonistico. Verso metà marzo ho iniziato ad avere un dolore alla caviglia localizzato nella regione del tendine d’Achille, che si presentava solo durante l’attività pallavolistica (in particolare nei salti e un po’ anche nella corsa) prevalentemente come fitte improvvise ed acute. Per via soprattutto della sua localizzazione, ho creduto si trattasse di un’infiammazione del tendine d’Achille e ho quindi applicato costantemente ghiaccio e pomata. Vedendo però che non passava, in corrispondenza del periodo pasquale ho interrotto l’attività pallavolistica per circa 10 giorni (continuando con la medesima “cura”). Dopo questa interruzione ho provato a riprendere gli allenamenti, ma la situazione è risultata irrisolta. Via via il dolore si è espanso a tutta la caviglia, e così ho effettuato una RMN in data 10/04 che ha evidenziato:
“Ampia area di marcata iperintensità della spongiosa a livello del domo astragalico; coesiste irregolarità della corticale lungo la superficie articolar astragalico-tibiale. Non si osservano evidenti alterazioni del segnale a carico delle strutture tendineo-legamentose. Normale ampiezza del canale antero-laterale. Sospetto appianamento dell’arco plantare. Regolare spessore del tendine d’Achille. Imbibizione dei tessuti molli profondi lungo la superficie dorsale. Non segni di versamento intrarticolare.”
L’ortopedico a cui mi sono rivolto ha quindi diagnosticato una lesione osteo-condrale della superficie articolare supero mediale della cupola astragalica con intenso edema della spongiosa del corpo e 3° posteriore dell’astragalo da microtraumi ripetuti e mi ha prescritto Clasteon 100mg 1 fiala intramuscolo 2 volte a settimana per il 1° mese e 1 fiala 1 volta a settimana il 2° mese; magnetoterapia domiciliare ogni giorno; l’uso di due bastoni canadesi per 1 mese, poi una sola stampella per un altro mese.
Circa un mesetto fa (quando usavo oramai 1 solo bastone canadese) sono tornato a controllo da Lui lamentando di tanto in tanto un fastidio alla caviglia (che si presentava come dolore sordo e diffuso e che tutt’ora continuo ad avvertire di tanto in tanto). Mi ha detto di non preoccuparmi e ha arricchito la cura con DiBase 10.000UI da prendere 10 gocce al giorno per 2 mesi e Osteosil Calcium da prendere 2 volte al giorno per 2 mesi.
Venerdì 22 Giugno ho così fatto la RMN di controllo, come da Lui richiesto, che ha evidenziato:
“Al controllo attuale persiste l’area di edema della spongiosa a livello astragalico, che appare lievemente ridotta in estensione e con riduzione dell’iperintensità del segnale. Assenza di imbibizione dei tessuti molli lungo la superficie dorsale. Non alterazioni a carico delle strutture tendineo-legamentose. Non segni di versamento.”
Ho dunque portato l’esame all’ortopedico, che mi ha detto che è tutto normale e che devo semplicemente continuare a prendere DiBase e Osteosil Calcium come da lui prescritto, continuare a fare la magnetoterapia e camminare ancora con una stampella.
Vorrei quindi avere un Suo parere. Anche secondo Lei sono normali questi tempi? Non c’è nulla che è possibile fare per velocizzare il riassorbimento dell’edema?
La ringrazio anticipatamente per la risposta e la cortese attenzione.
La sintomatologia dolorosa da edema spongioso è molto lenta a scomparire. Le terapie, anche le più efficaci, sono utili ma nulla è risolutivo come il tempo trascorso.
Innanzitutto La ringrazio per la risposta.
Poi, compreso che i tempi di guarigione non sono brevi, volevo però chiederLe: ritiene che allo stato attuale (in cui la lesione non risulta più a referto, ma permane l’edema spongioso) la terapia che sto continuando a portare avanti (DiBase, Osteoil Calcium, magnetoteriapia e stampella) sia adeguata? È effettivamente il massimo che si possa fare o si potrebbe fare qualcos’altro per rendere più rapido il processo di riassorbimento dell’edema?
Infine, quando parla di tempi lunghi, più o meno a tempi di che ordine di grandezza si riferisce, secondo quella che è la Sua esperienza?
La ringrazio nuovamente.
L’edema spongioso è la traduzione in immagine di una vera e propria frattura microscopica. La guarigione dalle fratture è dettata dai tempi della natura ed allo stato attuale non esiste nulla in grado di “velocizzare” o “garantire”. Il sintomo principale è quello del dolore. Una volta eseguita la diagnosi e confermata la natura del dolore tutto ciò che si può fare è … rispettare il ginocchio che “ti dice” ancora non sono guarito. Continui a farsi seguire dal medico che le ha prescritto il trattamento. Guarirà
Buongiorno. Il 4 aprile sono caduta. Trauma distorsivo caviglia destra, bendaggio elastico con colla di zinco e uso di stampelle. Dopo uso di cavigliera Air-Cast per quasi due mesi e ginnastica propriocettiva con tavoletta. La risonanza magnetica evidenzia edema osseo del malleolo peroneale, del cuboide e dell’interlinea articolare tra cuboide e base del V metatarso. Ora consigliata rimozione graduale del tutore e ciclo di magnetoterapia per 30 giorni da fare per 4 ore durante la notte. Per la magnetoterapia è meglio usare xxxxxx o xxxx di xxxx?
Grazie
Non ho certezze su questi due prodotti commerciali.
Ho oscurato i nomi perché non si fa pubblicità su questo sito. Ho lasciato Air cast perché è un tipo di cavigliera che hanno tutte le ditte.
Salve dottore circa 15 giorni fa ho avuto un trauma diretto sopra al ginocchio. L esito della risonanza é la presenza di un area di edema spongioso di circa 2 cm nel versante antero-interno del condilo femorale mediale. Il ginocchio é ancora un po gonfio e dolente. Oltretutto ho una lieve febbre (37,2) associata. Quel sono secondo lei i tempi di recupero e soprattutto é necessario l’ausilio di stampelle anche se non caricando molto la gamba il dolore non é tanto. Grazie anticipatamente.
Per riposo spesso si intende non affaticare l’articolazione. Le stampelle per le prime settimane ed evitare gli sport di contatto epr qualche mese in genere sono cose ampiamente sufficienti ad una buona guarigione
Buongiorno Dottore.
Ho 44 anni e ho avuto in incidente in scooter il 15 giugno, con trauma del fianco destro. Il 22 giugno con Tac mi è stata diagnosticata piccola frattura (rima) acetabolo in “sede ventrale”. Una RM del 30 giugno evidenzia focolai multipli di edema intraspongioso nel pilastro anteriore della cavità acetabolare, della tuberosità ischiatica e della sinfisi pubica in assenza di interruzione del profilo corticale. Dal 22 giugno sono a riposo e uso due stampelle con carico appena sfiorante. Assumo integratori di calcio due volte al mese e ho iniziato da 10 gg terapia riabilitativa strumentale (tecar, laser). Ho consultato 3 diversi ortopedici finora e ho avuto pareri diversi sulla durata dello scarico. Sono passati a oggi 40 gg, l’anca è ancora dolorante. Nessuno dei medici ha ritenuto necessario ricorrere a farmaci per il riassorbimento dell’edema, e mi pare di aver capito anche che per uno di essi non si tratti di vera frattura… Io sono molto preoccupata per gli esiti futuri di un edema “mal curato” visto che per lavoro devo camminare e stare in piedi per molte ore. Vorrei sapere da lei se non è il caso ricorrere ai farmaci di cui lei parla nell’articolo per facilitare il riassorbimento. Il mio fisioterapista ritiene che sia ora iniziare ad aumentare il carico, per arrivare gradualmente a togliere una stampella, ma ho paura che sia troppo presto e questo possa aggravare la situazione (uno degli ortopedici che mi ha vista mi aveva prescritto 2 mesi di scarico…).
Grazie mille
Cari saluti
L’edema spongioso post trauma va trattato con rispetto. Purtroppo non ci sono evidenze scientifiche sufficienti a dare una indicazione univoca. Personalmente consiglio un atteggiamento prudente e di non vare fretta. Carico a tolleranza di dolore continuando ad usare le stampelle fin che non si rende evidente la loro inutilità.
Salve dottore le riporto le conclusioni dell’ultima risonanza che ho fatto. Ridotte dimensioni delle piccole ernie precedentemente descritte a livello L2-L3, in sede laterale sinistra ed L3-L4,in sede pre-foraminale destra, con associati fenomeni di flogosi a carico della spongiosa adiacente ai dischi intersomatici su base degenerativa. Dottore rispetto, dove il dolore si manifestava sporadicamente e risolvevo tramite dei cicli di punture, ora il dolore è meno intenso ma cronico come posso risolvere?
Grazie
Come per tutte le patologie di tipo cronico. Farmaci, fisioterapia, accortezza e cautela nei movimenti. La tendenza delle ernie discali è quella alla cronicizzazione con miglioramento.
Salve dottore, le riporto in parte i risultati dell ‘ultima risonanza di mio marito.Oltre a varie ernie di cui conoscevamo l’esistenza sono molto preoccupata per due definizioni:verosimile angioma osseo in S2.Ma sopratutto ciò’ che non capisco o forse non voglio capire e’ l’altra definizione :in corrispondenza della tuberosita’ iliaca destra posteriormente, si rileva alterazione del midollo spongioso, a margini sfumati, in area massima calcolata di circa 17 millimetri, ipotensiva nelle sequenze dipendenti da T1, di non univoca interpretazione, che peraltro necessità di approfondimenti con eventuale indagine scintigrafia.La ringrazio enormemente per la sua risposta sperando di alleviare la mia preoccupazione
Le serve fare vedere le immagini ad un radiologo più esperto ed una visita per capire a cosa attribuire i sintomi fisici di questa persona. Senza sintomi ogni indagine crea confusione.
Buongiorno,
ho un edema della spongiosa al collo dell astragalo, ho i piedi piatti, ho provato la magnetoterapia ma ho sempre dolore.
Volevo sapere se è possibile risolvere con un intervento.
Grazie.
L’intervento chirurgico risulta possibile di certo però non saprei esattamente quale. In ogni caso serve capire perchè c’è questo edema (i piedi piatti non lo giustificano di per se). Esistono farmaci efficaci per provare a risolvere non chirurgicamente questo disturbo.
Buongiorno,
mi chiamo V R, ho 63 anni e pratico sport: corsa, bici e nuoto. Ho corso 73 maratone e negli ultimi 2 anni avverto un forte dolore alle ginocchie, ho fatto la risonaza e ho questa diagnosi:
Ginocchio DX
Le fibrocartilagini meniscali regolari per morfologia, decorso ed intensità di segnale senza immagini RM riferibili fratture. Le cartilagini di rivestimento dei capi scheletrici femorali-tibali non evidenziano alterazioni … ma al versante posteriore del condilo femorale mediale è presente un piccolo focolaio di edema osseo subcondrale di 3 mm. il resto piu o meno è tutto nel normale.
GINOCCHIO SX
Le fibrocartilagini e le Cartilagini … ( tuto uguale al ginocchio DX)
Condropatia femoro-rotulea esterna con lesioni osteocondrali delle dimensioni fino ad 1 cm della faccetta articolare della rotula.
Modesta distensione flogistica della borsa del gastrocnemio-semimembranoso.
Il resto tutto ok.
La mia domanda dalle due diagnosi GINOCCHIO DX e SX anche se ho un leggero dolore quando corro a piedi posso continuare? Avrò in seguito dei problemi?
Grazie per l accoglienza del mio problema
Complimenti per la splendida forma fisica. Il quadro radiografico non mette in evidenza patologie tali da determinare lo stop della attività fisica. Direi che forse è però necessario adeguare i carichi e fare degli esercizi specifici di rinforzo muscolare del quadricipite. Potrebbe sicuramente giovarsi di una adeguata integrazione alimentare.
BUON GIORNO DOTT.HO 74 ANNI E SONO STATA OPERATA DI PROTESI AL GINOCCHIO CIRCA UN ANNO E MEZZO FA. DAI RISULTATI DI RX LA PROTESI E A POSTO .PERO DAL PRIMO MOMENTO HO AVVERTITO DOLORE AL DATO ESTERNO DEL GINOCCHIO (OPERATO IL DESTRO) DIVENUTO GRANDE COME UN PALLONE.HO FATTO ANCHE LA SCINTIGRAFIA RISULTATO:PRESENZA DI PROCESSO INFIAMMATORIO ASPECIFICO .FATTO LA CURA DI ANTIFIAM. IL DOLORE E’ SEMPRE QUI.DOPO UN ANNO HO FATTO UNA ECOGRAFIA DI TESTA MIA I RISULTATI:DIFFUSO IPESSIMENTODEI TESSUTI SOTTOCUTANEI CHE APPAIONO MARCATAMENTI EDEMATOSI E MODICO VERSAMENTO INFRA E SOTTO PATELLARE.IL MIO ORTOPEDICO MI DETTO CHE QUESTO DOLORE CHE DOPO DUE ANNI AVVERTO E FORTE MI HA RISPOSTO CHE IL DOLORE E’ DOVUTO AL MIO MUSCOLO CHE E’ SOTTO TONO PER UNA FISIOTERAPIA FATTA MALE .E’ VERO A LEI CHIEDO MI PUO’ AIUTARE ? NO CELA FACCIO PIU’ LA RINGRAZIO IMMMENSAMENTE.
Mi sembrano disturbi assolutamente possibili dopo l’impianto di una protesi di ginocchio. Il disturbo non sembra legato tanto ad un mal funzionamento della protesi in se stessa ma ad una infiammazione dei tessuti circostanti. Sarei in accordo con il suo ortopedico.
SALVE DOTTORE,INNANZITUTTO,LA RINGRAZIO DELLA SUA GENTILEZZA DI AVERMI RISPOSTA. ALLO STATO ATTUALE IL MIO GINOCCHIO E’ SEMPRE DOLENTE,NONOSTANTE ABBIA FATTO CINQUE MESI DI FIOSIOTERAPIA CON ESERCIZI ISOMETRICI E TANTA ELETTROSTIMOLAZIONE PER TONOFICARE IL MUSCOLO HO PRATICATO ANCHE LA FIBROLISI, MA IL DOLORE E’ SEMPRE AL LATO DESTRO DEL GINOCCHIO .MI DICA DOTTORE PUO CAUSARMI QUESTO DOLORE :SCOLLOCAMENTO DEI PRINCIPALI COMPONENTI DELLA PROTESI FEMORALE E TIBIALE OPP. IL DOLORE E LEGATO A UNA SOFFERENZA DELL’OSSO SOTTO LA PROTESI PERCHE OLTRE TUTTO ME LO SENTO ATTACCATO A QUALCOSA COME ADERSSE AAL PROTESI. IL MIO MEDICO HA DETTO NO SO COSA POTREBBE ESSERE ALLA FINE DI FARE UNA RM T2 LEI CHE MI CONSIGLIA? LA RINGRAZIO E MI SCUSI DEL DISTURBO
Le consiglio di non essere particolarmente preoccupata o attenta ad ogni sintomo manifestato dal ginocchio. La maggior parte delle volte si tratta solo di aspettare la guarigione. Quando le protesi si scollano o si infettano il loro sintomo è molto più grave e facilmente diagnosticabile.
Salve Dr. G dietro una frattura scomposta al femore mi è stato installato un chiodo ma tutto questo è successo quando avevo 15 anni e oggi ne ho 47. E questo chiudo no mi ha portato mai ne problema fino a d’oggi. Ma da oggi ho sempre dolori dietro alla gamba mi fanno male sempre la parte muscolare e non riesco più a setermi in macchina o sulla sedia. Volevo sapere se tutto questo è provocato dal chiodo o proviene dalla schiena. Aspetto una vostra risposta grz mille
Molto difficile rispondere con certezza senza averla mai visitata. Credo comunque si tratti di problema indipendente dal chiodo.
Gentile dott, FAnzone,LE sarei infinitamente grato se volesse esaminare la seguente diagnosi rilevata da una recente Rm Caviglia dx,,,,presenza di os peroneum con lieve edemaosseo con modesta tenosinovitedei peronieri,minima borsate retrocalcaneare, assenza di versamento articolare,assenti borsiti,restante segnale osseo nella norma, non evidenti lesioni delle altre strutture mio tendine,non evidentilesuoni delle strutture capsule legamentose,,,,s.la ringrazio
Di epr se stesso nessun serio problema. NOn mi dice però che tipo di sintomi ha portato alla prescrizione della RM.
scusate qualcuno mi sa spiegare cosa significa questa frase “nei limiti per morfologia e rapporti i capi ossei del ginnochio” per avere una idea di cosa si tratta
Tutto Ok! Rapporti e forma regolare. Gergo radiologico.
Buongiorno sono un ragazzo di 37 anni e praticavo discese in mountbaik da strade di montagna molto scoscesi e ho preso tantississimi scossoni al coccige e da allora non trovo soluzione al mio dolore .la R.M.conferma EDEMA MIDOLLARE REATTIVO ma non trovo cura dopo decine di visite effettuate da vari ortopedici e fisiatra. Le invierei la RM così magari lei mi può aiutare Sono la mamma che le scrive mio figlio non vuole più saperne di fare altri esami
Non mi pare gli servano altri esami ma una cura. Certo dovrà smettere per molto tempo di andare in bici.
Buongiorno dottor Fanzone sono una signora di 64 anni con un passato di sport agonistico (pallacanestro)soffro di coxartrosi bilaterale più accentuata a dx con riduzione dello spazio articolare e comparsa di piccolo focolaio edemigeno subcondrale nel versante superosterno della testa femorale destrae incremento di versamento endoarticolare come risulta dalla risonanza al bacino faccio posturale con pancafit metodo raggi sono normopeso
Ma soffro terribilmente non riesco a dormire perché non trovo posizione e anche seduta ho fastidio ho fatto onde d’urto
Mi aiuti lei
Grazie Anna Cassali
vedendo le radiografie si potrebbe determinare il margine residuo di possibilità di trattamento senza intervento chirurgico di sostituzione protesica.
Gentile Dott,,LE sarei infinitamente grato se volesse esaminare la seguente diagnosi rilevata da una recente RM AL GINOCCHIO, PREMESSO CHE 17 ANNI FA SONO STATA CURATA DA UN linfoma hodgkin , questo è il referto…. A livello media-diafisario della tibia prossimale si nota alterazione del segnale della sponciosa ossea in sede dorsale a margini netti e ben delimitabile con intensità mediointensa in t1 e iperintensa in PDfs ( 28mm x 18mm x 52mm cc ) Necessita un approfondimento diagnostico mirato a giudizio del medico competente medicina nucleare (FDG-PET)?
Ha fatto vedere la Rm a chi l’ha prescritta?
Ancora no, la consulenza con il medico è per il 10 luglio, e sono molto preoccupata!!!
Sono una signora di 82 anni per un dolore al ginoccio destro ho fatto una RM e il risultato è:
Lesione complessa del corpo e della gionzione posteriore del menisco interno, costituita da una lesione longitudinale e orizzontale; si associa inoltre alterazione di segnale di tipo meniscotico con sottili fissurazioni del corpo posteriore del medesimo menisco
L’emipiatto tibiale interno inoltre presenta alterazio ne di segnale della spongiosa con stria ipointensa nel contesto, riferibile verosimilmente a lasione gratturativa da impatto, (rx occulta) con edema reilesionale
Legamenti crociali e collaterali di spessore e caratteristiche di segnale nei limiti della norma
Apparato estensore normorappresentato
Discreta falda di versamento articolare.
Che cosa posso fare
Ma è caduta?
Salve Dott. buongiorno io sono Luciano ed ho 54 anni ,l’ altro giorno ho avuto un trauma al ginocchio sx cosi in prima battuta ho fatto una radiografia al ginocchio con il seguente risultato assenza di lesioni focali.regolari i rapporti articolari,rotula in sede, ma il dolore ed il gonfiore perdurava nonostante mettevo ghiaccio e prendevo antiinfiammatori e applicavo pomate ,il dolore diventava più forte nelle ore notturne quasi da non farmi dormire cosi ho pensato di fare una R.M. a pagamento ed è venuto fuori questo risultato; falda di versamento fluido-reattivo si evidenzia a livello del recesso sovrarotuleo ed intrarticolare. integri i legamenti crociati ed i collaterali,evidenti in tutto il loro decorso,con regolare spessore .fibrocartilagini meniscali in sede, di regolare spessore e con segnale omogeneo.rotula in asse. disomogeneo il segnale della spongiosa ossea subcondrale da edema.regolare spessore delle cartilagini articolari. gentilmente Dottore le volevo chiedere cosa posso fare ed in che misura intervenire e se la magneto terapia può giovarmi .Vi ringrazio anticipatamente buon lavoro Saluti
Sembra si sia procurata una frattura intra-spongiosa, lo testimonia l’edema. Riposo funzionale e scarico sono le cose veramente importanti. Non tralasci di farsi però visitare di persona, come saprà via internet solo consigli in senso generico.
Buonasera Dott. Fanzone, le sarei grato se potesse darmi una sua idea circa la mia situazione.
Intorno alla metà di aprile ho subìto un trauma alla rotula abbastanza doloroso che ho provveduto a trattare con farmaci sperando che nel giro di qualche settimana potesse passare del tutto; il gonfiore è andato via via scemando ma i fastidi tra la rotula e il femore sono rimasti sino ad oggi, 4 mesi dopo, spingendomi ad effettuare una RMN che ha dato questo esito (confortandomi):
– AREE DI EDEMA SPONGIOSO POST-CONTUSIVO AL VERSANTE MEDIALE DELLA FEMORO-ROTULEA, IN FASE REGRESSIVA
NON EVIDENTI LESIONI AI MENISCHI ED ALLE STRUTTURE CAPSULO-LIGAMENTOSE
MODICO VERSAMENTO NEL PIVOT CENTRALE E MINIMA DISTENSIONE DELLA BORSA SOTTOQUADRICIPITALE
Sembra la descrizione di una frattura intraspongiosa della rotula. Quattro mesi sono tanti di certo. Però a volte, questo tipo di lesione, se non trattata immediatamente con assoluto riposo o immobilizzazione, ha la tendenza a dare fastidio per molto tempo.
Buongiorno Dottore, ho 56 anni e da quasi 5 soffro di metatarsalgia prima solo a dx ora bilaterale. Dopo tutto questo tempo e numerose indagini sono ancora in ballo tra una sospetta artrite reumatoide sieronegativa (cura inutile), una forma di fibromialgia (sotto cura ora con duloxetina con minimi esiti positivi) e un sospetto (mio, che non sono medico) di algodistrofia. Di quest ultima malattia in particolare ritrovo tutti i sintomi eccetto il gonfiore ai piedi. nel mio caso infatti il minimo gonfiore si limita alla zona metatarso dx dove alla palpazione sento chiaramente un “cuscinetto” molto dolorante alla pressione. Sono disperato e totalmente deluso dalla medicina. Cordiali saluti e grazie
La metatarsalgia è un nome descrittivo di un problema. Le manca la diagnosi. Tutti i suoi sospetti e tentativi di diagnosi (riguardano tutti malattie di tipo internistico) mi parrebbe indicativo che non si è valutato un errore di appoggio ed una alterazione del carico.
Riguardo alle “delusioni” della medicina… non sa quante ne ho io.
Buongiorno gentile Dott. Fanzone,
leggo molto spesso i suoi articoli che sono sempre molto interessanti e molto chiari.
Avrei un quesito da porle:
sono un ragazzo di 28 anni, il 28 di febbraio sono caduto sbattendo la parte antero-laterale della tibia sinistra sull’asfalto.
Il dolore si è fatto da subito bruciante, ma in PS rx negative per fratture.
Credendo che fosse una semplice botta ho comunque preso contatti con ortopedico per una visita, ma non ho fatto terapia antinfiammatoria nè messo ghiaccio.
La successiva RMN (fatta 20 giorni dopo) evidenzierà “areola di edema spongioso sottocorticale sul versante anterolaterale del piatto tibiale esterno”, proprio nel punto dove ho sbattuto.
Causa COVID non ho potuto iniziare a fare la magnetoterapia fin da subito ed inoltre non le nego che il dolore stava calando sempre più, tanto che dopo un mese dal trauma, anche una blanda corsetta di riscaldamento di una decina di minuti attorno a casa (pre-esercizi non in carico), non dava alcun fastidio.
Mi sono tuttavia reso conto (leggendo sul web) che l’edema osseo è un’evenienza molto grave, può portare alla necrosi dell’osso e quindi mi sono fermato SUBITO.
Ad oggi ho ancora dolore nella sede della contusione ma dal 30 aprile ho iniziato a fare anche magnetoterapia a 50 hertz e 60 gauss durante la notte (8 ore).
I tempi di remissione solitamente quali sono?
6-8 mesi? O si va anche oltre?
È stato un problema non avere messo il ghiaccio all’inizio o non aver preso antidolorifici?
Li sto assumendo ultimamente ma con poca regolarità per evitare fenomeni di gastrite.
Grazie mille e buon week end.
Confermo i 6-8 mesi per una completa guarigione. Questo naturalmente non significa stare fermi a letto ma solo essere cauti. Il freddo sui traumi è sempre opportuno.
Grazie mille per la celere risposta.. Ecco.. Purtroppo io ho sempre sottovalutato il trattamento sintomatico in assenza di esami positivi..
Cosa è possibile fare attualmente a parte la terapia antinfiammatoria, riposo e magnetoterapia? Integratori di calcio?
Il freddo credo sia inutile ora a distanza di due mesi e mezzo..
Secondo la sua esperienza la necrosi dell’osso a seguito di traumi contusivi è frequente?
Grazie per la disponibilità.
La necrosi non è frequente, frequente è divenuto il riscontro di edema osseo. Le due terminologie potrebbero apparire come dei sinonimi ma non è così. Purtroppo ci troviamo di fronte ad entità cliniche non molto ben studiate e non facilmente discriminabili avendo per lo più sintomatologie simili.
Il dolore da edema su artrosi è più da ascrivere alla sofferenza cartilaginea ed articolare nel complesso in cui l’evidenza di alterazione alla RNM del segnale da parte dell’osso sub-condrale viene scambiata per un fenomeno primitivo di ischemia.
In altre parole ottimo il trattamento con magnetoterapia ma sarebbe forse da privilegiare un trattamento di potenziamento dei muscoli posturali dell’arto inferiore, la scelta di scarpe moooolto comode, il ridimensionamento dell’attività fisico sportiva (limitatamente alle discipline che mettono sotto sforzo il ginocchio) ed eventualmente un trattamento sintomatico infiltrativo.
Buonasera Dottor Fanzone,
sono un uomo di 45 anni e le scrivo per avere un ulteriore parere riguardo il mio problema al ginocchio sinistro che dura da oltre 3 mesi. Dunque, dopo un movimento brusco fatto con le gambe poco prima di ferragosto ho iniziato ad avvertire, ma solo dopo qualche giorno e solo mentre camminavo, un leggero dolorino al ginocchio sinistro lato interno. Successivamente ho fatto 4 giorni di vacanza dove purtroppo mi sono trovato a fare tante scale e camminate, e difatti nei giorni seguenti al rientro a casa si è accentuato il dolore che avevo al ginocchio tanto che iniziavo a zoppicare durante un regolare cammino. Per alcuni giorni ho fatto uso di pomate anti contusione ma visto che il problema non si risolveva sono andato a farmi i raggi a entrame le ginocchia e per fortuna nessuna frattura rilevata nonostante il dolore mi facesse pensare proprio a quello. Al ritiro dei raggi vengo visitato dal dottore ortopedico di turno che dopo una rapida occhiata mi parla di una tendinite e mi prescrive dei cerotti da mettere e una pillola anti infiammatoria, Algix. Finiti i 20 giorni di cura però il dolore al ginocchio persiste, per fortuna sempre e solo al sinistro, pertanto decido di fare anche una risonanza magnetica allo stesso laboratorio dei raggi e prenoto visita specialistica da un altro medico il quale mi da una nuova terapia con un altro tipo di cerotti e bustine di integratori alimentari per altri 20 giorni e dicendomi che dopo sarebbe potuto essere necessario un piccolo intervento per una piccola lesione al menisco da lui rilevata guardando la risonanza, anche se non mi era parso molto convinto di questo. Finisco così anche questa seconda terapia e siamo quasi alla fine di ottobre ma il ginocchio continuava a farmi male sempre quando camminavo o specialmente quando dovevo fare le scale. Nel frattempo mi si accentua anche il dolore lombare di cui soffro comunque da tempo e di cui un po tutta la mia famiglia soffre in generale di mal di schiena. Comincio a sentirmi un po in difficoltà perchè il problema non veniva risolto ma decido comunque di andare a sentire un altro medico che seguiva già un mio parente e così agli inizi di novembre mi reco dal nuovo specialista che forse è l’unico fin’ora che mi da l’impressione di aver individuato il vero problema. Infatti mi parla di una gonalgia mediale sinistra secondaria e di un locale edema osseo del piatto tibiale mediale. Mentre scrivo sono a una settimana dalla terapia che durerà ben due mesi al termine della quale sono previste con molta probabilità anche delle infiltrazioni, e durante la quale mi ha prescritto vitamina D in boccette, siringhe di Clodron e bustine di Gladio oltre al protettivo per lo stomaco. Tuttavia dopo la prima settimana che è quella più intensiva non avverto ancora significativi miglioramenti, e siccome poi andrò via via riducendo le quantità non so se questo è normale pur sapendo che la terapia è lunga e che probabilmente lo sarà anche la guarigione. Grazie mille in anticipo per la risposta e cordiali saluti.
Comprendo la sua frustazione. Però tre colleghi, nonostante abbiano avuto la opportunità di visitarla di persona, non hanno rilevato patologie particolarmente evidenti o gravi. A volte il dolore diventa la porzione principale di una alterazione dello stato di salute.Continui con fiducia la terapia proposta, smetta di zoppicare e se non ci riuscisse si aiuti con un bastone.
Buonasera dottore, ho 62 anni e1 mese fa svolgendo una attività personale di sollevamento carichi durante un fine settimana ho accusato, al termine dell’attività stessa, un dolore al ginocchio, non presente a riposo. La RM ha evidenziato un discreto edema spongioso relativo al piatto tibiale laterale, il reperto può essere riferibile a osteonecrosi in fase iniziale e si associa con edema delle parti molli periarticolari adiacenti. Meniscosi di 2° grado al corno posteriore del menisco mediale. Il crociato anteriore rileva fatti flogistici-degenerativi. Modesta alterazione flogistica all’inserzione patellare del tendine rotuleo. Modico versamento articolare. Note flogistiche nel corpo di Hoffa.Ho effettuato 2 infiltrazioni di cortisone e a breve ne farò una terza. Domanda: dato questo quadro ritiene che la situazione sia reversibile? Se si, in quanto tempo molto indicativo? Come terapia cosa mi consiglia?
Grazie mille e buone feste.
Credo che un certo grado di sofferenza artrosica sia molto comune a 62 anni. Magari un lavoro fisico intenso ha semplicemente indotto il ginocchio a “reagire” con dolore ed infiammazione. Non c’è motivo di credere che non si possa tornare allo stato precedente.
Gentile dott. Fanzone,
approfitto di questo spazio per chiederle un parere.
Ai primi di ottobre 2020 la mia compagna (29 anni) è tornata a casa da lavoro con un forte mal di schiena improvviso, che mai si era manifestato in precedenza.
Abbiamo effettuato radiografia e fatto visita da medico fisiatra. Riporto il referto:
“””
In anamnesi: iperprolattinemia (in cura con Dostinex).
Da circa sei settimane dorsalgia con lateralizzazione sinistra.
Ha eseguito rx rachide dorsale ed emigabbia sinistra: evidenza di modica scoliosi destro convessa.
Obiettivamente:
– spinalgia medio dorsale
– contrattura della mm. paravertebrale dorsale con netta lateralizzazione sx
– dolore evocabile in regione dorsale alla rotazione del tronco (> rotazione sinsitra)
Si consiglia di eseguire RMN colonna dorsale.
17 novembre 2020
“””
Effettua la RMN e dopo seconda visita di controllo, il medico fisiatra riporta nella nuova diagnosi:
“””
Ha eseguito RMN della colonna dorsale: evidenza di modico edema della spongiosa dei processi trasversi e delle lamine di sinistra a livello di D8 e D9″ (no traumi, sospetto sovraccarico funzionale). Non riferiti traumi. Consiglio ciclo (almeno tre settimane) di magnetoterapia a gestione domiciliare.
26 novembre 2020
“””
I sintomi possono essere descritti come dolori intensi con improvviso spasmo muscolare all’altezza delle due vertebre coinvolte, con propagazione del dolore lungo le coste di sinistra fino a raggiungere la parte anteriore.
Ad oggi la mia compagna ha fatto 5 settimane di terapia CEMP continuativa a domicilio (abbiamo iniziato con 70Hz le prime 3 settimane, poi 30Hz la quarta settimana e 50Hz la quinta settimana – non ci è ben chiaro quale frequenza utilizzare, ma facciamo più ore di terapia possibile). Quindi, trascorsi circa 3 mesi dal primo sintomo e dopo 5 settimane di CEMP, l’unico miglioramento avvertito risiede in una leggera diminuzione del dolore che prima si propagava fino alla parte anteriore delle coste, adesso invece si ferma un po’ prima (diciamo sulla zona laterale della cassa toracica), mentre permangono gli spasmi e l’impossibilità a effettuare certi movimenti di rotazione del torso.
Il fisiatra sostiene di continuare ancora con la CEMP (a breve dovremmo fare una visita di controllo) e di rimanere a riposo (non fare attività sportiva e simili), anche se cerchiamo di fare almeno una o due passeggiate da 5km a piedi in pianura nel week-end per non rimanere fermi (la mia compagna pesa 63kg per 1.45m di altezza, quindi un minimo di attività fisica è necessaria per evitare di prendere ulteriore peso).
Non sappiamo se è il caso di rivolgerci a un altro specialista oppure se è sufficiente aspettare che l’edema si assorba senza ricorrere a terapie più impattanti.
Sperando di non essermi dilungato troppo, la ringrazio per una sua eventuale risposta.
Grazie
Pietro e Gaia
Ciò che mi racconta mi induce a consigliarle una visita di persona con un ortopedico. Solo in tal modo si potrà correlare la clinica con gli accertamenti, si potrà fare diagnosi ed indicare un trattamento valido. Quello seguito finora non sembra avere sortito effetto.
Pregiatissimo dott. Fanzone,
sarebbe per me cosa veramente gradita poter avere un suo parere sulla seguente problematica.
Un mese fa, mentre facevo una corsetta, ho iniziato a sentire un dolorino nella zona malleolo esterno della caviglia sx. il dolore non era tale da impedirmi la corsetta ed ho continuato.
il giorno dopo ho iniziato ad accusare dolori nella stessa zona che mi impedivano di camminare correttamente e comunque con dolore alla camminata.
Pensando fosse un problema tendineo dovuto all’aumento della frequenza delle camminate/corsette e piegamenti per tener su un quadricipite femorale giù di tono ( a causa di una frattura piatto tibiale di 4 anni fa) ho smesso di correre.
Dopo 10 gg permanendo la situazione sono andato da un medico fisiatra/ribilitazione che mi ha escluso problemi ai tendini e che siccome non riportavo di avere avuto traumi sarebbe potuta essere una frattura da stress e mi ha indicato rx.
ho fatto rx nel cui referto si riportava che non risultava nulla nessuna frattura e nessun edema.
il fisiatra allora ha detto di fare 15gg di magneto e riposo funzionale.
dopo 15 gg non notavo alcun cambiamento … continuavo a sentire il dolore alla tastazione del malleolo anche se comunque riuscivo a camminare senza dolore caricando sul tallone … in tal senso il fisiatra mi ha detto – facendo una piccola verifica con eco – di continuare a ritenere ci fosse una frattura quandanche non evidenziata a rx e mi detto di fare rm.
ho fatto rm il cui referto riporta “rima di frattura a livello del malleolo fibulare – discreto edema intraspongioso – modesto versamente articolare – conservati rapporti articolari – necessario controllo ortopedico” – rm visibile a
il fisiatra che quindi trovava ragione della sua ipotesi iniziale mi ha prescritto per 1 mese tutore bivalva, clodron, dibase, magneto domicialiare 50g 50hz 2/4 ore al giorno, camminata concessa ma senza sforzo o carico eccessivo.
Le chiedo un suo parere su diagnosi e su terapia, ovvero se ritiene opportuni altri farmaci, il riposo assoluto (niente camminata) e magari la gessatura, perchè non vorrei aggravare la situazione.
perdoni ancora il disturbo e grazie dell’attenzione che mi vorrà dedicare
Le fratture da stress riconoscono come causa ripetuti e continuati microtraumi. Oltre che “curare” la lesione bisognerebbe indagare sul perché si sia creata, cosa ne abbia determinato la origine. In tal senso porrei più attenzione. Usa ancora le stesse scarpe, il fondo su cui si allena è duro, frequentemente in pendenza laterale?
Per il resto mia pare la stiano trattando bene.
pregiatissimo dottore la ringrazio di vero cuore del suo immediato riscontro che mi rinfranca soprattutto sulla terapia in atto e che non risulti necessario bloccare completamente la caviglia con gesso e non caricarla assolutamente.
Circa il perchè della frattura senza trauma (posso solo esser certo di questo) posso riportare in primis che ho i piedi piatti ed invero negli ultimi 4 mesi ho camminato/corso con scarpe che ormai avevano ceduto verso l’interno senza supportare adeguatamente in stabilità il piede (ma non ci avevo pensato più di tanto dal momento che non sono proprio un atleta) e pi che ho inizato da agosto scorso a fare 2 volte a settimana ( a volte 3) un percorso di 12 km di cui un terzo di corsa 9 km/h ed il resto con camminata 6 km/h, con cicli di 30 piegamenti ogni giro a metà camminata. il fondo per 3 mesi è stata la spiaggia (forse un po in pendenza laterale sul bagnasciuga ma solo per piccolissimi tratti il resto in piano) e dopo su asfalto in piano.
Può essere ritrovata la causa in questa configurazione di eventi ?
Secondo lei è possibile un recupero completo ?
La ringrazio anticipatamente
Scarpe invecchiate e corsa sulla spiaggia con le scarpe mi sembrerebbero validi indiziati.
gentilissimo dottore,
mi perdoni se la disturbo ancora ma, se potesse ancora dedicarmi la sua attenzione mi farebbe cosa davvero gradita. le scrivo in merito alla situazione di cui ai precedenti messaggi per sottoporle alcune mie perplessità sull’andamento del problema.
In sintesi dopo 40 giorni la situazione – a livello di mie sensazioni – sembra un poco, ma poco, migliorata nel senso che nei primi 30 giorni da inizio cura ho camminato poco e con tutore bivalve, poi a seguito di riacutizzarsi del dolore notturno, negli ultimi 10 gg ho camminato quasi niente e con stampella ed oggi il dolore notturno non c’è, il dolore al tatto è molto molto poco e permane dolorino al carico.
A 40 gg da inizio cura ed a 65 da inizio sensazioni di dolore, ho rifatto rm come richiesto da fisiatra, il cui referto della riporta “esiti di frattura malleolo fibulare ed ancora presente un moderato edema intraspongioso”, ma a dire il vero a me le immagini sembrerebbero addirittura peggio di prima in quanto le zone di edema che prima erano sfumate adesso sembrerebbero dei veri e propri vuoti intorno la rima di frattura.
Sono ingegnere vero, per niente aduso al refertare rm, ma le immagini sono immagine.
Dottore sono preoccupato, perche fisiatra non mi ha detto nulla di diverso dal referto del rm e mi ha solo detto di continuare con cura (sebbene molto diluita)
potrebbe darmi un suo parere?
le immagini rm di 40 gg fa (a 25 gg dal “trauma”) e di oggi (a 65 gg dal “trauma” ed a 40 dalla cura) sono leggibili:
http://www.mannadora.com/index.php/rm-cavigia-sx-tommaso/
http://www.mannadora.com/index.php/rm-cavigia-sx-tommaso-dopo-40-giorni/
Capisco il suo punto di vista. Può accadere che lesioni oggettivamente minime dal punto di vista radiografico, siano invece dolorose ed invalidanti dal punto di vista clinico. Questo vuol dire però che bisogna insistere nel trattamento e non nella diagnostica.
Gent. mo Dottore, ho 79 anni e la RMN alla mia anca ha evidenziato non solo una coxofemorale bilaterale, ma a carico della testa femorale “si apprezza focale area di sofferenza ossea subcondrale di 11 mm. associata a diffuso edema intraspongioso perilesionale esteso a tutta la testa femorale omeolaterale. Sempre a destra si apprezza a livello del tetto acetabolare sofferenza ossea geodica cistica con associata area geodica cistica in prossimità del ciglio cotiloideo. Cosa fare, dottore, Intervento di protesi anca destra credo sia da escludere. Infiltrazioni acido ialuronico? Sto soffrendo dal mese di Aprile scorso e le cure di bifosfonato e neridronato (per endovenose) non hanno dato nesso n risultato. La ringrazio se mi puo’ rispondere. Distinti saluti, Annamaria Carro
Perché escludere la protesi?
Gentile Dottor Fanzone,
sono una pianista di 26 anni e il 4 marzo in un incidente in bicicletta sono caduta sulla mano sinistra. Dalla radiografia, che ho fatto il giorno dopo, non è emerso nulla di particolare. Una settimana dopo avevo sempre dolore alla base del pollice e al polso mentre suonavo, soprattutto mentre aprivo la mano, e ho fatto una seconda radiografia (dalla quale nuovamente non è emerso nulla) e qualche giorno dopo una risonanza magnetica.
Dalla risonanza sono emersi due “bone bruises” con presumibili infrazioni nella parte esterna del trapezio e dello scafoide e un leggero versamento nell’articolazione carpo metacarpale del pollice; le strutture tendinee fortunatamente non sono state danneggiate.
Sto portando un tutore che immobilizza il pollice e tutto il primo raggio da circa dieci giorni e devo portarlo fino al 12 aprile, ovvero tre settimane complete da quando ho iniziato a portarlo e 6 settimane dopo l’incidente. Secondo lei posso iniziare subito dopo con la riabilitazione o devo attendere che scompaia completamente il dolore, nel caso dovesse persistere? Non so se il dolore è un indicatore diretto di allarme (e non devo suonare se la mano mi fa un poco male) oppure se portebbe persistere anche dopo che il versamento si è riassorbito e le ossa sono guarite.
Le sarei molto grata se potesse darmi un’opinione sulla mia situazione e La ringrazio fin d’ora.
Buona giornata,
Elena Postumi
Ritengo fondamentale il riposo dalle attività pesanti. Ritengo che la sua arte possa essere gravosa per le articolazioni. Le proporrei di continuare a suonare, però, mi raccomando, come se fosse al primo mese di studio.
Buongiorno Dottore
sono un podista di 53 anni. Sono un po’ di mesi che combatto (le cito la risonanza) con una “sofferenza ossea da sovraccarico funzionale in sede tibiale mediale” … il resto della risonanza è perfetta nessun segno di condropatia , menischi e legamenti in ordine ecc.ecc.
Ho fatto terapie , sto facendo da 40 giorni tutte le notti magnetoterapia, acido ialuronico ed esercizi di rinforzo muscolare ma non ce verso di vedere miglioramenti. Non ho nemmeno piu provato a correre perchè sento proprio l’articolazione che non va già se faccio per es. da sdraiato l’esercizio di portarmi il ginocchio al petto e comunque anche se schiaccio la zona sento male.
La mia domanda è secondo lei c’e possibilità che questa sofferenza ossea passi prima o poi o dovrò convivere con questo disagio per sempre? Consiglierebbe qualche altra terapia?.
Grazie infinite per la risposta.
“sofferenza ossea” è troppo generico come termine. In diagnosi differenziale vanno troppe cose. Se non c’è miglioramento dopo 40 giorni andrebbe rivalutato il tutto. Una nuova visita ortopedica?
Buongiorno dottore,
Le scrivo perché è circa un anno e mezzo che sento dolore in prossimitá del malleolo esterno dx che si presenta soprattutto dopo un allenamento/corsa e il giorno dopo in assenza di traumi. Ho “resistito” per qualche mese pensando fosse passeggero e poi mi sono deciso a fare delle analisi e dalla Rm si è evidenziato uno sfumato edema della spongiosa ossea del malleolo. Ormai sono a riposo dal calcio e seguito da un fisioterapista da diversi mesi e ho anche fatto un ciclo di cerc therapy( magneto terapia ad alta intensità)… siccome sono veramente stufo di questa situazione dopo mesi e mesi, ricominciare a correre e giocare a calcio gradualmente potrebbe peggiorare la situazione ( visto che durante l’attività non sento grossi dolori ma sopratutto una volta terminata) oppure può essere che col tempo si risolva spontaneamente ? La ringrazio e buona giornata .
Prima valutare cosa ha provocato l’edema e se possibile rimuovere le cause. Se è il caso ricorrere alla terapia farmacologica. Le servirà però una visita di persona.
Egr. Dottore
Dal RM bacino è risultato : piccolo focolaio edemigeno intraspongioso al margine inferiore dell’ala iliaca ds e dell’ala sacrale sinistra.
Regolari le articolazioni sacro-iliache senza evidenza di versamenti intra-articolari.
Regolare il trofismo dei ventri muscolari identificabili nel volume di acquisizione.
Ho un dolore che non mi permette di camminare bene , se sto seduta quando mi metto in piedi ho un dolore forte e stento a camminare e cosi quando mi alzo dal letto. ” Però quando cammino “con la postura giusta il dolore quasi scompare e cammino”….. è difficile da spiegare Chiedevo cortesemente se c’è una cura appropriata per guarire . Premetto che sono sempre andata in montagna con camminate minimo di 2 ore senza fatica e camminate nel bosco minimo di un’ ora a giorni alterni.+-
Ho 76 anni, peso 51 Kg .
Attendo sua risposta. Cordiali saluti
Certo esistono dei trattamenti per casi come questo. Come spesso mi trovo a consigliare bisognerebbe però avere una diagnosi anche riguardo ai motivi che hanno portato a questa patologia.
Salve dottore, circa 35 gg faho avuto una caduta che ha provocato un edema osseo con moderata presenza di liquido alla mano sinistra all altezza dell ‘ulnare e del trapezio mi hanno consigliato sia il fisiatra che l’ortopedico a seguito di risonanza, di aspettare che vada via col tempo. Aoarte il ghiaccio nellafssr iniziale e qualche pomata per l’ ematoma, ho preso qualche giorno il brufen, cerco di non sforzare lamano, anche se la parte della mano relativa al pollice si muove. Ora andrò qualche giorno al mare, eviterò gli orari caldi e le nuotate. Lei cosa consiglia?
Il riposo è una aprte importante della guarigione da tutti i traumi. Per la mano non consiglio quasi mai l’immobilità totale. Si goda il mare.
Ciao. Come stai cercando di risolvere?
Buongiorno Dottore. La ringrazio per la sua disponibilità e chiarezza. Come forse le ho raccontato, sono 4 mesi quasi che ho edema all acromion. Da che era andato via. Facendo alcuni allenamenti sopra dopo neanche 1 mese. Piano piano ora ho dolore anche a riposo. Nonostante che abbia fatto bifosfonati 9 siringhe 21 giorni di cortisone e terapie varie. Ora è 1 mese e mezzo che sto solo a riposo magetoterapie e 14 giorni fa ho provato con cortisone articolare e quasi niente. Ora sto da fine marzo così con la spalla che fa male anche a fermo. Sto su una nave e a malapena riesco a fare lavori cartacei e PC con difficoltà ad usare la spalla ormai. Devo resistere al lavoro fino a metà agosto purtroppo. Che ne pensa se al ritorno magari con un aktra visita specialistica ovviamente, ripetessi bifosfonati forse in vena? Pensa si possa ripetere? Magari con altra infiltrazione onde d’urto ecc..? Mi dia un aiuto la prego. Sono disperato… Grazie mille della risposta Dottore
Capisco la sua difficile situazione. Con le cure adeguate, anche se lentamente, è un problema risolvibile.
Grazie ancora Dottore.
Che bruttissima situazione.
Se non si dovesse risolvere, cosa si prevede? ci sta un qualche operazione di questa artilcolazione?
Grazie sempre Doc
Non bisogna desiderare un intervento chirurgico.
Mi scusi Dottore. È assolutamente il contrario. È solo il forte terrore di rimanere invalidato e il mio stato depressivo. Piango tutti i giorni sperando di tornare come ero mesi fa. Ho bisogno di essere aiutato ed essere seguito da una persona scrupolosa, attenta e professionale come lei. Causa mia, ho cambiato Dottore e facendomi allenare e portandomi su altra strada, mi sono rovinato.. Come le ho detto, sono su una nave e verso metà a agosto dovrei tornare a casa a Napoli . Lei sta ad Enna. Nel caso la contatto privatamente, se lei mi dice che può seguire il mio caso per risolvere e tornare come prima. È mooolto conoscitore ed empatico. Ho trovato tutt altro fino ad ora. Sempre un grazie di cuore..
Capisco l’ansia e le vostre preoccupazioni. Purtroppo quest’ansia non fa altro che farvi soffrire di più.
Dottore una domanda.
Leggendo su varie parti, si dice che il neridronato è più nindicato del clodronato. Anzi, certi direbbero che il clodronato ha effetti più blandi per edema o algostrofia. Lei che ne pensa al riguardo?
Grazie sempre
Sono farmaci simili. In generale mi attengo alle indicazioni AIFA.
Buongiorno dr Fanzone .Cosa vuol dire Edema reattivo midollare ? Ho sempre male nella zona peritoneale e non posso stare seduto dalla risonanza risulta questo
L’edema è una reazione a qualcosa, la maggior parte delle volte la diagnosi è proprio la risposta alla domanda: cosa mi ha provocato l’edema?
Buonasera Dott. Fanzone, ho 47 anni pratico sport amatoriale (corsa, sciaplinismo, mtb) e svolgo un lavoro abbastanza stressante e piuttosto sedentario. Diagnosticata connettivite indifferenziata in corso di approfondimento e sindrome di raynaud alle mani. Ormai da qualche anno lamento dolore alla caviglia SX anche per diverse distorsioni ma sempre lievi e ultimamente la sento debole anche se dolorosa solo dopo sforzo, malleolo interno mi sembra molto più sporgente di prima. Alla RMN (la seconda) le risultanze:
“Si dispone di una controllo precedente eseguito l’11 novembre 2020. Al controllo odierno si conferma il riscontro di un estesa alterazione di segnale con caratteristiche di segnale prevalentemente di tipo edematoso interessante il tessuto osseo del domo astragalico mediale con rilievi compatibili con un focolaio osteocondritico nel cui contesto si rileva una parziale componenti fluida di tipo cistico. Focolaio che si estende per circa 2 cm in senso longitudinale per circa 1,5 cm in senso trasversale. Coesiste una discreta componente di versamento a livello dell’articolazione tibio-tarsica. Non si rilevano ulteriori lesioni focali interessanti la componente scheletrica esaminata. Integri i legamenti peroneali ed il legamento deltoideo. Indenni tendini estensori, flessori e peronieri senza segni versamento nelle rispettive guaine. Indenne il tendine achilleo.”
Cosa mi consiglia?
Profondamente Grazie
Interromepre la corsa, consultare un fisiatra per eventuale trattamento con magnetoterapia ed onde d’urto. Valutare con ortopedico trattamento farmacologico con neiridronato.